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Messaggi del 06/01/2023

Sacrifici umani del post moderno.

Post n°2393 pubblicato il 06 Gennaio 2023 da fedechiara
 

Sacrifici umani del post moderno.

I sacrifici umani hanno una vasta letteratura e hanno la loro genesi nell'idea di sudditanza degli uomini agli dei malvagi e vendicativi. Placare l'ira degli dei con il sacrificio di bambini e bambine che venivano pesantemente ubriacati/e e drogati/e e lasciati morire nelle grotte al buio e al gelo delle alte quote sui monti della catena andina era lo scopo di quelle popolazioni impaurite dal persistere di fenomeni climatici avversi o dalle eclissi di luna/sole che interpretavano come manifestazione dell'ira degli dei. E la mummia meglio conservata – con le trecce dei lunghi capelli integri e la pelle trasformata in una sorta di duro cuoio – ho potuto osservarla nel museo di Salta, la cittadina argentina da cui partono le escursioni verso la catena andina e la Quebrada de Humauaca. https://www.gauchonews.it/.../llullaillaco-salta-bambini.../
E Isacco, più anticamente, l'ha scampata bella e la mia idea è che il racconto del perdono del Dio inconoscibile e la sua remissione di quell'orrendo sacrificio umano e lo scambio con un caprone nei pressi derivino da una letteratura in rapido mutamento relativa alle leggende di quelle popolazioni di nomadi pastori - che mutavano pelle e abitudini e si insediavano nelle pianure e davano vita alle città e iniziava una diversa, meno cruenta, 'civiltà'.
Ed è a tutti noto il sacrificio di Ifigenia e il tormentone de: 'Sacrificala!' gridato ad Agamennone dai capi Achei, la cui flotta era impedita nelle partenze dai venti contrari. E Agamennone, di rimando: 'No, che non la sacrifico! Piuttosto la do in sposa ad Achille (del tutto ignaro della querelle)!'
Finì come sappiamo: con Ifigenia sacerdotessa ben protetta nel tempio di Artemide in Tauride e Poseidone che placò finalmente i venti - e Troia venne distrutta con la compiacenza dei maledetti dei e dee partigianissimi/e e co-belligeranti (gli Stranamore della N.a.t.o di allora nella loro 'guerra per procura').
A tutto questo mi fa pensare la notizia che è stato ritrovato il corpo della tremante, mite Saman, figlia di orchi pachistani immigrati, con l'osso ioide spezzato – verosimilmente per essere stata strozzata da uno zio-boia fino a toglierle l'ultimo fiato.
Una post moderna Ifigenia, ma non altrettanto fortunata, e la tremenda divinità a lei avversa e che ha esatto l'orribile sacrificio di una vittima inerme e rassegnata all'orrore finale, è il costume di quei popoli barbari di dare in sposa la figlia a cugini e/o conoscenti danarosi, in barba al sentimento della sposa promessa e alle sue diverse aspettative di vita occidentale.
E l'augurio è che i maledetti orchi del padre e la madre suoi vengano finalmente estradati in Italia e si celebri il processo del secolo e millennio nuovo delle 'magnifiche sorti e progressive' (ma lo saranno davvero, con tutte quelle enclaves islamiche nemiche cresciute a dismisura nelle periferie urbane delle maggiori metropoli europee?) e che gli assassini e i mandanti vengano puniti in modo esemplare – come ci si aspetta per quest'altro mito orrendo post moderno consumato con l'uguale ferocia e l'indifferenza dei lontani popoli assassini di cui si narra.

 
 
 

I droni e gli archibugi.

