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Guitar World: numero speciale sui Nirvana (traduzione)

Post n°7 pubblicato il 19 Giugno 2006 da melvana


Questa è la traduzione completa del numero di Aprile di Guitar World dedicato interamente ai Nirvana, raccoglie infatti tutti gli articoli apparsi sulla rivista a partire dal 1992 fino ai più recenti. Molto interessanti a parer mio gli articoli sulle prove dell'MTV Unplugged e quello di Charless Cross sull'ultima sessione tenuta dai Nirvana dove hanno registrato "You Know You're Right".

In fondo alla traduzione troverete anche un link per prendere le foto delle pagine in alta risoluzione.
Che dire... buona lettura!

PROIETTA UNA GRANDE OMBRA

KURT COBAIN

VISIONARIO ROCK, PADRE DEL GRUNGE, VOCE DELLA DISAFFEZIONE – FU ANCHE UN POTENTE E INFLUENTE CHITARRISTA. ALAN DI PERNA PARLA DEL SUO IMPATTO SULLA MUSICA AMERICANA – E PERCHE’ UN UOMO CHE EBBE TUTTO ARRIVO’ ALLA TERRIBILE CONCLUSIONE DI NON AVERE NIENTE.[1]

Come leader dei Nirvana, Kurt Cobain diresse la musica rock negli anni ’90, ed oltre. Fu la più importante figura del grunge, lo stile crudo, heavy, schietto che rimarrà per tutto il tempo come significante dell’era, come il glam fece per gli anni ’70 e la psichedelica per i ’60.

Come persona umana, Cobain personificò le inquietudini, le frustrazioni e la disperazione della sua generazione – ragazzi da famiglie separate, giovani ragazzi e ragazze che guardano ad un futuro di ridotte aspettative economiche. Un disadattato dentro un istituzione chiamata rock and roll, i valori punk di Kurt lo posero in contrasto dal nome rock star che il mondo fu così desideroso di affibbiargli. Come ha scritto nella sarcastica “Radio Friendly Unit Shifter” (In Utero), “I do not want what I have got.” (non voglio ciò che ho N.d.T.) La morte di Kurt Cobain – all’età di 27 anni, con una ferita auto-inflitta alla testa con un fucile calibro 12 – negò una voce a una generazione molto bisognosa di un sostegno, conforto e un amico.

Nato il 20 febbraio, 1967, Cobain aveva solo 8 anni quando i suoi genitori divorziarono. Anche se quasi universalmente associato con Seattle, in realtà era di Aberdeen, Washington, una piccola, economicamente depressa città di trasportatori di legname a più di 100 miglia da Seattle. “Bianchi poveri che si comportano come piccoli borghesi,” fu come Cobain descrisse la sua origine al biografo Michael Azerrad nel recente Come As You Are: The Story of Nirvana. A quanto si dice, Kurt fu profondamente e irrimediabilmente segnato dal divorzio dei suoi genitori. Dopo la separazione, non ebbe mai realmente una casa stabile da adolescente. A scuola fu diagnosticato come iperattivo e gli fu data la droga Ritalin. Lasciò alla fine delle superiori. Cobain non corrispondeva allo stereotipo di maschio macho che era imposto ai giovani ragazzi di Aberdeen. Non andava a caccia, non faceva sport o altre occupazioni “maschili”, invece gli piaceva sballarsi con i fannulloni locali. Fu bersagliato a scuola per essere amico di uno studente gay. Successivamente, avrebbe parlato veementemente contro l’omofobia, sessismo e razzismo.

