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Creato da: ilpasquino.controinf il 02/01/2012
giornale di controinformazione

Messaggi di Maggio 2016

 

Due giorni è meglio che uan

Post n°926 pubblicato il 16 Maggio 2016 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Si era ridotto ad un solo giorno il voto, sia referendario che politico, per ridurne gli esorbitanti costi, quei costi che pesano su un debito pubblico che non ha paragone in Europa.

Lo si era sostenuto anche per il referendum sulle trivelle, referendum che poco piaceva a quel premier non eletto da nessuno, tal Renzi, e neanche al suo Ministro degli interni, tal Alfano, quello che una volta stava con Berlusconi, oggi sta con Renzi, ma non tanto, domani chissà…forse con chi vincerà ?

La paura è tanta, ma non fa novanta, fa due, due giorni per cercare di portare al voto il maggior numero di persone, forse anche violando i regolamenti elettorali, tanto le regole valgono solo per i fessi che le seguono, mica per quelli che occupano il parlamento senza manco aver ricevuto lo straccio di un voto.

C’è il tempo per convincere gli indecisi, far scendere in campo le proprie “task force” di addetti alla corruzione, alla dispensazione di posti di lavoro e di speranze per il futuro, il tempo necessario per dare la spallata ad una democrazia ormai decrepita, cancellata dall’arroganza di una classe politica che fa del furto dell’ onestà il suo percorso quotidiano, delle slide il suo pensiero, dei proclami il suo programma.

Berlusconi era un principiante in confronto a Renzi…si fermava a guardare il “retro” di un sistema ormai allo sbando, non ne ha colto la sua vera essenza, se ne è fatto sfuggire, da sotto le mani, l’anima, ne ha guardato solo il “corpo”…Renzi è più sottile, va a fondo, sembra conoscerne l’egoismo, l’ignoranza, la malafede, l’ipocrisia.

Renzi vuole vincere, senza quei “se” e quei “ma” che ci hanno riempito le scatole per decenni, va al sodo, è l’animale politico per eccellenza di questa mandria di bestie che occupa il nostro parlamento incostituzionalmente, perché ne è il prodotto, è il risultato di quell’antipolitica e di quella buffonata di democrazia che ci hanno proposto per anni, e che ora ci porta il conto dei nostri “si”, della nostra incapacità ad essere popolo, ad avere un dignità da portare con noi non solo tra le quattro mura dei nostri appartamenti, ma anche in piazza, sul posto di lavoro, a scuola, negli ospedali.

Per Renzi due è meglio di uan…ma milioni sono meglio di tutto…pensiamoci !

 
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Tutti uguali per il PD

Post n°925 pubblicato il 14 Maggio 2016 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Esulta il PD di Matteo Renzi per gli avvisi di garanzia recapitati anche a due sindaci del M5S.

Tutti rubiamo, dicono vantandosene, ergo siamo tutti uguali, cosa c’è di meglio ?

Cantone, il responsabile di quell’ Anticorruzione che non ha scoperto un solo caso di corruzione, probabilmente preso dall’euforia, parla di cancellare il reato di abuso d’ufficio, come passo fondamentale utile a snellire il suo lavoro, benché il codice penale, con questo reato, persegua chi favorisca il proprio interesse, o quello dei propri amici e congiunti, approfittando della sua carica istituzionale.

Quindi tutti uguali, tutti sullo stesso piano, sia quelli che facevano affari con il boss della camorra Zagaria, sia quelli che rubavano ai cittadini per elargire commesse ed appalti a cordate di voti, sia quelli che infilavano negli uffici comunali, provinciali, regionali, ministeriali, parenti, mogli, amici ed affini, sia quelli che per impedire il licenziamento di decine di persone sveltivano una procedura non andando tanto per il sottile.

Ora li vediamo lì, in TV, quelli del PD, a filosofeggiare sul significato del governare, sulla disonestà come asse portante del nostro paese e della nostra organizzazione, sulla necessità di dare ampio spazio a chi ruba, anzi di ringraziarlo per il lavoro che svolge, unico vero motore di un’economia che fonda il suo “progresso” solo ed esclusivamente sull’illecito, sull’illegale, sul corrotto da capo a piedi, benché questo significhi, nei fatti, dati della Corte dei Conti, un aumento di costi, per le opere pubbliche, del 40%.

“Abbiamo centinaia di amministratori”…decine indagati, molti agli arresti, molti altri sputtanati da intercettazioni più che esplicative…questo significa “governare”, secondo loro, “sporcarsi le mani”, sempre secondo loro, ergo violare quelle leggi che costerebbero, ad un semplice cittadino, oltre ad un procedimento penale anche una salata ammenda economica oltre ad una serie di impedimenti se non, addirittura, il carcere.

