Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
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Messaggi del 15/09/2023
Polis e politica - 15 settembre 2014 Dopo tanta denigrazione della politica, (ma più dei politici maneggioni e arraffoni e bugiardoni) un 'festival della politica' non è stata una cattiva idea - per provare a riconciliare i cittadini con quest'arte umana che tanta soddisfazione ci ha dato nei ricordi scolastici di Pericle e di Cicerone e Seneca e Machiavelli. E ieri ascoltavo l'interessantissimo dibattito intorno a un libro che ci informa che la città è una tana e 'fa paura' ed ha porte e muri: per dire che è accogliente però anche difesa dagli attacchi dei nemici. Nemici che vengono da fuori ma anche da dentro; e ci sono stati gli assedi terribili degli aspiranti conquistatori e i massacri, ma anche le guerre intestine, civili, non meno feroci e belluine. E la paura principale che abbiamo è contro lo 'xenos' o barbaros che insidia il nostro benessere e il benestare della 'polis' giunta all'apice del suo sviluppo economico ed architettonico e politico, e tuttavia non possiamo non accoglierlo perché l'accoglienza 'è nelle cose', - e contro la globalizzazione nulla possiamo opporre e restiamo, sgomenti, come il poeta in guerra che denunciava: 'Si sta / come d'autunno / sugli alberi / le foglie'. E si sono ascoltate molte citazioni latine e gli etimi dal greco e tutto era molto elegante a udirsi e 'suonava bene' – ed era come la storiella di quella giovanetta costretta al meretricio che aveva fatto innamorare un poeta che molto ne lodava le tonde e turgide forme del corpo e la dolcezza dell'approccio erotico e l'ingenua se ne era innamorata a sua volta perdutamente, ma la maitresse la contrastava dicendole che la cosa era esattamente come con tutti gli altri uomini che se la scopavano e solo, quel poeta, gliela infiocchettava e la incellofanava così da fargliela apparire straordinaria e speciale. Già, perché, dopo tanto dotto discettare di bravi filosofi che ce la presentavano elegante e la prendevano da lontano, la dolente nota, stringi stringi, era la banale, quotidiana questione della 'securitas' contrapposta alla insecuritas, - alla inquietudine di noi cittadini nei confronti del 'diverso', dello 'xenos' che ci affligge coi suoi mille barconi e ci costano una fortuna e non sappiamo più dove stiparli e quegli 'xenos' cambiano l'aspetto delle nostre città eleganti ed evolute – e i centri storici sono ormai 'cosa loro' perché le nostre agorà, di noi indigeni disgustati e snob, sono ormai i centri commerciali. E, in finale di partita, il filosofo-scrittore di belle speranze e promesse, ha citato l'anomalia di una città-stato postmoderna, Singapore, dove, invece, nessuno ha paura perché, se fai tanto di rigare una macchina e/o buttare una cicca per terra, non passa mezz'ora e sei nella mani della polizia e un giudice, per direttissima, ti condanna a una multa di mille dollari singaporiani e/o a dieci frustate sulla schiena - come è capitato a un giovane americano e se ne indignò mezzo mondo e ne dibattemmo a lungo se quelli erano metodi condivisibili e civiltà della polis. Saranno anche un filo esagerati, a Singapore, mi è venuto da pensare in chiusura di dibattito, ma se guardiamo alle nostre 'polis', alle orrende città dei cassonetti bruciati e tonnellate di sporcizia sulle strade e gomorra e camorra e criminalità varia organizzata e politici corrotti e forze dell'ordine che minacciano scioperi, beh un paio di annetti di gestione singaporiana forse non ci farebbero così male. |
Difficili tecniche socratiche (due) - 15 settembre 2021 ...organizzare il proprio naufragio, dicevamo. Che, per un giovane africano di un qualche remoto villaggio dell'area subsahariana, significa partecipare alla lotteria del naufragio protetto in partenza, disponendo della modica cifra di 3/5000 euro del costo dei biglietto da versare agli scafisti e ai trafficanti di vite umane. Una cifra sorprendente, ma raccolta per uno sforzo dell'intera famiglia, narrano i reporters pietosi della stampa mainstream, un investimento umano che, una volta andato a buon fine il naufragio organizzato, sarà restituito con le 'rimesse degli emigrati' felicemente clandestini vaganti nell'area Schengen. E così, valicata la frontiera del deserto libico tramite i 'passeurs' che guidano i camions strabordanti di uomini e fagotti, quegli avventurosi si lasciano chiudere volontariamente nei magazzini a disposizione degli scafisti dove aspettano fiduciosi il giorno del via libera al naufragio combinato. Magazzini che, nelle fabulazioni e geremiadi pietose di quelli delle o.n.g. , sciorinate davanti alle tivù altrettanto pietose e pie che gli prestano i microfoni, diventano i mitici 'lager libici' dove accadono le cose orripilanti che sappiamo – e tutto quel teatro sconvolgente della pietà ha il fine di accusare la guardia costiera di quel paese (pagata ed addestrata da noi) del crudele ri-accompagnamento coatto nel porto maledetto della falsa partenza, nel caso i militari fossero contendenti e primi nel cosiddetto 'salvataggio' in mare. Tutto quanto esposto può sembrare narrazione cinica ad alcuni, ma il disincanto e il dubbio dell'avvocato del diavolo sul merito di tanta questione e la recitazione della controversia è, invece, operazione di necessaria contro informazione, sommersi come siamo dalle narrazioni dominanti dei pietosi buonisti che usano, non meno cinicamente e quale grimaldello di una malintesa pietas, delle rappresentazioni di abituali 'stupri e torture' che, a loro dire e dei migranti interessati al 'salvataggio', sarebbero le quotidiane violenze e le intollerabili vessazioni nel corso della detenzione nei magazzini dove gli scafisti stipano le loro merci umane. Ma nessuna prova provata di quelle violenze ci è giunta da quei cimiteri d'anime dei 'lager libici' da parte di giornalisti occidentali - che pure hanno provato a imbarcarsi volontari sui barconi seguendo l'iter descritto dai migranti - e resta il dubbio (atroce) che il business delle migrazioni sregolate a sei cifre e dei naufragi organizzati sia talmente lucroso per i protagonisti, primi coloro che hanno acquistato a carissimo prezzo il biglietto della lotteria dell'accoglienza, da giustificare quelle narrazioni mitologiche che sorreggono tutto l'ambaradan delle navette o.n.g. che 'salvano' quotidianamente i naufraghi appena partiti grazie ai telefoni satellitari degli organizzatori e i porti italiani naturalmente sempre aperti e accoglienti e le navi quarantena al largo a disposizione e i centri di smistamento e le cooperative deputate ai servizi di accoglienza e via elencando dello sperimentatissimo sistema-accoglienza targato pd di s-governo e attuale ministra la Lamorgese silente e operosa. Correva l'anno...
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Inviato da: LewisCannon
il 15/08/2024 alle 09:09
Inviato da: cassetta2
il 29/07/2024 alle 22:19
Inviato da: ARCAN020
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Inviato da: fedechiara
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Inviato da: VIOLA_DIMARZO
il 23/06/2024 alle 16:38