Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
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Messaggi di Settembre 2016
Il tempo ossida ogni cosa delle nostre vite e corpi e così è per le cose della politica – e Renzi e il suo s-governo vanno in cronaca, da gran tempo ormai, più per gli schiaffoni che gli arrivano da questa o quella parte politica e sociale (inclusa l’opposizione interna) che per le cose che ha fatto: le banche, il maledetto job act del lavoro pagato coi vouchers e quel pasticciaccio brutto di palazzo Madama e Chigi che riformerà il Senato mandandoci dentro dei nominati al posto dei presenti eletti (ma non era meglio eliminarlo tout-court?). E speriamo che a novembre ce lo togliamo di torno, quest’imbonitore fiorentino da tre palle un soldo arrivato al potere con una congiura di palazzo e restatoci così a lungo a causa dei bizantinismi del presente sistema dei partiti e dei voltagabbana che formano la sua maggioranza dei tre forni (alfaniani, verdiniani e, all’occorrenza, la stessa Forza Italia). Intanto ci teniamo l’Europa che ci esclude dai vertici e alla quale ci rivolgiamo col cappello in mano per avere ‘più flessibilità’ nei conti e nel debito stellare che non riusciamo a intaccare per non incorrere in leggi di bilancio ‘lacrime e sangue’ e che imploriamo, l’Europa, che si prenda almeno un pugno di migranti che importiamo dalla ‘frontiera sud’ per forza inerziale e follia di cattiva politica immigratoria a centinaia di migliaia ogni anno e vanno, per le segrete vie e con l’aiuto delle folli associazioni dei ‘no borders’, a ingrossare le giungle di Calais che costeranno la presidenza a Hollande e quelle di Ventimiglia e di Como che costeranno al pd la perdita della risicata, esigua maggioranza di s-governo alle prossime elezioni. E anche la presidenza Trump, nelle cronache e nei telegiornali, fa capolino come non più una ipotesi maledetta, bensì una maledizione colla quale occorre misurarsi e riflettere su come e perché stanno cambiando le maggioranze di governo future delle principali nazioni e quali spaventosi errori abbiano commesso le sinistre dell’Occidente malate di buonismo e che ancora affermano – come quei dementi fissati su una sola frase e faticoso concetto che allaga le loro scatole craniche e fa naufragare le sinapsi – che ‘multietnico è bello’, mentre Charlotte è in stato d’assedio a causa dei disordini e si contano i morti nei supermercati, come si sono contati e si conteranno da noi a Parigi, Bruxelles, Nizza e chissà dove domani, chissà dove. A Roma, forse? |
Tornano i ‘venti di guerra’ – una guerra per bande, per sette tribali, per gruppi di ‘ribelli’ non meglio identificati da un giornalismo pressapochista e schierato in grandissima maggioranza colle scelte folli e sbagliate dell’amministrazione Obama. E una campagna elettorale giocata su queste tragiche evidenze non potrà che risolversi male, premiando un ‘nazista dell’Illinois’ o (ne dubito) un ex segretario di stato maneggione e impastato di vecchia politica e di vecchi politici incollati alle cadreghe che hanno già dato abbondanti prove di saper fare sempre e solo scelte sbagliate e folli, di certo in politica estera, – e che non pronunciano le parole giuste di fermezza di fronte alla tragedia delle bombe dell’altro ieri fabbricate e poste a dimora da un afgano ‘naturalizzato’ (ma che c…. vuol dire?) – ennesimo figlio malato del mondialismo e dell’accoglienza indifferenziata e non governata da Obama e dalla sua pessima amministrazione. Le forze armate siriane hanno proclamato la fine della tregua nel Paese. Damasco ha accusato i ribelli di aver sabotato… HUFFINGTONPOST.IT Reposta per primo quest’articolo |