Cobain dimostrò un abilità artistica sin da bambino, e i suoi collage, sculture e altri dipinti decorano i dischi dei Nirvana. Non fosse diventato un musicista, avrebbe avuto sicuramente una buona carriera nelle arti visive. Ma quando aveva 14 anni, il destino lo portò verso un’altra via: suo padre gli comprò la sua prima chitarra elettrica, con cui Kurt scoprì che era più portato a suonare da mancino. I gusti musicali di Cobain crebbero uguali a quelli di molti musicisti della sua generazione. Sua madre lo introdusse ai Beatles, i Monkeys e altra musica pop anni ’60 quando era molto giovane, ma passò su band come i Led Zeppelin, Black Sabbath e AC/DC mentre era nella sua pre-adolescenza. Quando il punk rock fece il suo arrivo ad Aberdeen, ad un certo punto nei primi anni ’80, Cobain lo abbracciò entusiasta. Anni dopo, si sarebbe imbarazzato quando i parenti e gli amici di gioventù gli ricordavano che strimpellava su dischi degli Iron Maiden o disegnava il logo dei Led Zeppelin sulla parete della sua stanza. Ma precisamente è stata la combinazione dell’heavy metal e del punk dei primi anni ’80 (Black Flag, Flipper, ecc.) che successivamente sarebbe stato conosciuto come grunge ed avrebbe avuto uno straordinario effetto sulla gente.

Cobain cominciò a scrivere canzoni appena dopo aver abbracciato la chitarra. La sua prima band, un trio chiamato Fecal Matter, non durò molto. Ma nel 1986, lui ed il bassista Chris (dopo Krist) Novoselic, un amico delle superiori di Aberdeen, si unirono per formare il nucleo di una band che avrebbe dovuto eventualmente chiamarsi Nirvana. (Cobain voleva chiamarla Skid Row ad un certo punto).

Nel 1987, Cobain si spostò a Olympia, Washington, un città da college che era più boheme di Aberdeen e circa 50 miglia più vicina a Seattle. I conoscenti di quel periodo lo ricordano come un calmo, solitario ragazzo che stava soprattutto dentro l’appartamento che divideva con la sua ragazza, lavorando alle sue sculture e collage. Un assiduo frequentatore di negozi economici e mercatini di scambio, Cobain comprava continuamente vecchie bambole e altre cianfrusaglie, molte di cui usava nei suoi lavori. Applicò la sua estetica di negozi economici alle sue chitarre e divenne famoso per aver suonato una serie di offerte speciali elemosinate in vecchi negozi di pegni. Ma c’era una risvolto pratico per la sua ossessione con le sei corde messe da parte: chitarre per mancini d’occasione sono difficili da trovare e Cobain suonava con talmente tanta violenza che le Fender Jaguar e Jazzmaster che erano le sue chitarre di scelta frequentemente dovevano essere sostituite. (Nel periodo prima di essere rese popolari da band come Sonic Youth, Dinosaur Jr e Nirvana, le Jag e Jazzmaster si potevano avere per prezzi irrisori.) Poco prima della sua morte, Cobain disegnò un modello personalizzato un ibrido tra una Jaguar e una Mustang per la Fender.

A inizio del 1988, Cobain , Novoselic ed il batterista Dale Crover andarono a Seattle per fare un demo ai Reciprocal Recordings Studios con tecnico del suono Jack Endino, un importante figura nell’ influente etichetta indie della città, la Sub Pop. Il demo portò ad un accordo con la Sub Pop, e l’11 giugno 1988, con Chad Channing ora alla batteria, i Nirvana pubblicarono il loro primo singolo, “Love Buzz”, una cover di una oscura canzone degli Shocking Blue, gruppo olandese dei primi anni settanta che ebbe un grande successo con “Venus”. Un anno dopo, il primo album dei Nirvana, Bleach, uscì su Sub Pop.

Cobain spesso diceva nelle interviste che lui deliberatamente soppresse il suo maggiore melodico, eccentrico, lato “new wave” su Bleach. (Kurt spesso usava il termine “new wave” per descrivere tutto ciò che andasse dai Young Marble Giants e Gang of Four ai Butthole Surfers e Scratch Acid, tutti gruppi che ebbero una grande influenza su di lui.) La sua sensazione era che questa sensibilità non si adattava bene all’estetica hard rock primi anni settanta della Sub Pop, come esemplificato da Soundgarden e Green River, il gruppo che poi si trasformò nei Pearl Jam.

