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Messaggi del 17/10/2022

Verità vo' cercando...

Post n°2276 pubblicato il 17 Ottobre 2022 da fedechiara
 

Libera informazione, che sogno!
Immaginate di assistere ad un incontro di pugilato e, stranamente, la telecamera mostra solo un lato del ring e i primi piani sono tutti per un solo pugilatore che danza e lancia i suoi pugni in avanti e senti il botto sul viso e sul corpo dell'avversario ma quel combattente non vedi, non ti dicono niente al riguardo, non lo mostrano affatto, chissà perché. Non si sa se vince o se perde, che statura ha, che viso rabbioso, se è stato ferito allo zigomo, niente.
O una gara di atletica, i 100 metri della corsa, dove si inquadra un solo corridore, piano americano o primo piano e i particolari delle gambe in movimento accelerato, ma mai una ripresa dove si vedono tutti i partecipanti correre, chi più avanti o più indietro – e, alla fine, sul filo di lana solo un primissimo piano del corridore preferito dal cameraman partigiano e neanche ti viene detto e mostrato chi ha tagliato per primo il traguardo e chi è arrivato secondo, terzo o ultimo.
Trasferite il tutto sull'informazione dei nostri tiggi relativi alla guerra in Ucraina, dove i primi piani sono tutti sui pretesi crimini dei russi versus i loro nemici, le fosse comuni, le torture, le lacrime delle donne senza più casa, e, ognora e sempre, la mitica contro offensiva vincente dei valorosi combattenti per la libertà, ma nessuna informazione relativa al nemico – che pure in quella guerra opera fattivamente e, ravanando sui siti nascosti di internet, si viene a sapere che talora vince e/o infligge severi colpi ai combattenti ucraini e fa esplodere le centrali elettriche e lascia al buio i residenti della capitale.
Ma sulle televisioni e sulla stampa nostrana filo Nato e filo propaganda ucraina a senso unico poco o niente di tutto ciò.
E la chiamano, con perfette facce di tolla, 'informazione libera'. Sic.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona

 
 
 

Incanti dal passato.

Post n°2275 pubblicato il 17 Ottobre 2022 da fedechiara
 

Incanti poco reclamizzati - 17 ottobre 2014

Ci sono incanti poco reclamizzati e visitati qui in città. La mostra 'Sguardi incrociati a Venezia', allestita negli spazi della 'maison' Louis Vuitton, ex libreria Mondadori, ex cinema san Marco, ci racconta le suggestioni fotografiche, note, notissime, di Mariano Fortuny, che questa città adorava perché perfetto contenitore delle sue passioni archeologiche e di raccoglitore di meraviglie, - e fece del suo palazzo una gigantesca 'Wunderkammer' di natura ed arte - qui posto a contrasto e stralunata comparazione con lo sguardo arioso e solare di Jiro Taniguchi, disegnatore di 'manga' giapponesi e pittore di freschi acquarelli di una città non meno immaginaria di quella di Fortuny.
Ed è lo scrigno del passato, il primo Novecento, a dircela 'immaginaria', questa città, perché il Tempo che tutto muta e dilava e cancella e nasconde nelle fotografie panoramiche, quasi ad occhio di pesce', ci consegna una città priva di motori e rumori – e vediamo correre un vaporetto old style capace di contenere meglio degli attuali le quantità di visitatori e li distribuisce equamente a prua, al centro e a poppa; e vediamo le antiche 'caorline' e le 'peate' - e tutto sembra sospeso in un altrove di diverso pianeta e diverso spazio-tempo quantico. E così è per gli abiti delle persone: così pudiche le donne coi cappellini e le velette e le bambine che 'vestivamo alla marinara' e così accattivanti e niente affatto aggressive e spudorate le affissioni e la cartellonistica pubblicitaria.
E siamo così presi da quel viaggio spazio-temporale di paesaggi e genti diverse, da non accorgerci (ce lo dice la gentile hostess) che, in una foto del molo e della 'piazza', manca 'el paron de casa', mozzato alla base dopo l'implosione del 1902 e rimasto mozzo e tronco fino al 1912 - per dire delle stranezze del funzionamento dei meccanismi della nostra attenzione: che danno per scontato ed esistente ciò che, da sempre, abbiamo saputo esserci e campeggiare, e persiste nella mente come l'impressione 'fisica' di chi è monco di un braccio o di una gamba; e gli resta e si agita nel cervello la sua viva esistenza perchè il corpo non sa rinunciare alla sua integrità.
E il 'viaggio nel Tempo' continua, poco distante, nella sede espositiva della Biennale: puntuale e documentatissimo archivio di Eventi che ci appaiono straordinari, in quel bianco e nero astratto e poeticissimo delle fotografie che ci mostrano Julian Beck e Judith Malina ieratici nei loro movimenti teatrali e nei cortei del loro ingenuo 'teatro di piazza' che muoveva dalla 'piazza' e concludeva un rito esorcistico davanti alla sede dei 'morti viventi': la Borsa - per coloro l'espressione massima di tutte le cattiverie sociali e le insolenze e diseguaglianze sociali.
Ma questa è un'altra storia e Tempo e fantasie che abbiamo attraversato di cui diremo più avanti.

 
 
 
 
 

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