Creato da fedechiara il 14/11/2014
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Messaggi di Aprile 2020

C'è Liberazione e liberazione

Post n°1224 pubblicato il 25 Aprile 2020 da fedechiara
 

Liberarsi è un verbo topico nelle nostre vite. Ci liberiamo di carte imbarazzanti prima che ci arrivi per casa la polizia e il procuratore con l'imputazione di traffico d'armi e/o commercio illegale di zanne di elefante e/o rinoceronte. 
Ci liberiamo dei molti fastidi connessi al nostro vivere quotidiano: dai rumori molesti dei vicini di casa (cambiando casa, perché se aspetti che lo faccia la forza pubblica, campa cavallo) alla moglie-Santippe che, prima, era un amore di donna e vedi un po' com'è evoluta, poverina; avvocato mi prepari le carte del divorzio.

E quest'anno ci piacerebbe tanto liberarci di questo virus strano e famelico di vite umane che così tanto sconquasso ha seminato nelle nostre vite e durerà chissà quanto, ahinoi, e ci batteremo il petto per anni, accusando pubblicamente la Cina e i suoi maledetti laboratori e gli sventati ricercatori dagli occhi a mandorla che l'hanno lasciato scappare fuor di provetta (dicono), ma anche il particolato delle nostre città – che forma i 'cluster' malefici dell'inquinamento urbano includendovi l'aerosol dei virus maledetti. Leggetevi l'articolo qui sotto.

E oggi ricorre la Liberazione dal nazifascismo, ah beh, si beh. Un Grande Evento nazionale che ha segnato la storia degli ultimi 75 anni di ininterrotto 'dopoguerra', costringendoci afflitti nel ricordo delle malefatte dell'una e dell'altra parte in conflitto - e stringendoci a coorte dentro questa o quella fazione politica opposta; l'una che si inchina ed omaggia i suoi lontani combattenti e batte ognora la grancassa di una 'partigianeria' dura a morire (oh, partigiano, portami via) e l'altra, a cui appartengo, che auspica l'apparizione di un fumo di umana leggerezza all'orizzonte e la finale consegna di quei morti e di quei misfatti al periodo storico di appartenenza, - e nessuna opportunistica tracimazione nel presente di una lotta politica già sovraccarica di suo.

Beh, buona festa di Liberazione, compaesani, in primis dalla pesantissima zavorra dei domiciliari scontati per mesi due - e il virus ancora arzillo e presente in tutti i tiggi e le prime pagine dei giornali - e, in secundis, da ogni e qualsivoglia male che ci affligge e che nominiamo diversamente secondo le storie e i diversi percorsi mentali di ognuno.

 
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Ieri accadeva

Di infiammazioni e distinzioni

Appartengo alla generazione degli Infiammati – che viene da 'fiamma' e quindi passione e fuoco di partecipazione e fazione politica e i nefasti furori conseguenti. Peccati di gioventù che l'età senile tempera e riscatta con le riflessioni pacate e con più larga inseminazione di 'ragione' che fronteggia il 'sentimento' ormai lontano negli anni.
Gridavamo nei cortei, 'Il 25 Aprile è nata una p....... e l'hanno nominata Democrazia Cristiana' e avevamo torto, oggi lo so, perché tutto il malaffare e il mal agire pubblico e lo s-governo e gli scandali e le ruberie che hanno distrutto quel pachiderma politico (e, oggi, il suo erede Forza Italia: grandioso esempio della 'Storia che si ripete in farsa') non giustificavano un'invettiva così rabbiosa e il malanimo e il furore che hanno portato, poi, agli 'anni di piombo' e al terrorismo delle Brigate rosse. 
La Democrazia Cristiana fu anche un grande partito di popolo. Popolo moderato, è vero, - e sappiamo dalle attente letture della cronaca che si mutava in Storia quanto male abbia fatto all'Italia il 'moderatismo' usato come scudo politico e clava contro l'altro polo della storia d'Italia: il polo social-comunista - lungamente escluso dal potere e per questo logorato, come lo coglionava l'Andreotti-belzebù, buonanima, e affermava: 'Il potere logora chi non ce l'ha.'

E quella pacatezza della ragione che l'età coltiva mi portava a notare, - ascoltando l'intervento di un vecchio 'partigiano' non pentito a 'Primapagina' che paragonava i fatti della Resistenza alle 'nuove resistenze' di oggi, id est schierarsi con gli infiammati 'no borders' nostrani e lanciare anatemi e frasi ingiuriose contro gli austriaci 'fascisti', a sentir lui, che chiudono il Brennero all'ondata di tsunami immigratoria che, per decenni, noi italiani non abbiamo saputo/voluto governare e l'abbiamo lasciata tracimare a nord delle Alpi – quella pacatezza della ragione, dicevo, mi fa notare lo 's-ragionamento' e l'invettiva cretina del radio-ascoltatore che lo stesso Sansonetti, il conduttore della trasmissione, stigmatizzava e rimandava al mittente.

