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Creato da: ilpasquino.controinf il 02/01/2012
giornale di controinformazione

Messaggi di Agosto 2015

 

Il messia Renzi e la produzione ancora in calo

Post n°768 pubblicato il 05 Agosto 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Il “salvatore” della patria twitta e manda lettere a più non posso , fregiandosi di titoli che non ha e di una ripresa che non c’è, se non nella sua testa e nel suo portafogli.

Dopo i dati disastrosi sull’ occupazione ora arrivano anche quelli sul calo della produzione, giustificato dall’ Istat con la festa del 2 Giugno, ci immaginiamo cosa possa accadere, quindi ad Agosto.

Intanto viene occupata la Rai, servizio pubblico pagato dai cittadini, con i propri mentori, si modifica l’impianto della pubblica amministrazione, che già funziona un vero schifo, con ulteriori tagli ed accorpamenti, nella speranza, non si sa su cosa basata, che meno gente e meno spesa renda di più. Lungi dalla testa del riformista per eccellenza che i guai della pubblica amministrazione non dipendano tanto dal numero di  dipendenti ad essa addetti e meno che meno dai soldi che lo Stato destina, ma dall’ incapacità e dalla corruzione di quei manager, area Renzi compresa, che mangiano tutto il mangiabile, in spregio a regole mai attuate e grazie alla copertura politica che sistematicamente viene concessa a chi porta i voti del suo vendersi.

Non cambiano le regole, quelle ancora intonse che fanno dire al signor fiorentino che il parlamento non è un passacarte della procura di Trapani, cambiano solo i soldi  che lo Stato destina ai bisogni dei cittadini, le coperture legislative per le inevitabili ingiustizie, che colpiranno, ancora una volta i più deboli.

Lo Stato cambia del tutto il suo aspetto e si rende complice della distruzione del territorio, dell’affossamento della sanità pubblica, della cancellazione della scuola pubblica, della distruzione dei diritti di chi lavora e di chi è in pensione e si schiera, apertamente, con le banche, con i corrotti, con il peggio del paese…vantandosene.

Quel patto sociale tra la classe operaia e quella dirigente, frutto della stesura della nostra Costituzione, viene nei fatti infranto, calpestato, indicato come causa dei nostri mali e cancellato nel nome di una ripresa che non c’è e di un paese che ha dimenticato le sue radici.

Per i prossimi venti anni, se ci va bene, dovremmo convivere con un lavoro che non c’è, per noi ed i nostri figli, ma non per loro ed i loro figli, per dei diritti che non abbiamo più, mentre i loro privilegi rimangono uguali a prima,  per un futuro che ci viene negato da chi quel futuro se l’è rubato.

Cala la produzione ancora, ma per Renzi si chiama ripresa…per mia nonna se ‘o nonno avesse avuto ‘nu troll (le ruote) sarebbe stato una carriola.

 
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Lacrime meridionali

Post n°767 pubblicato il 04 Agosto 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Il Sud Italia è a rischio desertificazione, nessun investimento e nessuna programmazione per quella parte del paese lasciata da sempre nelle mani delle organizzazioni criminali con le quali lo Stato ha da sempre trattato.

Ma per il signor Renzi i meridionali piagnucolano e non si rimboccano le maniche, almeno quelli che rimangono. Negli ultimi tempi 270mila persone l’anno abbandonano il meridione alla ricerca di quel posto di lavoro negato ad una intera parte del paese, chi riesce per raccomandazione a trovarlo guadagna il 25% in meno di un connazionale del Nord Italia, a pari grado e condizioni lavorative.

Inutile dire che l’ammalato di annuncite cronica dimentichi la terra dei fuochi, che ha inferto un danno enorme ad un settore portante dell’economia del sud Italia e che vede il governo tuttora inerte, fermo, triste spettatore di un omicidio di una intera regione mai contrastato, il disastro dell’ Ilva di Taranto o quello della Marlene Marzotto di Praia a mare, dove chi si rimboccava e si rimbocca le maniche muore di tumore, o i soldi rubati al Sud, dai tempi di Berlusconi ad oggi, per finanziare i trasporti sul lago di Garda o i debiti del Campidoglio, o, ancora, i tagli che proprio lui, il grande rinnovatore, ha previsto sui finanziamenti per le opere ferroviarie che destinano, nella legge di stabilità, 4,7miliardi di euro per la Toscana, il tunnel del Brennero e la Tav e solo 60 milioni di euro per tutte le regioni meridionali, quelle dove i ponti cadono, le ferrovie non funzionano e le Salerno-Reggio Calabria non finiscono mai.

