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Messaggi di Marzo 2019

Leave or remain

Post n°806 pubblicato il 06 Marzo 2019 da fedechiara
 

Vive e lotta insieme a noi. 06 marzo 2013

'Lascio' e 'resto' sono le moderne polarità della contesa politica che immettono aria nuova nel sistema democratico e rappresentativo.
E ieri è morto Hugo Chavez, dopo 14 anni di 'regno' e la regina Elisabetta rischia di lasciare anch'essa, dopo 61 anni di pacifico impero, per una banale gastroenterite, - chissà che cosa le è venuto in mente di mangiare, poverina, alla sua età.

Ma, fuor di battute, è vero che presenza e assenza dominano il nostro vivere quali categorie filosofiche e quali fantasmi per i quali ci struggiamo in amore e in morte. 
E lasciare questa valle di lacrime è evento quanto mai traumatico perché 'definitivo', irrevocabile davvero e sorprendente per chi, come noi, si è tristemente abituato alla manfrina del principe degli imbonitori che 'lascia' e 'torna' e 'resta' a suo piacimento, malgrado la sua presenza sulla scena politica sia indigesta come e peggio di una gastroenterite grave e ci costringe a continue corse verso il luogo deputato alla consegna. E speriamo che la magistratura se lo porti al più presto e lo consegni nel suo inferno deputato: quello dei cialtroni emeriti e arroganti e fieri dei loro intrallazzi e le corruzioni che ne fanno la storia personale e imprenditoriale.

E la riflessione che si fa, in questo giorno di lutto politico, è sulla lunghezza eccessiva del regno dei dittatori – e ancora a Cuba si spia il decorso della malattia occulta di Fidel e fioriscono le leggende su un suo sosia che ne avrebbe preso il posto per garantire la continuità del sistema politico tutt'affatto speciale e carico di antica gloria che solo quella figura carismatica garantisce.

E per chi, come me, ha attraversato tutto lo spettro delle dittature latino-americane sostenute e imposte dai 'gringos' imperialisti degli U.s.a. e ancora ha negli occhi e nelle orecchie gli echi dei massacri consumati dai militari cileni di Pinochet e dagli argentini di cui alle 'madri della plaza de mayo', Hugo Chavez è figura eroica, pur se smargiasso e sbruffone e 'fuori misura' nelle sue arringhe e comizi – ma non poteva essere diverso se lo si rapporta allo strapotere della potenza americana che, invano, per lunghi e dolorosi decenni, ha cercato di spegnere la fiamma delle rivoluzioni socialiste e dei diritti dei lavoratori delle fabbriche e dei 'campesinos' senza terra.

Hugo Chavez è morto, viva Hugo Chavez – che ancora vive e lotta insieme a noi.

  • L'immagine può contenere: 3 persone, persone che sorridono, barba e primo piano

 
 
 

Gioiosi anniversari

Post n°805 pubblicato il 05 Marzo 2019 da fedechiara
 

Exultate, iubilate.  -  05 marzo 2018

Buongiorno! Nel vero senso dell'augurio. Facciamoci una applauso, anzi: sconfiniamo nell'ovazione. E' un trionfo, un peana di vittoria, un inno nazionale riscritto per l'occasione: 'Fratelli d'Italia, l'Italia s'è desta! (Okkei, okkei, non esageriamo).
Ma battiamo la grancassa in giro per paesi e cittadi, accendiamo le miccie dei fuochi d'artificio, apprestiamo gli archi di trionfo ad imperitura memoria per il passaggio dei carri dei generali vittoriosi col codazzo dei prigionieri incatenati.

E non si dica che 'salto sul carro del vincitore' perché basta che vi rileggiate una decina dei miei post pregressi o l'intero mio corpus feisbuchiano degli ultimi tre anni e mi confermerete che: 'Si è vero: ce l'avevi detto e predetto e annunciato a chiare lettere che 'chi è causa del suo mal pianga se stesso' – e il generale-imbonitore Renzi oggi si lava le profonde ferite al petto e all'addome e contempla le migliaia di morti e feriti e dispersi lasciati sul campo di battaglia elettorale. 
E, forse, si ritirerà di là dell'Arno con i pochi fedeli che gli rimangono e si dedicherà alla coltivazione biologica delle patate. Ho detto 'forse', perché già il 4 dicembre di due anni fa aveva annunciato il ritiro, il marrano, e la presente sconfitta è una continuazione di quella battaglia persa e speriamo che il suo nome venga cancellato dagli annali della politica e la sua stella cadente rinominata fra qualche mese in: 'Renzi chi?'

E l'abadessa del corrotto convento di Montecitorio, la maestrina dalla penna rossa altezzosa e depositaria esclusiva di verità rivelate sull'accoglienza misericordiosa senza limiti e confini, una volta stracciata la tonaca e scesa in politica, ci mostra il suo vero consenso nel paese: un miserabile 4 per cento buono solo per ritirarsi a fare gli esercizi spirituali dai camaldolesi a battersi il petto e recitare il mea culpa e il 'perdonami o Signore' fino a raggiunta età senile e prossime visioni di paradiso ultraterreno.

