Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
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Mi è capitato di rileggere l'articolo postato qui sotto che bene ci rappresenta la realtà sociale del quartiere di Moellenbeck, Belgio. Non è l'articolo più critico, né il più esaustivo delle nefandezze accadute otto anni fa a Parigi e nello stesso Belgio degli attentati a vittime inermi e l'orrenda strage del Bataclan, ma ci illustra la strana quotidianità, da tutti accettata, degli eventi lunari che conseguono al vivere nei pressi di una enclave islamica nemica incistata nelle moderne metropoli europee - una sorta di 'striscia di Gaza' europea con tutto il suo carico di odio verso l'Occidente e i conflitti conseguenti e le azioni armate e le ricorrenti 'intifade dei coltelli' di alcuni dei nostri ospiti immigrati, - a torto detti e riconosciuti quali 'cittadini'. E mi tornano a mente gli scritti di quel tal scrittore e giornalista dalla penna infuocata e crociato a spada tratta delle migrazioni incontrollate e delle balorde commistioni dei popoli (e dei conseguenti 'scontri di civiltà') che annota sui suoi taccuini gli anatemi e le giuste invettive da lanciare contro i pretesi 'razzisti' e 'fascisti' - per 'fermare la Bestia', dei socials, scrive. Una sorta di rabbioso Savonarola dei tempi nuovi delle lingue di Babele in cui possono accadere le stragi di Nizza, di Berlino e quella del Bataclan, ma non redimono le coscienze disturbate sinistre e non curano le infiammazioni neuroniche delle nostre penne maggiori. E quel desso non trova affatto ridicolo confrontare le odierne migrazioni delle centinaia di migliaia di 'richiedenti asilo' commisti ai 'migranti economici' che premono alle nostre frontiere con le invasioni barbariche degli Unni e dei Vandali – poi integrati e convertiti, afferma, dalla Parola benedicente delle abbazie di Benedetto, patrono di Europa. E' davvero accaduto questo? Una ricostruzione storica di quelle pretese integrazioni e commistioni barbariche mostrerebbe il dettaglio delle uccisioni e dei conflitti e i misfatti che conseguono ad ogni invasione ed occupazione (fino alla penultima degli Ottomani in Grecia), ma per quel desso e per la compagnia osannante le migrazioni sono i giusti prezzi da pagare ad un fenomeno che può essere governato, invece, e represse le invasioni e il disordine sociale che ne consegue con il necessario pugno di ferro e con i severi provvedimenti di governo delle frontiere, pur che lo si voglia. E l'Europa sembra essersi svegliata (da poco, ahinoi) ed ha chiuso le frontiere-Schengen colabrodo e gruviera dei disgraziati 'passeurs' che commettono i reati e le violazioni impunite di procurata immigrazione illegale e speriamo che questo soprassalto di lucidità duri negli anni e che le prossime elezioni europee mandino a casa gli stra maledetti socialisti e i popolari associati che l'hanno s-governata fin qua e releghino quei pretesi pensatori e intellettuali sgangherati e infiammati nell'insignificanza della Storia futura. Amen e così sia. LASTAMPA.IT Quella volta che al mio campanello suonò Alì, da Molenbeek, spiegandomi che la mia 500 rubata stava nel suo garage da 15 giorni LASTAMPA.IT Quella volta che al mio campanello suonò Alì, da Molenbeek, spiegandomi che la mia 500 rubata stava nel suo garage da 15 giorni CONFINI "La città è uniforme soltanto in apparenza. Perfino il suo nome assume suoni differenti nei diversi quartieri. In nessun luogo - se non nei sogni - il fenomeno del confine può essere esperito in forma così originaria come nelle città. Conoscerlo significa avere un sapere di quelle linee che, spartendo i confini, corrono parallele ai cavalcavia, attraversano caseggiati e parchi, lambiscono le rive dei fiumi; significa conoscere questi confini nonché le enclave dei vari territori. Come soglia, il confine passa attraverso le strade; un nuovo territorio ha inizio come un passo nel vuoto, come se si inciampasse in un gradino di cui non ci si era accorti." Walter Benjamin: Parigi, capitale del XIX secolo, Einaudi, 1986, edizione originale 1940. |
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