Creato da fedechiara il 14/11/2014
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Messaggi di Giugno 2019

Rievocazioni

Post n°910 pubblicato il 30 Giugno 2019 da fedechiara
 

 

E sarà pure una 'supposta' storica quella di sceverare sugli avvenimenti che hanno fatto la Storia e hanno provocato catastrofi immani, - come le pistolettate dell'idiota Gavrilo che hanno ucciso Ferdinando e Sofia a Sarajevo - ma non pare peregrino il parallelo che ci sovviene con la farfalla di Hong Kong: il cui battito dell'ala è misteriosamente concatenato con lo scatenarsi di un tifone sul golfo del Messico di lì a poco.

E belle e utili sono le rievocazioni storiche e i dibattiti che ci propone radiotre sul tema della Prima Guerra mondiale, dove esimi storici e cattedratici si spingono a dire che, si, gli Stati Uniti d'Europa erano contenuti, - in nuce e 'mutatis mutandi' - nell'impero austroungarico e che i vaneggiamenti 'rivoluzionari' dei nazionalisti di ogni risma e popolo e nazione sono il manifestarsi folle e demente di quel maledetto caos che sempre insidia le evoluzioni pacifiche e ordinate dell'umanità lanciata verso 'le magnifiche sorti e progressive'. 
E che lo scoppio della prima guerra mondiale - dopo un periodo di pace così lungo da dover riandare all'impero romano per trovarne uno uguale - fece esplodere la follia ideologica e il vario delirio di artisti e poeti e intellettuali 'interventisti' malati di nichilismo e sogni de 'la sola igiene del mondo' che solo i milioni di morti sui fronti e nelle trincee e sotto i bombardamenti valsero a sedare e guarire.

E, si, è vero che le democrazie moderne si sostanziano di quei rivolgimenti drammaticissimi e le moderne repubbliche nascono dalla de funzione delle monarchie sui campi di battaglia e per le rivoluzioni sociali che ne seguirono, ma ancora non ci capacitiamo di come quell'onda di tsunami di follia collettiva di regnanti ed eserciti e popoli tutti abbia potuto generare non una, bensì due guerre mondiali, una di seguito all'altra, e lo scoppio della bomba atomica a suggello dell'Impero della Morte che ha segnato il Novecento.

Colla viva speranza che i Corsi e Ricorsi storici abbiano fatto il loro tempo e la Pace non abbia più bisogno di un lavacro di sangue uguale per mantenersi e durare. Amen e così sia.

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Il lenzuolo liso e gli strappi annunciati

Post n°909 pubblicato il 29 Giugno 2019 da fedechiara
 

Redde rationem. Dell'essere stato facile profeta. Confrontare il tutto con l'Europa di oggi, please. Ieri accadeva ed oggi accade.

 

Il lenzuolo liso e gli strappi annunciati - 29 giugno 2016

Non ho personali problemi con la globalizzazione. In questa città è esplosa da parecchi decenni sotto asfittica e, per certi aspetti, miserevole veste turistica e, noi veneziani, conviviamo imprecando con gli sciami, le greggi e la Babele delle lingue rassegnati alle cifre del numeratore che – nella farmacia di campo san Bortolo – mostra il quotidiano esodo di chi scappa dalla città e chissà dove si rifugia, - dato che Mestre ha l'aspetto di un'altra Babele, ma più cupa e simile alla Sarajevo di prima della deflagrazione del conflitto etnico e tribale della ex Jugoslavia.

Ho ('avevo' e vi spiegherò più avanti perché il verbo è, di recente, andato al passato) dei problemi, invece, ad accettare che tutti gli appartenenti alla schiera dei 'buonisti' - di ogni genere e tipo: dai pii e mistici seguaci di Francesco ai tragici seguaci di Renzi e dell'imbelle Juncker per finire cogli sventati e incurabili 'no borders' – tutti i 'buonisti', dicevo, ci facessero la morale e si impancassero a Soloni del solo ed unico verbo coniugabile ed accettabile (a loro modestissimo avviso) in questi tristi anni di tempesta terroristica globale, di quartieri islamici delle grandi metropoli europee che sono grembo e sicuro rifugio di 'radicalizzati sul web' e 'foreign fighters' - e sono le 'Londonstan' e le 'Belgistan' e le 'Parigistan' (ma anche Chies d'Alpago - Bl) che hanno, infine, causato il terremoto della 'Brexit' e, forse, chissà, l'inizio del tracollo di quest'Europa malissimo governata e che non sa più a che santo votarsi per 'tirare a campare'.

