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Creato da: ilpasquino.controinf il 02/01/2012
giornale di controinformazione

Messaggi di Marzo 2016

 

La Francia dice NO al jobs act

Post n°895 pubblicato il 31 Marzo 2016 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

E’ sempre più chiaro che le famigerate riforme del premierino italico, da nessuno votato, sono frutto del diktat dell’ Europa delle banche e della finanza, di quelli che un tempo chiamavamo “padroni” e che ora si nascondono dietro mille sfaccettature, che però non cambiano di un millimetro il vero senso di quella parola che usavamo un tempo.

Dopo l’Italia è toccato alla Francia, non a caso anch’essa con un governo di centrosinistra, com’è accaduto ed accade alla Grecia, con lo Tsipras “rivoluzionario” di ieri e fascista di oggi. Non c’è “riforma” che non miri a cancellare quei diritti che le lotte popolari ed operaie hanno conquistato in anni di scontri e lutti.

C’è chi accetta a capo chino, con sindacati che indicono passeggiate feriali giusto per ricordare, a chi governa, che vogliono la loro contropartita per la svendita dei diritti di chi lavora; pensioni e stipendi gonfiati quando smetteranno la loro “opera” ne sono il “ringraziamento” .

La Furlan, segretario generale di quel sindacato che conta la maggioranza di iscritti nella Fiat, tanto per sottolineare il livello di coscienza di una parte della classe operaia, ne è l’esempio forse più fulgido e la misura più chiara della stato in cui versa il sindacato confederale in generale.

La stessa Cisl si appresta, come Fim (sindacato metalmeccanici) a creare un sindacato unico che metta assieme, proprio in Fiat, le esigenze degli operai e quelle dei quadri dirigenziali dell’azienda torinese, quelli della famosa marcia dei quarantamila servi…qualche anno fa gli avrebbero riso dietro.

Per fortuna l’Italia appare sempre più una penisola a sé stante, dove corruzione e servilismo, incapacità ed ignoranza sembrano prevalere, ogni giorno di più, sul buon senso e la dignità.

In Francia il ministro del lavoro, Miriam El Khomri, con le stesse parole utilizzate dal fallimento vivente di nome Renzi, ha cercato di convincere il popolo francese della bontà di una riforma del lavoro identica a quella italiana.

I sindacati francesi hanno risposto con tre giorni di sciopero, e non di passeggiate feriali, che hanno letteralmente bloccato il paese, dai trasporti alla scuola pubblica, dai monumenti più rappresentativi, come la Tour Eiffel, ai trasporti.

Una risposta forte ed unitaria dell’ intera popolazione, di tutti i sindacati, di tutti i cittadini con un minimo di cervello…del resto basterebbe leggere i dati di quel paese che, come la famosa rana, si è gonfiato di successi irreali, che ora si sgonfiano contro una deflazione che ne è il reale quadro economico, ne sottolineano lo sbando e la mancanza di prospettive, il tutto ottenuto in cambio della cancellazione dei propri diritti fondamentali.

Non sarà facile per il governo francese imporre lo schifo che è stato accettato in Italia…in quel paese la dignità si misura con la certezza dei propri diritti e non si svende per pochi euro.

Nel ’68 fu il maggio francese a dare la scossa ad un’ Europa dormiente…non sempre la storia si ripete, ma ora ne avremmo veramente bisogno.

 
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Pronto ?...c’è qualcuno che ascolta ?

Post n°894 pubblicato il 30 Marzo 2016 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Un’ altra mazzata occupazionale per il Sud e per gran parte di quei giovani italiani che avevano creduto che nei call center avrebbero potuto creare quel futuro che, in Italia, rimane solo nelle parole di un premier lontano mille miglia dalla realtà dei fatti.

Oltre 3mila esuberi dichiarati da Almaviva e Gepin, 620 tra Napoli e Casavatore, il resto tra Roma e Palermo, le motivazioni risiedono in quelle continue gare a ribasso, che nei fatti favoriscono le aziende che sfruttano i lavoratori, pagando 4 lire i loro sacrifici.

Un’ ennesima riprova dell’assurdità dei provvedimenti del governo, tutti indirizzati a “proteggere” i bilanci delle aziende e contrari a quei diritti di cui si è fatta carta straccia e per i quali si è lottato per decenni.

Solito e strumentale caos nei sindacati, quelli tradizionali, quelli che hanno i loro dirigenti che guadagnano più di Obama, insomma i soliti, Cgil Cisl e Uil, che trovano mille motivazioni per dividersi e per dividere i lavoratori, rendere la loro protesta meno forte, più deboli le loro pretese, più semplice sconfiggerli.

