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Fagioli, un metodo naturale per la conservazione

Post n°77 pubblicato il 18 Luglio 2009 da NaturalistaAmico
 

Fagioli

(Foto: www.babalucco-bio.com)

Per chi è pratico di agricoltura sa che i mesi di luglio e  agosto sono dedicati alla raccolta e conservazione dei legumi (fagioli, lenticchie, fave, piselli, ceci, cicerchie, ecc.).

Uno dei legumi maggiormente consumati per l’alimentazione umana è il fagiolo, il rischio maggiore che corre una scorta di questi squisiti legumi, stipati per l’inverno, è l’infestazione del cosiddetto “Tarlo dei fagioli” noto anche come Tonchio, il termine fa riferimento a diverse specie di coleotteri, la più nota per l’infestazione dei fagioli è Acanthoscelides obtectus (Say, 1831).

L’insetto nasce da un minuscolo uovo che la femmina depone direttamente in campo, nel fiore quando la fecondazione è avvenuta e i semi iniziano a maturare, e si nutre delle abbondanti proteine contenute nei semi maturi. I legumi infestati appaiono ampiamente bucherellati e non possono essere più cucinati.

Spesso per la prevenzione delle infestazioni da Tonchio si usano ingenti quantità di polveri insetticide che arrecano danno a tutti quelli che si cibano di fagioli, uomo compreso.

Particolarmente interessante e salutare appare, invece, una tecnica per la conservazione dei fagioli che ho avuto modo di osservare in diverse zone del vesuviano, del comprensorio stabiano, dei monti Lattari e della penisola sorrentina.

I fagioli maturi prima di essere stipati per l’inverno, sono immersi in abbondante acqua bollente per circa dieci secondi. Poi stesi al sole ad asciugare su ampi teli di tessuto naturale, l’operazione deve essere rapida per evitare che i fagioli restino raggrinziti.

L’asciugatura al sole dura finché i fagioli non sono perfettamente secchi. A questo punto possono essere conservati senza adoperare nessun tipo d’insetticida.

Appare lampante come questa tecnica è figlia dell’esperienza e dell’osservazione dei fenomeni naturali, i contadini sanno che il Tonchio si annida all’interno dei fagioli maturi ed hanno capito che per salvare la provvista di legumi l’unico metodo possibile è quello di evitare la schiusa delle uova. Ecco allora l’acqua bollente, in quei dieci secondi di immersione le uova dell’insetto sono distrutte senza alterare la qualità nutrizionale dell’alimento. L’unico aspetto controproducente di questa tecnica è che non può essere adottata per i fagioli da semina in quanto ne compromette seriamente la vitalità.

Ferdinando Fontanella.

 
 
 
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