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Creato da: ilpasquino.controinf il 02/01/2012
giornale di controinformazione

Messaggi di Febbraio 2015

 

Al macello europeo

Post n°668 pubblicato il 05 Febbraio 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Venite al macello europeo ed esultate per le perenni previsioni di crescita, sistematicamente smentite dai fatti.

Godete per la ricchezza e l’arroganza di chi uccide popoli interi, di chi rende la vita dei miseri disperazione, di chi affama, di chi ruba, di chi corrompe, di chi inquina…siamo nel macello europeo dove uccidere non è peccato, dove togliere il pane è regola “economica”, dove sicari in giacca e cravatta, ben pagati per il loro sporco mestiere, accusano i poveri di “aver vissuto sopra le loro possibilità” e per questo gli tolgono la possibilità di mangiare, di curarsi, d’ istruirsi, di vivere.

Venite al macello europeo, dove i Draghi tagliano i viveri alla Grecia che si è permessa di dare un minimo di respiro a chi moriva di fame, dove nazisti in sedia a rotelle ricordano gli assassini delle SS che mandavano milioni di persone a morire, dove gli esecutori materiali dei delitti e della cancellazione della democrazia si chiamano Renzi, Rajoy, Merkel, Cameron, Hollande.

Nel macello europeo non ci sono video di arsi vivi, di tagliagole vestiti di nero. Nel macello europeo tutto si svolge in splendide stanze ben arredate, davanti a giornalisti proni. Si uccide ma con garbo, senza sporcarsi le mani, senza quel truculento spettacolo che i terroristi dell’Isis ci mostrano nei loro video deliranti.

Nel macello europeo l’uccidere diviene “strategia economica” e di ripresa, l’affamare “necessità di bilancio”, il negare l’assistenza ai più deboli “austerity”, il cancellare le libertà e le democrazie “il volto nuovo dell’Europa”…o la “svolta buona” alla Renzi.

Nel macello europeo le verità sono negate, le bugie amplificate e trasformate in regole intoccabili, le corruzioni, le ricchezze indegne, le banche usuraie, i Draghi assassini assurti a “padri dell’economia”, in quella storia di un capitalismo sempre più tiranno ed arrogante, sempre più omicida, sempre più nemico delle genti, dei popoli.

Venite nel macello europeo, c’è spazio per tutti…i morti non contano, basta che i conti tornino…a chi ha le tasche piene del nostro sangue.

 
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Standing ovation

Post n°667 pubblicato il 03 Febbraio 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Parlamento strapieno, nessuno in “missione”, nessun ammalato, nessuno distratto dal proprio portatile o dal proprio iPad.

Mattarella pronuncia il suo primo discorso da Presidente della Repubblica e tocca tutti i temi “caldi” della martoriata nazione italiana. Parla di volti di anziani, di pensionati, di bambini, di malati e di disabili, di licenziati e di disoccupati, di quella parte maggioritaria del paese che ha visto scaricarsi addosso tutto il peso della crisi, mentre bancarottieri, padri di premier, e corrotti, seduti in parlamento, si arricchivano sulla loro pelle.

Parla di lotta alla corruzione, 60 miliardi l’anno l’ultimo dato uscito dalla Corte dei Conti, di evasione, 120 miliardi l’anno, di lotta al terrorismo, al razzismo, alle mafie, di quei valori scritti in quella Costituzione italiana che dal 1947 dovrebbe essere la carta che impegna ogni politico a raggiungere quegli obiettivi.

Ad ogni passaggio l’intero emiciclo balza in piedi. Applausi scroscianti sottolineano ogni sua parola. I commenti sono tutti favorevoli: “arbitro imparziale”; “custode della Costituzione”; “uomo di grande levatura morale e culturale”…e via dicendo in un crescendo di ipocrisia che sfiora il ridicolo.

Già perché sarebbe da ricordare che quella gente che oggi è balzata in piedi a spellarsi le mani è la stessa che si è rifiutata di cancellare la vergogna dei vitalizi, che ha impedito che si affrontasse anche solo il discorso sul “reddito di cittadinanza”, che con un decreto legge si è immaginato di permettere, a chi evade miliardi di euro, di farla franca penalmente, basti che non superi il 3% del totale guadagnato, che ha cancellato, di fatto, con i tagli alle Regioni ed ai Comuni, la scuola pubblica (mentre finanzia con 700 milioni l’anno quella privata) e la sanità, che con il jobs act ha reso tutto il mondo del lavoro precario e facilmente licenziabile, che ha ridotto le pensioni ad una chimera e ad assegni da fame, che tassa i più deboli, con una nuova ridefinizione dell’ISEE che colpirà proprio i malati, i disabili, le famiglie in difficoltà, che rende la casa un lusso per pochi, che ha permesso ai corrotti di mettere le proprie mani in ogni dove, nelle ricostruzioni post-terremoto, nei servizi pubblici, nella gestione dei centri per gli immigrati, piazzando mafiosi dal colletto bianco in ogni Istituzione locale e nazionale, che ha dato spettacolo nelle Regioni di tutt’Italia per il modo con cui sperperava i soldi pubblici in vibratori e festini.