Governare, secondo il PD, vuol dire fare accordi con Zagaria, corrompere, rubare, cancellare i diritti dei più deboli, raccontare frottole sull’occupazione e sulle tasse, inaugurare strade mai chiuse, inquinare e mai bonificare, occupare le istituzioni con i loro familiari ed amici, salvare le banche e gli affari dei padri, facendone pagare il conto ai cittadini, parlare di “fame nel mondo” e buttare 23,8 milioni di euro per l’Expo.

Ecco finalmente il vero volto della “svolta” di Renzi…facciamo dell’ Italia un paese di ladri…chi non ci sta può andarsene, al resto ci pensano loro.

P.S.: per concludere, un mio pensiero personale…secondo me Pizzarotti a breve passerà con il PD

 
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La CGIL licenzia il dissenso

Post n°924 pubblicato il 13 Maggio 2016 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Ci risiamo, e noi di “Il Pasquino” possiamo dirlo forte visto che, come pochi, abbiamo seguito e seguiamo le vicissitudini dei vari licenziati dalla Cgil, molte/i ancora impegnate/i in battaglie legali nelle quali il sindacato non ha risparmiato nessun mezzo.

Ora il sindacato del rivoluzionario da “talk show”, Landini, e della segretaria nazionale, signora Camusso, che agli scioperi preferisce le passeggiate domenicali, se la prende con il “dissenso”, quello della minoranza “Cgil che vogliamo” e ne licenzia Sergio Bellavita, membro del Direttivo nazionale.

La colpa grave sarebbe quella, appunto, di non essere d’accordo, non aver solo plaudito, bensì contestato le linee di un sindacato che ha perso, anno per anno, tutta la sua forza propulsiva e propositiva e si limita, ormai, a comparsate televisive o festive, per spolverarsi di dosso l’incapacità, ormai cronica, di avere voce in capitolo su qualsiasi questione, a partire dai diritti dei lavoratori.

Dice Sergio Bellavita, all’indomani della sua estromissione: “Landini ha riabilitato Sergio Marchionne e licenziato me. Uno è diventato buono e l'altro è sempre stato cattivo. Anche questa è parte della pochezza di un segretario dispotico e arrogante che ha raccolto solo sconfitte e che lascerà solo macerie”.

Non è da meno Giorgio Cremaschi per il quale quanto accaduto è : “Un atto di autoritarismo vergognoso segno della totale degenerazione del gruppo dirigente della  Fiom guidata da Maurizio Landini - ha detto a Controlacrisi -. Un atto che segue il procedimento di espulsione degli operai che lottano in Fiat. C’è un rapporto diretto tra la scelta di Landini di fare la pace con Marchionne, gli imprenditori, Fim e Uilm e, dall’altra parte, quella di aprire la guerra all'interno della Fiom contro il dissenso. E’ una classica storia del trasformismo della sinistra. Si guadagna consenso presentandosi come amici del popolo e poi si usa quel consenso per diventare amici dei potenti”.

La minoranza ha occupato, il 12 Maggio, per alcune ore la Sala Di Vittorio della Cgil nazionale, in segno di protesta, ottenendo, così, un incontro con la segreteria nazionale per il 14/5 alle ore 12.

Quello che preme a chi scrive è che il ripensamento della Cgil non si fermi alla riammissione di Sergio Bellavita, ma che a questo dovuto passo si aggiunga un ripensamento anche sulle questioni ancora aperte con il comitato “Licenziati dalla Cgil” e si riveda, dalle fondamenta, la “strategia”, se tale si vuole chiamare, portata avanti in questi anni di continue sconfitte per il mondo operaio e lavorativo, ripartendo dal ruolo centrale dei diritti e delle tutele e ci si ricordi, finalmente, l’importanza delle lotte operaie che hanno permesso non solo la crescita sociale e culturale del paese, ma anche il consolidamento proprio di questo sindacato e se ne riconsideri la necessità.

 
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Nel posto che non c’è

Post n°923 pubblicato il 11 Maggio 2016 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Nel posto di lavoro che non c’è per 100mila persone ci sono 60mila aziende fantasma che rubano allo Stato, cioè a noi cittadini, gli incentivi del fantastico mondo del “jobs act”.

Lo scopre l’ Inps, Poletti no, manco Cantone e nemmeno Renzi, tutti troppo impegnati a decantare le lodi di tutto quello che non c’è e si basa solo su dati “statistici” che, con la realtà, fanno a cazzotti.

