Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
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Messaggi del 21/11/2023
La 'cloaca dei socials' viene subito dopo la 'tivù-spazzatura' e 'la scuola che non educa'. Maiuscole invettive che rimbalzano tra i salotti della 'sinistra al caviale' (ultimamente trascorsa allo 'sgombro affumicato' causa inflazione) e i giornali amici con gli autorevoli occhielli a fondo pagina dei post moderni 'maestri di pensiero' critico. E l'ultimo, in ordine di tempo, ad evocare 'la cloaca dei socials' è Gramellini Massimo, ottimate anche televisivo, ad onta del fatto che quel mezzo di informazione e di intrattenimento non abbia mai riscattato, nei faticosi decenni della nostra educazione culturale nazionale, la sua fama di diseducatore delle masse beote schiave del video sempre acceso. Ed ho ancora in mente le invettive a mitraglia contro 'la Bestia' dei socials avversi al suo Verbo sinistro omni inclusivo di Paolo Rumiz che, chiuso nelle celle dei monaci delle abbazie benedettine che ha visitato sparse in tutta Europa, ha riempito il suo libro ('Il filo Infinito' – Universale Economica Feltrinelli) di rabbiose reprimende contro 'i razzisti' anti europei che nuotano come immondi sorci nella mitica 'cloaca'. Savonarola avrebbe da imparare lessico e metafore sulfuree da un tale infiammato monaco redivivo e davvero non vorrei aggirarmi troppo a lungo negli olezzanti meandri neuronali di quei dessi ossessionati da razzismi pretesi e da sorci sguazzanti nelle pretese cloache. Si richiedono troppe fumigazioni igienizzanti i bui cunicoli e non c'è garanzia di un ritorno a più misurati pensieri e verbi ed accomodanti mediazioni nei confronti del formidabile strumento internet e dei suoi contenuti. Perché internet (e, ieri, le televisioni) è un formidabile strumento di cultura torrentizia distribuita a pioggia e nei suoi meandri trovi le cloache (se le conosci le eviti) insieme a siti di arte, storia ed enciclopedie e blogs di pensiero critico, scegliete le vostre pagine preferite e non fracassate gli zebedei a chi ne sceglie altre di diverse dalle vostre. E le pretese 'cloache dei socials' sono, in verità, la post moderna arena politica che assomma le vituperate 'chiacchiere da bar' dei tempi andati agli odierni talk show televisivi, niente di nuovo sotto al cielo. E sui socials, a volte, si giocano le sorti delle maggioranze politiche che governano il paese – e si capisce il livore dei giornalisti/scrittori sinistri che ancora gli fa male in basso al centro, malgrado il ricorso alle pomate lenitive. E 'i socials' sono anche, la 'piazza' virtuale – quella stessa che i Soloni sinistri benedicono se convocata dalla Elly e da Landini e ce la raccomandano quale panacea contro il malgoverno delle destre quando scende a rumoreggiare per le strade - a volte 'di pancia' e con slogans rivoltanti e non è un bel sentire e 'se le conosci le eviti' e fai spallucce. Lasciano il tempo (e il governo) che trovano. E, alla fin della tenzone, giova ricordare che nessuno ha mai la verità in tasca e che il dibattito politico è da sempre 'sporco' e la democrazia dell'alternanza ha il faticoso compito di ripulire e cambiare i pannoloni al vecchio incontinente e metterne di puliti al nuovo che avanza – consci che intriderà a sua volta i pannoloni da vecchio e toccherà cambiarli di bel nuovo a tempo debito. Se ne facessero un ragione i soloni sinistri e distolgano lo sguardo dalle immonde cloache pretese e alzino gli sguardi verso il Cielo dei loro sogni di rivalsa– vedi mai che ne scenda un angelo sterminatore che mandi a casa i loro avversari politici. |
Recitazione della controversia mussulmana - 21 novembre 2015 ...che poi, la drole de guerre che ci hanno scatenato contro i figli di buonadonna e gli esagitati e rimbecilliti assassini dell'islam radicale e violento, tra le sue vittime inermi sulle strade e nei teatri e nei supermercati annovera anche l'inane furia e la stizzita e/o rabbiosa reprimenda che i 'buonisti' per vocazione e infiammazione neuronica refrattaria agli antibiotici del buon senso comune ci rivolgono contro – a noi 'cattivisti' che di cattivo abbiamo solo un percorso mentale limpido e pieno del buonsenso, legato all'evidenza delle cose, che ci dice che l'aver creato quei quartieri-monstres nelle periferie delle metropoli e averli stipati di gente che subisce il richiamo delle origini alle tradizioni e alle religioni di appartenenza non è stata una buona e sana e regolata politica immigratoria, né una sensata pianificazione urbanistica, - dal momento che la polizia nei giorni di quiete preferisce non metterci piede (proprio come nei tragici quartieri della camorra) a causa del pauroso dislivello tra i numeri degli agenti in servizio e la malata solidarietà che si viene a creare nei luoghi dove stabiliscono i loro covi i maledetti terroristi assassini e i predicatori dell'odio. Che molti consideravano, fino al giorno prima della strage, dei 'bravi ragazzi' e li salutavano e si sorridevano con le madri e le figlie e le cugine al supermercato - e anche dei kapò nazisti, lo rivelò il processo di Norimberga, si seppe che coltivavano le rose e ascoltavano deliziati 'Eine kleine Nachtmusik'. Umanità vo' cercando di discernere in questi tempi grami ch'è si cara al mio core. E gli unici momenti in cui la polizia ci mette piede sono quelli in cui le teste di cuoio e la gendarmerie, alle 4 e 30 del mattino, vanno a