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giornale di controinformazione

Messaggi del 31/03/2016

 

La Francia dice NO al jobs act

Post n°895 pubblicato il 31 Marzo 2016 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

E’ sempre più chiaro che le famigerate riforme del premierino italico, da nessuno votato, sono frutto del diktat dell’ Europa delle banche e della finanza, di quelli che un tempo chiamavamo “padroni” e che ora si nascondono dietro mille sfaccettature, che però non cambiano di un millimetro il vero senso di quella parola che usavamo un tempo.

Dopo l’Italia è toccato alla Francia, non a caso anch’essa con un governo di centrosinistra, com’è accaduto ed accade alla Grecia, con lo Tsipras “rivoluzionario” di ieri e fascista di oggi. Non c’è “riforma” che non miri a cancellare quei diritti che le lotte popolari ed operaie hanno conquistato in anni di scontri e lutti.

C’è chi accetta a capo chino, con sindacati che indicono passeggiate feriali giusto per ricordare, a chi governa, che vogliono la loro contropartita per la svendita dei diritti di chi lavora; pensioni e stipendi gonfiati quando smetteranno la loro “opera” ne sono il “ringraziamento” .

La Furlan, segretario generale di quel sindacato che conta la maggioranza di iscritti nella Fiat, tanto per sottolineare il livello di coscienza di una parte della classe operaia, ne è l’esempio forse più fulgido e la misura più chiara della stato in cui versa il sindacato confederale in generale.

La stessa Cisl si appresta, come Fim (sindacato metalmeccanici) a creare un sindacato unico che metta assieme, proprio in Fiat, le esigenze degli operai e quelle dei quadri dirigenziali dell’azienda torinese, quelli della famosa marcia dei quarantamila servi…qualche anno fa gli avrebbero riso dietro.

Per fortuna l’Italia appare sempre più una penisola a sé stante, dove corruzione e servilismo, incapacità ed ignoranza sembrano prevalere, ogni giorno di più, sul buon senso e la dignità.

In Francia il ministro del lavoro, Miriam El Khomri, con le stesse parole utilizzate dal fallimento vivente di nome Renzi, ha cercato di convincere il popolo francese della bontà di una riforma del lavoro identica a quella italiana.

I sindacati francesi hanno risposto con tre giorni di sciopero, e non di passeggiate feriali, che hanno letteralmente bloccato il paese, dai trasporti alla scuola pubblica, dai monumenti più rappresentativi, come la Tour Eiffel, ai trasporti.

Una risposta forte ed unitaria dell’ intera popolazione, di tutti i sindacati, di tutti i cittadini con un minimo di cervello…del resto basterebbe leggere i dati di quel paese che, come la famosa rana, si è gonfiato di successi irreali, che ora si sgonfiano contro una deflazione che ne è il reale quadro economico, ne sottolineano lo sbando e la mancanza di prospettive, il tutto ottenuto in cambio della cancellazione dei propri diritti fondamentali.

Non sarà facile per il governo francese imporre lo schifo che è stato accettato in Italia…in quel paese la dignità si misura con la certezza dei propri diritti e non si svende per pochi euro.

Nel ’68 fu il maggio francese a dare la scossa ad un’ Europa dormiente…non sempre la storia si ripete, ma ora ne avremmo veramente bisogno.

 
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