Perché 'misiar 'e verze' della Storia è sempre un'operazione idiota e di neuroni rattrappiti nei loro angoli e nicchie encefaliche mai scopate e lavate; e dire 'fascisti' agli austriaci e a tutti gli altri popoli che hanno chiuso le frontiere - per le ovvie ragioni degli altissimi numeri di migranti che si muta in 'onda di tsunami' capace di travolgere le economie e i faticosi equilibri sociali, (come si è mostrato nelle famigerate 'banlieues' parigine dei 'foreign fighters' radicalizzati sul web' e nel famigerato quartiere islamico di Moellenbeck che offriva covi protetti e complicità ai terroristi assassini) – è stupidaggine antica che non sa coniugare le evidenze dei fatti e le necessarie distinzioni e antepone le ruggini del sentimento antico di fazione politica alle clarità della ragione, che pure ha ispirato le sinistra giacobina delle origini - la Dea Ragione che studiavamo sui banchi di scuola.

Che il 25 aprile vi sia giorno ragionevole e sereno, oh popolo di infiammati buonisti e partigiani immaginari tuttora adusi alle vetuste e inutili invettive.

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Non facciamoci mancare niente

Post n°1223 pubblicato il 24 Aprile 2020 da fedechiara
 

Le sette piaghe redivive.

Forse davvero i Maya si sono sbagliati nel conteggio del finis terrae atque humanitatis. 
Forse è proprio il 2020 la data giusta, invece del fatidico 2012. Me lo fa credere l'articolo postato qui sotto che, se non fosse targato 'La Stampa' sembrerebbe un fake, il parto spiritato di un complottista navigato, o di un 'terrapiattista' da convegno astrologico e austroungarico – con corredo di segni zodiacali e relativi ascendenti.
Dunque dobbiamo aggiungere anche la fame e la carestia a questo anno bisesto - che non dovremo memorizzare negli annali delle nostre vite perché sarà l'ultimo e conclusivo.

Per la verità ci sarebbero anche un paio di articoli che ci danno conto della inquietante prossimità di un asteroide di duro ferro spaziale che fa cinquanta chilometri di diametro circa – roba che, in un eventuale impatto, determinerebbe la fine di quindici ere di dinosauri, figurarsi i fragili umani sopravvissuti alle carestie bibliche di cui si narra.

Ah, dimenticavo. Uscendo a far la spesa ho notato tre cavallette di grande stazza levarsi in volo fuori dall'erba fitta di un prato. Che siano l'avanguardia degli sciami di locuste di cui si era parlato per il Corno d'Africa un mese fa? 
Così, giusto per amore di completezza e non farci mancare niente.

 
 
 

Ad maiora.

Post n°1222 pubblicato il 22 Aprile 2020 da fedechiara
 

 

Me ne sono fatto una filosofia di questo nostro tempo di reclusioni e infodemie paranoiche gonfiate dalle pandemie. Qualcosa di simile al consiglio che Virgilio dà al suo compagno di viaggio nel percorrere i gironi infernali: 'Non ti curar di lor, ma guarda e passa.'
E 'lor' sono i talebani delle mascherine da indossare obbligatoriamente e coercitivamente anche se i tuoi percorsi sono di aperta campagna e solitudini estreme - e solo di striscio e incidentalmente capita di incrociare una strada privata da cui fuoriesce il suv-carroarmato col buzzurro al volante mascherato e guantato perfino all'interno del suo abitacolo. 
Della serie: 'Ma papà ti manda solo?'

Ed è giusto il caso di dire che 'fama di loro il mondo esser non lassa' e che 'misericordia e giustizia li sdegna' quei poveretti rimasti invischiati nella ragnatela appiccicosa delle comunicazioni ministeriali e/o regionali e comunali a tal punto da non saper distinguere il grano dal loglio degli 'esperti' virologi che emettono le loro grida sanitarie rivolte ai territori dell'urbe dove si stipano decine di migliaia di persone in poco spazio - e le campagne silenti e i boschi dove mi infratto, sono esenti, ca va sans dire, da umane contaminazioni. 
E, come stimava un altro virologo in un suo articolo, è 'una su un milione' la possibilità che un virus coronato svolazzi libero e felice nell'aere planando ardito sulle ali del vento e finendo insaccato, tu vedi la sfiga massima e il destino cinico e baro, giusto dentro la tua narice di solitario pedestre serenamente deambulante nella sua 'ora d'aria'.