Un certo giornalismo, posto di fronte ad avvenimenti eclatanti e dolorissimi, sembra 'ciurlare nel manico' e ripete all'infinito frasi senza senso prestategli dai politici, - grandissimi 'ciurlatori'/imbonitori per definizione e vocazione. L'attentato di Manhattan del cassonetto esploso stanotte (ora italiana) e che ha causato 29 feriti sarebbe, a sentire il sindaco della città, 'intenzionale' - e non par dubbio a nessuno, nemmeno al più cretino tra noi, che il mettere una bomba in un cassonetto riveli una 'intenzionalità' dell'attentatore/terrorista. E la parola che non si vuol pronunciare - neanche se l'attentatore apparisse d'improvviso davanti a una telecamera, con barbetta e tratti del viso marcatamente arabi e con un cartello levato con su scritto: 'Sono stato io; sono un 'radicalizzato sul web': Allahu akbar!' - è l'orrenda parola 'terrorismo'. Perché l'ammettere pubblicamente che 'il terrorismo è tra noi', - è il nostro cruccio quotidiano delle nostre vite blindate - comporterebbe il dare ragione a Trump e favorire la sua campagna elettorale - altra grandissima bestemmia di un giornalismo 'embedded' che fa 'carte false' pur di non ammettere che i sondaggi volgono decisamente a favore del 'nazista dell'Illinois', come lo ha definito Crozza. Ma giova ricordare che i pretesi nazisti non sorgono come funghi nei boschi per caso, bensì sono la nemesi e il portato di fatti ed eventi a cui abbiamo tutti in qualche modo contribuito con scelte sbagliate quali le società multietniche che abbiamo fatto crescere in modo esponenziale nelle nostre città - e si trascinano dietro gli inevitabili conflitti e le guerre intestine dei 'radicalizzati sul web' - e con le tolleranze colpevoli e le vili acquiescenze di chi non vuole 'prendere posizione' radicale , neanche quando sul terreno ha lasciato amici o parenti. Mala tempora currunt. ILFATTOQUOTIDIANO.IT
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Che ci sappia fare, da imbonitore, ognun lo dice e la sua loquela svelta e gli argomenti che sciorina a favore delle sue pentole miracolose in cui ci puoi cucinare di tutto – dalla riforma del Senato al job act, passando per i bonus a pioggia che non hanno risollevato l’economia di un dito – sembrano buoni argomenti, ma al referendum prossimo venturo si vedrà se avrà convinto ‘gli italiani’: parola di cui si riempie la bocca ad ogni piè sospinto come se ne fosse il megafono e l’oracolo. E l’economia che ristagna è il suo cruccio e la sua condanna (it’s the economy, stupid) e non gli è bastato farsi accompagnare nella sua resistibile ascesa dalla avvenente, e pur brava, pulzella estrusca dai morbidi boccoli – e il padre invischiato in quella brutta storia di banche etrusche -, e oggi è in grave affanno e debito di fiato, il condottiero-imbonitore, e si è costretto a più di una marcia indietro e ‘ritirata strategica’ e manda a dire che l’eventuale vittoria del ‘no’ al referendum non lo vedrà dimissionario – e le sue pentole rigurgitanti di promesse e residui bagliori per le allodole si ammucchiano invendute mentre a Bratislava gli mandano a dire che ‘non c’è trippa’ per i furbi gatti fiorentini che si riempiono la bocca dello slogan atroce de ‘salviamo vite’, ma poi vogliono rifilarle sotto veste di ‘giungla di Calais’ e campi-profughi di Como e Ventimiglia alla Francia e alla Svizzera, intasando l’Europa di clandestini e nuovi schiavi – e le periferie urbane delle metropoli europee piene di disoccupati cronici che si ‘radicalizzano sul web’ e studiano di far saltare in aria la cattedrale di Notre Dame con tutti i turisti dentro e i morti e il sangue sul sagrato. E il povero imbonitore fiorentino ieri si è presentato da solo alla conferenza stampa, lamentando i nulli risultati dell’ennesimo ‘vertice europeo’ (ma non bastano le video-conferenze per quelle vostre inutili cose – con quel che ci costate, a noi contribuenti?). E ha tuonato il suo ‘faremo da soli’ che dà i brividi – considerate le frontiere chiuse dell’Europa e i mille e mille clandestini che andiamo a prendere fin sotto le coste libiche per soddisfare gli slogans elettorali dell’imbonitore che ‘salviamo vite’. Per chi ama approfondire.http://www.ilfattoquotidiano.it/…/bratislava…/3038472/ |
