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Messaggi di Febbraio 2022

Il caos delle stelle danzanti.

Post n°1971 pubblicato il 25 Febbraio 2022 da fedechiara
 

Il caos delle stelle danzanti. Cronache dalla nuova peste. Part four. 20 febbraio 2020
Se è vera la formidabile intuizione del filosofo tedesco - poi ripresa in una bella canzone - che '...bisogna avere molto caos dentro di sé per poter vedere una stella danzante' ebbene, in questi giorni di corona virus scatenato e trionfante, dovremmo vederne intere costellazioni: impegnate in un samba infernale per sfuggire all'attrazione gravitazionale di un gigantesco buco nero economico.
Dalla clausura in cui mi aggiro meditabondo e 'solo e pensoso i più diserti calli' calpestando di una campagna struggentemente bella nelle sue ataviche solitudini trovo drammatica conferma di quei miei pensieri d'antan che dicono la società in cui viviamo una 'cage aux fous', - una 'cheba de mati', dove basta gridare 'allah u akbar' in un pubblico convegno per scatenare il fuggi-fuggi in cui si calpestano impietosamente i caduti, e dire 'corona virus' due volte per vedere formarsi file lunghissime davanti ai super mercati e gli scaffali d'un subito vuoti e le merci chissà quando e se nuovamente sui camions degli approvvigionamenti.
E la lettura delle puntuali descrizioni di Albert Camus della peste che dilaga in tutti i quartieri della sua Orano di fantasia prigioniera del contagio e dei fenomeni di impazzimento collettivo che ne conseguono forse avrebbe aiutato i governatori delle regioni al centro del nostro dramma nazionale e Conte, il deus ex machina dei provvedimenti emergenziali (invero macchinosi e pochissimo divini), a dire parole più assennate e impedire che il virus di una influenza di ceppo nuovo e mutato potesse fare più danni (economici) della peste veneziana di cui alla famosa basilica a cui rivolgiamo collettivamente le preci.
Ed ecco a voi il dispiegarsi della follia piena del 'si salvi chi può', gridato da tutti contro tutti: non tanto per l'espansione del contagio dai numeri, tutto sommato, gestibili – che se non si fosse fatto nessun tampone quei contagiati sarebbero iscritti nel novero delle normali influenze stagionali (e il tasso di mortalità é parecchio bassino e limitato alla fascia dei 70/80enni male in arnese), bensì per le conseguenze del panico che ha esaurito in pochi minuti le mascherine nelle farmacie e l'amuchina sugli scaffali dei supermercati, neanche respirassimo l'aria fetida di un lazzaretto stracolmo di morituri senza poter uscire '...a riveder le stelle'.
A' dda passà 'a nuttata. Ne avremo per un mesetto di sofferenza estrema, ma lo scoppiare della primavera dovrebbe aiutarci – e il primo che si azzarda a cantare le str...... di stelle danzanti per via del suo allegro caos interiore è meglio che cambi strada, se per caso mi incontra lungo i viottoli della campagna. Fanc...
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Invasioni e stufe a pellets.

Post n°1970 pubblicato il 24 Febbraio 2022 da fedechiara
 

Le ragioni dei generali si analizzano a posteriori, quando si pubblicheranno i libri e le note enciclopediche che leggiamo sulle 'grandi guerre': strategie, armamenti dei fronti opposti, distruzioni di città, battaglie navali, ecc.
E azzardo che l'ampiezza dell'intervento bellico russo sia strategia studiata da mesi di una 'guerra-lampo' mirata ad abbattere in pochi giorni od ore ogni menoma resistenza dell'esercito ucraino che – proprio in questo minuto – giornalisti embedded e amanti del rischio di subitanee smentite dicono 'ben armato e deciso a difendere la 'patria' dal recente sentire filo occidentale e filo Nato con le unghie e con i denti' (sic).
E magari, fra pochi giorni, schierati i militari russi nei luoghi strategici di ogni canonica occupazione, si troverà un qualche Petain ucraino disposto a fare un governo filo russo e comincerà una nuova era e un diverso sviluppo economico di quel paese a guida russo-cinese. Stay tuned.
E le sanzioni severissime dei paesi europei e degli americani si stempereranno dolcemente nel correre del tempo e degli eventi nuovi - e saranno pagate in primis dai cittadini europei succubi con le bollette stratosferiche già infilate nelle cassette delle lettere e chiuderemo le costosissime caldaie del gas e faremo i buchi nel muro del salotto per le stufe a pellets che correremo in massa a comprare.
Diamoci tutti una calmata, brava gente. E' solo l'ennesima guerra, delle molte che l'umanità ha partorito e partorirà tutto lungo i secoli Duemila – comprese le guerre stellari, forse, chissà.
E l'Oltremondo del web dovrà fare i conti con queste riviviscenze barbariche e preistoriche e il futuro ricomincia sempre, magari con il passo del gambero: uno avanti e due indietro.
Mettetevi su un buon caffè o mangiatevi una pastina. E' solo il 24 febbraio 2022, anno post pandemico che annovererà qualche altra decina di catastrofi, da qui alla fine.
Ma ci abbiamo fatto il callo, isn't it?
Potrebbe essere un'immagine raffigurante arredamento e spazio al chiuso

