Nebbie e dintorni

E mi chiedevo, l’altro ieri, ascoltando le orribili cose delle sevizie e torture inferte alle vittime inermi che non conoscevano le sure del Corano come mai è rimasto isolato l’episodio di cui ci narrarono le cronache quindici anni fa: di quegli eroici passeggeri di un volo sotto attacco terroristico, era l’11 settembre del 2001, passeggeri a cui era ormai palese di essere vocati alla morte, che decisero comunque di reagire e ingaggiarono colluttazioni coi maledetti assassini, evitando che l’aereo centrasse l’obbiettivo tragico a cui lo avevano destinato quelle menti malate di islamismo radicale terroristico.

Forse c’è un miglior modo di morire – posti di fronte al dilagare di questa terribile malattia islamica radicale e terroristica che miete imbecilli e menti fragili a migliaia ed è quello di reagire, in qualche modo e perfino a mani nude, se ci è fatto divieto di portare armi e usarle nel momento in cui ci rendiamo conto di essere sotto attacco di quella peste di ritorno dell’umanità che sono i terroristi islamici di ogni risma e appartenenza e latitudine/longitudine.

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