I gusti musicali di Cobain abbastanza più estesi della dieta di noise alternativo sostenuta da Sub Pop ed etichette indie similari. Ma arrivando dalle rurali terre desolate di un posto come Aberdeen, poteva vedere dopo i Nirvana si inserivano. “Noi siamo un esempio perfetto di comuni ventenni non educati dell’America degli anni ’90,” Cobain disse a Michael Azerrad. “[Noi siamo] punk rocker che non eravamo nel punk rock quando era prospero. Tutta la mia vita, le cose sono state così, perché quando ascoltavo i Beatles, i Beatles si erano divisi da anni e non lo sapevo… La stessa cosa con i Led Zeppelin.”

Ma il senso di affinità di Cobain con i suoi gruppi dell’adolescenza andava oltre la musica: “La mia storia è esattamente la stessa a quella del 90% di quelli della mia età,” diceva. “I genitori di ognuno avevano divorziato. I loro figli fumavano erba durante le superiori, erano cresciuti nel periodo quando ci fu una grande minaccia comunista e tutti pensavano che sarebbero morti in una guerra nucleare E le personalità di ognuno sono praticamente le stesse.”

Cobain fu un riluttante, involontario portavoce per la sua generazione. Era a disagio con la notorietà, anche con la notorietà underground che i Nirvana avevano guadagnato con l’intensità di Bleach ed il suo seguente EP, Blew, pure uscito nel 1989. Nel primo tour europeo della band, un estenuante percorso con pochi soldi con la band Tad, Cobain ebbe quello che il co-proprietario della Sub Pop Bruce Pavitt descrisse come un collasso nervoso sul palco a Roma [al Piper il 27 novembre 1989 N.d.T.], precipitandosi fuori dal palco, arrampicandosi sui travetti e urlando alla folla. Aggiungendosi in maniera considerevole all’infelicità di Cobain fu il suo cronico, indiagnosticabile dolore di stomaco, che cominciò subito dopo il trasferimento a Olympia e l’avrebbe torturato per il resto della sua vita.

Ma l’esistenza di Cobain non fu completamente incolore. Nel 1990, cominciò una relazione con Tobi Vail, della band delle Bikini Kill, una leader nel radicale movimento femminista riot grrrl. Apparentemente prese seriamente la relazione; a quanto si dice, non fu un disinvolto donnaiolo. Disse a Michael Azerrad che dormì con solo due ragazze nel corso di tutto il tour dei Nirvana. “Sono stato sempre alla vecchia maniera in questo aspetto,” disse. “Ho sempre voluto un ragazza con cui avrei potuto avere un bella relazione per molto tempo. Avrei voluto essere capace di avere molte avventure amorose, ma ho sempre voluto avere più di questo.”

La carriera dei Nirvana cominciò ad accelerare ad un ritmo frenetico durante il 1991 [1990]. In Aprile, andarono a registrare con il produttore Butch Vig agli Smart Studios, la sua struttura di registrazione a Madison, Wisconsin. Conosciuto meglio ora come batterista dei Garbage, prima Vig era un promettente produttore indie per gli stimati dischi di Laughing Hyenas, Smashing Pumpkins, Firetown, Tad e Killdozer, insieme ad altri. La registrazione della canzone “Polly” che figurò sull’epocale album dei Nirvana Nevermind veniva dalle sessioni agli Smart. Versioni grezze di cinque altre canzoni di Nevermind – “In Bloom,” “Dive,” “Lithium,” ”Breed” e “Stay Away” – furono registrate durante la settimana di registrazione.

Un mese dopo i giorni agli Smart, il batterista Chad Channing lasciò i Nirvana. Fu sostituito da Dave Grohl, un forte batterista da Washington, DC, della scena hardcore. Grohl portò il suono dei Nirvana ad un nuovo livello di intensità. Prima che la formazione “classica” dei Nirvana si formasse, un buon accordo discografico non era molto lontano. La Geffen Records stava prendendo un attivo interesse nella band sin da aprile del 1990, quando Thurston Moore e Kim Gordon dei Sonic Youth (che avrebbero di lì a poco firmato loro stessi per la Geffen) portarono Gary Gersh dell’etichetta A&R ad un concerto dei Nirvana a New York. Un accordo fu formalmente sottoscritto un anno dopo, il 30 aprile 1991. In maggio, Cobain, Novoselic e Grohl erano a Los Angeles con Butch Vig, per registrare quello che stava per diventare un album rock epocale, Nevermind del 1991.

