Creato da fedechiara il 14/11/2014
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Messaggi di Agosto 2016

Bandiere flosce

Post n°292 pubblicato il 23 Agosto 2016 da fedechiara
 

Niente vento sul ponte di comando della Garibaldi dove i pretesi ammiragli dell’Europa allo sbando ammannivano i loro ragli politici e i loro propositi destinati al nulla di sempre ai poveri marinai schierati. E in assenza di vento, – potente metafora delle presenti miserie politiche -, le bandiere dei tre paesi che si pretendono ‘leaders’ stavano mosce e flosce all’ingiù. A casa, miserabili s-governanti di un’Europa trasformata in una ‘nave dei folli’ assediata da mille barconi e da ‘giungle’ e campi-profughi ueberall. A casa. Avete già fatto immensi danni che pagheremo salati e a suon di morti per le strade nei prossimi decenni.

Fiori sulla tomba europea fitta di morti assassinati dal terrorismo di importazione. http://www.repubblica.it/…/22/news/ventotene-146444766/…

 
 
 

L'inno alla gioia delle nostre incancellabili tristezze e i lutti

Post n°291 pubblicato il 23 Agosto 2016 da fedechiara
 

L'inno alla gioia delle nostre incancellabili tristezze e i lutti

'E' l'ora di scelte nuove', scrive E. Mauro su 'la Repubblica', ma conclude - con tardivo realismo e amara constatazione di troppi fallimenti: 'E' l'ora di uomini nuovi'. Uomini nuovi, già. 
E' paradossale che quegli stessi s-governanti dalle politiche immigratorie dissennate e folli di 'accoglienza no limits' e nessun argine ed efficace azione repressiva contro i 'mercanti di schiavi' - e migliaia di arrembanti non aventi titolo di profughi dentro i nostri confini e tutte le altre frontiere europee chiuse -, siano gli stessi che farfugliano di una 'nuova Europa' – e la vecchia ci bastava ed avanzava colla sua bella identità occidentale e le sue città ricche di storia, prima che che quegli imbelli e incapaci del 'vertice' di Ventotene la snaturassero e consentissero alla crescita smisurata dei ghetti urbani delle banlieues parigine e del Belgistan a prevalenza islamica – vere e proprie enclaves di serpi in seno e grembo di 'radicalizzati sul web' e assassini seriali e 'natural born killers' di ascendenza e formazione islamico-radicale.

E la sola vera e buona risposta a quegli annaspanti s-governanti delle decine di vigliacchi attentati alla vita degli inermi cittadini europei è una sola: 'A casa, andatevene a casa, dopo i guasti e i lutti delle vostre politiche sbagliate e folli.' Che ci avete consegnato, oggi e per i faticosi decenni futuri, una Europa malata e fragile e blindata, incapace di disegnare un suo orizzonte di futuro vivibile. 
Che siate maledetti per l'infamia delle vostre pessime politiche e i lutti ormai costanti – e la facile predizione di nuovi, prossimi lutti - che ha ridotto 'l'Inno alla Gioia' di Schiller e Beethoven a una parodia delle nostre incancellabili tristezze e rabbie.

 
 
 

Di reportages e predicatori da un tanto al chilo

Post n°290 pubblicato il 22 Agosto 2016 da fedechiara
 

E più e meglio di un viaggio dal Mali alle coste libiche in compagnia di migranti a migliaia – e scafisti e mercanti di uomini e di morte – come fa Domenico Quirico sulla Stampa e ci cava un lirismo della povertà e della necessità degno di miglior causa, meglio sarebbe un reportage dal Belgistan e dall’enclave e roccaforte islamica di Mollenbec – dove intendo recarmi e vedere con questi occhi la quotidianità di veli e burqa e la disoccupazione cronica dei ‘radicalizzati sul web’ stampata sulle facce di quella ‘Blade runner’ del terzo millennio che anticipa e raffigura la faccia oscura dell’Europa da qui a trenta/cinquant’anni.

E magari ne invierò copia al Quirinale e al Mattarella delle predicazioni papali inani e che lasciano e incentivano la miseria sociale che trovano, ma vanno fatte e rilanciate dalla stampa embedded – non foss’altro che per il ruolo e per dare un senso al loro vestirsi da Presidente e/o Papa ogni mattina che Dio manda in Terra e chiedersi con sguardo smarrito posato sugli stucchi artistici e le statue e le dorature degli artistici saloni dei palazzi: ‘Che ci faccio qui?’
Già, che ci fanno? Che era meglio e da fargli un monumento a Pepe Mujica se comparato agli ultimi trenta presidenti e papi nostrani della quotidiana nostra lotta per uno stato laico e libero dalle palle al piede delle pesantezze vaticane che ne hanno condizionato e rallentato il libero sviluppo e la crescita.

