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Messaggi del 24/07/2023

'Li legni lor non sani'. Migrazioni e dintorni.

Post n°2696 pubblicato il 24 Luglio 2023 da fedechiara
 

'Li legni lor non sani'. Migrazioni e dintorni.

Sono due 'sistemi di pensiero' che si confrontano. L'uno è basato su ciò che vediamo – la 'realtà, la diciamo, per quanto l'oggettiva dimostrazione della sua limpida e leggibile esistenza mostri la corda filosofica e ciascuno di noi parla di una sua propria realtà, diversa da quella degli altri.
E la realtà apparente dei giorni, inclusa quella che ci rappresentano i giornali e le tivù, è quella delle periferie urbane dove vanno a stiparsi i migranti e i 'marginali', dopo breve passaggio nelle cronache degli arrembaggi impuniti e breve confluenza nei centri di raccolta (che scoppiano).
Centri dove i 'migranti' dei naufragi organizzati dovrebbero essere riconosciuti e schedati e i 'non aventi diritto' di accoglienza rispediti al mittente. Tutto molto dubbio e aleatorio e fragile, in realtà (eccola che torna, la controversa parola).
La realtà dei fatti ci racconta, invece, di costanti fughe dai centri di raccolta a migliaia e dello sciamare, vanamente contrastato, dei 'non aventi diritto' all'accoglienza di là dei confini-gruviera di una Europa in costante debito di ossigeno sociale e politico e che vede crescere le maledette enclaves urbane nemiche nelle periferie delle sue città sotto assedio parallelamente ai numeri degli elettori di destra che chiedono 'ordine e legge per ciò che risulta eccessivo' (Gabriel Celaya 'La poesia es un arma cargada de futuro').
E il sistema di pensiero opposto è quello ben sintetizzato da Sansonetti su 'l'Unità' di oggi.
Accuse roventi al sistema capitalistico-causa-di-tutti-i-mali-e-nefandezze e l'insensata mozione degli affetti de 'accogliamoli tutti', sono persone'. E in questo sostantivo neutro si raccoglie e si mescola l'immangiabile broda buonista che non si cura di quanto avviene nelle città europee durante e dopo il passaggio degli stormi e degli sciami degli arrembanti popoli del mare.
Sansonetti chiede alla premier Meloni di farsi carico di ogni e tutti i 'migranti' a centinaia di migliaia (inclusi quelli sul piede di partenza e quelli che ancora non hanno completato la raccolta di denari tra i familiari necessaria alla lotteria del mare dei naufragi organizzati) e di licenziare in tronco e con ignominia l'orrido dittatore tunisino a cui ella affida le sorti del suo agire politico per fermare le partenze.
Mozione degli affetti di un sincero comunista, come dicevo.
Le partenze affannose di milioni e milioni di individui vanno scoraggiate con tutti i mezzi, invece (in campagna elettorale si parlava di 'blocco navale', nientemeno), e dissuasi gli aspiranti naufraghi a mettersi in mare con le abbiette modalità che conosciamo dei trafficanti di vite umane.
'Tornate a casa', mandava a dire Kamala Harris alla frontiera con il Messico alle migliaia di 'richiedenti asilo', 'Non abbiamo posto per tutti.' La logica dello 'stipare' e riempire caserme dismesse e tendopoli e la bella Lesbo che ho conosciuto in gioventù ridotta a un osceno campo profughi non è condivisibile e non paga politicamente.
Ma, in prima pagina de 'l'Unità', si mostra, a conferma dell'ardita richiesta buonista, la foto di due donne africane distese sulla sabbia del deserto che la didascalia dice essere morte per sete.
Potenza delle immagini! Dopo la foto di Aylan annegato nell'Egeo è stato pubblicato di tutto sui giornali di parte buonista, perfino dei falsi cadaverini messi in posa allo scopo di indignare e surrogare le giaculatorie pro immigrazione massiva – e l'Ucraina di Zelensky ha seguito il fortunato trend propagandistico ed ha fondato su false e/o ben costruite immagini di pretesi crimini del nemico russo il suo appeal politico guerrafondaio. Tu chiamalo, se vuoi, giornalismo.
Ma la via dei barconi e degli esodi biblici è stretta, strettissima e la premier Meloni, in pieno affanno politico e urgenza di rispondere ai suoi elettori, non può permettersi passi falsi e licenziamenti in tronco. Il lavoro sporco di fermare le partenze e il traffico di vite umane va affidato a chi di dovere senza troppe remore e sottili distinguo. E' un costo politico traslato di decenni.
Decenni di s-governo abbietto del pd e dei buonisti associati che hanno creato il mostro delle migrazioni massive senza limiti e illuso (e creato dal nulla) le nuvole di milioni di pretesi profughi dal sud e dall'est del mondo.
Se illudi i poveri del mondo sull'esistenza di un Bengodi facilmente arrembabile e subito prodigo di indebite assistenze e dubbie inclusioni aspettati le conseguenti migrazioni e gli arrembaggi epocali - e i barchini e i barconi e 'i legni lor non sani' e le organizzatissime navette e taxi ong in costante e permanente servizio di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
Stretta è la strada, ardua è la via, dite la vostra ch'io ho detto la mia.
LA POESÍA ES UN ARMA CARGADA DE FUTURO - Poemas de Gabriel Celaya
POEMAS-DEL-ALMA.COM
LA POESÍA ES UN ARMA CARGADA DE FUTURO - Poemas de Gabriel Celaya
Cuando ya nada se espera personalmente exaltante, mas se palpita y se sigue más acá de la conciencia, fieramente existiendo, ciegamente afirmado, como un pulso que golpea las tinieblas, cuando se miran de frente los vertiginosos ojos claros de la muerte, se dicen las verdades: las bárbaras, terri...