Già perché quella realtà, che viene taciuta, parla di licenziamenti di massa un po’ dovunque, parla di 100mila posti fasulli per una spesa dello Stato, non controllata, che si aggira sui 100milioni di euro (quella sinora erogata a fronte dei 600milioni in toto), che si conta di recuperare come si è fatto con i furti delle banche e dei banchieri, parla di un numero spropositato di voucher (solo l’inps di Brescia ne ha contati 3milioni e 200mila nel 2015), modo come un altro per regolarizzare lo sfruttamento e la precarietà, secondo la “svolta” di Renzi e del suo compare delle cooperative, tal Poletti, che andava a pranzo e cena con Buzzi, quello di mafia capitale.

La realtà dice che questo aumento dell’occupazione, di cui tanto si vanta questo governo incostituzionale di non eletti, si basa su dati gonfiati, fasulli, che tengono dentro posti di lavoro che non esistono, aziende inventate, precarietà e sfruttamento, il menù di un governo di estrema destra, che fa invidia a Casapound e che fa pappa e ciccia con Verdini.

Ma diciamoci la verità, a questi signori cosa importa della realtà?

La realtà è quella cosa che colpisce i pensionati che non possono più curarsi, i disoccupati che non trovano neanche il lavoro che non c’è, i disabili che vedono tagliato ogni dovuto supporto…la realtà è quella corruzione, di cui Cantone parla…parla…parla…e basta, è il clientelismo e la raccomandazione, che ha reso la nostra sanità il regno degli incapaci; la realtà è l’ennesimo suicidio di un trentenne che perde il lavoro, lo sfruttamento, il razzismo; la realtà si chiama vitalizio, si chiama lobbie; la realtà ha bisogno di parole vere, supportate da risultati veri…non di statistiche e meno che meno di slides, cinguettii ed annunci.

 
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Truffa Etruria e le farneticazioni di Vegas

Post n°922 pubblicato il 10 Maggio 2016 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Appena ieri un certo Vegas, presidente della Cosob, nella sua sesta relazione al mercato, scaricava le colpe dei furti dei soldi degli investitori sugli stessi.

Sui bond, diceva, abbiamo fatto il possibile ed, inoltre, i prospetti informativi erano redatti nel rispetto delle regole dando massima evidenza ai fattori di rischio…ergo, secondo quest’altro personaggio d’avanspettacolo, la colpa era di chi aveva creduto nelle bugie delle Banche.

Caso vuole che appena 24 ore dopo le farneticazioni di chi dovrebbe dimettersi all’istante, la Procura di Arezzo rende nota una circolare, emessa nel maggio 2013, nella quale i vertici di Banca Etruria (quella dove risiedeva il papà della “compagna” Boschi, quella che è contro Casapound, ma vuole cancellare la Costituzione, come fece Mussolini svuotando lo “statuto Albertino” allora in vigore di tutte le sue garanzie democratiche) imponevano ai direttori delle varie filiali di vendere a chiunque, e sottolineo chiunque, bond ad alto rischio.

Chissà cosa faceva Vegas e la sua Consob in quei “simpatici tempi” e che cavolo controllava !

Pressioni che partivano da quei vertici che ora sono anche indagati per truffa, una truffa di cui la Consob, retta da questo signore, non si è minimamente accorta, e che portano i nomi dell’ex presidente dell’ Istituto Giuseppe Fornasari, ex democristiano e sottosegretario nei vari governi Andreotti,  e del vicepresidente Lorenzo Rosi, avvenute quando Banca Etruria era già in una situazione irreparabile, come conferma il commissario liquidatore Giuseppe Santoni.

Una marea di bugie e di vere e proprie falsificazioni di documenti, nei quali venivano “migliorate” le condizioni economiche di quei clienti a cui si stava “sbolognando” l’imbroglio, per giustificarne l’investimento, tutto questo sotto gli occhi,  l’approvazione e l’incentivazione dei vertici della Banca, tra i quali il padre della Boschi, giusto per ricordarlo ai più smemorati, e di una Consob che dormiva, probabilmente, come si dice dalle nostre parti : “con la zizza in bocca”.

Ora se Vegas fosse una persona seria, cosa della quale, da semplice cittadino, mi permetto di dubitare, dovrebbe dimettersi, proprio a fronte delle dichiarazioni appena fatte ieri, di quell’affronto e di quello schiaffo alla verità dei fatti, di un sistema che ha palesato il suo marcio e che proprio lui, in prima persona, dovrebbe garantire e vigilare.

Invece, anche in questo caso, ci troviamo difronte ad un altro burattino, capace soltanto di scaricare le proprie responsabilità sui più deboli, forte dei suoi appoggi politici e lobbistici, che viene in televisione e sul palco a prendere in giro se stesso e tutti noi.

 
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