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Messaggi del 28/10/2022

Autunni, inverni, primavere.

Post n°2290 pubblicato il 28 Ottobre 2022 da fedechiara
 

Autunni, inverni, primavere. - 27 ottobre 2016
E sarà perché gli autunni 'lungamente ci dicono addio', come scriveva il poeta, che vorresti che certe immagini dell'oro vivo e antico - estremo saluto vegetale e silenzioso inno al colore della vita che muta aspetto - ti si stampassero in mente e vi restassero e non fossero sostituite da tutto il bailamme della cronaca tragica che inevitabilmente ti travolge al ritorno tra le brume e le incessanti torme lagunari.
E la natura sarà anche 'matrigna' come scrive e riafferma con foga il 'giovane favoloso' in questi giorni al cinema, ma se sai sceglierti un canto e un lembo e un luogo deputato come tua Heimat del cuore il cuore e la mente ti ringraziano e non sarà così male neanche l'avvento del colore bianco degli inverni che prelude al verde chiaro e commovente della prossima primavera.
Che certo verrà e per alcuni no, ma è poco male perché in questo nostro avvicendarci affannoso (e a volte felice) sulla crosta del pianeta sta tutto il senso e la Storia e le ere geologiche e il futuro delle 'magnifiche sorti e progressive' che ancora crediamo possibili, ad onta del'Ebola, dell'Isis colle teste mozzate e di Renzi, che il lavoro fisso vuole che, anch'esso, 'lungamente ci dica addio'.
Contiamo che l'inverno se l'inghiotta (politicamente) e la primavera rimescoli tutto il panorama politico come fa per la vegetazione nuova che rinasce dai suoi colori autunnali.

 
 
 

Distanze fatali.

Post n°2289 pubblicato il 28 Ottobre 2022 da fedechiara
 

Quanta distanza c'è tra Buenos Aires e la morte?  - 27 ottobre 2018

Giunto alle soglie dei biblici settanta, il mio cervello, di notte, si dà alle pazze storie e ne inventa di tutti i colori e trame strampalate. E, stanotte, conoscendo la mia intenzione di recarmi a visitare il paese del grande vecchio, Borges, il nume tutelare degli scrittori latino americani, mi ha proiettato in video e in voce una confusa trama di bohème argentina - con scrittori commisti a tangheri e belle donne che pazziavano in un locale malfamato (ma perché non si può dare buona letteratura e bohème anche nei bei locali eleganti? Il nostro Magris, ad esempio, ha scritto 'Danubio' e altri saggi magistrali seduto al tavolo di un bellissimo caffè storico di Trieste).
E se questo buffo sogno, uno dei mille che percorrono regolarmente le mie sinapsi in libertà, mi ha colpito e l'ho ricordato al risveglio è perché il mio cervello, fattosi menagramo, come ogni tanto gli capita, metteva in bocca ad uno scrittore riunito in quel locale di gente varia il titolo di un suo romanzo in gestazione: 'Quanta distanza c'è tra Buenos Aires e la morte?'.
Da toccarsi di sotto e munirsi di cornetti di plastica e il 13 in cornice metallica.
E, in verità, ciò che mi spaventa della morte (e un po' mi irrita. Possibile che non esista una eccezione che sia una a questo strano fenomeno di partenze e commiati misteriosi? Ci sono eccezioni per tutto, mannaggia!), ciò che mi spaventa, dicevo, è la mancanza di orizzonti predicibili, come si fa per ogni viaggio – con le guide della Lonely Planet che ci raccontano di città caotiche e intriganti e bei musei strapieni di opere d'arte e di grandi ghiacciai che franano direttamente in mare e di laghi salati e alberghi fatti di sale dove la notte le temperature scendono a -25.
Ecco il Grande Viaggio, invece, non ha narrazioni credibili, non ha luce e orizzonti di cielo e soli e lune - per contrasto con quanto le leggende religiose ci hanno raccontato di Empirei e paradisi fitti di angeloni e di santi (Oh, when the Saints...) e il ditone del Padreterno svolazzante che incontra quello del progenitore come nelle magistrali pitture nella Sistina di Michelangelo.
E, poi, mi secca alquanto constatare di essere prossimo a una dipartita (ogni giorno in più è un magnifico regalo) giusto quando il mondo degli uomini sta per esplodere fragorosamente tra marce di honduregni in fuga dalla miseria a migliaia (questo è lo 'storytelling', la narrazione compiaciuta delle sinistre di s-governo, ma pare che dietro ci sia l'organizzazione del solito Soros), bombe nelle case dei cicaleggianti democratici americani dei cachinni anti Trump, e il nostro Salvini che mena terribili fendenti pre elettorali all'indirizzo di Juncker e Moskovici, che il diavolo se li porti, insieme a Macron.
Che è come se ti spegnessero il televisore durante una partita di volley femminile tra l'Italia e la Serbia, e non sai se l'ultima schiacciata della Paola era dentro la linea, mannaggia,
'Fermate il mondo voglio scendere', diceva un noto adagio. Per me, invece, è importante sapere quanta distanza c'è tra Buenos Aires e la morte. Ho troppe cose ancora da vedere e raccontarvi.
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