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Creato da: ilpasquino.controinf il 02/01/2012
giornale di controinformazione

Messaggi di Giugno 2015

 

Sprecare conviene

Post n°742 pubblicato il 21 Giugno 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Il capitalismo è il regno dello spreco, si nutre e vive di sfruttamento e di sperpero delle vite, delle risorse alimentari e dell’ambiente.

In un pianeta globalizzato da questo male globale, la risorsa cibo viene negata ad intere e vaste zone del pianeta, a grosse fette di popolazione dei paesi in via di sviluppo ed a milioni di persone in quelli cosiddetti ricchi (oltre 700milioni in totale).

In Italia le eccedenze di cibo, calcolate nei soli supermercati, ammontano a circa 777.000 tonnellate delle quali neanche il 10%, solo 60.000, vengono distribuite alle associazioni caritatevoli, a fronte di un emergenza che parla di 10milioni di poveri, il 16,6% dell’intera popolazione.

La legge per evitare che gli alimenti diventino rifiuti ci sarebbe pure e si chiama “del buon samaritano” , norma entrata in vigore nel 2003 prima di tanti altri paesi europei, si pensi che solo ora la Francia, con una legge ad hoc, vieta che i cibi invendibili finiscano nella spazzatura ed impone la sua distribuzione ai più bisognosi, ma in Italia c’è sempre quel “ma” che rende inutile ogni buona intenzione tramutandola in una serie di adempimenti burocratici che scoraggerebbero anche i più volenterosi.

Ne parla dettagliatamente Altroconsumo nella sua inchiesta “L’Età dell’eccedenza”, con un’ intervista a Stefano Crippa, direttore comunicazione della Federdistribuzione che esordisce dicendo:  “Un supermercato che vuole donare un prodotto invenduto, invece che smaltirlo come rifiuto, allo stato dei fatti ci perde. Donare è un costo in più”.

“Per donare occorre mettere in piedi un’organizzazione per la gestione delle rimanenze ed andare incontro ad una serie di adempimenti burocratici che non sono presenti nel caso di destinazione a rifiuto. Le rimanenze alimentari per un valore superiore ai 5.164 euro deve ogni volta fare una comunicazione preventiva all’Agenzia delle Entrate indicando data, ora e luogo del trasporto, destinazione dei beni e ammontare complessivo e tutto questo si va ad aggiungere a quello che va obbligatoriamente annotato nel registro Iva e in quello che va indicato nel documento di trasporto”.

Da questo si capisce come sia stato semplice, per le aziende che producevano rifiuti nocivi, sotterrarli in ogni dove e provocare migliaia di morti, visto che lo Stato non ha previsto, per tali adempimenti, uguali passaggi burocratici e controlli…ma si sa, nel nostro paese così va.

Crippa continua ed indica un protocollo d’intesa, siglato con il Comune di Parma, con sindaco del Movimento 5 stelle, che riconosce un piccolo sconto sulla parte variabile della tassa rifiuti ai punti vendita impegnati in attività di donazioni delle rimanenze alimentari, che potrebbe incentivare le aziende, i supermercati, ad una maggiore distribuzione delle eccedenze, evitando così di creare più rifiuti e più inquinamento.

Il modo ci sarebbe, mancano le intenzioni, manca quel senso civico e solidale di cui spesso si riempiono la bocca i nostri politici, i nostri capi di governo, i nostri Presidenti della Repubblica, sempre pronti a cadere dal pero come se mai fossero stati artefici di leggi fatte con i piedi ed ignari delle loro conseguenze. Leggi che, guarda caso, favoriscono le multinazionali, i grandi gruppi industriali, proprietari di quegli inceneritori che più bruciano, più inquinano e più guadagnano, per i quali lo spreco, e la distruzione dell’ambiente  è solo business.

 
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Collare e guinzaglio

Post n°741 pubblicato il 18 Giugno 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Arriva come un fulmine, in un cielo che di sereno non ha più neanche Renzi, l’annuncio che il diritto alla vita privata, ai propri pensieri e stati d’animo ed alle proprie idee viene, per legge, cancellato e tramutato in “invito” alla schiavitù silente e plaudente.

Il famoso jobs act, quel decreto legge che non ha creato neanche un posto di lavoro, ma tanti giornalisti e dipendenti degli istituti statistici bugiardi in più, prevedeva, sin da subito, la cancellazione del divieto di controllo a distanza delle idee e delle libertà costituzionali del lavoratore, come andare a fare la pipì o la cacca, telefonare a casa per un’urgenza o alzarsi dal posto di lavoro per sgranchirsi le gambe, scambiare due chiacchiere veloci con un collega o bersi un caffè dal distributore aziendale per un po’ di riposo…in poche parole quei gesti umani tipici di ognuno di noi, che mai hanno influito sulla produzione e sui suoi risultati.

Ora se uno qualsiasi di questi “moti” umani ti scappa dovrai tenertelo, sopprimerlo o le telecamere filmeranno il tuo abbandono del posto di lavoro, la tua “scarsa” produttività ed il tuo datore/padrone potrà licenziarti a suo piacimento…così è…anche se non pare normale.