E oggi, anche per la loro intercessione e tragica predicazione buonista, dobbiamo farci carico di svezzare l’islamismo atavico dei nomadi pastori che partorisce la jihad per via di web e pagare il pesantissimo costo di morti e feriti per le strade – e la Sanità pesantemente tagliata per via dei costi dell’accoglienza a cinque cifre ogni anno e la vita media degli ultimi due anni che si abbassa a percentuali da dopoguerra -leggetevi gli articoli di Mario Giordano in proposito.
Tu vedi le facce di tolla di questi predicatori e savonarola da tre palle un soldo.

 

http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/11949698/vittorio-feltri-sergio-mattarella-immigrazione-meeting-rimini-editoriale-vaffa.html

 

 
 
 

L'islam tra noi leggero

Post n°289 pubblicato il 18 Agosto 2016 da fedechiara
 

Alla svolta del 16 di agosto già annusiamo l’autunno. Me lo confermano perfino le piante del mio mini orto botanico con le fragranze diverse che emanano durante l’innaffiatura mattutina. E con l’autunno andranno a spegnersi le polemiche estive sulle donne islamiche entrate a vario titolo in Europa che sfoggiano il loro affascinante ‘burkina’ nelle nostre spiagge ed è un clamoroso mostrarsi e ulteriore svilupparsi del rabbioso conflitto tra ‘noi’ e ‘loro’, – dopo che, in Corsica, si sono menati di santa ragione tra i mariti/compagni delle recluse e monache di clausura sedute sulla spiaggia in burkina e gli indigeni corsi.

Monache di clausura monacate a forza dalla ‘cultura’ islamica e sarebbe interessante trovare il modo di far svolgere un libero sondaggio tra le poverette lontano dall’influenza nefasta e dal controllo stretto dei mariti/compagni per sapere cosa ne pensano veramente di quell’abito che, supponiamo, fa sudare alquanto ed è necessario l’ombrellone che le ripari perché non siano stroncate da un colpo di calore. Ed è palese che il godimento dei piaceri della spiaggia è maggiore e di più ampio respiro (di vento e di ‘sapore di sale’) per le nostre donne piuttosto delle povere monache infagottate e magari – diciamo fra cinquant’anni – può essere che si vedranno le loro nipoti in bikini e monokini sguazzare libere fra le onde e il ricordo delle povere nonne di clausura sbiadirà come sono sbiaditi i fazzolettoni delle nostre siciliane e/o delle bisnonne dei piccoli paesi di montagna dove andavamo a passare l’estate e ci intenerivano quando passavano con le gerle sulle spalle o falciavano il prato antistante le loro case tutte fazzolettate e con gli stivali per paura delle bisce.

Ma ‘ha da passà ‘a nuttata’ di quest’onda di islamismo immigrato da noi in grandissimi numeri e ci vorranno dieci/vent’anni prima che i presenti conflitti e le opposizioni radicali e lotte intestine a suon di morti e feriti e accoltellati sui treni si stemperino o, forse, chissà, l’Europa sarà burkinizzata in gran parte, invece, dato il trend demografico dei nostri fieri ospiti e delle loro monache di clausura e dato che la frontiera sud mediterranea, coi suoi quotidiani ‘barconi’ a migliaia, continua ad alimentare il flusso dei migranti di fede e costumi islamici di varia e conflittuale dottrina – e comincerà e fiorirà una nuova era di moderni califfi alla Erdogan, ma noi non ci saremo, che fortuna!Behzad_advice_ascetic

 

 
 
 

Repetita iuvant (Ieri accadeva e oggi accade)

Post n°288 pubblicato il 15 Agosto 2016 da fedechiara
 

‘Donne, ah, ah, amiche di sempre / donne alla moda, donne contro corrente….’ (Zucchero Fornaciari)

(…) Ma questa è in definitiva la testimonianza più sicura che la tanto osannata«integrazione» è impossibile da realizzare. Impossibile per un motivo molto semplice che i politici però si rifiutano di capire: le religioni sono creazione dei singoli popoli, così come la lingua, il diritto, l’arte, la musica, la scienza; ne rispecchiano la forma mentis, la visione del mondo, il carattere, la personalità di base. Cosa avverrà nel prossimo futuro in Italia con una forte presenza di musulmani se non si bloccherà immediatamente l’immigrazione? Nessuno si illuda che dando loro la cittadinanza italiana, come è stato proposto da alcuni partiti, diventino italiani. Non è l’anagrafe a creare i popoli e la loro cultura.
- Estrapolaz. dall’articolo citato – Ida Magli – nota antropologa.

La stragrande maggioranza degli immigrati è di religione musulmana. E per loro non esiste parità, solo sottomissione e segregazione
La grande maggioranza di coloro che arrivano in terra italiana, con il passaporto o con gli scafisti, sono di religione islamica. Purtroppo gli italiani, a causa della particolarissima storia politica che hanno alle spalle, si sono abituati, quasi come per reazione genetica, a non sapere nulla delle religioni con le quali hanno sempre avuto a che fare.

