Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
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Messaggi del 13/10/2019
Quella fede che non si discute Il direttore del giornale 'Avvenire' - giornale dei vescovi – aveva la voce grave e luttuosa, stamattina, nel leggere la sua rassegna-stampa quasi interamente incentrata sui migranti e le guerre e l'assedio di Aleppo e la nascita del duemilionesimo abitante palestinese di Gaza - uno dei peggiori 'slum' del nostro mondo caotico e privo di ogni criterio ordinatore e regolatore e il luogo da cui partono gli attacchi e gli attentati contro i cittadini di Israele. E se i 'buonisti' e il giornale dei vescovi e il loro direttore ne hanno fatto una missione e una questione di fede, quella dell'accogliere senza limiti né ragionevoli criteri ordinativi e regolatori milioni di persone e dello stipare nelle periferie urbane gente difficilmente integrabile - perfino se di 'seconda generazione' -, la realtà caotica e invivibile di quelle periferie dove la polizia mette piede solo nei casi eclatanti delle emergenze-terrorismo esplode spesso, spessissimo in cronaca nera quale luogo di conflitti e di contrapposizioni insanabili di 'umma' e 'sharia' che sempre più cittadini europei chiamati alle urne dicono di non volere più tollerare a quel modo e accettare le violenze e le provocazioni di giovanotti assatanati e in foia che insultano e picchiano le donne europee poco vestite e le aggrediscono, com'è accaduto nel corso dei Capodanni di Colonia, Zurigo, Helsinki e altre città europee. E pare che ai buonisti per fede e professione proprio non riesca di mettere insieme i due fenomeni associati - che pure le cronache giornalistiche e televisive ci scodellano ogni santo giorno – dei conflitti legati al troppo dell'immigrazione senza regole e argini e continuano a propinarci con voce grave e compresa i loro predicozzi pii su quanto dovremmo essere più buoni e accoglienti e santi nei confronti di tutti coloro che soffrono e ci assediano e attentano al nostro fragile e residuo benessere di abitanti del continente europeo. |
'Quivi sospiri, pianti e alti guai Diverse lingue, orribili favelle, facevano un tumulto, il qual s’aggira Il mondo continua a macinare i suoi grani di entropia violenta e di malvagità e imbecillità degli uomini sotto i nostri occhi stupiti di occidentali che da molte generazioni ormai non conoscono il senso concreto della parola 'guerra' e si appassionano, perciò a quella degli altri. E ascoltiamo e vediamo in tivù e leggiamo sui giornali i misfatti che si commettono in quella voragine di senso che chiamiamo Siria – la bocca dell'inferno dell'islamismo radicale aperta sulla crosta del pianeta Terra – ma non ci appare meno stupido e insensato il continuo contrapporsi in Medio Oriente degli interessi strategici di Israele versus l'Iran degli imam e dei mullah, che ha come suo pretesto la piaga purulenta della Palestina sovrappopolata, dove vige il 'mors tua vita mea' dei quotidiani attentati voluti dai leaders di Hamas e le inevitabili ritorsioni di Israele. Ed è vero che il mondo nel suo complesso è pur vario e bello nelle sue diversità di popoli e culture e paesaggi e ci piace visitarlo e godere delle sue bio diversità ancora presenti e delle diversità sociali e culturali di chi ci ospita e tuttavia le 'orribili favelle, parole di dolore e accenti d'ira' che ci vengono dal Medio Oriente in fiamme ci turbano e condizionano fortemente il dibattito politico di noi pacifici occidentali che abbiamo accolto a milioni (stolidamente?) tutte quelle genti in fuga dai paesi del mondo rotto e impazzito – e sono i portatori sani (alcuni, speriamo non troppi) dei virus assassini del disordine e del furore guerresco che impazza in quelle loro terre di malvagità e bocche d'inferno in terra. E sono ripresi, a spizzichi e bocconi, in questo scorcio di autunno che già ci mostra i suoi vivaci colori, gli attentati assassini dei 'radicalizzati sul web' (o suonati del loro) contro le nostre genti inermi dell'Occidente ospitale e buono, - tanto buono da farsi del male con le pie deliberazioni di impianto post bellico sottoscritte a Ginevra (1951) che offrivano rifugio e ospitalità a tutti i fuoriusciti che ne facessero richiesta – alimentando le speranze di ogni afflitto e sedicente 'profugo' e il presente, catastrofico assalto alle nostre coste di migliaia e migliaia di 'barconi' e gommoni dei maledetti naufragi organizzati dai criminali 'scafisti' ; e le navi delle o.n.g. , a poche miglia nautiche, a fare da taxi del mare sotto l'egida buonista dei cosiddetti 'salvataggi in mare'. Stolide narrazioni buoniste che trovano pietosa eco universale nei tiggi di tutta Europa. Davvero la torre di Babele è il maledetto mito che meglio ci rappresenta l'incontrollabile entropia del mondo e la sua insensatezza. YOUTUBE.COM ISCRIVITI AL CANALE CLICCANDO QUI: http://goo.gl/EfGd8z Brano pubblicato nel 1966 con un testo estremamente innovativo ed attuale. Testo: Prendo il giornale ... ILGIORNALE.IT Frontiere colabrodo e campi indegni: le colpe Ue sui migranti |
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