“Kurt si divertiva quando fece quel disco,” ricorda Vig. “Che fu prima che i Nirvana diventassero veramente grandi. Avevano un tipo d’atteggiamento noncurante sul fare il disco. Non c’era molta pressione. Sentivo io più pressione sul fare il disco che loro. Perché era in realtà il primo disco per una major che stava facendo.”

Con un budget iniziale di 65,000 dollari, la band poteva avere un approccio con più calma di quello che avevano avuto con Bleach (che costò solo 606,17 dollari per farlo). Cobain, nel frattempo, era apprensivo nell’essere visto con un prodotto di una major. Dopo che Nevermind fu completato, aveva paura che sembrasse troppo leggero – che il mix finale del disco, completato dal produttore Andy Wallace, fosse troppo radiofonico.

“Ricordando la produzione di Nevermind, mi sento un po’ imbarazzato,” Cobain disse a Azerrad “E’ più vicino a un disco dei Mötley Crue che a un disco punk rock.”

Comprensibili invece possono essere, gli scrupoli artistici di Cobain sulle vendite del disco. E’ sorprendentemente un album potente, un’inconfutabile dichiarazione dell’arrivo di una nuova importante band. Il primo singolo del disco, “Smells Like Teen Spirit,” divenne all’istante un inno. E’ una vetrina per il tipo di espressione del ritmo che caratterizzava il moro di suonare, scrivere e della personalità di Cobain. La melodia è una brillante evocazione di volatili emozioni, con i suoi versi astiosi, stanchi del mondo che esplodono nei potenti accordi abrasivi nel ritornello.

In un intervista ad una radio australiana, Cobain raccontò che l’accattivante titolo della canzone venne fuori da una serata in relax a casa sua.

“Un mio amico ed io stavamo gironzolando per la mia casa una notte. Eravamo abbastanza ubriachi, e stavamo scrivendo dei graffiti su tutte le pareti della mia casa. E lei scrisse, ‘Kurt smells like Teen Spirit.’ In precedenza, avevamo fatto un discorso sulla rivoluzione adolescenziale e cose così. E presi [quello che scrisse] come un complimento. Pensavo che stesse dicendo che fossi una persona a cui si ci potrebbe ispirare. Pensai solo che fosse una titolo simpatico. E venne fuori che volesse solo dire che odoravo come quel deodorante [chiamato Teen Spirit]. Non sapevo nemmeno che il deodorante esistesse veramente se non dopo che la canzone fu scritta.”

Cobain notoriamente lavorava veloce come scrittore. Aveva scritto le parole per le sue canzoni in macchina sulla via per lo studio, o anche qualche secondo prima di dover registrare la parte vocale definitiva. Ma la non studiata, frettolosa qualità delle sue parole sono parte della sua espressività. Le sue canzoni sono come l’azione del dipingere: esplosioni cinetiche, disconnesse di collerica energia. Si sposta da un argomento all’altro in un modo che è stato paragonato ad un adolescente irrequieto che gira canale nel deserto della TV via cavo. E’ stato fatto notare che le parole di Cobain erano inseparabili dal suo modo di cantare lamentoso, stridente. Nessun altro avrebbe potuto cantare queste parole con esattamente lo stesso effetto. Ma è ugualmente vero che la caratteristica voce di Cobain era inseparabile dal suo modo di suonare la chitarra. La voce ed il modo di suonare nei Nirvana sfregava contro l’un l’altro in una dinamica cambiante , come una coppia che fa l’amore, o litiga, o entrambe allo stesso tempo, con il ritmo variabile e la distorsione granulosa della chitarra di Cobain che sgorgava a dominare in un momento per poi successivamente scivolare in una quiete subacquea.