E tocca a noi cattivisti/realisti, oggi che la Brexit li scompiglia, li terrorizza, li affanna ed angoscia (e hanno torto ancora una volta sul merito), chiedere ai 'buonisti' di ogni categoria ed appartenenza di 'cambiare registro' e rivedere i meccanismi neuronici dei loro pensieri sbagliati e così gravidi delle tragedie europee legate ai troppi migranti che abbiamo accolto - senza troppo preoccuparci di sapere se potevamo integrarli, se c'era lavoro per tutti (le famigerate 'banlieues' sono sacche di disoccupazione e 'disagio sociale' da decenni) – e la sola litania stolida che ascoltavamo erano i dati disaggregati, e perciò menzogneri, sui migranti che riempiono i buchi demografici della vecchia Europa e quelli dell'Inps, perché, tanto, recita le leggenda metropolitana buonista, poi se ne ritornano al paese e ci lasciano il gruzzoletto. Non sarebbe male se qualche serio ricercatore universitario facesse una puntuale ricerca sul merito di quest'ultima cosa e riaggregasse i dati e rivedesse le proiezioni che, sono facile profeta, porterebbero a conclusioni diversissime.

Ecco, vi ho spiegato il perché di quel verbo al passato, oggi che uno squarcio drammatico sul liso lenzuolo di un'Europa - che, da decenni, traccheggiava e boccheggiava in cronaca, mostrandoci le visioni oscene della 'giungla di Calais' e quelle di Ventimiglia, e le stazioni europee e i treni presi d'assalto dai nuovi barbari, e tutti quei morti sulle strade di Parigi e Bruxelles e la libertà di stampa e di pensiero assassinata nella redazione di 'Charlie Hebdo – quel lenzuolo liso, e che continuerà a strapparsi, ha rivelato che nessun governo della questione immigratoria c'è stato e ci sarà a breve e sarà un compito immane di coloro che sostituiranno i presenti s-governanti riuscire a dare un senso ai numeri degli ingressi futuri e alla loro compatibilità sociale ed economica e ai conflitti annunciati.

Ma il futuro ricomincia sempre e 'ne vedremo delle belle' e di tragiche, ahinoi, perché i guasti e i nefasti futuri mostrano la loro maledetta nemesi proprio su quegli strappi al lenzuolo liso di cui sopra.

E c'è ancora chi si sorprende del cambiamento di sponda politica di gente che 'votava a sinistra da una vita' e che ha pazientato per decenni come Giobbe e le sue piaghe immedicabili, sperando in un ravvedimento operoso di quegli inutili deputati europei che oggi si provano a riempire i vuoti lasciati dagli inglesi negli scranni dell'europarlamento. Sipario.

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L'oscurità del futuro e la Storia

Post n°908 pubblicato il 29 Giugno 2019 da fedechiara
 

 

Il 'museo del 900' di Mestre è costruzione magnifica a vedersi, degna di una metropoli da un milione di abitanti ( studio Sauerbruch Hutton – Berlino) e segnale che una città può riqualificarsi negli anni e cambiare radicalmente volto, - perfino nelle periferie industriali dei decenni folli che abbiamo vissuto e, sotto i nostri occhi allibiti di bambini, cresceva (e avrebbe inquinato spaventosamente l'intera laguna in un breve volgere di anni) l'orrore urbano e industriale di Portomarghera.

E passi per tutta quella oscurità che ti avvolge all'ingresso dei due piani dell'esposizione – giustificata dalla scelta espositiva di ricorrere agli audiovisivi e alle varie diavolerie digitali interattive; l'oscurità non è un male se ti puoi vedere dentro – dentro gli anni della nostra Storia, intendo, e rivedi i fermo-immagine degli interni/esterni della civiltà contadina che ci siamo lasciati alle spalle, forse un filo troppo didattici/scolastici per chi ha memoria del bel film 'Novecento' di Bertolucci.
Ma bisogna dire che ce l'hanno messa tutta, i curatori, per offrirci un buon prodotto di rivisitazione della Storia, a partire dal 'come eravamo' delle prime immagini all'ingresso, a grandezza d'uomo, che confrontano le fotografie degli uomini e delle donne degli anni Trenta e dei Cinquanta e i presenti e vivi – noi visitatori, mutati di quel mo' nel vestire, acconciare i capelli, invecchiare, spendere e abitare.

Ed entrano in scena i 'migranti', sempre loro, e i curatori buonisti ci vanno a nozze nel predisporre gli audiovisivi giusti dei nostri migranti veneti che partivano per il Brasile a mucchi, perché il Polesine era un brodo di coltura di miseria e malaria e le montagne venete un ricettacolo di pellagre e incurabili solitudini che sfociavano nella demenza – ho ancora negli occhi una bella mostra di qualche anno fa allestita al proposito nell'ex manicomio di san Servolo, che ospitò una mia ava.