 
 
 

Cronache dalla nuova peste.

Post n°1969 pubblicato il 24 Febbraio 2022 da fedechiara
 


Cronache dalla nuova peste. - Part one. 20 febbraio 2020
Le prime amplificazioni della notizia maledetta del virus che dilaga mi costringe a chiedere alloggio per la notte perché neanch'io 'sono fatto di ferro' e lo spettro dei 'pazienti zero' vaganti per le strade e nei luoghi chiusi - e sui treni e sugli autobus del ritorno a casa mi spaventa - e 'meglio evitare' e 'farci il callo' psicologico, stando l'infimo livello igienico delle nostre carrozze che nessuno si prenderà la briga di irrorare di efficaci antivirali (come fanno in Cina) se non dopo il centesimo o millesimo morto ammazzato.
E le mie cronache di paura e avvilimento per quest'altra catastrofe del 20-20 che ci è capitata tra capo e collo e ci tocca testimoniare e rappresentare 'finché morte non ci separi' cominciano con la frequentazione virtuale di un 'social' del profondo web dove un professore emerito fa la ramanzina da par suo nei confronti dei 'fascio-leghisti' che chiedono a gran voce di chiudere i confini e di adottare le misure sanitario-militari che hanno adottato i cinesi (che fortuna che quel popolo non sia stato guidato da una molle e imbelle democrazia europea in un frangente di tanta tragedia e ci abbia mostrato come si fa -ospedali costruiti in dieci giorni!!- se si vuole evitare il decimillesimo morto per pandemia).
E quel tal professore dalla ramanzina facile sostiene che sia intollerabile corbelleria il confine chiuso e i relativi provvedimenti sanitari correlati perché 'ubi maior minor cessat' e tocca tenerci il mondo globalizzato e le relative pandemie e i barconi sostenuti dai taxi del mare o.n.g., e le periferie urbane delle città europee sotto efficace controllo della genia islamo-radicale che chiede a gran voce la 'sharia' e i loro figli e i nipoti cittadini europei rinnegati radicalizzati nelle carceri che vanno a sparare nelle piazze e nei teatri e nelle redazioni della libera stampa perché 'vuolsi così colà dove si puote e più non obbiettare'.
Insomma non c'è rimedio: tocca morire globalizzati e 'a chi la tocca la tocca', come ci propina l'illustre professore.
E forse gli parrà offesa fascio-leghista anche l'obbiettargli che, magari, qualche chiusura di tipo emergenziale al mondo rotto globale non è così lunare, bensì è nelle cose - e che anch'io mi sono confinato a casa per giorni 9 causa normale influenza ed eviterò le milonghe fino a cessato allarme – e si sono chiusi di brutto i confini sanitari nei ghetti e lazzaretti degli ospedali Spallanzani e Sacco ad allarme lanciato ed avviata la conta dei morti, e si chiudono le scuole e si raccomanda via tivù e internet di 'stare a casa' ed evitare teatri e altri convegni.
Ecco: parrà offesa grave al globalismo imperante nei pensieri dei professori e scrittori sinistri pontificanti a sproposito dire e sostenere che il confine si chiude a fisarmonica alla bisogna e magari si riapre ad emergenza cessata cum grano salis?
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Cronache dalla nuova peste. Part three.
Clausura. 23 febbraio 2020