I sindacati, che ben conoscevano il testo nella sua interezza, ora sembrano come colpiti da improvvise reminiscenze democratiche, gridano allo scandalo, al tradimento…benché i tradimenti si facciano di nascosto, non per iscritto.

Più che una guerra sembra un gioco delle parti la cui posta non pare sia la vita e le libertà del singolo e della totalità dei lavoratori, ma l’appartenenza di sindacati e partiti ad una stessa casta che si spartisce, equamente, poltrone e fette di un potere ormai logoro e senza più alcuna prospettiva democratica e civile.

Appena pochi giorni fa una sentenza della corte di Nola licenziava alcuni operai della Fiat per aver inscenato, al di fuori della fabbrica, nella quale non sono ammessi ormai da anni, con un manichino, il suicidio di Marchionne, a pochi giorni dai suicidi reali di loro colleghi.

Quella critica, spinta e feroce, ma più che comprensibile in un momento di gravi tensioni ed enormi difficoltà da parte di chi ormai non vive più con un assegno di cassa integrazione ridicolo, è stata giudicata motivo di distruzione della vita e dei diritti di quei lavoratori…ma cgil, cisl e uil…fiom, fim e uilm…e tanti altri…non sembrano essersene accorti.

Ora mancano solo il collare ed il guinzaglio per rendere, con concretezza, cosa è diventato il diritto al lavoro nel nostro paese…e non è detto che non ci si arrivi.

 
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Reato di povertà

Post n°740 pubblicato il 17 Giugno 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Sulla pelle di quei migranti, assiepati al confine, massacrati ed umiliati dal “piano B” poliziesco di Renzi, respinti dai “grandi” dell’Europa ed aiutati solo da quei cittadini italiani, che conservano coscienza e cuore, si sta giocando una partita fondamentale ben chiarita dai limiti nei quali si svolge la “trattativa” europea sulla questione.

I migranti devono essere riconosciuti in Italia (ed in Grecia), divisi tra chi fugge dalle guerre, da noi occidentali finanziate ed alimentate in tutta l’Africa ed in tutto il Medio Oriente, e chi, invece, decide di non morire di fame su di una terra depredata, sempre dai popoli cosiddetti avanzati, e cerca rifugio e futuro proprio presso quelle nazioni colpevoli di questo scempio.

Chi muore di fame non deve avere asilo, sembrano questi i “limiti” imposti dai “grandi” statisti europei, e deve essere rimpatriato, cacciato, perseguito, come un criminale, un delinquente, un appestato.

Solo il Papa sembra averlo capito, dalle colonne di ogni giornale e di ogni tv, cioè di tutte quelle “testate” perquisite dalla Gdf per tangenti proprio in queste ore, non si sottolinea neanche lontanamente questo ignobile attacco alla povertà, alla richiesta di aiuto di quelle famiglie, di quelle madri, di quei bambini che chiedono solo di poter continuare a vivere in un mondo, che spreca milioni di miliardi per gli “sfizi” dei banchieri e dei massoni multinazionali che ci appestano e ci avvelenano, ma che gira lo sguardo difronte alla disperazione ed alle morti.

Introducono, partendo dai più deboli, il reato di povertà e di fame, lo inseriscono in un contesto di grandi difficoltà e tensioni, utilizzano le nostre miserie, materiali e culturali, per convogliarle contro chi sta peggio di noi, convincendoci così, un poco alla volta, che chi è povero lo è quasi per scelta, per colpa propria…ed è da espellere, da bandire, da cacciare, da ignorare.

Un “processo culturale” che già interessa la vita di milioni di Greci (mortalità infantile aumentata del 43%, povertà che supera il 55%, abbandoni dei propri figli, per impossibilità a mantenerli, esplosa del 336%), e che segue il percorso di quel FMI che, dalla bocca della signora Lagarde, faceva trapelare il suo “disturbo” all’aumento di quella speranza di vita che costringerebbe i “governi”, succubi della grande finanza internazionale, ad elargire pensioni a persone che tardano a morire.

Quelle immagini di Ventimiglia, quella inspiegabile prova di forza, perpetuata da agenti, con le divise sempre più sporche di vergogna e di abusi contro persone inermi e pacifiche, sono lo specchio reale di quest’ Europa delle banche e del furto, dei Draghi e dei Lagarde, dei burattini italiani e dei burattinai del FMI, in quella visione di un mondo che chiude ogni suo spazio, ogni suo accesso, ai cosiddetti ultimi, a tutti quelli che non accettano le loro regole, che non saranno mai schiavi, né del loro denaro né delle loro false promesse.

 
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Libertè, egalitè, fraternitè

Post n°739 pubblicato il 13 Giugno 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Suonano le campane dell’Europa “democratica” ai confini francesi e tedeschi, si innalza il grido della nouvelle democrazia, nata dalla Rivoluzione Francese, con gendarmi armati ai confini e migranti in sciopero della fame.

