Nebbie e dintorni

Voi ci scherzate, ma 'sta storia del Quirinale è ingombrante assai e ci farà litigare come arrapati rospi sulla rana da qui a metà febbraio, mannaggia – come se non avessimo già il covid, versione delta e omicron, a farci girare le benemate come pale di elicottero pro vax e no green pass.

E se Letta dice che con il Berlusca infilato di soppiatto nel sacro palazzo cadrebbe il governo il giorno dopo, viva il Berlusca! - ché finalmente si va alle urne e vediamo cosa pensano veramente gli italiani della mitica 'cosa pubblica' post vaccinale, al di là dei sondaggi che mai ci azzeccano.

E se la Meloni vira di bolina e, nel segreto dell'urna, fa il tiro mancino di rifilarci il Draghi pigliatutto perché, a suo dire, cascherebbe finalmente giù tutto del presente traccheggiare dello s-governo di tutti e un parlamento colpevolmente ingessato, allora viva Draghi presidente! per l'uguale motivo di urne aperte e 'la sovranità appartiene al popolo'.

Volutamente dimenticando il seguito del pasticcio costituzionale voluto dai Padri assonnati e provati dalle lunghe diatribe: '...che la esercita nei modi e nelle forme (…)' perché ne abbiamo piene le benemerite degli inciuci parlamentari e dei voltagabbana e dei comprati e venduti e dei governicchi di ogni ordine e grado che hanno impestato la vita pubblica fino ai giorni nostri – e il caro Mattarella, che speriamo sia congedato definitivamente dopo lunga e onorata carriera, ci ha messo abbondantemente del suo in questo gioco al minuetto parlamentare e il conseguente avvilimento istituzionale e degrado politico in cronaca.

A febbraio, a febbraio! Ci sarà da divertirsi, folks. Comprate i pop corns.