Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
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Credo negli esseri umani, ma con i necessari distinguo. Da molti anni vado ponzando sul senso del distico di una nota canzone di Gaber, che non mi trova d'accordo o, quantomeno, avrebbe bisogno di una precisazione e/o di una nota esplicativa. 'Libertà è partecipazione.', dice la canzone, e il verso che la precede dice che 'libertà non è stare sopra un albero' – che mi fa venire in mente il protagonista di un romanzo di Calvino che si era organizzato niente male sui rami di un suo albero e, quando gli aggradava, come Tarzan passava da una chioma di pioppo ad una di quercia con ciò curando le sue sorprendenti relazioni sociali e quelle sessual/affettive. E la nota esplicativa del misterioso distico di Gaber dovrebbe dirci se sono inclusi anche i no pass dell'articolo citato qui sotto che farebbe inorridire i 'dem' e i centri sociali, che la partecipazione la vedono a senso unico e guai a rubargli il monopolio delle manifestazioni di piazza perché 'partecipazione' è cosa loro – e se in piazza ci va la Meloni, per dirne una, accorrono furiosi e pronti a menare le mani per impedirle l'esercizio democratico di un libero comizio elettorale. E c'è un tale che, da mesi, va sbraitando sui socials contro i no vax e li copre di improperi e invettive e fiorite contumelie a quintali che della libertà di quei tali di Rotterdam e di Vienna e di Milano e Roma ci si pulirebbe le terga – con ciò dandomi ragione di credere che il distico 'libertà è partecipazione' abbia senz'altro bisogno di una aggiunta e nota a margine che aiuti a capire. E i 'pro vax' militanti che continuano a dirci che 'la tua libertà finisce dove comincia la mia' dovrebbero precisare a loro volta dove finisce la loro di liberamente contagiare (ma 'in forma lieve' aggiungono pudichi, tenendo graziosamente il picciuolo di una larga foglia di fico davanti alle nude pudenda) e dove inizia quella dei no vax che, invece, se contagiati dalla loro forma lieve, finiscono in terapia intensiva. Contraddizioni in seno al popolo democratico che dovrebbe tenere in palma di mano la libertà di partecipare di chiunque, dovunque e sebbene e in ogni frangente – anche il più drammatico, se è vero, come è vero, quel che scrive Camus ne 'La Peste' che è nei giorni delle epidemie e delle catastrofi che gli uomini mostrano il loro meglio di solidarietà senza se e senza ma e si mostrano pietosi e caritatevoli verso ognuno e tutti e raccolgono i cadaveri e seppelliscono i morti. E, per una volta, canterò anch'io 'Credo negli esseri umani' a gola spiegata in una manifestazione di sinistra e in una di destra, ma tenetemi lontano il Vandalo finché non rinsavisce e si fa convinto che 'libertà è partecipazione' anche per tutti coloro che gli sono avversi e avversi alle dottrine vaccinali dei tele-virologi di grido. |
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Credo negli esseri umani...
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