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Creato da: ilpasquino.controinf il 02/01/2012
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Messaggi del 02/02/2015

 

Diritto al lavoro negato

Post n°666 pubblicato il 02 Febbraio 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Secondo i “grandi statisti” dei selfie e della “volta buona” sarebbe la difficoltà di licenziamento a rendere il nostro paese poco competitivo.

Il Jobs act, prima prova della serietà del neo presidente della repubblica Mattarella e della sua adesione ai principi fondanti della nostra Costituzione, trasforma il diritto in favore, in un piacere procrastinabile alle condizioni di chi fa profitto sul lavoro altrui.

Gli anni della crisi infinita hanno permesso a decine di aziende di licenziare senza alcun motivo migliaia di lavoratori in tutt’Italia, senza che questo sia servito né al rilancio delle stesse né a creare nuove condizioni di ripresa e di lavoro. Spesso, se non sempre, i motivi del disagio delle piccole aziende sono dovute, esclusivamente, ai ritardati pagamenti della PA o all’enorme peso fiscale. Le grandi aziende hanno invece sfruttato la crisi per giustificare veri e propri licenziamenti di massa mirati contro i più sindacalizzati.

Un vero e proprio riassetto degli equilibri sociali si è giocato sulla pelle di migliaia di persone estromesse dal ciclo produttivo per creare quelle condizioni di disperazione utili al ricatto, al continuo attacco dei diritti sanciti dalla Costituzione e dalla parola democrazia.

La legge, che spesso riconosce le ragioni di quei licenziati, per gli svariati motivi che i “padroni” si inventano, frequentemente si ferma alla sentenza senza riuscire, quasi mai, ad imporne l’esecuzione, rimanendo un semplice atto burocratico, negando, così, il senso stesso di legalità.

Siamo in Italia e dai noi la legge e la Costituzione vengono cambiate da pregiudicati e da personaggi mai eletti da nessuno, senza alcun confronto con il popolo, senza che da nessuna parte si sia mai sentita questa necessità, se non nelle stanze dei corrotti, che continuano, indisturbati, a distruggere il paese, e di chi si arricchisce sui sacrifici e sulle lacrime altrui, tra una cena da mille euro e una “volta buona” da bancarottiere salvato dal governo del figlio.

Così accade che i cassintegrati della Telcom, riammessi al lavoro da una sentenza esecutiva, continuino ad attendere che giustizia sia fatta, di rientrare al loro posto di lavoro, di riavere, da chi è stato condannato, gli arretrati illegalmente sottrattigli.

13 famiglie, forse poche per i politici attenti ad aggraziarsi, con promesse da marinaio, platee ben più vaste, vedi Ilva o Fiat, lottano da 5 anni, da soli e contro tutti, contro il sindaco di Ostuni, sordo alle loro proteste, contro i sindacati confederali, nemici delle loro rivendicazioni, contro il loro padrone, che se ne frega delle sentenze e continua a non rispettarle.

E quello che accade ad Ostuni accade ad Arese, con gli operai della Innova service ancora per strada, all’indotto Ilva, dove gli stipendi latitano da mesi, alla Riello, dove 70 persone stanno per perdere il lavoro, nei centri fisioterapici per i disabili campani, dove gli stipendi sono ridotti al minimo e spesso procrastinati di mesi, ed in tutte quelle realtà dove il lavoro c’è, ma la dignità è calpestata, il diritto infangato, lo sfruttamento è divenuto “gestione delle risorse”.

In Italia siamo ad una “svolta” per nulla buona, a quella svolta che il capitale voleva da anni ed alla quale il signor Renzi ha imposto l’accelerazione che gli chiedevano: il lavoro ha perso lo status di “diritto” ed è diventato sfruttamento…quel ritorno al medioevo del pensiero occidentale che fa tanto felici i papponi ed impoverisce milioni di persone.

Disse Renzi, a suo tempo: “Ci metto la faccia”…bene ora sappiamo tutti qual è la faccia di chi sta cancellando i nostri diritti, mantenendo le proprie prebende e garantendo i furti della propria famiglia, perseguendo la distruzione della Costituzione e della democrazia nel nostro paese.

 
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