Creato da fedechiara il 14/11/2014
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Messaggi di Aprile 2020

L'arte e la gioia.

Post n°1219 pubblicato il 20 Aprile 2020 da fedechiara
 

 

18 aprile 2015

E' gioioso l'approccio iniziale che si ha con quel Grande Vecchio che è Martial Raysse. Grande Vecchio perché ancora bambino dentro e capace di magie e laboriose fantasie che sintetizzano artisticamente il mondo intero e ne correggono i molti aspetti grotteschi e mortiferi e lo trasfigurano e rivitalizzano.
Un artista, Raysse, che non conoscevo affatto, nel vasto panorama dell'Arte contemporanea, e già il fatto che abbia scelto di vivere in Dordogna, come si legge nella sua biografia, aggiunge gioia a gioia. Perché ti fa venire in mente il gran naso dello spadaccino innamorato di Bergerac - quello de: '...e giusto al fin della licenza io tocco.' - e il fluire di quel fiume dolce che dà il nome alla regione, sulle cui sponde affacciano e si specchiano i meravigliosi villaggi della 'douce France' dei nostri sogni di una vita altra e diversa, delle molte che abbiamo immaginato e ci sono sfuggite tra le dita.

E già all'ingresso, nella corte interna del palazzo che ospita la sua mostra (M.a.r.t.i.a.l R.a.y.s.s.e - Palazzo Grassi – Venezia), ti aggiri tra le teche di un immaginario museo della Conoscenza e della Fantasia dove le statuette di antichi satiri e deità si confondono con i funghetti colorati e le capre e i contadini-ushabti che menano una strana carriola, e con gli altri sogni infantili buffi e grotteschi e le fiabe trasposte in sculture arcane di un Bimbo Meraviglioso capace di proporsi quale Fautore del Mondo Nuovo che tutti abbiamo inseguito da bambini, ma è durato poco, ahinoi e solo ne serbiamo brandelli e sfilacci nella memoria.

E ti colpisce quella statuetta di un tale che cerca di uscire dalla sua scatola angusta aperta a fatica - e dentro si mostra la luce di un inferno da cui cerca di scappare, ma fuori è tutto un fiorire di luce e galli-eroi ritti nelle loro piume che tirano con l'arco e bambini divini che eruttano fontane luminose.

E se un corpo nudo giace sulla pira della sua vita sofferta - che sembra un eroe troiano a cui è stata negata la meta di una Nuova Città da fondare - nella stessa teca gli fanno consolatoria compagnia i funghetti colorati della rigenerazione e trasformazione della materia e un satiro cornuto che porta sulle spalle una divinità gioiosa e un'altra bianca divinità della pace, più in là, con in testa la piccola colomba simbolica del Volo a cui tutti aspiriamo - o Resurrezione, che verrà qualche millennio più avanti.

E sembrano davvero le teche di un museo dell'archeologia minoica, ma rivitalizzato dal Buffo della fantasia infantile che non trascura la meticolosità nella riproduzione delle sculture e statuette e oggettini correlati - e Raysse è autorevole, autorevolissimo nel coinvolgerci in quel suo mondo di fiaba e cento fiabe della Storia e delle odissee e delle eneidi e le dice vere, più vere del vero, e se il mondo fuori dal palazzo è altra cosa e più avvilente e piatto, beh è un nostro problema, di noi che artisti non siamo e la Fantasia che abbiamo avuto in dono è raggrinzita in un angolo delle nostre menti e spaventata e raggrumata – come quel grumo arboreo che si mangia il corpo di una figuretta di donna e viene in mente Dafne e Apollo e il Laurus Nobilis dalle foglie intensamente profumate....

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Un sogno lungo un giorno

Post n°1218 pubblicato il 19 Aprile 2020 da fedechiara
 

It's a funny, funny world.