Questa è la risposta della Ue, del Fmi e della BCE, gli unici e veri responsabili del massacro del popolo greco, di quello italiano, spagnolo e portoghese, ed ora di quello africano, all’emergenza, alla disperazione ed alle lacrime…la stessa risposta data ai pensionati ed ai disoccupati ellenici, italici, iberici, lusitani.

Quel minuto di silenzio, che il parlamento europeo tenne per i morti nel canale di Sicilia, oltre 700, si concretizza con il rifiuto di sostenere un esodo biblico, di dare la propria mano tesa a chi la tende per fame, o per salvare i propri figli, le proprie famiglie dalla guerra e dalla morte.

Quell’Europa, brava ed austera nei conti, inscritti nei vincoli economici e politici causa di un vero e proprio genocidio di intere nazioni e di interi continenti, sembra fregarsene alla grande, confermando il ruolo dei burattini che la compongono, gentucola di infimo piano, prona ai diktat impostigli dalle banche, da quel potere finanziario, che ben impersona il manichino Draghi e ben interpreta Junker…con il ruolo necessario di macchietta penosa lasciata al “Renzi” di turno.

Un paese serio, retto da un governo serio, al rifiuto di affrontare un emergenza di tali proporzioni da parte dell’Unione a cui appartiene, avrebbe dichiarato la propria indisponibilità a continuare in un percorso che di comune ha solo l’aumento delle tasse, la cancellazione dei diritti, ed il massacro dei popoli.

Tsipras, in effetti, appena pochi giorni fa l’aveva preannunciato: “Per chi suona la campana ?”…bene ora suona per l’Italia del gradasso Renzi, di quello che ha raccontato ai cittadini del suo paese di essere ascoltato in Europa, del ruolo importante del nostro paese e della dignità riconquistata, del semestre europeo e di tutti i bla bla bla che lo contraddistinguono…

Quelle frontiere, lasciate incustodite quando a passare erano camion pieni di rifiuti inquinanti, dalla Francia, dalla Germania, dalla “democrazia europea”, sino alle nostre terre, ai nostri tumori ed ai nostri morti, ora vengono presidiati da guardie armate che impediscono alle famiglie di ricongiungersi, a chi muore di sopravvivere, a chi spera di sognare.

Egalitè, fraternitè, libertè…non sono tre parole senza alcun senso…je suis migrant ed il mondo è delle genti, non di chi le uccide !

 
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Tempo e volontà

Post n°738 pubblicato il 12 Giugno 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Non sempre tempo e volontà coincidono, quando ciò accade nascono le rivoluzioni, quelle individuali, che modificano vite ed obiettivi, quelle popolari, che cambiano il mondo e la storia.

Le lancette del cambiamento, del progresso o del regresso delle società, coincidono, rispettivamente, con l’interesse collettivo o con quello egoistico/individuale.

Il prevalere dell’uno o dell’altro determina la crescita di una società, o il suo ritorno a passati infausti momenti.

28 Maggio, piazza Duomo a Milano, “armati” di tubi di plastica gialli migliaia di giovani assistono alla serata di Radio Italia, presentata da Paolo Kessisoglu e Luca Bizzarri. Dopo la prestazione canora della cantante Amoruso si “improvvisa” una canzone pubblicitaria per l’Ikea, probabile sponsor della manifestazione…appena il giorno prima l’azienda ha disdetto, unilateralmente, il contratto integrativo negando, ai lavoratori, i sacrifici fatti di sabato e domenica con un danno economico vicino ai 200 euro a testa…le migliaia presenti all’indegno coretto dei tre balla e danza sulla pelle di chi lotta per i propri diritti.

Nei giorni successivi lo sciopero indetto dai lavoratori ha avuto punte di adesione superiori e/o vicine al 90%...la piazza, quei giovani, lo sapevano, si rendevano conto di cantare e danzare sui loro ed altrui diritti, sul loro ed altrui futuro ?

C’era un tempo in cui la coscienza collettiva, armata del sapere e della contezza dei propri diritti, avrebbe fatto scappare dal palco quei tre, due dei quali, a fasi alterne, si scoprono “rivoluzionari” dal portafoglio pieno di milioni…ora un “delirio” massificato ed incosciente, la memoria cancellata, la dignità calpestata saltano battendo quelle bacchette di plastica gialle sulle note dell’inganno e del sopruso, su quel futuro senza futuro, su un tempo senza volontà.

C’era un tempo, ormai senza tempo, in cui il singolo aveva il bisogno di confrontarsi, di capire e capirsi, di crescere con gli altri…e non crescere per se stesso. Cambiare significava farlo assieme…rottamare non era neanche un verbo, perché è dal passato, che non va cancellato, che si acquisiscono quelle conoscenze necessarie per modificare in meglio presente e futuro.

La volontà trovava il suo tempo e nel suo tempo trovava le voci ed i corpi, i visi ed i sorrisi, la caparbietà e la voglia…ora ipocrisia ed egoismo, sopruso e corruzione, ignoranza e maleducazione fanno da colonna sonora ad un tempo le cui lancette battono le loro ore tornando indietro.

 
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