Creato da fedechiara il 14/11/2014
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Messaggi di Gennaio 2023

La Dottrina alle ortiche.

Post n°2420 pubblicato il 31 Gennaio 2023 da fedechiara
 


Figli del mondo. - 31 gennaio 2016
  
E' tutta colpa di Francesco e di quel suo lamentoso e strascicato : 'Chi sono io per giudicare?' riferito alla lobby dei gay che, oltre al matrimonio, pretendono perfino la comunione, gli sfrontati.
E uno di felicemente convivente e 'sposato di fatto' ce l'aveva in casa e gli ha fatto clamoroso 'outing', quasi per coglionarlo, giusto a ridosso di quel suo impotente e rassegnato dirsi uomo fra gli uomini e non più papa infallibile e solida roccia di certezze dottrinali su cui si fonda la sua Chiesa ormai in disarmo.
E la 'misericordia' - prodigiosa invenzione buonista e tanto 'mediatica' (ma forse dai giudici di Giosafatte non sarà molto apprezzata, chissà, chi morirà vedrà) ha fatto il resto e adesso perdoniamo di tutto e di più e perfino quelli del family day – invece di invocare gli sfracelli dell'Altissimo ed evocare il fuoco di Sodoma e Gomorra – hanno fatto una manifestazione all'acqua di rose, buonista, che è un 'addio alle armi' della rocciosa Dottrina e un riconoscimento che, di questi tempi, facciamo tutti un po' il caxxo che ci pare e il Disordine Universale regna sovrano e gli eventuali guasti di futuri adolescenti disadattati usciti dalle 'famiglie gay' dove 'c'è tanto amore', a sentir loro, li vedremo fra dieci anni e chissà che succederà nelle scuole all'epoca, tanto 'noi non ci saremo' e, se ci saremo, saremo vecchietti rincoglioniti e il mondo andrà nel verso che meglio gli pare, come ieri e come sempre.
Però non chiedeteci se siamo felici di quest'andazzo. La felicità è davvero tutta un'altra cosa. 'E' un'ape che se posa / su un bottone de rosa e se ne va.' Amen e così sia. Andate in pace.
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Del lavarsi spesso le mani e d'altro.

Post n°2419 pubblicato il 31 Gennaio 2023 da fedechiara
 

Della sporcizia diffusa. 31 gennaio 2013

Si dice che un cane che il morde il padrone non fa notizia, ma il suo contrario si. E' vero. E a questo rovesciamento di ruoli canonici mi ha fatto pensare la notizia di un etiope che, in un supermercato cittadino, ha apostrofato due signore indigene di 'sporche cristiane' .
Di solito si dice 'sporco negro' e questo fatto che anche delle povere cristiane si becchino l'aggettivo tremendo e insultante ci fa entrare di colpo nel ventunesimo secolo delle migrazioni e immigrazioni dei grandi numeri e consolidate.
Dimenticavo: c'è anche lo 'sporco ebreo', ma quella è storia recente e passata in giudicato (processo di Norimberga e dintorni).
Che poi: chissà perché si taccia tutta questa gente di varia origine e cultura e religione di scarsa pulizia - e, magari, i poverini sono igienisti al limite della mania. Mancano all'appello gli 'sporchi islamici', ma è, forse, per via delle abluzioni rituali che costoro fanno nel cortile delle moschee e l'abitudine di togliersi le scarpe prima di entrare.
Ma, secondo voi, i nazisti erano, a loro volta, 'sporchi' - come si dice perfino dei 'comunisti'?
Non sarebbe ora di darci, tutti, tutti, una bella ripulita al lessico ed entrare nel merito delle differenze di cultura e colore della pelle giusto per capirle e averne contezza e, magari, rispetto?
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 

Prossimamente dalle vostre terrazze.

Post n°2418 pubblicato il 30 Gennaio 2023 da fedechiara
 

Prossimamente dalle vostre terrazze.

