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Messaggi del 25/04/2020

C'è Liberazione e liberazione

Post n°1224 pubblicato il 25 Aprile 2020 da fedechiara
 

Liberarsi è un verbo topico nelle nostre vite. Ci liberiamo di carte imbarazzanti prima che ci arrivi per casa la polizia e il procuratore con l'imputazione di traffico d'armi e/o commercio illegale di zanne di elefante e/o rinoceronte. 
Ci liberiamo dei molti fastidi connessi al nostro vivere quotidiano: dai rumori molesti dei vicini di casa (cambiando casa, perché se aspetti che lo faccia la forza pubblica, campa cavallo) alla moglie-Santippe che, prima, era un amore di donna e vedi un po' com'è evoluta, poverina; avvocato mi prepari le carte del divorzio.

E quest'anno ci piacerebbe tanto liberarci di questo virus strano e famelico di vite umane che così tanto sconquasso ha seminato nelle nostre vite e durerà chissà quanto, ahinoi, e ci batteremo il petto per anni, accusando pubblicamente la Cina e i suoi maledetti laboratori e gli sventati ricercatori dagli occhi a mandorla che l'hanno lasciato scappare fuor di provetta (dicono), ma anche il particolato delle nostre città – che forma i 'cluster' malefici dell'inquinamento urbano includendovi l'aerosol dei virus maledetti. Leggetevi l'articolo qui sotto.

E oggi ricorre la Liberazione dal nazifascismo, ah beh, si beh. Un Grande Evento nazionale che ha segnato la storia degli ultimi 75 anni di ininterrotto 'dopoguerra', costringendoci afflitti nel ricordo delle malefatte dell'una e dell'altra parte in conflitto - e stringendoci a coorte dentro questa o quella fazione politica opposta; l'una che si inchina ed omaggia i suoi lontani combattenti e batte ognora la grancassa di una 'partigianeria' dura a morire (oh, partigiano, portami via) e l'altra, a cui appartengo, che auspica l'apparizione di un fumo di umana leggerezza all'orizzonte e la finale consegna di quei morti e di quei misfatti al periodo storico di appartenenza, - e nessuna opportunistica tracimazione nel presente di una lotta politica già sovraccarica di suo.

Beh, buona festa di Liberazione, compaesani, in primis dalla pesantissima zavorra dei domiciliari scontati per mesi due - e il virus ancora arzillo e presente in tutti i tiggi e le prime pagine dei giornali - e, in secundis, da ogni e qualsivoglia male che ci affligge e che nominiamo diversamente secondo le storie e i diversi percorsi mentali di ognuno.

 
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Ieri accadeva

Di infiammazioni e distinzioni

Appartengo alla generazione degli Infiammati – che viene da 'fiamma' e quindi passione e fuoco di partecipazione e fazione politica e i nefasti furori conseguenti. Peccati di gioventù che l'età senile tempera e riscatta con le riflessioni pacate e con più larga inseminazione di 'ragione' che fronteggia il 'sentimento' ormai lontano negli anni.
Gridavamo nei cortei, 'Il 25 Aprile è nata una p....... e l'hanno nominata Democrazia Cristiana' e avevamo torto, oggi lo so, perché tutto il malaffare e il mal agire pubblico e lo s-governo e gli scandali e le ruberie che hanno distrutto quel pachiderma politico (e, oggi, il suo erede Forza Italia: grandioso esempio della 'Storia che si ripete in farsa') non giustificavano un'invettiva così rabbiosa e il malanimo e il furore che hanno portato, poi, agli 'anni di piombo' e al terrorismo delle Brigate rosse. 
La Democrazia Cristiana fu anche un grande partito di popolo. Popolo moderato, è vero, - e sappiamo dalle attente letture della cronaca che si mutava in Storia quanto male abbia fatto all'Italia il 'moderatismo' usato come scudo politico e clava contro l'altro polo della storia d'Italia: il polo social-comunista - lungamente escluso dal potere e per questo logorato, come lo coglionava l'Andreotti-belzebù, buonanima, e affermava: 'Il potere logora chi non ce l'ha.'

E quella pacatezza della ragione che l'età coltiva mi portava a notare, - ascoltando l'intervento di un vecchio 'partigiano' non pentito a 'Primapagina' che paragonava i fatti della Resistenza alle 'nuove resistenze' di oggi, id est schierarsi con gli infiammati 'no borders' nostrani e lanciare anatemi e frasi ingiuriose contro gli austriaci 'fascisti', a sentir lui, che chiudono il Brennero all'ondata di tsunami immigratoria che, per decenni, noi italiani non abbiamo saputo/voluto governare e l'abbiamo lasciata tracimare a nord delle Alpi – quella pacatezza della ragione, dicevo, mi fa notare lo 's-ragionamento' e l'invettiva cretina del radio-ascoltatore che lo stesso Sansonetti, il conduttore della trasmissione, stigmatizzava e rimandava al mittente.

Perché 'misiar 'e verze' della Storia è sempre un'operazione idiota e di neuroni rattrappiti nei loro angoli e nicchie encefaliche mai scopate e lavate; e dire 'fascisti' agli austriaci e a tutti gli altri popoli che hanno chiuso le frontiere - per le ovvie ragioni degli altissimi numeri di migranti che si muta in 'onda di tsunami' capace di travolgere le economie e i faticosi equilibri sociali, (come si è mostrato nelle famigerate 'banlieues' parigine dei 'foreign fighters' radicalizzati sul web' e nel famigerato quartiere islamico di Moellenbeck che offriva covi protetti e complicità ai terroristi assassini) – è stupidaggine antica che non sa coniugare le evidenze dei fatti e le necessarie distinzioni e antepone le ruggini del sentimento antico di fazione politica alle clarità della ragione, che pure ha ispirato le sinistra giacobina delle origini - la Dea Ragione che studiavamo sui banchi di scuola.

Che il 25 aprile vi sia giorno ragionevole e sereno, oh popolo di infiammati buonisti e partigiani immaginari tuttora adusi alle vetuste e inutili invettive.

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