Post n°2392 pubblicato il 06 Gennaio 2023 da fedechiara
 

Gli archibugi e i droni della 'drole de guerre'. 06 gennaio 2020

«O maladetto, o abominoso ordigno», chiamava Ariosto l’archibugio, perché permetteva a un umile fantaccino di abbattere a distanza uno splendido cavaliere.
Siamo tornati al tempo dell'Ariosto, che collocava il suo poema mirabile nel punto di intersezione tra la secolare guerra di spade e le punte di lancia dolorosamente infisse nei ventri o negli occhi, - là dove le corazze non proteggevano – e la grossolana pallottola sparata dagli archibugi da lontano, che abbatteva un marcantonio spaventoso e guerriero di spada e ascia valentissimo, montato in sella a un cavallone da guerra - spavento e terrore, fin dentro agli incubi, di ogni fragile fantaccino schierato in battaglia campale e lo travolgeva nelle sue cariche.
Ed ecco le lucide corazze sparire d'incanto dai campi di battaglia e riempire i magazzini dei castelli e, poco più tardi, i musei di guerra. E le strategie guerresche cambiarono d'improvviso e 'offrire il petto' a file orizzontali, con i rulli di tamburo e le bandiere levate, divenne il nuovo modo di combattere – e chi era designato in prima linea sapeva di essere il primo agnello sacrificale di ogni stupida guerra e, fin dalla vestizione del mattino, diceva mentalmente addio alla moglie e ai figli e alla luce del sole che illuminava il campo di battaglia.
Così è, oggi, per la 'drole de guerre' che ci viene riportata dalle cronache del 20-20 bisesto e funesto.
Un fantaccino in camicia fresca di bucato si siede al computer in un ufficio lontano le mille miglia dal campo di battaglia e, come in un astratto video game, punta il bersaglio a terra che gli mostrano le telecamere del drone-archibugio e preme il pulsante-grilletto e partono i missili che inceneriscono i generali-architetti del terrorismo internazionale dello sciismo in guerra con l'Occidente.
E in questo post moderno campo di battaglia non è più questione di trombe che suonano e campane che rintoccano a distesa, come al tempo delle guerre tra i Carrocci dei Comuni italici e il Barbarossa occupante con i suoi lanzi maleodoranti (in guerra, si sa, il sapone si usa poco).
Ai missili dei droni americani si risponde con altri missili di varia 'gittata' o con i micidiali 'razzi', tanto temuti dai 'coloni' israeliani occupanti le terre di confine in Palestina.
E la vera risposta dell'Iran colpito alla testa dal drone-archibugio di Trump è l'odierno stracciare i trattati sul nucleare che lo impastoiavano e ne umiliavano i sogni di gloria e l'arricchire l'uranio delle prossime bombe nucleari che compariranno sulla scena – ed è certo che, fra i 52 obbiettivi da colpire, messi in campo da Trump, ci saranno i siti iraniani dove si arricchisce l'uranio e si fabbricano le maledette bombe; ed il pranzo per il 20-20 è servito e si darà il via alla terza guerra mondiale combattuta con droni e missili ed esplosioni atomiche (speriamo di no) e chi più ne ha più ne metta: l'umanità torna all'antico delle guerre come 'sola igiene del mondo' e non ce ne importa un fico delle file infinite degli sciiti in lutto dietro le insegne funebri di Soleimani.
Qui si fa l'Occidente o si muore e il maledetto sciismo guerrafondaio e terrorista si ritiri nei suoi possedimenti storici e ci liberi dalla maledizione del terrorismo per procura o in franchising che ci attende in un mondo stupidamente globalizzato che dissemina i suoi conflitti e le sue schegge impazzite per ogni dove, con i civili inermi accoltellati per le strade delle città europee al grido rauco di 'allah u akbar'.
Civili che sono (che siamo) la prima linea di una 'guerra per procura' che ci vede attori protagonisti, ma disarmati, e con solo l'opzione militare del voto e delle urne populiste per ricacciare gli infedeli entrati di soppiatto col grimaldello del buonismo e stanziati nelle 'banlieues' nemiche delle metropoli europee. A la guerre comme a la guerre.
Atto primo, scena prima, Chi vivrà vedrà.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 

Indovinare il numero giusto.

Post n°2391 pubblicato il 06 Gennaio 2023 da fedechiara
 

Nel duemila ventitre, ventitreee...

Vivo in un angolo di mondo privilegiato, in un piccolo condominio di otto unità abitato da fantasmi: condomini silenziosi e discreti che, in questo primo giorno dell'anno, non hanno emesso un suono e un fiato e il solo suono veniva dal mio appartamento per i due concerti di Capodanno dalla Fenice e da Vienna - il mitico Musikverein dal bel Danubio blu e la marcia di Radetzky come grande finale.
E' vero che, intorno alla mezzanotte, nel momento dello spaventoso scatenamento delle folle nelle piazze delle principali città del mondo - e balli e saltelli propiziatori e beneauguranti - qualche cretino nei paraggi è uscito fuori ed ha sparato i botti vietatissimi e che spaventano gli animali, ma bisogna farsene una ragione di questo nostro coabitare con cretini di razza che sminuiscono il senso della parola 'umanità' e aspettare l'una - e il silenzio torna e il sonno ci premia e 'domani è un altro giorno, si vedrà'; forse ne usciremo vivi da quest'altr'anno post pandemico che si trascina dietro tutte le contraddizioni e le scempiaggini e le ferinità dell'anno che l'ha preceduto.
Come dite? L'Ucraina? Già, l'Ucraina.
Anche questa guerra finirà, speriamo, così come si prevedeva che 'sarà tre volte Natale e festa tutto l'anno', ricordate?
Certi anni, si sa, sono speciali, tutto sta ad indovinarne il numero.
  • L'anno che verrà - Lucio Dalla (Caro amico ti scrivo) (Letra Español, English Lyrics, italiano)1979
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