Il Pasquino

Napoli, Luglio 2014, terzo anno dell’era De Magistris. Farsi domande su cosa sia cambiato e su cosa possa ancora cambiare è un gioco al quale il sottoscritto non ama partecipare, perché in questi “giochi” si parla della vita delle persone, del rispetto dei loro diritti, del mantenimento delle promesse fatte in campagna elettorale, dei risultati ottenuti dopo tre anni di governo, di quel “cambiamento” radicale promesso in campagna elettorale, di quel rilancio dell’immagine di Napoli, di quella vicinanza con i problemi dei cittadini, di quel diverso modo di intendere il ruolo di sindaco…di quelle promesse fatte e mai mantenute, alle quali anche il sottoscritto aveva creduto.

Meglio attenersi alla cronaca, alla descrizione di quei fatti che segnano un continuum di fallimenti con le precedenti gestioni, le passate per manifesta rapacità, queste per acclarata incapacità.

Luogo: vico Santa Margherita di Fonseca, servizi sociali, welfare, quella porta d’ingresso, quel ponte di salvataggio che le istituzioni devono, come compito principale, svolgere per e negli interessi della collettività, dalla quale vengono pagati, anche profumatamente, visto il livello delle tasse cittadine. Nei locali che dovrebbero accogliere i cittadini e che  dovrebbero essere da esempio, in una città mortificata ed uccisa dalla negligente azione dello Stato e delle istituzioni locali, sulla questione rifiuti e gestione dell’ambiente, sono ammassati apparecchi informatici oramai da smaltire secondo le leggi. La mancata pulizia dei luoghi nei quali vengono tenuti permette il proliferare degli insetti e le scorribande dei ratti del quartiere.

Nessuna bonifica, chiaramente, tranne a parole…lo stesso metodo utilizzato per la terra dei fuochi, problema ancor più grave e quindi, alla luce dei fatti ora descritti, ancora più lontano da quella soluzione che i Napolitano, i Letta ed i Renzi raccontano di volere.

Un lavoratore, Domenico Lo Presto, denuncia lo stato dei luoghi, la pericolosità, per i dipendenti e per i cittadini, dei mancati interventi e i relativi rischi, per la salute, che ne possono derivare e, per tutta risposta, riceve una lettera di trasferimento, metodo utilizzato per chiunque cerchi di salvaguardare la propria ed altrui vita nel rispetto delle leggi, immediatamente dopo…quasi a mo’ di avvertimento.

Eppure proprio dal Comune, dal Sindaco in persona, arrivano giornalieri, se non orari, inviti alla salvaguardia dell’ immagine di Napoli, alla denuncia dei comportamenti illeciti, al farsi “sentinelle” della difesa del proprio territorio.

Ma tra le parole e quei fatti, che ne sarebbero la conferma della validità, spesso, se non sempre, ci passa il mare dei vedrò, farò, prometto, mi annoto. Al momento, tranne il trasferimento coatto del lavoratore, tutto rimane come fotografato su una pellicola senza data, nell’eternità del nulla di fatto.

Mi viene di chiudere con un pensiero, un piccolo dubbio che, infidamente, mi assale, supportato anche da altri fatti, qui ancora non descritti. Che credibilità possono avere le “magnifiche” parole a favore dei diritti dei gay, della lotta dei palestinesi, dei diritti dei più deboli, della difesa di un ambiente ormai degradato quando ciò che si è in potere di fare ci si “dimentica” di farlo?