Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
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Messaggi del 12/10/2022
Porca miseria. Ho visto, ieri sera, 'Il giovane Karl Marx' sul canale 23. E la parola-chiave (del film e dell'epoca di cui narrava) era 'miseria'. Una parola sempre attuale, in verità, pensate al caro-bollette degli sciagurati interventisti filo Nato che ci sprofonda in quella miseria a cui, fortunosamente, eravamo sfuggiti negli ultimi settanta anni delle nostre vite – noi nati nell'immediato dopo guerra dei milioni di morti e degli spaventosi massacri dei civili di Dresda, Hiroshima e Nagasaki (vedi su Wikipedia). E la miseria era dovunque, negli anni di Marx e del suo amico Engels: nei tuguri del proletariato urbano, nelle piazze e nelle strade sporche delle deiezioni dei cavalli, nelle fabbriche dei primi telai meccanici dove si lavorava dodici o più ore al giorno per il famigerato 'tozzo di pane' e nei libelli pre politici che venivano scritti da quei filosofi nuovi: 'Filosofia della miseria' di Proudhon e 'Miseria della filosofia' del giovane Marx che lo contrastava. E non so se dobbiamo essere grati a Marx ed Engels per essersi spesi a quel modo ed avere aperto ai moti rivoluzionari del 1848 ed avere fatto girare lo spettro del comunismo in catene tra le segreterie di stato dei paesi europei e mondiali. Forse si, forse non c'era altro modo, forse le rivoluzioni che liberano le società malate di schiavismo e di sfruttamento dell'uomo sull'uomo hanno bisogno di quegli uomini generosi che le sobillano e le guidano e pagano il prezzo delle loro determinazioni e dei pensieri preclari che condussero, poi, a Lenin e alla corazzata Potemkin e alla famiglia dello Zar di Russia trucidata barbaramente. Ma un senso di disagio mi ha colto, guardando il film, e mi coglie ogni qualvolta provo a prendere in mano i ponderosi tomi della mia giovinezza di rivoluzionario in sedicesimo che tuttora figurano sullo scaffale in basso della mia biblioteca. C'era un altro modo? Si, lo so che vi ricorda quel tale della pubblicità del pesce congelato venduto senza i conservanti, ma la domanda è pertinente. Davvero non c'era un altro modo per uscire dalle contraddizioni stridenti di quell'epoca di sfruttamenti crudeli e di vite relegate nella miseria urbana – che, oggi, perfino i nostri senza tetto, al confronto di quegli operai/e di quelle fabbriche di schiavi e dei loro tuguri ci sembrano dei dandy e le mense della Caritas dei ristoranti di lusso sfacciato? Come sarebbe evoluto il mondo degli uomini e delle donne senza i Proudhon e i Marx/Engels e i Lenin e Mao tse tung che a quei filosofi d'assalto ispirarono i loro moti rivoluzionari e le loro epiche imprese? Saremmo ancora sotto il tallone dei 'padroni delle ferriere' incuranti della salute e delle condizioni di lavoro dei loro operai/e? E avremmo i moderni sindacati - che ci sembra che non servano più a molto se non a riempire effimere piazze di protesta perfino contro il governo che non c'è? Domande ingombranti per le nostre menti affannate dal disordine e dal caos del terzo millennio entrante, ma non sbarazzatevene troppo presto con un gesto di fastidio. La parola-chiave 'miseria' incombe ancora su di noi, sia pure mitigata da quel secolo e mezzo trascorso tra invenzioni e scoperte (la 'tecnica', potente motore di altre rivoluzioni sociali) e le rivoluzioni sociali sconvolgenti e i patteggiamenti faticosi tra la borghesia delle professioni e quel proletariato di cui siamo figli e bis nipoti. E la guerra come refrain tragico del 'secolo breve' che ci comprende e che oggi si ripropone in cronaca insieme alla 'miseria' delle bollette stratosferiche e l'inflazione che vola e la recessione economica come 'spettro che si aggira per l'Europa'. Europa che si balocca con gli armamenti all'Ucraina che quella maledetta guerra prolungano e ci fanno affacciare sul fulgore delle finali esplosioni termonucleari prossime venture. Correva l'anno... EDITORIRIUNITI.IT Miseria della filosofia. Risposta alla Filosofia della miseria di Proudhon ILFATTOQUOTIDIANO.IT Caro bollette, le storie - l'aumento dell'energia mangia i risparmi dei cittadini |
La frontiera sud dell'Europa 12 ottobre 2013 Ha ragione Grillo a richiamare i suoi parlamentari all'ordine sulla questione 'bossi-fini' e le frontiere marine indifendibili. Non è questione di 'uno vale uno', né di negare l'autonomia di giudizio del singolo e dei gruppi parlamentari che si stanno 'facendo le ossa' faticosamente e cercano di uscirne vivi dal tritacarne mediatico che sempre li sbeffeggia e prova a farli apparire come neofiti impreparati e buffi nel loro procedere a tentoni e nel fronteggiamento radicale dei loro leaders Grillo e Casaleggio. E' questione di sostanza, invece, e di messaggio che si invia oltre le nostre indifendibili frontiere marine e di nuovi barconi e gommoni che, registrata la disponibilità e l'ondata di commozione per i morti, intraprendono la perigliosa navigazione sperando di trovare 'accoglienza' e buona disponibilità d'animo nel popolo italiano che li accoglie. Ma è così? Esiste davvero una maggioranza di italiani di buon animo e caritatevole, disposti a spendere i soldi dei contribuenti per nuovi centri di accoglienza e strutture capaci di fronteggiare l'emergenza invece che per nuove carceri che garantiscano condizioni 'umane' per i carcerati da rieducare e ci evitino le sbrigative e discutibili e avvilenti amnistie e gli indulti e le multe milionarie comminate dall'Europa? L'impressione è che la maggioranza degli italiani, oggi tornata 'silenziosa', non sia affatto favorevole al numero sempre più alto degli ingressi clandestini e pensa, invece, che l'emergenza debba davvero essere 'europea' – un'Europa che dica finalmente sua la 'frontiera sud' e ci attrezzi finanziariamente a far fronte agli sbarchi quotidiani e si dica disponibile a smistare verso gli stati-membri le eccedenze alle quali non possiamo prestare adeguati aiuti e le future integrazioni, - dati i penosi numeri di un bilancio dello Stato che fa acqua da tutte le parti e fatichiamo a rientrare nei parametri econometrici imposti. Tragedie dell'altro ieri. Che usassero anche loro i 'barconi'? Un team di archeologi sostiene di aver decifrato i simboli scolpiti su una lastra di pietra, antica 3200 anni, che potrebbe risolvere uno dei più grandi enigmi della storia del Mediterraneo. La lastra, ritrovata nel 1878 in Turchia, riporta la più lunga scritta geroglifica nota, risalente all'età del bronzo, e fa riferimento a un misterioso "popolo del mare", che sarebbe la causa della fine di quelle civiltà. - Dal sito dell'Huffington post |
Inviato da: aracnoid.999
il 15/06/2024 alle 10:29
Inviato da: fedechiara
il 08/06/2024 alle 07:17
Inviato da: fedechiara
il 07/06/2024 alle 07:11
Inviato da: fedechiara
il 07/06/2024 alle 07:09
Inviato da: cassetta2
il 06/06/2024 alle 17:04