 Manifestazioni separate, assemblee separate, come se i problemi fossero diversi, come se affrontare la questione unitamente sia segno di debolezza e non di forza. La manifestazione del 30 marzo, indetta dalla Slc CGIL, è disertata dalla Fistel Cisl e Uilcom Uil, quella del 31 a Napoli, che dovrebbe vedere i lavoratori di Almaviva e Gepin assieme, si dividerà in due cortei, uno diretto ad occupare la sede del call center (Cgil), l’altro verso la Regione Campania a Santa Lucia (Uil e Cisl).

La voce dei lavoratori sparisce sotto il “peso” di un’idea di progresso che riduce il lavoro a strumento di guadagno per i “padroni”, a mezzo di scalata politica e sindacale per chi finge di difenderne i diritti, senza che venga neanche lontanamente considerato il danno morale ed economico che si procura a migliaia di famiglie, ai loro progetti, alle speranze dei loro figli, a quell’idea di democrazia schiacciata dagli interessi e da una politica sorda e cieca.

Pronto?...c’è qualcuno che ancora ascolta ?

 
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La Napoli che piace e ci piace

Post n°893 pubblicato il 29 Marzo 2016 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Forse non sarà riuscito a debellare del tutto quel sistema burocratico e di potere che i suoi predecessori hanno instaurato, forse  non avrà risolto del tutto il problema rifiuti e differenziata, come ancora persistono problemi sullo stato delle strade.

Di certo, però, Napoli sembra aver riacquistato quella fiducia in se stessa che mancava dai primi anni della giunta Bassolino. Una rinascita culturale e morale di cui aveva bisogno e della quale il sindaco De Magistris ne è parte fondante e fondamentale.

Mai, nemmeno ai tempi dell’ Antonio trombato, oggi, dalla Valente e dai brogli, colonna sonora di ogni impresa del PD, i napoletani avevano avuto un sindaco così vicino ai loro problemi, così sempre in prima linea a difenderne dignità ed autonomia, come nel caso di Bagnoli e dell’acqua pubblica.

Qualcuno dirà che forse è poco, e di certo lo sarà pure, ma ricorderei, ai vari sostenitori dei lanzichenecchi di ieri e dell’altro ieri, i danni ed il marciume che hanno distribuito a piene mani, le “amicizie pericolose” con le quali hanno tentato le loro scalate al potere, il saccheggio della sanità pubblica, che destra e sinistra hanno compiuto quasi assieme e certamente senza contrasti, il business dei rifiuti e dell’avvelenamento di una grossa fetta della Campania, taciuto e nascosto da vertici istituzionali cittadini, regionali e nazionali di entrambi gli schieramenti.

Succede invece che ora Napoli non sia più invasa dai sacchetti neri, ma dal turismo, che il boom, di uno dei fattori fondamentali della sua economia, ridia fiato all’intera città ed all’intera regione, senza che il governo nazionale se ne accorga, troppo impegnato a cercare di contrastare De Magistris non per l’interesse della città, ma per i propri, quelli che il PD ha sempre e solo fatto, anzi nei fatti crei, con ulteriori tagli, quei problemi di gestione quotidiana con cui la giunta attuale è costretta a fare i conti.

La cosiddetta destra è rappresentata, ancora una volta, da Lettieri, quello che nelle consultazioni precedenti aveva come suo sostenitore Cosentino, implicato ed indagato in mille intrecci con la camorra, e che ora si avvale del peggio della borghesia napoletana, raggruppata sotto la lista civica “Fare città”.

La sua campagna elettorale, che inonda Napoli di manifesti, si basa sulla menzogna, sul falso, su dati inesistenti e su vere e proprie calunnie, a cominciare dal costo esorbitante che avrebbe il consiglio comunale per finire ai dati sulla criminalità che la porrebbero, secondo l’aspirante sindaco e la sua lista d’appoggio “Fare città”, al primo posto, mentre nei fatti è al 36esimo (dati Sole 24ore).

Destra e sinistra si muoveranno come hanno sempre fatto, incentivando al voto con il clientelismo, con le prebende, con “i piaceri”, con la politica dello spreco del denaro pubblico da immettere nei rivoli di quella parte della nostra città che ha sempre vissuto sulle spalle della gente, con consulenze inesistenti, con prebende indecenti, con lavori inutili, con “Fondazioni” senza senso né scopo.

La città che piace ai turisti e che muove centinaia di giovani napoletani a contestare Renzi ed il suo diktat su Bagnoli è quella che non è disposta a tornare ancora una volta indietro…è quella Napoli che ci piace e che vorremmo veder crescere.