Conoscono pochissimo perfino il cattolicesimo. Se si chiede a un italiano la formula del Credo o chi sia lo Spirito Santo, si può essere certi che non sa rispondere. Tranne quelli molto devoti (in genere donne) oppure appartenenti a qualche associazione cattolica e di conseguenza consapevoli dell’importanza politica della propria religione, l’italiano medio di religioni sa soltanto quello che gli giunge attraverso il contesto giornalistico quotidiano, il che significa che «tecnicamente» non sa nulla. Si tratta di una «resistenza», inconsapevole ma profonda, instauratasi a difesa sia di ogni singolo italiano sia del popolo italiano, dotato di un’intelligenza critica sovrabbondante in confronto all’attitudine «mitica» o al misticismo simbolico che connotano tanti popoli anche in Europa.

È questo il vero motivo per il quale gli italiani non sono capaci di valutare l’incidenza nella nostra società della religione di cui sono portatori gli immigrati, la forza del loro essere «credenti», il peso dei comportamenti imposti dal Corano in ogni ambito della vita, ma soprattutto nel rapporto fra uomo e donna. Questo rapporto lo possiamo analizzare partendo da un dato fondamentale: la donna è di un grado inferiore all’uomo. Nella Sùra delle donne, capitolo del Corano espressamente dedicato alle norme riguardanti le donne e il cui testo dovrebbe essere esposto ovunque nel territorio italiano, Maometto afferma che gli uomini sono superiori alle donne, se disobbediscono le debbono punire, metterle in letti separati e batterle.

La donna è impura e contaminante a causa dei meccanismi fisiologici della sua sessualità (mestruazioni, gravidanza, puerperio), il che significa che deve vivere a parte, insieme alle altre donne e ai bambini, coperta dalla testa ai piedi per non essere vista né toccata. Sono tutte regole risalenti al libro Levitico dell’Antico Testamento e riprese da Maometto nel Corano, regole quindi elaborate da pastori nomadi della Palestina di molti millenni avanti Cristo, incompatibili con la società occidentale e che infatti hanno subìto con il passare del tempo diversi «aggiustamenti». Ma la norma cui si attengono gli odierni Califfati e Stati islamici più osservanti, è rigidamente quella coranica.

Nei Paesi europei di forte immigrazione come la Germania, la Francia, l’Inghilterra (ma anche negli Stati Uniti) sono attivi già da anni dei tribunali islamici che giudicano ed emettono sentenze secondo il Corano soprattutto nell’ambito di questioni o «reati» familiari, e questo è di per sé la prova dell’esistenza di uno Stato nello Stato, della sua incapacità ad amministrare i cittadini con lo stesso diritto. La nostra antichissima, nobile formula: «La legge è uguale per tutti» non vale più.

Ma questa è in definitiva la testimonianza più sicura che la tanto osannata «integrazione» è impossibile da realizzare. Impossibile per un motivo molto semplice che i politici però si rifiutano di capire: le religioni sono creazione dei singoli popoli, così come la lingua, il diritto, l’arte, la musica, la scienza; ne rispecchiano la forma mentis, la visione del mondo, il carattere, la personalità di base. Cosa avverrà nel prossimo futuro in Italia con una forte presenza di musulmani se non si bloccherà immediatamente l’immigrazione? Nessuno si illuda che dando loro la cittadinanza italiana, come è stato proposto da alcuni partiti, diventino italiani. Non è l’anagrafe a creare i popoli e la loro cultura.

Da quanto abbiamo detto sullo statuto delle donne nell’islamismo è facile comprendere come questo rappresenti uno dei pericoli maggiori di disintegrazione per il tessuto della società italiana. Per quanto le donne siano oggi in grande maggioranza ben consapevoli di se stesse, dei propri diritti, della propria libertà, sono però in qualche modo fragili, poeticamente alla ricerca di un amore «diverso», vagheggiando un maschio sessualmente e psicologicamente forte, capace di dominare, tipi ormai rarissimi da trovare fra gli italiani.

Le promesse di parità non contano: una volta sposate con un musulmano le donne sperimentano la forza della cultura islamica non soltanto nel marito ma in tutta la sua famiglia e sono costrette ad una obbedienza che diventa anche più grave con la nascita di figli.

Ma possiamo intravedere pericoli ancora più gravi per la tenuta della società nei messaggi che si sprigionano nell’aria, dal punto di vista culturale, con una forte presenza di donne velate, tabuizzate, spesso infibulate, che coltivano doveri, ideali, mode, sentimenti, passioni, linguaggi in totale contrasto con i nostri. L’aria culturale non la si può chiudere nelle moschee o nei tribunali appositi: la respiriamo tutti. La «tolleranza» ne facilita la circolazione ovunque e coloro che, nascosti dietro le torri di Bruxelles, hanno ideato e sostengono l’immigrazione di massa come il migliore strumento per distruggere l’Europa, lo sanno benissimo. È sbagliato infatti credere che il fascino della libertà di cui godono le donne italiane avrà necessariamente la meglio sulle «chiusure» musulmane. È già successo nel passaggio dalla libertà delle donne romane alla clausura di quelle cristiane.

 
 
 
 
 

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