Ma salta agli occhi, date le violente polemiche dell'oggi sulle modalità intollerabili delle presenti migrazioni (che si sostanziano di barconi e gommoni fatiscenti dei naufragi organizzati dai criminali 'scafisti' e le lotterie del mare e le o.n.g. taxi del mare che si prestano al trasporto dei clandestini che hanno comprato il gaglioffo biglietto vincente sotto le mentite spoglie del 'salvataggio in mare'), salta agli occhi, dicevo, il racconto che si fa di come partivano quei nostri avi migranti dal Polesine e dai monti – e si mostra la foto di un biglietto prepagato dal proprietario di una grande 'fazenda' e, di seguito, quei migranti ivi alloggiati decorosamente e messi immediatamente al lavoro: a seminare e raccogliere e stivare. 
Malissimo pagati, naturalmente, ma vivi e sani e figlianti la seconda generazione delle future metropoli e del lavoro diverso da quello dei padri/madri e ascensione sicura nella scala sociale dei futuri imprenditori e politici e avvocati e giudici del Brasile.
Per dire che i nostri avi emigravano in sicurezza (certo, non una crociera) su navi e piroscafi e 'su chiamata' degli imprenditori dei paesi ospitanti che necessitavano di manodopera a bassissimo costo. Un autogol dei curatori?
E ascoltiamo il racconto del ragazzino 'bangla' integrato nel quartiere Piave di Mestre che ci racconta allegramente del suo sentirsi italiano e bengalese insieme, e va a scuola e frequenta gli amici della sua comunità, per dire di queste nuove identità cittadine che riempiono gli autobus del trasporto urbano e che fatichiamo a digerire e dire 'belle' e tutte positive. 
E, forse, la scelta di dare parola a un membro giovane della comunità 'bangla' – la più apparentemente integrata, insieme ai cinesi - è funzionale all'agiografia che hanno in testa i curatori : di una società capace di metabolizzare agilmente il diverso e la diversità, ma l'impressione è che noi si viva una 'convivenza armata', invece; e l'eco delle stragi del Bataclan e della promenade des Anglais e dei mercatini di Natale a Berlino e altrove degli anni di piombo 2015/16 ci risuona sorda nelle orecchie della memoria a dirci che, davvero, non è tutto oro quel si vuole che luccichi in questa volonterosa esposizione del secolo in questione e il seguente.

Ma l'intenzione è buona, ne conveniamo, e il futuro è dietro l'angolo, oscuro e con sprazzi di luce, come le stanze della presente esposizione.

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Teatrini e domande che sorgono spontanee

Post n°907 pubblicato il 28 Giugno 2019 da fedechiara
 

E nel teatrino vagamente ridicolo che ci rifilano le redazioni di 'La Stampa' e 'Repubblica' e 'Rainews24' a proposito della nave-pirata alla fonda a Lampedusa spicca la notizia che l'Olanda ci manda a dire che: Non siamo obbligati a prenderci i migranti.' 
Notiziona che fa schizzare il consenso alle politiche dei porti chiusi di Salvini oltre il 40 per cento dell'elettorato - per l'ovvia ragione della contro domanda che sorge spontanea di gran parte degli italiani: 'E perché mai dovremmo prenderceli noi? Siamo forse dei babbi natale?'
E le interviste misericordiose alla 'Capitana' tedesca e nave olandese evidenziano che: 'I migranti sono allo stremo. Paventiamo suicidi.' 
E la contro-domanda è. 'Pensarci prima di premeditare la provocazione nei confronti dell'Italia, sapendo perfettamente dove sareste andati a parare no, eh?'
Una sola considerazione, giunti a questo punto, si impone.
Se Carola Rackete lo ha fatto, se ha, premeditatamente, portato a termine questa sua odiosa provocazione nei confronti del nostro paese, non sarà perché conosceva in largo anticipo le reazioni dei buonisti nostrani, dei prevedibili 'anti fascisti' da tre palle un soldo e simpatizzanti pd delle cause perse che gli versano per intero l'obolo della multa presente e delle future?

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Affreschi

Post n°906 pubblicato il 28 Giugno 2019 da fedechiara
 

E il potente affresco di Allen su: 'Incontrerai l'uomo (o la donna) dei tuoi sogni' dimostra l'azzardo della metafora perché non esiste una donna (o uomo) 'da sogno' e perfino Nausicaa - pare abbia confidato Odisseo a un amico, prima di morire -, era un filo balbuziente, pur nella sfolgorante bellezza e nobiltà dei patri lombi e, a volte, le puzzava il fiato perché era ghiotta di interiora di pesce-palla cotte sulla brace. E Achille era un brutalone e, a letto, la cosa si concludeva in una mezz'oretta scarsa e svogliata e con scarsi e rudi preliminari.
E, ne converrete, anche i sogni fanno spesso cilecca e sono strambi e bizzarri e menzogneri - ne sono prova le troppe battaglie perdute di condottieri a cui un sogno aveva predetto la disfatta dell'armata nemica.
E la verità è che la vita non è sogno e 'una vita da sogno' ce la sogniamo solo di notte e sfuma nelle nebbie mattutine col profumo del caffè, ma chissà se la vivremmo di giorno con tutte le buffe varianti e le occulte simbologie che ci rimanda l'inconscio.

Meglio, molto meglio, incontrare l'uomo e la donna delle approssimazioni e degli aggiustamenti progressivi e delle rivelazioni ' a posteriori': di tenerezze e allegrie che 'neanche ce la sognavamo' e bella/o dentro oltre che fuori e con negli occhi il fiore di un amore sognato, si, ma da condividere qui e ora 'nella buona e nella cattiva sorte' ; e i sogni e le iperboli oniriche lasciamoli agli indovini e agli azzardi degli psicanalisti, - che per una che ne imbroccano vivono di rendita il resto dei loro giorni e hanno postuma fama di studiosi e scienziati.

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