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Messaggi del 16/06/2023

Giustizia giusta. Un ossimoro.

Post n°2635 pubblicato il 16 Giugno 2023 da fedechiara
 

La giustizia riformata è una scommessa. Funzionerà meglio dopo l'approvazione della riforma di Nordio che pone argini e freni a stampa e pubblici ministeri? Ma la domanda maggiore e annosa - e che ci riporta alle mille indignazioni delle sentenze ingiuste o alle nulle sentenze delle prescrizioni – è: 'Le vittime di atroci reati avranno finalmente giustizia?'
E, forse, è l'eccesso di peloso garantismo il vulnus dell'italica 'giustizia ingiusta' – forse è il terzo grado di giudizio italico che andrebbe abolito d'emblè insieme alle scandalose prescrizioni e dovremmo farci bastare l'appello e finirla con la farsa tragica del terzo grado di giudizio che annulla le deliberazioni degli altri due gradi sottostanti.
E la giustizia lagnosa di coloro che lamentano il bavaglio della riforma Nordio dovrebbe, in realtà, spingerli a battersi il petto e a raccontarci nel dettaglio come e perché dei buoni avvocati costosissimi riescano nell'impresa di mandare assolti i loro clienti danarosi a differenza dei poveracci che entrano nei loro studi luminosi con in mano i manzoniani polli di Renzo – e vengono, ca va sans dire, condannati in tutti e tre i gradi.
Non sarà che la vera riforma di una giustizia che non c'è sarà quella di abolire il concetto di reato tout court e mandare a casa l'intero scomparto di giudici e avvocati e far risparmiare allo Stato una pacca di miliardi, ridando fiato all'economia del far west prossimo venturo?
Forse nessuna giustizia conclamata, a ben vedere, è meglio di una cocente illusione di 'giustizia giusta' che ci ha inquinato i pensieri fino ad oggi. Is'n it?
Potrebbe essere un'illustrazione

 
 
 

La cruna dell'ago e le altre storie.

Post n°2634 pubblicato il 16 Giugno 2023 da fedechiara
 

Omelie.

Non deve essere facile dire una 'omelia' funebre, pensarla, scriverla, recitarla. E' necessario avere in mente tutto il necessario per cui risulti credibile e condivisibile: essere informati dei fatti e delle persone che hanno fatto corona al defunto e avere in mente un riferimento premiale – come usava fare un tempo, prima del presente 'perdonismo universale' di Francesco e tutti redenti in Cristo, nessun malvagio incallito più da condannare, un pater, una ave, un gloria, andate in pace.
E ricordo il giorno che fu chiamato un prete per celebrare il funerale di mia madre e ci chiese di dargli qualche informazione su chi era la defunta, se credente, madre di quanti figli e nipoti e su quelle scarne e povere cose di una intera vita riuscì a costruire la sua brava omelia funebre ornata di speranze e visioni di celesti aldilà e ricongiungimenti. E io sul pulpito avrei potuto dire molto di più terreno, invece, e sommare la mia vita di figlio alla sua come si fa nelle riunioni liberatorie dei gruppi delle 'Costellazioni familiari' che riappacificano genitori e figli nella dolorosa recitazione del proprio vissuto. Qualcosa di simile agli alcolisti anonimi - e la vita di ognuno e tutti, a ben vedere, è puro vapore alcolico che respiriamo e ci ubriaca e ridiamo e piangiamo e ci disperiamo e giuriamo l'amore.
Ma di Berlusconi si sapeva tutto. Tutto è stato scritto in cronaca nel dettaglio dell'ascesa e della caduta, da Edilnord a Milano 3 e le televisioni, ah, le televisioni! Corruttrici di giovani anime per molti, per altri rivoluzione dei costumi: comicità sguaiata e tette al vento, anticipo delle notti brave e 'serate eleganti' di cui leggemmo peste e corna sui giornali nemici che moraleggiavano e denigravano – e ancora non è chiaro se avevano ragione gli inviati dei maggiori giornali esteri a dircelo una caricatura di premier e a mostrare le foto di Sarkotzy e della Merkel che nascondevano un risolino ad uso politico dei giornalisti presenti o se avessero ragione i suoi fans a giudicare leciti i suoi comportamenti privati perché 'in camera da letto si può fare ciò che si vuole' e più non dimandare.
Forse la virtù sta nel mezzo. Tipo: ai giornalisti (e alle ex mogli) non far sapere quanto sono succinte le suorine e le infermiere delle tue serate eleganti, ma togliersi dalle palle i giornalisti petulanti, ne convengo, è impresa da Titani e quelli ti spiano anche di là delle persiane chiuse e intervistano chiunque esce dalla porta.
Tornando alle omelie: quella del vescovo di Milano pare non abbia soddisfatto nessuno e c'è chi la dice 'equilibrata' e chi, invece, ne rimarca gli affondi contro il suo essere 'uomo di parte' e di denari. E, si sa, 'è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri in paradiso'.
E ci resta, quindi, il dubbio atroce se il noto tycoon stia bussando dubbioso alle celesti porte per chiedere sommessamente il suo posticino soleggiato a cavallo di una nube o se debba farsi qualche annetto di Purgatorio prima del suo ingresso trionfale.
Chi passa di là è pregato di farcelo sapere.
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