Questa mi mancava. L'esperienza della clausura, intendo. O dei 'domiciliari', se meglio vi esprime quel vagare di stanza in stanza e di letto in divano, cambiando libro o telefilm - e una capatina in terrazza, di quando in quando, per vedere se il mio condominietto di campagna si decide a mostrare un silenzioso passaggio di umani ad una qualche ora del giorno:
'Buongiorno.' 'Buonasera'. 'Come va?'. 'Si sta / come d'autunno / sugli alberi / le foglie.'
Quest'ultima meglio non dirla perché mette una tristezza che lèvati, ma racconta magistralmente, sia pure in poesia, la precarietà delle nostre vite prigioniere di una indicibile/invisibile calamità naturale.
Che, poi, le suore di clausura ci hanno fatto il callo a quella loro condizione di vita e sono bene organizzate – con quei loro tragitti svelti, le mani nelle ampie maniche, ad ore precise, tra il chiostro, la chiesa e gli orti da coltivare e le cucine e la biblioteca. E sospetto che una qualche paroletta galeotta se la dicano, le sorelle più indisciplinate, ad onta della maiolica azzurrina soprastante che intima loro 'Silentium' lungo i transiti del chiostro e nelle sale di riunione. E poi cantano il gregoriano con quelle loro voci dolcissime, che figata!
E che dire di quella storia che ci raccontano gli etologi di grido in televisione, nelle infinite trasmissioni dedicate allo stramaledettto 'corona virus' delle mie beole: che si tratta di un organismo vivente vecchio di miliardi di anni (l'anzianità fa grado?) che 'si replica' a nostro danno, secondo l'antico adagio 'mors tua vita mea' dei tanti documentari di natura che abbiamo visti in tivù.
Interessa a qualche animalista mistico-religioso (di quelli delle mascherine permanenti sul viso per non ingoiare gli insetti trasvolanti e distratti) la vita residua e la replicazione di uno stronzissimo virus 'corona'?
Abbiamo sterminato e quasi estinto tigri, leoni, rinoceronti ed elefanti, non ci fermeremo davanti ad uno stupissimo virus del c.... che si replica dentro di noi approfittando delle nebulizzazioni di uno starnuto o di uno che ti sputacchia parlando a pochi decimetri dalla tua bocca (ma che schifo!).
Parola del giorno – da ficcargliela in quel posto ai dotti etologi pontificanti – 'replicazione'.
E per fortuna che, in tanta noia di clausura, c'è da fare la lista di quel che ti manca e che prevedi di consumare con razioni precise e predeterminate da qui all'eternità del tempo che ci manca per estinguere, via vaccino, il virus caxxone. Qualche chilo di pasta, olio di oliva, patate. Nella speranza che quella quantità di idioti che vediamo in televisione allontanarsi dal supermercato con un camion-carrello di roba da coprirci due anni di carestia e gli scaffali vuoti e i magazzini non più riempiti dai blocchi dei militari sulle strade non ti costringano fra qualche giorno alla fame.
Ecco, forse la quarta parte di questa cronaca sarà intitolata alla 'fame', quella di Ugolino che: '...e che conviene ancor ch'altrui si chiuda'.
Statemi bene e dimagrite cum grano salis, auto carcerati responsabili.
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La guerra direttamente in bolletta.