Perché, diciamocelo fuori dai denti, viviamo reclusi e mezzo folli e avviliti all'interno di una bolla di impazzimento collettivo gonfiata a dismisura dai tubi catodici che ci propinano h24 i conteggi dei morti-feriti-dispersi e gli slogans pseudo consolatori de: 'Ce la faremo' e 'Andrà tutto bene.'

E la sola difesa a uomo consentita è cambiare canale e sintonizzarsi su raistoria giusto per cambiare aria e tempo storico in cui rivivere liberi da maledette pandemie – e pazienza se quel tempo televisivo include una guerra o un Ventennio fatale. Ma, davvero, l'epopea di Claretta Petacci e del suo pigmalione tonitruante o quella di Carlo Magno incoronato imperatore di ritorno da Roncisvalle sono tempi televisivi e ri-creazioni mentali altamente preferibili a quest'incubo pandemico che attizza il peggio neuronico all'interno delle troppe menti paranoidi munite di mascherina e guanti anche nelle solitudini domestiche. 
Ad maiora.

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Arte, sola gioia

Post n°1221 pubblicato il 21 Aprile 2020 da fedechiara
 


21 aprile 2015 · Satiri e odalische

E ai piani superiori l'arte del Bambino Sapiente, - che ha ridotto a gioco della pop art la Storia degli avi minoici: le statuette e gli altri antichi reperti chiusi nelle teche dei musei e le ha trasformate in spazio-giochi degli asili e fantasiose divinazioni e misteriosi esorcismi -, diventa stupefatta ammirazione e raffigurazione del più grande mistero dell'universo dopo il big bang: la Madre e la Donna riflessa nei mille colori storia dell'arte.

E il Bambino prodigio la rimira e la effigia nelle cento raffigurazioni della storia dell'arte da lui così ben assimilata: di fronte e di profilo - rammemorandoci il prodigioso Piero dei ritratti del Duca e della di lui consorte e le odalische di Ingrès e di Matisse, ma con l'interna gioia dell'adolescente che li filtra nei ricordi delle spiagge che ha frequentato - dove le donne e le madri erano le visioni e i richiami e i gridolini di gioia che si inseguivano nell'aria per il calore della sabbia ritrovato e commisto agli spruzzi freddi dell'onda di quando si andava al mare 'per mostrar le chiappe chiare'.

E in uno dei suoi grandi quadri a tutta parete si mostra l'umanità ridevole e balneabile dei suoi anni felici che si ammassa a bordo spiaggia ed è una carta d'identità e un 'come eravamo' stupidi e felici quando risuonavano le note di 'Abbronzatissima' a due passi dal mare e non c'erano i barconi dei migranti ad intristirci e lo spettro della Crisi che non finisce mai.

E l'adolescente che prende coscienza dei suoi grandiosi mezzi espressivi si diverte a mostrarci perfino i 'disegni preparatori' di quei suoi quadri - come fossero, che so, gli schizzi e gli abbozzi delle figure guerresche della 'Battaglia di Anghiari', ma è sempre l'ironia e il gioco della pop art a farci sorridere e a riconoscergli 'l'onore al merito' del genio divertito e divertente che dura fino all'ultimo spazio espositivo in alto sulla terrazza interna della corte del palazzo - dove tornano le sculture delle teche al primo piano, ma ingrandite e non meno misteriosamente divinatorie ed evocative di chissà che, con la dea oscenamente ignuda che impugna una freccia d'argento e il satiro cornuto che la affianca che avanza ridente con in su le spalle una baccante ubriaca di gioia.

Martial Raysse – Palazzo Grassi - Venezia

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Stigmi sociali e diritti costituzionali

Post n°1220 pubblicato il 20 Aprile 2020 da fedechiara
 

Pare, si dice (rassegna stampa rainews24 di stamane), che stiano preparando un sondaggio discreto, non troppo pubblicizzato, su cosa pensiamo della detenzione domiciliare - per regolarsi di conseguenza sulle ri-aperture nazionali e/o regionali. I presenti politici di s-governo sono pavidi e guardano ai sondaggi, si sa, ma forse anche il Churchill, che alla radio prometteva lacrime e sangue alla nazione in guerra, si beccherebbe un sonoro pernacchio di ritorno, di questi tempi. Non abbiamo più il fisico per quel genere di eroismi.