E' uno strano mondo quello a cui do il buongiorno la mattina alle prime luci dell'alba, un mondo di apparenza serena – sguardo di campagna e case lontane, alberi ormai rinverditi e con un tappeto di petali ai piedi – ma per l'aria tiepida è tessuto un silenzio allarmato di notti insonni alle finestre perché il nemico è di fuori, invisibile, ma pronto a ghermirti se non ti bardi di mascherina e guanti, come ci dicono in tivù politici, medici e giornalisti consonanti. Una infodemia per alcuni aspetti peggiore della pandemia. Tratteniamo i respiri, il nemico aleggia, subdolo e vigliacco, manteniamo le distanze, ogni uomo e/o donna potrebbe contagiarti. E tuttavia sorridiamo, ci riconosciamo di là delle mascherine dei nostri selfies lunari, restiamo umani.

E' un mondo di uomini e donne rattrappiti in questo genere di pensieri nei giorni e mesi della quarantena – e spaventati dagli annunci di morte perché 'a chi la tocca, la tocca' è il motto delle epidemie e, di giorno, è un rosario di conversazioni al telefono con amici e parenti per sapere se siamo ancora vivi: gloria del momento presente; e già il passato è consumato e il futuro si sfilaccia incerto con le prime luci dell'alba.

E non vediamo l'ora che tutto questo nuovo mondo di incubi e follia collettiva si rischiari come la nebbia al sole e la 'normalità' dei rapporti di ieri si imponga e ci sia regalo ambito come la salute - e ci appoggiamo alla memoria dei profeti dell'Ecclesiaste che ci ricordano che 'c'è un tempo per vivere e un tempo per morire', d'accordo, ma questo che viviamo è il tempo di sognare. 
Sogno di parole e pensieri diversi, di abbracci liberatori di vita oltre i desolati paesaggi di morte che abbiamo attraversato, sogno lungo un giorno che si lega a un altro giorno e un altro ancora. Futuro, che chiara parola.

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Isn't it? :) This version has some flaws which I am aware of but it's the best I could get, this track should be uploaded ages ago, its brilliant! LINK TO TH...

 
 
 

Pensateci con indulgenza

Post n°1217 pubblicato il 18 Aprile 2020 da fedechiara
 

Pensateci con indulgenza (e restiamo 'amici')

Facebook, lo sappiamo, ha grandi pregi. Ti puoi riempire di amici, anche gente strana, mai vista né conosciuta o perlomeno assaggiata, testata di striscio. Gente assommata a migliaia nei profili spesso per categorie: cucina, tango o rock o salsa, parenti, arte, cani e gatti, spiaggia con profusione di tette e culi, frasi esemplari e di storica saggezza di Osho o Confucio o Einstein o Carneade, ecc.

E, inevitabilmente - mano a mano che ti arrivano le 'notifiche' da tutto il mondo e scopri il chi è delle persone a cui Facebook chiede incessantemente (e impietosamente) 'A cosa stai pensando?' - succede che questo o quell'altro vengano cancellati dalla lista, per ragioni di radicale critica politica e sociale o di credo religioso, espressi magari con male e/o forti parole e palesi indignazioni nella bacheca quotidiana.

E poco importa che molte indignazioni e rabbie abbiano motivazioni e radicamento plausibile e 'condivisibile' nelle molte cronache di infamia che ci vengono dalle letture dei giornali e dall'attento ascolto dei tiggì. E che in Spagna sia sorto perfino un movimento di popolo che si è fregiato del titolo (gli 'Indignados') e ne ha raccolto i voti con percentuali a due cifre. 
Macché. Alcuni talibani del politicamente corretto e/o del pensiero unico personale o di gruppo ristretto non tollerano un dissenso forte e 'ripuliscono' le liste degli amici acquisiti in tempi di vacche grasse, chiudendosi dentro i confini tribali dei conoscenti fidati (fino a diversa notifica), afoni e/o muti o di tiepido sentire e che sempre acconsentono, cascasse il mondo. 
Che gente! Che mondo!

Ne abbiamo avuto prova recente con i talibani del #iorestoacasa che inveivano dalle finestre contro i resistenti e/o gli indifferenti alle pubbliche grida e decreti p.c.m. che uscivano in solitaria alle sei del mattino quatti quatti, magari per lavoro, ma, colti in flagranza di evasione, stigmatizzati come 'stragisti', mi racconta mia figlia.

