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« Hypocrite lecteur, mon s...L'imperialismo della de... »

Le parole che volano alte.

Post n°3243 pubblicato il 24 Giugno 2024 da fedechiara
 


Se lo dice Mattarella, succederà? O il suo 'monito' resterà negli annali inascoltato come molti altri auspici levati alti al vento del suo doppio settennato, praticamente una reggenza?
E' un po' come quella storia di Marzullo: 'Fatevi una domanda e datevi la risposta.' Non succederà.
Lo sfruttamento e lo 'schiavismo' che si denuncia in queste ore di sdegno massimo contro il maledetto 'caporalato' hanno il loro brodo di coltura nel mare magno della sovrabbondante offerta di manovalanza dei 'clandestini' - costretti a tutto accettare di quel si offre loro per pagare quell'altro sfruttamento iniziale: quello dei trafficanti di esseri umani e dei 'passeurs' che hanno consentito loro di violare le frontiere-gruviera del nostro continente in affanno: l'Europa malata di buonismo che il trionfo delle destre alle elezioni u.s. non ha sufficientemente castigato.
Sono parole al vento, quelle di Mattarella, parole di conforto e lenimento istituzionale delle nostre segrete angosce: che nulla possa cambiare e cambierà finché dura la presente temperie di lassismo politico e buonismo ipocrita nei confronti dell'immigrazione clandestina a sei cifre che dilaga oltre le lasse frontiere ex Schengen – oggi blandamente rinforzate e aperte e chiuse a fisarmonica secondo l'impeto delle umane alluvioni.
E l'inanità e sostanziale inutilità degli appelli dei misericordiosi a prescindere la misuriamo anche nelle notizie che ci vengono dai fronti di guerra. Grande enfasi sui morti a decine per ogni attacco dell'esercito di Israele contro obbiettivi mirati a distruggere i covi di Hamas e nessun reportage degno di questo nome che ci ragguagli dall'interno sulle operazioni di guerra: i piani dei comandanti, gli algoritmi che decidono gli obbiettivi sulla base delle informazioni dell'intelligence, l'impossibilità a distinguere i morti tra i civili e quelli tra i combattenti in un territorio fitto di profughi e tende e ospedali da campo bravamente allestiti secondo il numero dei feriti e dei mutilati.
E un coro di prefiche giornalistiche, invece, che ognora lamenta la crudeltà della guerra (la guerra dei Cinquanta e più anni) e i pretesi genocidi.
E quel loro rifiuto della guerra trova sponda di ipocrisia in quell'altra guerra iper tecnologica che si combatte tra la Nato e la Russia col sacrificio di intere generazioni di Ucraini, eroi per procura di uno stolido 'ritorno ai confini' che avevamo stigmatizzato e deriso dopo i milioni di morti della seconda guerra mondiale.
E la terza è alle porte e la Storia non ci è 'magistra' di un bel nulla. L'igiene (ricorrente) di un mondo malato.
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