 
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Una Pasqua sul tetto

Post n°892 pubblicato il 26 Marzo 2016 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Senza salario da quattro anni, da quando fu deciso lo smantellamento del Consorzio Unico di Bacino di Napoli e Caserta per lo smaltimento dei rifiuti.

I lavoratori, ancora in organico o in una “lista disponibilità” dell’ ente, attendono, in milleduecento, che le innumerevoli promesse vengano mantenute, a cominciare da quelle presenti in un comunicato regionale del 2015 che faceva diretto riferimento agli investimenti ed all’occupazione nel ciclo dei rifiuti.

Ma dei vari milioni di stanziamento previsti a vario titolo e gestiti da una “cabina di regia” della quale fanno parte tecnici della Direzione Ambiente regionale, rappresentanti delle Prefetture, commissari dei Consorzi di Bacino e dall’ Anci, tutti coordinati e diretti da Italia Lavoro (società del Ministero dell’economia e delle finanze vigilata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali), ai lavoratori non è arrivato neanche un euro !

Nel frattempo, però, e per la precisione nel Gennaio 2016, 408 persone del Consorzio hanno ricevuto, dalla procura di Santa Maria Capua a Vetere, gli avvisi di chiusura indagine e per gli stessi il pm Antonella Cantiello, si prepara a chiederne il rinvio a giudizio.

Nomine dirigenziali pilotate e affidamenti diretti in cambio di voti, voto di scambio, truffa e ingiustificati incarichi ed appalti sono le accuse dirette ai vertici del consorzio, tra i quali Antonio Scialdone, ex-direttore, Gaetano Farina Briamonte e Gianfranco Tortorano commissari.

Ma a pagare, almeno sino ad ora, come sempre accade nel nostro, paese sono gli operai. Tre di loro, da domenica, sono saliti sul tetto del castello di Acerra. “Questa è la nostra via Crucis, la Via Crucis di chi non ha niente e nessuno l’aiuta”, il loro grido disperato.

Chiedono al Vescovo di Napoli di poter ricevere la comunione della Santa Pasqua con la garanzia di poter continuare la loro protesta, senza che la polizia intervenga. Il loro lavoro ora è in mano ai privati, a questi operai rimane un tetto sul quale aggrappare la loro speranza e rivendicare i loro diritti.  

 
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Controlli che non controllano e protezioni che non proteggono

Post n°891 pubblicato il 24 Marzo 2016 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Cosa non ha funzionato, si chiedono attoniti i vertici dell’ Unione Europea in riunione urgente dopo gli attentati di Bruxelles.

Strana domanda per chi ha voluto che i “controlli” fossero esclusivamente indirizzati sui conti dei vari Stati, senza chiedersi neanche i motivi di quelle disparità poi allineate facendo pagare ai più poveri le storture di un sistema marcio e corrotto.

La stessa “protezione” è stata rivolta solo alla salvezza delle banche, tutte indistintamente, a partire da quelle che avevano frodato migliaia di persone, salvaguardando i loro vertici ed i loro bilanci e fregandosene delle conseguenze.

Per i “controlli” della UE la Grecia muore di fame, alle frontiere si assiepano popoli senza colpa che chiedono solo accoglimento, le aziende agricole oneste sono alla fame, la corruzione attraversa l’intero continente “interessando” anche i vertici del FMI e del “governo” europeo.

A questi controlli serrati, voluti anche sui c/c di tutti i cittadini europei, per sfilargli anche l’ultimo euro, sfuggono sistematicamente i terroristi, quelli che girano con le bombe, che risiedono nelle loro abitazioni da sempre, ma che i “controlli” appurati non riescono mai a scovare.

“Controlli” all’italiana, come quelli contro la corruzione. Creiamo un’ apposita struttura per combatterla, che però, in effetti, non fa altro che stilare una lista di quanto viene scovato, successivamente, dalle forze dell’ordine…a corruzione e danno già avvenuto, una specie di registro di ciò che non viene mai “controllato”.

Ciò che non viene mai controllato né mai protetto sono i diritti e le libertà di quei popoli che vivono in questo e negli altri continenti, a cominciare dal rispetto della vita di ognuno di noi, un rispetto che dovrebbe comprendere quelle possibilità  che vengono del tutto negate ad intere generazioni, interi popoli, intere nazioni, intere città, interi rioni.

Ciò che non viene mai controllato né protetto è il significato di quelle parole sulle quali questa teppaglia ha costruito il proprio potere ed il proprio arricchimento. Democrazia e libertà sono l’esatto opposto di banche e guerra, di economia e sopruso, di arricchimento e povertà.

 
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