Forse si sta sfarinando il muro di ostracismo verso la Russia combattente o, forse, qualche testa cadrà nella dirigenza di raimovie che ha mandato in onda, poche ore fa, un film non strepitoso, magari un filo 'graphic novel' e tuttavia strepitosamente elogiativo/celebrativo della resistenza russa all'aggressore tedesco a Stalingrado '('Stalingrad' è il titolo del film).
Cadrà qualche testa, dico io, perché rappresentare e ricordare l'immenso valore della resistenza russa all'esercito nazista super equipaggiato (agli inizi della campagna di Russia) non è come consentire, finalmente! al mettere in onda il lago dei cigni con la coreografia del Bol'shoi o a un recital delle poesie di Pasternak con testo a fronte e proiezione di diapositive storiche.
Quel film di eroi combattenti in qualche modo ci riporta all'oggi della 'operazione speciale' contro i nazistoni Azov e, se è vero che Putin non è Stalin e Zelensky non è Hitler, pur tuttavia vi si parla di soldati in armi per la patria russa, gli uni, contrapposti a quelli della patria ucraina, super armati e foraggiati di capitali occidentali e di missili e tanks e carri Leopard e Abrahams forniti dagli Stranamore del Pentagono e dal loro leader che pretende obbedienza e servaggio dai paesi affiliati alla Nato, malgrado i molti dubbi che si nutrono per la inevitabile escalation e il coinvolgimento nella guerra per procura.
E il tempo rema contro Stoltenberg e Biden e il montare delle opposte controffensive belliche in Ucraina e bombardamenti sempre maggiori porterà, in Europa, a parallele manifestazioni per la pace sempre più insistenti e aggressive – di grado pari, credo, auspico, a quelle del Vietnam nell'America che mandava a morire i suoi figli nelle giungle infide descritte in 'Apocalipse now'.
Chi vivrà vedrà e i fuochi d'artificio termonucleari li potrete osservare e descrivere anche dalle vostre terrazze, prossimamente.

 
 
 

Onde di marea

Post n°2417 pubblicato il 30 Gennaio 2023 da fedechiara

L'Europa che non ci piace - 30 gennaio 2016
E' come un'onda di marea che si scioglie nella sua risacca. Onda che, in cronaca, nel suo gonfiarsi e abbattersi sulla battigia, mostrava fino a ieri i legni dei barconi naufragati commisti ai corpi galleggianti degli annegati e le plastiche sgonfie dei gommoni e i giubbetti di salvataggio a centinaia di migliaia e il corpo di Aylan pietosamente raccolto e universalmente compianto e, nel suo rifluire schiumando, mostra le fotografie del 13 novembre di Parigi, i commandos terroristi in azione e i botti del capodanno di Colonia e Zurigo ed Helsinki e di molte altre città europee funestate dalle violenze e dai tentativi di stupro di migliaia di 'profughi' e richiedenti asilo assatanati per quell'orgia di potere dei loro numeri strabocchevoli ('Sono troppi, non possiamo farci niente', dicevano i pochi poliziotti presenti nel piazzale davanti alla stazione) e del loro agire indisturbati per bande criminali gridando beffardi :'Ci ha invitati la Merkel' e in tasca i foglietti con la traduzione dell'arabo:'Voglio fare sesso con te'. Postmoderna riedizione de 'il ratto delle Sabine'.
C'è un tempo per la pietà e un tempo per la constatazione dei danni sociali che una indebita e malaccorta pietà e conseguente 'politica dell'accoglienza' hanno causato e continueranno a causare per decenni. E le cronache di ieri e di oggi sono tutte verso la risacca dei guasti causati dal 'troppo che stroppia' che chiude le frontiere una dopo l'altra e la Svezia che annuncia i rimpatri tardivi di ben 80000 'richiedenti asilo' che non hanno passato il vaglio di leggittimità delle commissioni. Rimpatri improbabili perché, lo sottolineava un articolo letto nel corso della rassegna-stampa a 'Primapagina' (radiotre), basta fare un ricorso al tar ( bibbia e vangelo mandato a memoria dai nostri ospiti immigrati) e l'ordine di rimpatrio dei questori è carta straccia e le strade e le piazze delle nostre città in affanno di mendicismo e nuova ciminalità di importazione tornano a mostrare le facce dei troppi 'senza arte né parte', ma che hanno trovato nicchia e rifugio di accoglienza indebita nell'Europa malata di buonismo.
E se, al Carnevale di Venezia, si entrerà nella bella piazza san Marco solo attraverso cinque varchi di sorveglianza e i metal detector e l'obbligo di togliersi le maschere, una tale 'vita blindata' (che non ci mette al riparo dai rischi) la dobbiamo alle folli politiche buoniste della sinistra europea e nostrana di s-governo che, per anni, hanno lanciato l'effetto di annuncio su tutta la costa mediterranea e in Irak e in Afganistan: 'Correte, venite parvulus! Qui c'è posto per tutti.' - e oggi le colonne dei profughi sono ferme in mezzo alla neve dei Balcani sotto le tende e davanti ai muri di filo spinato; e le televisioni ci mostrano il freddo e la fame dei poveretti commisti con l'impotenza e le faccia di tolla dei nostri Faust di s-governo incapaci di gestire le politiche della catastrofe umanitaria che 'essi stessi hanno evocato'.

