Creato da fedechiara il 14/11/2014
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Messaggi del 22/06/2018

Epidemie e lazzaretti.

Post n°528 pubblicato il 22 Giugno 2018 da fedechiara
 

 

Oltre alle mezze stagioni ci siamo persi le buone maniere e il senso della misura, l'avete notato? 
E, misura per misura, potremmo mandare a dire coralmente a 'monsieur baguette' che la misura è colma e che, così come eravamo tutti 'Charlie' nel momento dell'assassinio della libertà di espressione per mano jiahdista, oggi siamo tutti 'lebbrosi' – ed è certo che c'è una stretta correlazione tra i cittadini europei rinnegati che uccidono civili inermi coi tir coi van e coi coltelli, e la Securité impotente a fermarli, e l'espandersi di questa lebbra populista che ha imposto una diversa narrazione delle tragiche vicende europee.

Stanno perdendo la testa uno dopo l'altro gli s-governanti dell'Europa, dopo le sberla elettorale italiana che si mostra capace di imporre la sua diversa narrazione e un tentativo di governo efficace degli avvenimenti immigratori. 
E l'insulto e l'invettiva paiono essere le sole sinapsi rimaste a galleggiare impotenti nei labirinti neuronici dei personaggi sinistri che ci hanno consegnato una Europa di enclaves urbane fitte di 'radicalizzati sul web' - e l'integrazione dei nuovi cittadini è 'un sogno lungo un giorno' e un incubo notturno per chi avesse la sventura di percorrere le strade di quei quartieri rancorosi e 'in sonno' – il sonno della ragione che genera i mostri assassini dell'islam radicale.

Tutto è in movimento, in questa Europa lebbrosa, in questo lazzaretto caotico mal gestito per decenni da una sinistra europea allo sbando – e ci hanno pensato gli elettori a contrastare l'epidemia e la pandemia del disordine di importazione e a predisporre la farmacia per le cure necessarie. 
Se ne faccia una ragione monsieur baguette: la pretesa lebbra populista scaccerà l'ebola del disordine globale che i sinistri buonisti predicavano come vangelo del terzo millennio.

ILFATTOQUOTIDIANO.IT
A poche ore dal vertice informale in calendario domenica a Bruxelles sul tema dei flussi migratori, la tensione tra Italia e Francia registra un’improvvisa impennata. Dopo l’impuntatura che ha consentito al governo presieduto da Giuseppe Conte di favorire l’accantonamento della bozza di accord...

 
 
 

Spossessamenti ed esodi biblici

Post n°527 pubblicato il 22 Giugno 2018 da fedechiara
 

Ieri accadeva  -  20 giugno 2015

E, da Wroclaw, capitale della Cultura europea 2016, ci giunge un messaggio-riflessione forte sugli esodi e gli abbandoni dei territori patrii e le case e le famiglie divise, partendo dei territori contesi dalla Polonia e strappati alla Germania distrutta dalla guerra – con milioni di 'profughi' spostati di qua e di là dei nuovi confini e la perdita delle case e la voragine dell'inappartenenza che si apriva dentro i pensieri e le anime dei cacciati e raminghi.

Che è tema sociologico e politico di indubbia rilevanza e magone ancora attivo negli animi dei nipoti a distanza di tanto tempo (vedi i nostri 'istriani' e 'dalmati' misconosciuti e lasciati a macerare per decenni tra le braccia della destra fascista), ma avremmo preferito che il collettivo di artisti di varia nazionalità che ce lo rappresenta a palazzo Donà-Brusa (campo san Polo 2177) non avesse messo nel calderone e fatto un minestrone immangiabile colle odierne migrazioni e gli 'spossessamenti' degli africani e degli altri profughi 'che ci provano' a violare i nostri confini senza avere i titoli e i necessari riconoscimenti di necessità e urgenza.

E il risultato di questa commistione indigesta di eventi storici specifici con gli avvenimenti drammatici, di ben altra natura, che ci vengono dalle cronache dei furbi migranti che si mescolano ai pochi veri rifugiati e intendono scardinare i confini europei con la forza del fatto compiuto - e con l'aiuto prodigioso e decisivo di un verbo buonista che tutto assolve del disordine sociale che quei tali recano seco - trasforma questa esposizione 'artistica' in un manifesto a tratti rabbioso e violentemente accusatorio nei confronti dell'Europa-fortezza, al punto da pensarci ospiti di un 'centro-sociale' di gente cieca e sorda e stupidamente rabbiosa e ostile alle opinioni avverse piuttosto che di un 'evento collaterale' della Biennale.

