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Creato da: ilpasquino.controinf il 02/01/2012
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Messaggi del 08/01/2016

 

Vittime innocenti della camorra e di uno Stato assente

Post n°850 pubblicato il 08 Gennaio 2016 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Piazza Calenda, quartiere Forcella, quartiere a rischio, dicono i benpensanti, quartiere dove chi muore viene dimenticato prima durante e dopo la sua vita dalle Istituzioni, un quartiere, uno dei tanti, dove comanda la camorra, dove uccide la camorra.

Maikol Giuseppe Russo aveva, ed avrà per sempre, solo 27 anni, il suo tempo è stato strappato ai suoi cari, ai suoi amici che gli volevano bene, a quel quartiere dove lui faceva mille lavori e dove tutti lo conoscevano come un “bravo guaglione”.

In alcune zone di Napoli non serve essere “bravi guaglioni”, lo sanno i genitori di Annalisa Durante, uccisa a soli 14 anni, di Genny Cesarano, freddato nel rione Sanità, a 17 anni, e quelli di tutte le vittime innocenti che hanno tinto con il loro sangue i sanpietrini di una città che lo Stato ha da tempo abbandonato nelle mani di assassini spietati, di bande di cialtroni armati e drogati, che sparano all’impazzata e sanno solo e soltanto uccidere, senza vergogna, senza anima, senza pentimento, senza un briciolo di dignità.

“Abbiamo inviato lettere a tutte le Istituzioni eppure né qui oggi né ai funerali di Maikol si è visto nessuno. Qui lo Stato sa solo fare le multe a chi vive con quel poco che guadagna dalle bancarelle abusive o a chi gira senza casco, ma è impotente contro la camorra, contro chi uccide senza motivo, ci lascia da soli, ci toglie ogni possibilità di riscatto. Avevamo il teatro Trianon, dove molti giovani recitavano, altri facevano le pulizie, un centro di incontro per uscire dall’incubo di un quartiere e di una città che non ti offre niente…bene anche il teatro ci hanno chiuso. Abbiamo proposto di tenere le scuole aperte anche il pomeriggio, proponiamo un reddito di cittadinanza che dia la possibilità ai giovani di scegliere una vita migliore…non ci sono risposte, lo Stato è assente, anche quelle telecamere che avrebbero dovuto controllare il territorio sono spente, come è spenta l’anima di queste Istituzioni”.

“Sembra che sia una colpa solo essere nati e vivere in questi quartieri. Ci attaccano l’etichetta di giovani difficili, forse per pulirsi la coscienza del nulla fatto, dell’abbandono in cui versano i nostri quartieri, dell’incapacità dello Stato a contrapporsi alla camorra. Poi si legge che molti politici hanno contatti con i vertici delle organizzazioni camorristiche…e ti spieghi tante cose, anche perché oggi e ieri, e domani e dopodomani non ci sarà mai nessuno di loro ai nostri funerali”.

“Mio figlio frequentava l’ Istituto alberghiero, abbiamo fatto sacrifici per farlo studiare, era un bravo ragazzo ed era lontano da quegli ambienti. Eppure l’hanno ucciso alla Sanità, dove si continua a sparare e si continua ad uccidere. Leggo sui vostri giornali che vi fate domande del tipo “cosa faceva un ragazzo di 17 anni a quell’ora per strada ?”, come se fosse una colpa stare nei pressi della propria abitazione con i propri amici. La verità è una sola, la camorra continua ad uccidere giovani innocenti e lo fa in modo sempre più spietato e senza che nessuno ponga un freno a questa mattanza. Lo Stato ha il dovere di fare di più, noi cittadini oggi, qui in piazza Calenda per ricordare Maikol, pretendiamo questo. Noi da qui non ce ne andiamo, sono loro che devono andare via, noi siamo “il popolo in cammino”, la nostra parte la facciamo, quando le Istituzioni faranno la loro ?”

In piazza ci sono tutti gli amici di Maikol, sui palazzi gli striscioni che lo ricordano, ci sono molte camionette della polizia, molti agenti…delle Istituzioni neanche l’ombra…e le telecamere continuano a rimanere spente sul destino di questa città.

 
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