Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
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Messaggi di Luglio 2018
Chissà quale è stato l'elemento scatenante l'odio della Fallaci – che così a lungo e approfonditamente frequentò i luoghi dell'islam e le sue genti. Odio nei confronti dell'ideologia totalizzante e imprigionante di quei dessi: tutti 'allah akbar' e guai a sgarrare in costumi libertari e libertini perché, subito, 'boko aram' - che rapisce e reclude le vergini nere già avviate verso i luminosi orizzonti del terzo millennio e le re-imprigiona nel nero velo luttuoso del monachesimo medievale islamico. Gli è che, per la Fallaci, in principio fu amore e ammirazione - come capita al viaggiatore che transita per quelle contrade armato di bella comprensione e voglia di conoscenza, e riporta e narra nei suoi volonterosi diari di gentilezze e accoglienze squisite, - ma, si sa, viaggiare è transito breve e, se non supera la soglia fatale di giorni tre, l'ospite viene salutato con il fazzoletto sventolante e non puzza - come, invece, recita un acre e icastico adagio delle mie parti. E, se si leggono le statistiche della presenza mussulmana nel Regno Unito riportate dall'articolo qui sotto, non si può non dirsi preoccupati del fatto che nel 2001 quei dessi viaggiavano intorno al 14 per cento della popolazione residente e nel 2014 già sono al 21 e fischia. Che, di questo passo, il sogno del Califfato dell'Isis - con tutti noi, indigeni storici ormai minoritari e proni sul tappetino rivolti alla Mecca, e mandare le sure a memoria e scritte cento volte sulle pareti di casa - si realizzerà per via di accoglienza indiscriminata e progressiva ed esponenziale. E se il governo britannico si premura di dirci che saranno puniti i 'cattivi maestri' che hanno consentito alla lobby islamico-radicale di mettere mano ai sacri principi dell'insegnamento occidentale e di cassare la musica e il canto e iconoclasti sopratutto per la figura femminile, pure non ci sentiamo rassicurati e temiamo fortemente il medioevo prossimo venturo che si accompagna all'idea di allah e del suo profeta barbuto che unificò i nomadi pastori di allora e ancora ce li propone vittoriosi e in espansione al nord con pochi neuroni modificati e adeguati alla post modernità. Chi vivrà vedrà e i cocci sono i suoi; però c'è una comunità multietnica che mi va di additare ad esempio di nobili e preclare visioni di un futuro migliore e buona e civile convivenza ed è la comunità scientifica dei campus universitari e dei centri di ricerca avanzata. Peccato sia abbondantemente minoritaria e di scarsa presa esemplare su quei nomadi ex pastori che ci ostiniamo ad accogliere e a non integrare. https://www.corriere.it/esteri/14_luglio_25/iraq-distrutta-moschea-giona-isis-era-meta-apostasia-e8bc459c-13ed-11e4-9950-e546b7448c47.shtml
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A costo di apparire 'lento' e non 'rock' - come semplificava il ragazzo della via Gluck-, ecco due o tre note sulla morte di Amy Winehouse (chi era costei?).
https://www.youtube.com/watch?v=2oNnugi3yLU
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23 luglio 2016
Passavo traghetto, ieri sera, in un vaporetto che, credo, aveva imbarcato più passeggeri del massimo consentito che sta scritto dai costruttori sulle targhe inmetallo sopra la cabina. Una vera e propria scatola di sardine e olezzante del pari dei naturali effluvi sudoriferi dell'estate afosissima, E i miei pensieri seguivano il corso delle funebri notizie che venivano in diretta da Monaco, - fatti atrocissimi che accadono solo pochi giorni dopo quelli di Nizza e dell'assalto all'arma bianca -ascia e coltello, armi di ferocia tribale - di un giovane afgano, ('rifugiato' e amorosamente ospitato da una famiglia tedesca, vera e propria 'serpe in seno') su un treno in corsa e contro inermi turisti cinesi in vacanza, compresi le donne e i bambini a cui il padre ha tentato, invano, di fare schermo col suo corpo ferito. E mi veniva da pensare a quale immensa strage seguita da affondamento nelle buie acque del Canal Grando avrebbe compiuto un attentatore suicida imbottito di esplosivo se imbarcato su quel vaporetto prossimo alla sua 'linea di galleggiamento'. E solo ieri ascoltavo alla radio la sintesi di una intervista che Marc Augè ha rilasciato a 'l'Espresso' (peccato che l'articolo sia criptato e non possa essere mostrato per intero) in cui si parla di 'guerra' tra noi e loro, - tra le migliaia (forse decine di migliaia) di aspiranti-martiri immigrati di prima, seconda o terza