E l'indignazione e la rabbia e il dissenso hanno padri nobili, invece, e letterati di indubbia fede 'progressista' e/o 'di sinistra' come quel tal Brecht Bertolt, drammaturgo di tragici eventi sociali, che ci scrive dal passato (titolo del componimento: 'A coloro che verranno') : 
(…) 
anche l’odio contro la bassezza
stravolge il viso.
Anche l’ira per l’ingiustizia
fa roca la voce. Oh, noi
che abbiamo voluto apprestare il terreno alla gentilezza,
noi non si poté essere gentili.

Per dire, coram populo, che: 'quando ce vo' ce vo'. E che lo sdegno e la rabbia compressi fanno più male di una invettiva bene espressa e, naturalmente, ben motivata e nel giusto bersaglio.

E quel tal drammaturgo, feroce contro i borghesi e la borghesia, raccomandava, nel finale:

'Ma voi, quando sarà venuta l’ora
che all’uomo un aiuto sia l’uomo,
pensate a noi
con indulgenza.'

Indulgenza, già. Che bella (e negletta) parola.

BERLINOMAGAZINE.COM
Risale all'esilio danese di Bertolt Brecht ed è probabilmente la sua poesia capolavoro. In "A coloro che verranno" racconta gli orrori della guerra ma allo stesso tempo lancia un messaggio di speranza alle generazioni future.

 
 
 

(...)che anche il 2019, nel suo piccolo...

Post n°1216 pubblicato il 17 Aprile 2020 da fedechiara
 



Semidei versus dei medievali 17 aprile 2019 · 

E una delle immagini-simbolo della tragedia di Notre Dame - oltre a quelle del rogo che divampava inarrestabile e che sfidava le pompe dell'acqua e le proprietà sedative dei liquidi – è il canto religioso quieto e rassegnato delle centinaia di persone che si erano radunate nei pressi della cattedrale e sulle rive. Come se quello e non l'azione dei pompieri, pur seaffannoso e in ritardo e privi di un piano preordinato di intervento per quel genere di catastrofe, fosse la panacea e il rimedio del male che si svolgeva sotto i loro occhi di ingenui 'credenti'.

E sembrava l'ennesimo 'ritorno al Medioevo' dei canti e delle offerte alla Madonna e ai santi patroni - con la promessa canonica dell'erezione di nuove chiese votive – che ci 'facessero la grazia' di far cessare la pestilenza o fermare la grandine sui raccolti o spegnere l'incendio che divorava le case della città o fermassero a mezz'aria le bombe che cadevano a grappoli dal cielo.

E meglio, molto meglio, è predisporre piani di intervento mirati e accurati e precisi al millimetro, per intervenire in loco con gli strumenti 'giusti' - e usando al meglio le moderne tecniche e le tecnologie in nostro possesso – piuttosto che vedere quelle scene di canti soavissimi che ci fanno cadere le braccia e qualcos'altro e ci fanno dubitare che ancora vivano nelle menti di coloro i mitici dei e santi e beati medievali di riferimento, piuttosto che credere di essere noi i moderni semidei che costruiamo il futuro e diamo vita alla civiltà digitale e dell'intelligenza artificiale.

E, piuttosto che i voti espressi e i concioni e i pistolotti edificanti che abbiamo ascoltato dai soliti politici e dai giornalisti-merlettai fino ad oggi, meglio una indagine seria su cosa è venuto a mancare e ha difettato nell'intervento dei pompieri e quali sono state le vere cause dell'incendio maledetto - e sia la nostra, di uomini e non di dei, la risposta che conta e conterà in futuro, se non vogliamo che anche il Louvre bruci, prima o poi, e con esso tutto il meraviglioso bagaglio di scienza e conoscenza e arte che vi è contenuto. Ad maiora.

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Nonsolovirus

Post n°1215 pubblicato il 16 Aprile 2020 da fedechiara
 

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BACH-Sheila Blanco
Centro Cultura musicale SP

Non tutto il corona virus vien per nuocere. 

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Ccm Perdizes

MOZART - Sheila Blanco
Centro Cultura musicale SP

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 

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