Post n°1968 pubblicato il 23 Febbraio 2022 da fedechiara
 

Dunque abbiamo un finale allineamento tra le sanzioni che subiamo, noi storici 'leoni da tastiera', su facebook da parte di strani giudici monocratici nominati da Zuckenberg e celati negli interstizi dei tasti che premiamo e le sanzioni decise unilateralmente dal Baiden contro Putin-il-bullo - e imposte obtorto collo ai succubi partners europei, ma più a noi cittadini direttamente in bolletta.
E ascoltiamo in tivù i discorsi reboanti e detti con perfette facce di tolla dai ministri degli esteri (il nostro in primis, apprendista stregone diligente e faccetta televisiva da primo della classe) e dai grandi leaders europei e granbritannici che ci prefigurano l'ennesimo crollo delle economie mondiali dopo quello del biennio pandemico.
Della serie: 'Il peggio non è mai morto.' e 'Andate avanti voi che a me mi vien da ridere.'
E non è tanto una questione di territori irredenti e che si sono resi indipendenti con tanto di referendum confermativo perché quella è questione antica, vecchia di anni e di costanti combattimenti tra ucraini e russofoni del Donbass (e gli oltre tredicimila morti tra le opposte fazioni), bensì di un ritorno alle più temibili 'sfere di influenza' che l'Occidente a guida americana non vuole ad est, ma alzerebbe altissimi i lai e le minacce atomiche di rivalsa se a Cuba la Russia tornasse a piazzare i suoi missili e le basi aeree di supporto – come fa la Nato in Ucraina e Lettonia e in Romania, stringendo d'assedio la fortezza Russia, storico nemico a prescindere.
E a pagare il prezzo di tanta mondiale infamia e idiozia di fronteggiamenti bellici pretestuosi è il solito pantalone europeo – vaso di coccio tra vasi di ferro – che finanzia in bolletta energetica il cambio di passo tra i gasdotti russi a buon mercato che si chiudono e le navi gasiere dell'America tonitruante che li sostituiscono.
A spese nostre, cittadini, a spese nostre. Facciamolo presente ai nostrani politici di ogni risma e fazione di imbelli e di succubi.
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Stay tuned. Il futuro è appena cominciato.

Post n°1967 pubblicato il 22 Febbraio 2022 da fedechiara
 

Una battuta da gran comico l'ha fatta, Zelensky, finalmente: 'Non abbiamo paura della Russia.' ha detto, ma in sala nessuno è scoppiato a ridere, ahilui. Perché, in realtà, se l'erano fatta sotto quasi tutti in sala (un odore malsano lo rivelava ai pochi giornalisti presenti) quando Putin è apparso in tivù a reti mondiali unificate ed ha annunciato il riconoscimento del Donbass.
Leggete il labiale 'riconoscimento diplomatico' – e, se qualche carro armato privo di insegne è entrato in quel territorio, rivendicato dall'Ucraina ad onta di un referendum sull'indipendenza vinto dalla fazione russofona, è poca cosa e necessaria a garantire che gli ucraini non attuino orribili rappresaglie e vendette manu militari contro gli indipendentisti e i civili residenti.
La guerra è la continuazione della politica con altri mezzi, ricordate?
E ha ragione da vendere, Putin quando ricorda di essere sempre stato trattato da nemico, uno storico nemico a prescindere dalle politiche della Russia post muro di Berlino, da parte di un Occidente che ha foraggiato l'Ucraina, stato fantoccio, in funzione anti russa con tutti i mezzi e le risorse militari necessarie a dirla parte della cintura militare d'assedio alla Russia denominata Nato.
E il film del dottor Stranamore che – 'come imparammo ad amare le bombe e a vivere felici' e impuniti - in barba alle altrui preoccupazioni (della Russia) e alle necessarie difese degli slavi assediati, finisce con quella trasmissione a reti mondiali unificate.
E bisognerà che gli assedianti della Nato decidano qualcosa in proposito, che so, una contro conferenza del Biden – seguita da una del Macron e di Boris Johnson che minacceranno sfracelli economici (chi se ne frega, ha detto Putin, lo avreste fatto lo stesso, fan....) ; il Scholz e il Draghi no, hanno troppo bisogno del gas russo e tema di lasciare i loro cittadini al freddo e con bollettte stratosferiche per lasciarsi andare ad insulsi improperi e a pronunciare le schifezze politiche dei loro partners Nato truculenti.
Dunque tutto si risolverà con toni alti e tonitruanti dalle trincee della Nato e dagli spalti del castello assediato? Forse, chissà.
Noi speriamo che ce la caviamo e che la cosa finisca con un broncio semestrale degli europei per il Donbass e per l'altra repubblica russofona che passa di mano - e la stizza del Baiden manifesta in tivù con i suoi passetti sempre più piccoli da maldischiena cronicizzato, ma temo che nel consiglio di guerra al Pentagono vi sia ancora chi ripete per filo e per segno il copione del film succitato e forse partirà qualche missile intercontinentale verso Mosca seguito da una gragnuola di altri missili in risposta, come vi si narra. Stay tuned. Il futuro è appena cominciato.

 
 
 
 
 

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