E leggiamo volantini che riportano farneticazioni di 'no borders' e 'liberi tutti' di andare e venire di qua e di là dei paesi-Schengen, come se la costruzione del benessere europeo e le sue libertà conquistate a caro prezzo non siano state figlie di un processo politico e sociale lungo e faticoso e fitto di insidie e tuttora fragile nei suoi precarissimi equilibri – vedi gli odierni respingimenti della 'Securitè' alla frontiera di Ventimiglia e quelli ai confini coll'Austria e il 'muro' che si costruirà in Ungheria per arginare un flusso continuo di 'migranti'. 
E l'Italia, prima della classe, col secchione-Renzi in testa, invece, li va a raccogliere a dieci miglia nautiche dalle coste libiche e pretende di smistarli in Europa senza neanche averli, prima, riconosciuti, schedati, e detti 'profughi' oppure 'clandestini' - e, inevitabilmente (ed effettivamente, ci rimprovera l'Europa), rimpatriati nei paesi di origine a vivere la loro storia patria e a contribuire allo sviluppo del loro paese nei modi e nei tempi storici che sono stati dati loro in sorte.

C'è bisogno di equilibrio e di una forte misura d'ordine e di severa programmazione dei flussi, in questo genere di eventi che taluno si ostina a definire 'epocali' e 'inevitabili', se vogliamo garantire lo sviluppo economico raggiunto e quella fragile cifra percentuale di una 'ripresa' tuttora emaciata e fragile e l'auspicata, definitiva uscita dalla crisi economica che ci ha atterrito per quasi due lustri di lavoro-zero e le fabbriche e le imprese dislocate o chiuse.

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Pagliuzze e travi

Post n°526 pubblicato il 22 Giugno 2018 da fedechiara
 

 

E' cambiata radicalmente – e in brevissimo lasso di tempo – la narrazione sui 'migranti'. Per anni abbiamo ascoltato - stupiti della follia accogliente spacciata per pietas necessaria e vangelo, in barba ai numeri debordanti dell'assalto quotidiano - abbiamo ascoltato e veduto, dicevo, i dettagli dei lunghi racconti e le monografie dedicate e l'impazzare sui tiggi delle immagini strappa-lacrime dei 'poveri' e degli 'ultimi' che affluiscono impuniti in Occidente per sognare la loro parte di ricchezza futura.
E, in quel clima di servaggio culturale di stampa e televisioni congiunte, sembrava che niente di diverso si potesse dire e raccontare di quegli eventi tragici, prima e dopo gli sbarchi, pena l'interdetto politico e l'andare a sbattere contro il fuoco di fila rabbioso delle invettive 'fascistaleghistarazzista' che chiudeva ogni bocca e scavava le opposte trincee.

E oggi, invece, la questione 'migranti' esplode in Europa e i telegiornali devono dar conto, obtorto collo, che la pietas dell'accoglienza senza limiti e confini ha recato seco una reazione di rigetto delle popolazioni stanziali e, conseguentememente della politica degli stati - e tutto verrà ridiscusso, nei prossimi 'vertici', degli accordi strampalati che hanno chiuso malamente alcune frontiere a nord. 
E l'Italia potrebbe essere costretta ( ma forse no) a riprendersi tutti i clandestini migrati di là delle Alpi grazie al colabrodo Schengen e all'afflusso incessante dei barconi. Chi vivrà vedrà.

E se la battaglia politica delle narrazioni pubbliche che sono finalmente cambiate è vinta - ad onta del fuoco di sbarramento e quotidiane bombe di mortaio dei giornalisti giapponesi in trincea, rai news 24 e rai3 in testa - resta da vincere la battaglia delle idee che si è combattuta anche sui 'social media', con quel tale che si lamenta di troppi amici che lo fanno ammalare, per il loro battere pervicace di questi dolorosi tasti su facebook, e li dice ossessionati, ma tace la trave nell'occhio dei tiggi e dei giornali di regime che, ogni santo giorno che Dio manda in terra e per molti anni a seguire, hanno titolato e titolano sulla questione 'migranti' in tutte le salse e variazioni sul tema e 'speciali' televisivi e iniezioni intensive di pietà indebita. 
Pagliuzza e trave, per l'appunto, poveri cari tanto fragilini.

ILFATTOQUOTIDIANO.IT
Tutti d’accordo su come rendere realtà la “Fortezza Europa”, tra polizia continentale, protezione e rafforzamento delle frontiere esterne. Ma l’incantesimo si rompe quando sul tavolo arriva la questione di come gestire i flussi di migranti all’interno: lì ogni Paese Ue pensa ai propri in...

 
 
 
 
 

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