E sappiate che questa rotta di Caporetto, questa battaglia delle Ardenne che sconfigge l'Europa dei Soloni improvvisati e imbecilli che ci dicevano 'populisti' (e non sanno di cosa parlano), inciderà in profondità negli equilibri continentali del prossimo decennio e sarà la chiave di volta di ogni governo futuro di qua e di là delle Alpi - e si metterà finalmente al primo posto dell'agenda europea la questione delle frontiere e dei campi profughi in cui gli s-governanti sinistri hanno trasformato le nostre città e i paesi. Ma non crediate che gli Juncker e la Merkel e la Bonino amica di Soros si mostreranno remissivi e si diranno colpevoli del disastro sociale in cui ci hanno precipitato, anzi! 
La sconfitta li renderà rabbiosi e revanscisti e continueranno ad ammannirci la loro pelosa misericordia e l'obbligo morale di una accoglienza senza limiti perché è il loro malato vangelo, la loro infiammazione neuronica di mistici sinistri da tre palle un soldo che hanno scambiato la pietas - una lodevole attitudine dell'animo umano - per una politica. 
E hanno lanciato incessantemente, negli ultimi decenni, urbi et orbi – Africa, Medio Oriente e Bangladesh e Afganistan - il messaggio disastroso del 'venite, c'è posto per tutti'.

E l'effetto inerziale di quell'annuncio folle lo pagheremo salatissimo per altri decenni futuri e faticheremo molto a mettere ordine e imporre una vera integrazione nelle periferie urbane delle disastrate metropoli, ma il segnale è lanciato alto e clamoroso, un'altra battaglia contro la follia sinistra è stata vinta – dopo la Brexit, Trump, il referendum renziano, e l'ascesa in Austria di un diverso cancelliere, e la Merkel da mesi alla ricerca di una sudatissima coalizione di governo.

Oggi tocca all'Italia e sarà dura tornare a un'idea condivisa di ordine e legge e rispetto della legalità repubblicana, ma siamo in cammino e inizieremo la ricostruzione aggirandoci tra le macerie e le rovine del post terremoto sinistro per constatare i danni e i costi. 
Chi vivrà vedrà. Facciamoci gli auguri, ne abbiamo un gran bisogno.

 
 
 

Naufragi organizzati (davvero, George?)

Post n°804 pubblicato il 03 Marzo 2019 da fedechiara
 

 

Si potrebbe prendere a prestito quella pubblicità televisiva delle capsule di caffè 'Nespresso' in cui un popolo di scettici di varia origine, cultura e religione chiede al protagonista attonito: 'Davvero George?' per chiedere a Nicola (Zingaretti) e al sindaco Sala, - che pretendono che dalla manifestazione di Milano, titolata 'People', prenda le mosse una nuova Italia e una nuova stagione politica – se davvero sanno che cosa bolle in pentola, nella pentola in ebollizione dell'Italia uscita dalle urne il quattro di marzo dello scorso anno e che ha espresso una strana maggioranza (la più larga degli ultimi decenni, va detto) chiamata 'il governo giallo/verde'.

Colori un filo acidi e freddi, ne convengo, e che, tuttavia, bene esprimono il livore di un elettorato che ha visto e vede (e premia, sondaggi alla mano) la politica di Salvini dei porti chiusi - dopo la stagione di follia politica dei mille barconi dei naufragi organizzati dai criminali scafisti e i porti aperti alle centinaia di migliaia di clandestini che hanno violato le nostre liquide frontiere colla collaborazione attivissima di quelle organizzazioni non governative che erano in piazza ieri; e pretendono di tornare ai fasti dei settemila arrivi in un giorno degli organizzatissimi e danarosi naufraghi (tremila/cinquemila euro, ci dicono, per partecipare alla lotteria del naufragio) che affollano i mitici 'lager libici': che ci sian ciascun lo dice dove sian nessun lo sa, e nessun report giornalistico che ce li mostri e ne dia dimostrazione a noi scettici.

E basterà una manifestazione di 200.000 persone (50.000 per la questura) – studenti compresi, che scendono in piazza per tutto e il suo contrario – a dire 'tutto quello che bolle in pentola' in questa nuova Italia sovranista e populista? E la contro-manifestazione che si prepara a fine mese dei sostenitori della famiglia tradizionale del ministro Fontana quanti ne porterà in piazza – a suonare a martello e stormo le campane, opposte alle trombe di Zingaretti e Sala e ai pernacchi dei guerrieri arcobaleno delle lobby gay che hanno sfilato a Milano?

Non è più valido e credibile il dato elettorale dei sondaggi delle europee, che mostrano i sovranisti/populisti ovunque in ascesa e il disegno futuro di una nuova Europa dalle frontiere chiuse, a dirci 'cosa bolle in pentola' di questa Italia/Europa del nostro scontento - e farla finita, una buona volta, con le prove muscolari e le pretese delle piazze clamanti e auspicanti 'we are the people' che lasciano il tempo (e i bollori) che trovano?

ILFATTOQUOTIDIANO.IT
Migliaia di persone si sono date appuntamento a Milano, tra via Palestro e corso Venezia, per partecipare a “People – prima le persone“, la manifestazione nazionale antirazzista e contro le discriminazioni. Un fiume di persone che ha sfilato per le vie del centro a ritmo di musica, con balli e...

 
 
 
 
 

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