Messaggi del 04/02/2016
Post n°862 pubblicato il 04 Febbraio 2016 da ilpasquino.controinf
Non è la prima volta che ci occupiamo della vicenda della Telcom di Ostuni, azienda di stampaggio di materiale plastico che, nel 2009, mandò in cassa integrazione 49 lavoratori, senza alcuna reale necessità.
Che il procedimento aziendale, poi tramutatosi in licenziamento, fosse totalmente illegale lo hanno stabilito le corti di primo e secondo grado rispettivamente di Brindisi e di Lecce, accogliendo il ricorso dei 13 lavoratori rimasti a difendere i loro diritti (gli altri, tra accordi indegni di questo nome e pressioni sindacali rinunciarono a rivalersi contro l’azienda).
La giustizia italiana, dopo due gradi di giudizio, sentenzia, in modo esecutivo, il torto della Telcom e il reintegro dei lavoratori con il dovuto rimborso di quanto sottrattogli, ammontante a circa 1milione di euro, compreso di spese legali ed interessi.
Ma l’azienda fa orecchie da mercanti, come tutte in un paese nel quale le leggi sembrano valere solo per i più deboli e rimangono semplici “suggerimenti” per chi i soldi li ha e se ne frega.
Non conta che ci siano 13 persone, nel pieno diritto di ritornare nei loro posti di lavoro e di riavere gli stipendi negati, né che le difficoltà derivanti dalle mancate retribuzioni ricadano anche sulle loro famiglie e sui loro figli. In Italia vale quasi sempre la legge del più forte, in questi casi non ci sono mai poliziotti in tenuta antisommossa che ristabiliscono il diritto e la giustizia quando questi vengono calpestati dai padroni.
Ti tocca combattere da solo e non basta che tu abbia ragione 1, 10, 100 volte, anche se vinci in primo grado, se rivinci in appello, se hai nelle mani un decreto esecutivo nel nostro paese devi avere la forza di andare avanti, di arrivare a pignorare i beni dell’ azienda, se vuoi che i tuoi diritti siano riconosciuti e i tuoi sacrifici e le tue difficoltà trovino un motivo.
Difatti la Telcom, anche difronte ai decreti ingiuntivi, non muove un euro, non rimborsa i lavoratori di quanto sottrattogli illegalmente, anzi ricorre ancora contro le due sentenze pur di non ammettere quanto oramai è chiaro e lampante.
Ma chi ha lottato per 7 anni senza sosta non ha nessuna intenzione di tornare indietro e Felice Bagnulo, Domenico Semeraro, Rocco Prete, Roberta Nacci, Francesco Sozzi, Antonio Bellanova, Giuseppe Epifani, Francesco Epifani, Luciano Apollinare, Paolo Saponaro, Oronzo Morelli, Fabrizio Forleo e Leonardo Marzio, difesi dallo studio legale Gallone & Urso di Roma, pignorano per la metà dell'importo, l’immobile della Telcom, sito in via dell' industria 21, per ricevere una parte di quanto dovutogli e si preparano ad altri pignoramenti per il restante.
Il delirio dei padroni, rinvigorito da un governo che non pone limiti ai licenziamenti, può trovare un unico muro invalicabile, quello di chi ritiene la propria dignità un valore che non ha prezzo…ad Ostuni il padrone della Telcom comincia a comprenderlo.
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Inviato da: sexydamilleeunanotte
il 13/09/2016 alle 12:49
Inviato da: ilpasquino.controinf
il 21/04/2016 alle 15:19
Inviato da: elektraforliving1963
il 20/04/2016 alle 15:57
Inviato da: elektraforliving1963
il 20/04/2016 alle 15:56
Inviato da: dimariamonicaa
il 08/04/2016 alle 20:19