generazione e radicalizzati sul web e noi, le vittime di un massacro e di stragi indiscriminate e stupide dove a morire sono persone qualsiasi, perfino dei 'buonisti' che pensavano buona e giusta tutta questa follia di accoglienze fuori controllo e banlieues fitte di disoccupati cronici che si rivolge contro di noi come fosse una 'guerra civile', - ma è solo una 'guerra tribale' che potremmo facilmente controllare col mettere in sicurezza le frontiere e tenere l'allarme rosso sempre acceso e 'leggi speciali' che isolino e scovino i grandissimi figli di buonadonna che sparano, ammazzano e progettano attentati dei più fantasiosi e micidiali. E finché durano gli arrivi sulle nostre coste a migliaia e non riusciamo a impedire il dispiegarsi del maledetto traffico di esseri umani e le partenze dei barconi dalle coste libiche ed egiziane a causa dell'incapacità politica e di governo dei presenti s-governanti europei, Juncker in testa e nessuno escluso, il numero di potenziali 'soldati' di questa sporca e infame guerra tribale aumenterà statisticamente insieme al numero dei nostri morti ammazzati – vittime inermi di una guerra che non abbiamo mai dichiarato e che non combattiamo con la necessaria durezza di 'intelligence' e leggi e provvedimenti di espulsione a migliaia che facciano il paio con le le 'migliaia' di soldati in sonno denunciati dallo stesso Augè e pronti a 'entrare in azione'. http://espresso.repubblica.it/…/la-frattura-francese-1.2782… "Vi spiego la frattura che c'è oggi... ESPRESSO.REPUBBLICA.IT Si è prodotta negli anni 70 con la disoccupazione di massa, e i luoghi del riscatto operaio sono diventati simbolo di sconfitta, soprattutto per i figli degli immigrati arabi che cercano la rivincita. Parla il grande antropologo Marc Augé |
A rischio di passar per cinico, mi provo a chiosare i recenti avvenimenti della 'guerra di Gaza' e dei razzi e dei tunnel di Hamas - nuova frontiera sotterranea di quelle che erano le vecchie trincee delle vecchie guerre di posizione da dove si sparacchiavano addosso ad ogni ora del giorno e si mitragliavano e lanciavano gli 'shrapnel' con grande spreco di vite umane; ma mancavano i giornalisti free lance, oggi onnipresenti sui 'teatri di guerra' , e ancora non avevano inventato 'il web': che amplifica i torti dell'uno e magnifica il sacrificio degli altri e vince chi colleziona più 'mi piace' e 'condividi'. Ho una discreta e lontana esperienza di dibattito sul merito dei civili loro malgrado coinvolti nelle guerre e costretti a 'prendere posizione' dall'una o dall'altra delle parti in conflitto che transitano sui loro territori. E la seconda volta fu quando raccolsi le memorie di mia suocera col fine di farne un libro e il contesto era l'Istria redenta e poi dannata pel volgere degli eventi storici del 'secolo breve' e la guerra persa ignominiosamente dal fascismo italiano e le armate di Tito dei 'fratelli slavi' che prendevano possesso di quei luoghi. E, ancora una volta, ecco il tema dei civili incolpevoli e vittime e il coro dolente (a volte arrogante) de: 'Poverini gli esuli e gli esodati.' - volontari o no - cacciati dalle loro case con le minacce di essere 'infoibati.' Neologismo atroce che tuttora ci perseguita nelle ricorrenze di quegli avvenimenti che 'non macinano più' - al pari dell'acqua che scorre sotto i ponti e 'chi ha dato ha dato e chi a ha avuto ha avuto', con quel che segue dei cinismi della Storia. Perciò non si stupiscano tutti quei tali, giornalisti e lettori e web-frequentatori, se la tematica dei poveri civili vittime dei bombardamenti non mi suscita speciali attenzioni ed emozioni, dato che, quando si accende una guerra coi razzi sparati tra le case di Gaza e si fa 'saltare la mosca' al naso di un ingombrante vicino potente e super armato, non si può, poi, pietire uno status di eccezione - ed è a tutti noto che la guerra dei missili e delle bombe e dei razzi contiene per intero gli 'effetti collaterali', indesiderati, certo, ma inevitabili in caso di deflagrazioni, delle abitazioni civili e degli asili che saltano in aria e si sbriciolano. Qualcuno potrebbe gentilmente avvisare quelli di Hamas che fare la guerra in un contesto siffatto significa 'chiamare alle armi' e obbligare ad essere parte attiva, sia pure obtorto collo, anche gli abitanti delle case e degli asili? |
Inviato da: Anthony101990Jones
il 26/04/2024 alle 10:55
Inviato da: aracnoid.999
il 11/04/2024 alle 16:31
Inviato da: animasug
il 29/03/2024 alle 15:03
Inviato da: fedechiara
il 27/03/2024 alle 14:40
Inviato da: maresogno67
il 27/03/2024 alle 08:31