Eppure il Sud non piange, Napoli, ad esempio, attende ancora la visita di un presidente del consiglio che ha sempre preferito scappare difronte alla gente che voleva accoglierlo come merita.

Il Sud, caro signor Renzi, sono le mille e passa aziende d’eccellenza riconosciute in tutto il mondo, come quelle dell’economia del mare (ben 14), o della sartoria (Gianluca Isaia), o dell’aviazione (la K4A di Dario Scalella), alle quali si vanno ad aggiungere quelle nell’ambito medico, del riciclo, della formazione.

Il Sud non piange, il sud lotta contro un divario creato ad arte da una politica serva di interessi che ne hanno fatto terra di rifiuti e di camorre, di sprechi ed ingiustizie, di una sanità malata ed una scuola pubblica abbandonata.

Le lacrime, noi del Sud, le lasciamo agli ipocriti, ai falsi ed ai bugiardi, ad uno Stato che ha lasciato campo libero al malaffare, a quei partiti che ancora annoverano tra le loro fila gente come Bassolino, Cozzolino, Corrado Gabriele, Cosentino veri autori del degrado e dello sfascio del mezzogiorno, a tutti quelli che, quando il gioco sarà svelato, cercheranno i soliti tristi arrampicamenti sugli specchi per giustificare un fallimento epocale, che, appresso al Sud, sta trascinando l’intero stivale nel baratro…  

 
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Ci sono i numeri e chi da i numeri

Post n°766 pubblicato il 01 Agosto 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Dire che l’Italia sia un paese strano è ormai diventato ripetitivo e stucchevole, diamolo per assodato e passiamo a commentare i fatti di questi ultimi giorni.

I numeri che arrivano dall’ Istituto di statistica e dal FMI danno il nostro paese allo stremo, con un’occupazione che non cresce di nulla, anzi decresce (meno 40mila posti di lavoro in un anno), una tassazione che è arrivata a punte insopportabili anche per la Corte dei Conti, un numero di suicidi dovuti a perdita di posto di lavoro o a situazione economica disastrata in continuo aumento, un debito pubblico senza freni e costantemente in crescita, un Expo che si inventa turisti che mai ci sono andati, un sistema del trasporto pubblico ed aereo al collasso, una scuola pubblica che per i tagli continui decisi dai vari governi, compreso quest’ultimo, rinuncia ad uno dei suoi ruoli fondamentali e cancella i posti per i disabili, o li riduce ai minimi termini (v. Lombardia), un Sud destinato all’estinzione dovuta a quell’ assenza, ormai cronica, dello Stato che ha lasciato, nelle mani delle organizzazioni criminali, la gestione del territorio, del lavoro, dello sviluppo, del futuro.

Poi c’è chi da i numeri, ed in testa c’è quel signore, mai eletto da nessuno, che in ogni conferenza stampa parla e racconta di risultati mai ottenuti, di un cambio di rotta che sta portando il paese verso il baratro, di tasse diminuite, di occupazione in crescita, di ripresa, di un partito, che sarebbe il PD, che sta salvando il paese, di trivelle, distruzioni dei territori, cancellazione della scuola pubblica, della sanità pubblica, del diritto allo sciopero, come volani per uno scatto in avanti, il tutto condito dalla salvaguardia dei privilegi della casta, dal salvataggio di chi è inquisito in nome di quella Costituzione che proprio lo stesso calpesta ogni giorno, del mantenimento e consolidamento degli accordi con le lobby dei giochi d’azzardo e con le banche, con il mantenimento di quell’ indegno assegno mensile, che chiamano vitalizi, e con l’assenza di una vera e seria legiferazione contro un’ evasione ed una corruzione che ormai mangia quello che resta dello stivale.

Gli fa eco il ministro Poletti, quello che prima di assieparsi su una poltrona ministeriale dirigeva quelle cooperative rosse indagate in ogni anfratto italico. Per il suddetto i dati sulla disoccupazione crescente vanno letti con attenzione. Per questo signore il fatto che le persone senza lavoro e in grave crisi economica lo cerchino, senza trovarlo, è un dato augurante, un segnale di ripresa…come dire che se non hai da dare da mangiare a tuo figlio, ma tuo figlio piange per averlo, devi rallegrartene !

Ripetiamo, ci sono i numeri, ed i numeri non possono essere smentiti, e poi ci sono le persone che danno i numeri, che di solito sono in cura presso qualche centro psichiatrico…da noi sono al governo !

 
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