 
 
 

Sono solo canzonette.

Post n°2416 pubblicato il 29 Gennaio 2023 da fedechiara
 

Finiremo per derubricare anche la guerra di Ucraina a commovente canzonetta ('Sono solo canzonette' ci ammoniva Bennato) dopo l'intervento del comico Zelensky a Sanremo?
La domanda è cogente ed è bene che ne siano informati i responsabili del Grande Evento che ogni anno a Febbraio cancella d'emblè ogni altro minore.
D'altronde non è la prima volta che qualcuno degli astanti a ascoltanti e votanti la rassegna a premi veniva informato su quel palco dell'esistenza di una guerra sporca – e toccò a Morandi, se ben ricordo, commuovere gli ignari che un tale, un suo amico americano, era stato costretto ad abbandonare la chitarra e ad imbracciare il mitra che faceva: 'Tatatatata – tatatatata...' come accattivante ritornello fatale. E giù applausi e lacrime tra le signore.
Anche quella, peraltro, era una guerra americana, una guerra santa contro il comunismo – bestia nera di ogni amministrazione d'oltre atlantico – e finì come sapete: con gli americani non 'sugli scudi' (si diceva di chi, anticamente, moriva con onore) bensì chiusi nei sacchi neri che tornavano a migliaia in patria a riempire di croci i cimiteri di guerra e le lapidi con i nomi dei caduti contro voglia.
Preclaro esempio che non sempre 'chi per la patria muor vissuto è assai', come pretende la ridicola retorica patriottarda.
E quest'altra guerra americana, combattuta dagli eroi (sic) ucraini per procura Nato, ben foraggiati di armamenti micidiali che Europa e America spediscono a tamburo e controffensiva battente, troverà anch'essa retorici echi musicali in una qualche canzonetta in gara?
Se no, sarà stata dura per i compositori rinunciare ad una facile commozione che garantisce dieci punti in più nella classifica generale e il minimo di un milione di voti 'da casa'.
Una guerra santa, questa di Ucraina, a sentire gli Stranamore americani del Pentagono con in testa Biden-lo-Svanito, non meno di quanto lo è stata la guerra del Vietnam contro il maledetto comunismo vincente di Ho Chi Minh, ma stavolta è santa la democrazia ucraina – da difendersi fino all'ultimo soldato e all'ultimo missile e con il rischio che gli ultimi fuochi d'artificio siano a testata multipla termonucleare.
Una guerra 'per la democrazia' (ri-sic) di una organizzazione militare nata dopo la seconda guerra mondiale che fa carte false per cingere un assedio mortale tutto intorno allo storico nemico russo (la maledetta costruzione mentale del 'nemico' a prescindere, malgrado il comunismo colà sia morto e sepolto) e trascura di informare il mondo che i fatti di piazza Maidan che hanno promosso in Occidente quella pretesa democrazia sono tutt'altro che un luminoso esempio di volontà popolare acclarata (vedi il bel documentario annesso 'La maschere della rivoluzione').
E Zelensky avrà facile gioco, con tutta la stampa americana ed europea embedded ai filo Nato di una guerra che più faziosamente mediatica non si può, a piangere le lacrime di coccodrillo della vittima azzannata, ma qualcuno della libera stampa (esiste ancora?) dovrebbe fargli il controcanto subito dopo e raccontare la storia degli otto anni di guerra nel Donbass: con i nazistoni ucraini Azov intenti all'opera di macellazione e i 15000 morti denunciati di suoi cittadini russofoni che chiedevano rispetto per la loro diversa appartenenza politica e culturale - e gli 'accordi di Minsk' sempre disattesi dall'Ucraina che si faceva forte dell'appoggio dichiarato e garantito dai maledetti Stranamore di Oltreatlantico che non si peritano di farci correre il rischio di un olocausto termonucleare.
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