Ed è facile predizione affermare che, nei quartieri orribili delle periferie urbane degradate dagli immensi condomini postbellici privi di terrazze o con terrazzuoli asfittici, la risposta al sondaggio sarà un boato di auspicata liberazione e un 'liberi tutti', in barba al virus non domo e malgrado il rischio di nuovi focolai e 'zone rosse' perché, come nota una filosofa qui sotto, non si può privare un intero popolo della libertà per mesi due e pensare di averne un consenso spaventato, un plauso trimestrale e forse oltre.
Perciò a maggio si cambia, ma fino al 15 o fino al 31 avremo treni e autobus che sfilano deserti di gente perché abbiamo rodato una naturale ritrosia al troppo pieno e il 'distanziamento' interpersonale ci verrà facile, mascheromuniti, salvo i poveretti che dovranno tornare in fabbrica tutti insieme a preparare la 'ripartenza'.
E pare che i vecchietti, macchiati indelebilmente con lo stigma sociale di 'anziani' - io con loro - dovranno munirsi di un 'braccialetto' che li tracci e li dica 'immuni' o li dissuada dal muoversi in libertà. Tamponiamoci tutti. 
Il vecchietto dove lo metto della nota canzone.

Con il che veniamo alla riflessione bene espressa qui sotto dal signor Francesco Del Bianco che ci richiama i tempi tristissimi di altri stigmi sociali e divise a righe e filo spinato, ma, per fortuna, il 25 aprile di Liberazione è alle porte e sarà interessante vedere 'l'effetto che fa' al canto di 'partigiano portaci via'. Via, via, via di qua, diceva una nota e più cogente canzone.

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Francesco Del Bianco

AUSCHWITZ PER I RUNNER

Qualche giorno fa il mio vicino ha portato il figlio (molto) piccolo nel giardino condominiale per farlo stare un po’ all’aria aperta dopo un mese di reclusione permanente. Padre e figlio, da soli, fermi nel giardino condominiale. 
Ecco, gli altri vicini hanno chiamato la polizia.

All’arrivo della volante, sono iniziati gli applausi dai balconi, quelli che fanno ai Nocs quando sventano un attentato terroristico. Ma nel prato di fronte a casa c’erano un ragazzo ed un bambino di neanche cinque anni. Di terroristi neanche l’ombra.

Parlo da ipocondriaco, da uomo attaccato alla legalità e da sostenitore convinto del lockdown. Parlo da persona che è chiusa in casa dall’inizio della quarantena uscendo solo per andare a lavoro e per andare a fare la spesa, rigorosamente con mascherina, guanti e guanti dell’ortofrutta sopra i guanti. Parlo da moralizzatore e rompicoglioni di professione. Ma mi chiedo se non stiamo tutti esagerando. Mi chiedo se non siamo tutti impazziti.

Mi chiedo realmente perché debbano passare in televisione il video ripreso con un drone di un tizio che corre da solo in un campo in mezzo al nulla cosmico del centritalia per additarlo come un pericoloso criminale. Perché? Chi sta infettando in quel campo? Gli usignoli? La gramigna?

Ha violato la quarantena, va perseguito, punto. Merita di diventare un numero nella statistica degli italiani che hanno violato la quarantena, il numero #4538 dei 178.780 della settimana.

Ma in che modo quell'uomo è un criminale da dare in pasto ai media nazionali? Additato e mostrificato su quella stessa televisione che per legge non può mostrare le persone ammanettate perché lesivo per la loro immagine. 
Non lo merita lui come non ce lo meritiamo noi, di essere travolti ogni giorno da tutto questo.

È giusto colpevolizzare chi rompe la quarantena? Certo, moderatamente però, perché io reazioni come quelle che scatenano i runner non le ho viste neanche nei confronti degli stragisti mafiosi.

Perché a essere bombardati ogni giorno da tutto questo, inizi a pensare che queste persone – che magari combattono la loro battaglia contro la depressione, contro dinamiche familiari difficili, contro lo stress, contro semplicemente il terrore che sta attanagliando tutti noi in modi incredibilmente diversi – ecco, che queste persone non siano persone, ma solo criminali, perché no, dei mostri.

Perché ad essere bombardati da tutto questo iniziamo a sviluppare un senso di giustizia orrendo, che è più una velleità da giustiziere, che si nutre di sospetto e rancore, di “se sto a casa io devono starci tutti, a ogni costo”, condito da un turpe voyerismo da “La finestra sul cortile”.

Quando vi chiederete che faccia avevano le persone che nel ventennio chiamavano la polizia e sussurravano “credo che ci siano degli ebrei, dal mio vicino”, ecco, pensate tranquillamente alla faccia che potrebbero avere i miei vicini che hanno chiamato la polizia per sistemare a dovere un giovane padre ed un bambino di meno di cinque anni che giocavano da soli nel giardino condominiale.

 
 
 
 
 

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