Non ci voleva Mattarella per ricordare ai deputati, pagati profumatamente da noi cittadini, quali fossero i loro compiti…bastava che gli stessi, senza prendere in giro ancora una volta il paese ed attenendosi solo ai dettati della Costituzione, li avessero seguiti, abbassandosi, ad esempio, i loro vergognosi stipendi, le loro prebende, cancellando la vergogna dei vitalizi, dimezzando le spese di un Quirinale che costa più della Casa Bianca.

L’autocelebrazione della casta, che sicuramente avrà ipnotizzato quella parte del paese che ancora crede alle parole e non pretende che le stesse si trasformino in fatti, come invece sta accadendo in Grecia, ha bisogno di quelle “foglie di fico” che nascondano il marciume sul quale vive e vegeta non solo tutta la classe politica, ma quel milione e passa di persone che su quelle decisioni mangia.

Di “foglie di fico”, alla Cantone, il paese non ha più bisogno, dalla Spagna e dalla Grecia arrivano i reali segnali di un ribaltamento di quelle regole imposte dai ricchi del mondo ed è quella, e solo quella, la svolta di cui il mondo degli onesti, di quei visi di cui parla il nostro Presidente, ha bisogno...il resto son chiacchiere…

 
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Diritto al lavoro negato

Post n°666 pubblicato il 02 Febbraio 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Secondo i “grandi statisti” dei selfie e della “volta buona” sarebbe la difficoltà di licenziamento a rendere il nostro paese poco competitivo.

Il Jobs act, prima prova della serietà del neo presidente della repubblica Mattarella e della sua adesione ai principi fondanti della nostra Costituzione, trasforma il diritto in favore, in un piacere procrastinabile alle condizioni di chi fa profitto sul lavoro altrui.

Gli anni della crisi infinita hanno permesso a decine di aziende di licenziare senza alcun motivo migliaia di lavoratori in tutt’Italia, senza che questo sia servito né al rilancio delle stesse né a creare nuove condizioni di ripresa e di lavoro. Spesso, se non sempre, i motivi del disagio delle piccole aziende sono dovute, esclusivamente, ai ritardati pagamenti della PA o all’enorme peso fiscale. Le grandi aziende hanno invece sfruttato la crisi per giustificare veri e propri licenziamenti di massa mirati contro i più sindacalizzati.

Un vero e proprio riassetto degli equilibri sociali si è giocato sulla pelle di migliaia di persone estromesse dal ciclo produttivo per creare quelle condizioni di disperazione utili al ricatto, al continuo attacco dei diritti sanciti dalla Costituzione e dalla parola democrazia.

La legge, che spesso riconosce le ragioni di quei licenziati, per gli svariati motivi che i “padroni” si inventano, frequentemente si ferma alla sentenza senza riuscire, quasi mai, ad imporne l’esecuzione, rimanendo un semplice atto burocratico, negando, così, il senso stesso di legalità.

Siamo in Italia e dai noi la legge e la Costituzione vengono cambiate da pregiudicati e da personaggi mai eletti da nessuno, senza alcun confronto con il popolo, senza che da nessuna parte si sia mai sentita questa necessità, se non nelle stanze dei corrotti, che continuano, indisturbati, a distruggere il paese, e di chi si arricchisce sui sacrifici e sulle lacrime altrui, tra una cena da mille euro e una “volta buona” da bancarottiere salvato dal governo del figlio.

Così accade che i cassintegrati della Telcom, riammessi al lavoro da una sentenza esecutiva, continuino ad attendere che giustizia sia fatta, di rientrare al loro posto di lavoro, di riavere, da chi è stato condannato, gli arretrati illegalmente sottrattigli.

13 famiglie, forse poche per i politici attenti ad aggraziarsi, con promesse da marinaio, platee ben più vaste, vedi Ilva o Fiat, lottano da 5 anni, da soli e contro tutti, contro il sindaco di Ostuni, sordo alle loro proteste, contro i sindacati confederali, nemici delle loro rivendicazioni, contro il loro padrone, che se ne frega delle sentenze e continua a non rispettarle.

E quello che accade ad Ostuni accade ad Arese, con gli operai della Innova service ancora per strada, all’indotto Ilva, dove gli stipendi latitano da mesi, alla Riello, dove 70 persone stanno per perdere il lavoro, nei centri fisioterapici per i disabili campani, dove gli stipendi sono ridotti al minimo e spesso procrastinati di mesi, ed in tutte quelle realtà dove il lavoro c’è, ma la dignità è calpestata, il diritto infangato, lo sfruttamento è divenuto “gestione delle risorse”.

In Italia siamo ad una “svolta” per nulla buona, a quella svolta che il capitale voleva da anni ed alla quale il signor Renzi ha imposto l’accelerazione che gli chiedevano: il lavoro ha perso lo status di “diritto” ed è diventato sfruttamento…quel ritorno al medioevo del pensiero occidentale che fa tanto felici i papponi ed impoverisce milioni di persone.

Disse Renzi, a suo tempo: “Ci metto la faccia”…bene ora sappiamo tutti qual è la faccia di chi sta cancellando i nostri diritti, mantenendo le proprie prebende e garantendo i furti della propria famiglia, perseguendo la distruzione della Costituzione e della democrazia nel nostro paese.

 
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