La città futura Mi sono aggirato nei labirinti luridi del mio primo slum metropolitano a 20 anni, a Manila e, quando ne parlai a un amico che lavorava nella capitale, mi disse che ero fortunato di esserne uscito indenne. Mi muoveva la curiosità di tutte quelle persone chiuse in quella dimensione urbana di miseria eclatante e fatica di vivere e nessuna speranza, a breve, di uscire da quel ghetto osceno, crudelmente contrapposto alla città di pietra e monumenti e strade pulite ed edifici governativi e ristoranti e cinema, insomma il 'centro': motore della fragile economia metropolitana che tutto sostiene, anche le briciole che si portano via gli ultimi e i marginali: gli abitanti degli slums. E anche Bruxelles, l'oscena capitale del 'plat pays' cantato da J. Brel (in realtà un paesaggio ondulato e fitto di boschi e foreste) ha il suo 'centro': motore di una economia turistica asfittica e massimamente caotica – e a stento si passa tra i tavoli e le sedie delle strette viuzze e delle piazzette dove fastidiosi 'mettidentro' insistono a rifilarti il piatto del giorno e le altre schifezze precotte di quasi tutti i ristoranti turistici all over the world. Però abbiamo già i molti sacerdoti neri che cogestiscono la grande chiesa del Sacre Coeur e officiano i riti funebri e vi celebrano i matrimoni – e così ci è chiaro il perché, in tanta 'crisi delle vocazioni' bianche e occidentali, il papa di Roma insista così tanto nel voler accogliere tutti i sedicenti profughi – qualche prete ne uscirà dalle centinaia di migliaia che accogliamo obtorto collo nella tanto generosa Europa vogliosa di mutazioni epocali. E sarà per l'affanno dalla calura estiva e la quantità inverosimile di turisti - che pare di essere a Venezia nella sua devastata 'area marciana' con le cavallette del 'mordi e fuggi' quotidiano - che lascio mia figlia seduta su un muretto a far riposare i suoi borders e mi spingo in un bar poco distante e ordino una 'Leffe' bionda e chiacchiero con il facondo gestore, un belga bianco per antico pelo sopravvissuto alla mutazione epocale della sua città e gli chiedo come va, dopo la mattanza dei 'radicalizzati sul web' ultima scorsa. E, cercando la via del ritorno al parcheggio dove abbiamo lasciato la macchina, passiamo per un lungo-fiume dove l'amministrazione comunale, disperata dopo gli ultimi eventi tragici, ha effigiato una quantità di gente multi colore e di etnia diversa tutti sorridenti e, nell'intenzione e nella speranza degli autori istituzionali, ben integrati e contenti di vivere colà - tutti insieme appassionatamente, nel Belgistan dei nostri tormenti e dubbi atroci. Compresi i poliziotti bianchi delle molte auto-pattuglie che sfrecciano ininterrottamente per via Charles Quint e istituiscono i posti di blocco e sorridono tra loro e si danno pacche sulle spalle – forse felici per la quantità di lavoro che viene assicurata loro dalla città futura delle banlieueus multietniche. Facciamoci gli auguri. Molti radicalizzati sono già tra noi – lo hanno detto in molti articoli i valenti giornalisti bene addentro alle 'intelligences' dei vari paesi sotto attacco - e molti altri ne andiamo a prendere quotidianamente con le 'navi dei folli' di Frontex, giusto a dieci miglia nautiche dalla Libia. Buonismo o masochismo? Chi vivrà dirà. Per intanto i cocci di questa ondata di miseria di ritorno (e i morti e i feriti per le strade) sono nostri. |
Inviato da: cassetta2
il 29/07/2024 alle 22:19
Inviato da: ARCAN020
il 29/06/2024 alle 12:34
Inviato da: fedechiara
il 24/06/2024 alle 06:56
Inviato da: VIOLA_DIMARZO
il 23/06/2024 alle 16:38
Inviato da: fedechiara
il 23/06/2024 alle 15:31