 
 
 

Anime e corpi.

Post n°2695 pubblicato il 24 Luglio 2023 da fedechiara
 

Anime e corpi - 24 luglio 2021

Non so che tipo di dibattito si scateni (e se) oggi nelle nostre aule scolastiche e quali sotterranei conflitti si inneschino tra i professori di filosofia e i loro seguaci e quelli di religione, ma la visione di un 'caffè filosofico' su Raiscuola (programmi fatti benissimo e stimolantissimi) che parlava di Locke e di Hume, (empiristi di quel secolo dei Lumi che culminò con la Rivoluzione francese e il rauco grido popolare de 'morte ai tiranni'), mi ha fatto tornare a mente i miei conflitti di adolescente con un prete di religione incapace di sostenere il confronto con scienza e biologia - e sempre opponeva un ottuso 'mistero della fede' ad ogni mio tentativo di aprirlo e sviscerarlo e farlo uscire dalla nicchia storica che lo aveva tenuto a battesimo e malamente giustificato con l'ignoranza dei tempi e le approssimazioni dei primi filosofi e dei profeti.
E le 'idee innate' e l'esistenza e la faticosa definizione di 'anima' è il primo di quei misteri della fede che Locke si incarica di cancellare dall'orizzonte filosofico della modernità – e la visione di come si agita un neonato e si guarda intorno stupito di ogni cosa e suono e rumore e balbetta un suo complesso e intraducibile vocabolario di vocalizzi è l'esperienza più diretta e a tutti comprensibile e facilmente dimostrabile delle proposizioni di Locke relative all'umana esperienza quale sola fonte di conoscenza - e nessun imprinting animistico a condizionarne i comportamenti e le reazioni.
E tuttavia il concetto di (e la fede nell') anima è duro a morire e tuttora milioni di persone di culture e latitudini diverse ne affermano l'arcana esistenza e la sua permanenza (chissà dove e chissà come) in un qualche luogo dell'universo immateriale. E, se pure l'idea di un Empireo fitto di Troni e Dominazioni angeliche quali si raffiguravano nelle pitture e negli affreschi del Medioevo e del Rinascimento, è stata archiviata e detta leggendaria, pure il mito di Giosafatte e di una Giustizia Divina e di una Resurrezione dei Corpi è duro a morire - e anche i più tiepidi di fede e certuni atei timorosi dell'aldilà si affidano, nel momento del trapasso, a quelle improbabili narrazioni che risuonano nelle chiese durante i funerali.
E per quanti sforzi io faccia di trovare una definizione credibile e filosoficamente e/o scientificamente sostenibile di anima, (che è altra cosa dalle idee che elaboriamo e pare capace di differenziarsi da ogni nostra cosa corporale e perfino di migrare, aleggiando verso l'alto mentre si muore), non mi riesce di trovare e definire nulla che si distacchi e si differenzi dal corpo e dai neuroni e le sinapsi che sviluppiamo in vita e, tutt'al più, ci resta la bella espressione letteraria 'con tutta l'anima' - che usiamo quando siamo infiammati di amore (specie se non corrisposti) e bene dice lo sforzo di elevarci al di sopra dei bisogni corporali e attingere le sublimi Sfere e i Paradisi dove abitano le Beatrici che tanto amiamo.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 
 
 

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