scambiare cinquemila colpi di mitraglietta quando ormai quei criminali che si rifanno al Corano hanno ucciso e vinto di bel nuovo una loro ben pianificata battaglia contro i civili inermi. La guerra in casa preconizzata dalla lucidissima Fallaci già molti decenni fa. E hanno un bel dirci, i cari buonisti, che 'non tutti i mussulmani sono terroristi' ci mancherebbe altro! - ma lo sapevamo anche noi, miei cari, così come sappiamo che non tutti i gatti sono bigi, a parte la notte, e che l'acqua tiepida si ottiene da un accorto melange tra l'acqua fredda e quella calda. Ma qualcosa ci dice (il buonsenso?) che è meglio tenere i metaforici 'fucili puntati' contro quell'ideologia medioevale che ha il torto di essere ambigua nelle sue scritture e 'sure' al punto da consentire che una maggioranza (?) di pacifici mussulmani la dica 'religione di pace' (forse con molto ritardo?), ma una quantità di contrapposti figli di buonadonna e pazzi scatenati la dica, invece, jiahd e guerra santa agli infedeli e ai civili inermi. E, finchè non vedremo realizzarsi il 'vaste programme' della riscossa civile mussulmana di cui al proclama del ragazzo che parla nel video qui sotto, è meglio che si vedano molti militari per le strade armati di mitraglietta e che le frontiere dell'Europa si chiudano (a buoi ormai scappati) e si sorveglino e si controllino gli ingressi dei clandestini come si sarebbe dovuto fare da molti anni a questa parte, ben prima dello scatenamento dell'offensiva terroristica. Così, giusto per sottolineare che il buonsenso del pessimismo in politica e nella gestione dell'ordine pubblico è molto meglio e certamente più utile dei lacrimevoli pistolotti dei buonisti di ogni risma, Bergoglio in testa, ai funerali di massa di vittime incolpevoli e di civili inermi.
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Relazioni pericolose e statue di sale. 21 novembre 2021 Le amicizie difficili non sono quelle di facebook. Che basta chiederle sulla base di curiosità, empatia con quanto scritto e pubblicato dal possibile 'amico' a cui chiediamo l'amicizia, ma siamo pronti a ritirarci quando emerge il 'dark side of the moon': il lato oscuro di quella persona le cui opinioni non collimano con le nostre sul merito di un evento cruciale per le nostre delicate sensibilità virtuali. E' il caso, eclatante, di amici da una vita (sul web e nella vita reale) che sui fronteggiamenti di fazione pro e no vax si ritrovano senza più parole comuni perché l'amico fidato si manifesta no vax duro e puro (orrore. Orrore!) e non intende le ragioni degli scienziati (veri, supposti e sedicenti) e quelli che: 'la tua libertà finisce dove comincia la mia'. Ma dove comincia la mia e finisce la tua di contagiante impunito, verrebbe da aggiungere. Ma le amicizie difficili che qui voglio trattare sono quelle di cui ha parlato una mezz'ora fa la bella trasmissione di radio tre 'Zarathustra': tra un carcerato nel braccio della morte (America violenta?) che da 27 anni attende la siringa o la scossa fatale e una giovane filosofa italiana che gli scrive e gli parla del più e del meno e delle piccole cose che ci accadono mentre dura la vita. E io sono sempre stato perplesso e intimamente avverso a quel genere di 'relazioni pericolose' che, in taluni casi, sfociano in una curiosissima forma di 'amore', come ci raccontava un giornalista a proposito dell'assassino 'allah u akbar' oggi a processo in Francia che, mitra in mano, ne ha stecchiti a decine al Bataclan e altrove nella Parigi delle tragiche 'banlieues' enclaves islamiste radicali. E dove sia lecito usare dell'impiastro medico dell'umana pietà e il consentire alla mitica 'riabilitazione del condannato' del Beccaria e dei soci pugnaci di 'Nessuno tocchi Caino' è cosa assai controversa nel caso dei condannati a morte - la cui vita si è fermata come una biblica statua di sale nel preciso momento in cui hanno levato alto il pugnale mortifero o impugnato la pistola o stretto le mani assassine sul collo della loro vittima. E ciò che ne residua, di quelle loro vite infamate di condannati, va sempre sotto il segno nefasto di Caino - e mi risulta oltremodo ostico pensare e indulgere a 'perdoni' che farebbero seguito ai dubbi pentimenti - e meglio sarebbe tirare un pietoso sipario carcerario e mediatico, invece, su quelle incarnazioni del Male atavico che impazza come un vento maledetto sul pianeta Terra. Dead man walking. E penso alle morti di tutte quelle poverette, le 'femminicidiate', che si sono immolate sull'altare dell'Amore – un amore mal riposto, amori maldestri e approssimativi che hanno partorito perfino dei figli, vittime accessorie e di insensata rivalsa in alcuni, orrendi, casi. E mi chiedo se il famosissimo verso del Sommo poeta 'amor ch'a nullo amato amar perdona' non debba declinarsi più spesso in negativo: come pena necessaria e conseguente per chi ha fissato gli occhi, chissà come innamorati, in quelli del suo futuro assassino - e non c'è barba di numero rosa 1522 che le salvi, le poverette, da quel loro errore fatale perché, tanto, qui da noi, nessuno tocca Caino, e, quando lo si tocca, sconta un quattro/cinque anni di prigione e passa presto ai domiciliari o in libertà vigilata, ahinoi. |
Inviato da: LewisCannon
il 15/08/2024 alle 09:09
Inviato da: cassetta2
il 29/07/2024 alle 22:19
Inviato da: ARCAN020
il 29/06/2024 alle 12:34
Inviato da: fedechiara
il 24/06/2024 alle 06:56
Inviato da: VIOLA_DIMARZO
il 23/06/2024 alle 16:38