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Messaggi del 29/10/2019

Quella sovranità che appartiene al popolo

Post n°1018 pubblicato il 29 Ottobre 2019 da fedechiara
 

Quella sovranità che appartiene al popolo

Occorre avere un solido senso della realtà per non cadere nelle recriminazioni e le pie lamentazioni de: 'Mondo crudel è l'ora dell'addio' / partirò per non dover morir).

E ai membri della pia congregazione buonista, che si sente assediata dai fascio-leghisti arrembanti e, al momento, vincenti nell'agone, gioverebbe osservare pacatamente che le parole d'ordine della destra sovranista (del popolo sovrano che pretende di governare quando si costituisce a maggioranza difforme da quella di s-governo) sono largamente vincenti in Europa e in Italia.

E i porti sono tuttora chiusi ai taxi del mare vaganti tra le onde – ma non si dice, non fa fino ('noi siamo diversi' - sic), non lo si sbandiera sui media, come faceva il Salvini, non se ne fa una bandiera elettorale, bensì si usa dei decreti sicurezza del medesimo per 'fare orecchie da mercante' e far capire ai nipotini di Soros che 'devono darsi una regolata' e accettare che anche i porti libici e tunisini sono 'porti sicuri' - e smettano una buona volta quella loro immigrazione clandestina surrogata e spacciata ipocritamente come 'salvataggio in mare' e 'poveretti tutti, che fuggono dalla guerra e dalle torture'.

Un solido senso della realtà che appartiene, invece, a tutti quegli elettori che sono corsi a votare in Umbria (più 10 per cento in terra di missione dei leghisti!) che giustamente pretendono il governo del paese, in barba ai bizantismi dei 'padri costituzionali' che con una mano hanno dato il dovuto riconoscimento di sovranità ('La sovranità appartiene al popolo..'), ma con l'altra si sono ritagliati furbescamente la possibilità di voltar gabbana in parlamento (...che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.'), così consentendo ai passati 'giochi di palazzo' che abbiamo registrato nei dolorosi e bizantini decenni del nostro scontento e a tutte le porcate di s-governo che ci sono state rifilate dal dopo guerra in poi – buona ultima il foliage giallo-rosso di un 'autunno che incede con lentezza indicibile' e 'lungamente ci dice addio.' Speriamo. Esprimiamo i voti e gli auguri.

Non tiratela troppo in lungo, però, cari i nostri ladri di democrazia spaventati da Salvini. Le metaforiche 'scatole' debordano.

 
 
 

Sogni infranti di ieri e di oggi

Post n°1017 pubblicato il 29 Ottobre 2019 da fedechiara
 
Foto di fedechiara

Il sogno infranto di due legislature dell'Imbonitore Fiorentino.

Ieri accadeva. 26 ottobre 2015

Si dice del grande Mao Tse Dong che fosse arci convinto che: 'Grande è la confusione sotto al cielo. La situazione è, quindi, eccellente.' 
Detto da un grande rivoluzionario, forse il massimo del secolo appena scorso, c'è da credergli perché la 'confusione' sociale è (di ogni rivoluzionario) il suo brodo primordiale e colturale, l'acqua del suo essere pesce sempre guizzante e nessun nemico in quella confusione imperante saprà/potrà 'mettergli il sale sulla coda' e potrà sempre portare a compimento le sue 'Grandi Marce' e conquistare il potere, infine, - e che la Grande Cina cominci e mostri al mondo 'di che pasta son fatti' questi cinesi che hanno fatto e imbalsamato la 'Rivoluzione' e tale (imbalsamata) la esportano nel mondo quale migliore e più efficace sistema di governo delle centinaia di migliaia di sudditi del Partito Unico che sempre devono 'rigare diritto' pena una nuova Tien an Men. 
Altro che le molli e imbelli e lente e dispersive Democrazie occidentali che arrancano nella crisi globale e nella recessione stagnante con l'aggiunta dei paralizzanti 'scioperi generali'.

Ma che la grande confusione sotto al cielo faccia il gioco di Renzi, - novello condottiero aspirante al 'partito unico' pd-pdl più 'chi ci sta' nel fare le mitiche 'riforme' - è tutto da dimostrare. 
E, ieri, il Giano bifronte della cosiddetta sinistra 'di lotta e di governo' ha mostrato il tratto distintivo della sua schizofrenia: a piazza san Giovanni il milione di frustrati e bastonati della sinistra senza lavoro e senza prospettive politiche e futuro di 'garantiti', alla Leopolda, invece, i 'tavoli' della sedicente sinistra degli imprenditori che dovranno (sarà vero?) creare posti di lavoro e farci uscire dalla crisi. 
Protesta contro proposta e, si sa che, mediaticamente, la proposta sempre vince e la protesta perde. 
E se un partito molle qual'è, storicamente, il nostro Labour-pd, incorona un Tony Blair (sia pure con meno charme e fisique du role), toglierselo presto di torno 'ce n'est plus question' - e magari gli riuscirà di fare come la Tatcher e accontentare il suo amico Davide Serra, quello dei fondi di investimento, che invoca la fine di ogni sciopero perché, sennò, 'io me ne vado dall'Italia' e chi s'è visto s'è visto, cicca, cicca cicca ai maledetti sindacati dell'imbelle protesta di sempre.

Però, in questa confusione ci sguazza, il caro Renzi, e il suo verbo politico - che realizzi o no i suoi propositi e le sue mitiche 'riforme' - è oggi vincente perché è il mantra del cobra che ipnotizza la sua vittima prima di addentarla e avvelenarla; e non c'è modo di sapere cosa ci riserverà il futuro: se l'economia ripartirà e se sarà crescita e veri, nuovi posti di lavoro. Su questa nebbia di futuro il Machiavelli rosso (?) fiorentino fonda il suo impero prossimo venturo dell'auspicato 51 per cento e 'chi vivrà vedrà'. 
E, se saran cocci, sono i vostri, cari e-lettori, perché l'orizzonte temporale che il Fiorentino fissa di due legislature non è il mio e vi guarderò dall'alto delle mie nuvolette future e vi darò la mia benedizione e mi proverò a rinviare più in alto, presso 'Colui che tutto puote', gli auspici e gli auguri che vi farete l'un l'altro ogni nuovo anno, voi amatissimi figli e nipoti e, per il male che vi voglio, vi auguro fin d'ora ogni bene. Amen e così sia.

 
 
 
 
 

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