I mesi seguenti all’uscita di Nevermind furono turbolenti per Cobain. Non ci furono solo le pressioni di una notorietà improvvisa, grandissima da affrontare, ma entrò anche in due relazioni che avrebbero avuto un profondo effetto su di lui. Una fu con Courtney Love, da tempo nella scena punk e vistosa front woman del gruppo degli Hole. L’altra fu con l’eroina. Cobain e la Love si incontrarono la prima volta ad una concerto dei Nirvana nel 1989, ma non si impegnarono l’uno con l’altra sino al ’91, dopo che Kurt andò a Los Angeles per registrare Nevermind. La Love fu spesso accusata di aver introdotto Kurt all’eroina, ma lui aveva già provato la droga in precedenza nei suoi giorni ad Aberdeen. Cobain insistette sempre col dire che divenne un eroinomane di propria volontà, perché era l’unica cosa che sembrava calmare il terribile dolore del suo stomaco. Nel descrivere questo dolore ad Azerrad, Cobain disse delle frasi apparentemente retoriche che dopo risultarono tragicamente profetiche: “A metà del [ultimo] tour europeo [dei Nirvana], ricordo che dissi che non sarei andato mai di nuovo in tour finché non avessi risolto il problema perché mi volevo uccidere. Volevo spaccarmi la testa, ero così stufo.”

Cobain e la Love si sposarono il 24 febbraio 1992. La loro figlia, Frances Bean Cobain, nacque il 18 agosto dello stesso anno. Per le notizie dei giornali – false, insisteva la Love – che dicevano che aveva usato eroina mentre era incinta, il Servizio dei Minori di Los Angeles cominciò a procedere per togliere la figlia dei Cobain da loro. Fu l’inizio di una lunga e difficile battaglia legale che la coppia alla fine vinse, nel marzo del 1993. Ma non fu solo la legge che sembrava averne per i Cobain. Provocativa, esplicita e scontrosa, la Love non piaceva a molti fan dei Nirvana che la percepivano come una donna che si sposa per interesse che manipolava il passivo Cobain. Love spesso scherzava sull’essere la Yoko Ono della sua generazione.

Ma anche nel mezzo di tutte queste difficoltà, la carriera dei Nirvana continuò a salire, e Cobain continuò a migliorare come compositore. Il dicembre del 1992 vide l’uscita di Incesticide, una collezione di rarità mai pubblicate. Tracce come “Hairspray Queen” e “Mexican Seafood” ritornavano al primo demo prodotto da Jack Endino. Il pubblico finalmente potette sentire quel lato “new wave” che Cobain aveva soppresso su Bleach e Nevermind. Mentre, ad un livello ben più avanzato, Cobain stava scrivendo le canzoni per quello che sarebbe diventato l’ultimo, e forse più bello, album di studio dei Nirvana, In Utero. Grazie al successo della band, Cobain fu finalmente in grado di fare l’album che avrebbe sempre voluto fare.

L’influente produttore di rock alternativo Steve Albini (Pixies, Sonic Youth, Jon Spencer Blues Explosion) fu scelto per produrre il disco. “La ragione principale per cui abbiamo registrato In Utero con Steve Albini è che riesce ad avere un suono che suona come se la band sia in una stanza non più grande di quella in cui siamo ora,” disse Cobain in una intervista in una stanza di hotel con il giornalista inglese Jon Savage. “In Utero non suona come se fosse stato registrato in una hall, o che sta cercando di suonare fuori del normale. E’ molto diretto e reale.”

Come scrittore, Cobain aveva cominciato ad allontanarsi dalle tecniche all’ultimo minuto, di libera scrittura associativa che aveva usato in passato. “Ci sono più canzoni su questo album che sono tematiche,” disse a Savage, “che sono effettivamente su qualcosa, piuttosto che solo spezzoni di poesia. Come ‘Scentless Apprentice’ è sul libro Profumo, di Patrick Suskind. Non penso di aver mai scritto una canzone basata su un libro prima.”

Il risultato di tutti questi lavori è un album molto diverso e avventuroso di Nevermind. La capacità di scrittura di Cobain era diventata più concentrata e sicura. “Serve the Servants” si volge al beatleslesco, mentre “Scentless Apprentice” è vicina ad una delle cose più heavy che in Nirvana abbiano registrato. Tracce come “Rape Me,” “Heart Shaped Box” e la sontuosa “Pennyroyal Tea”  mostravano l’unico senso di Cobain di scrivere frasi melodiche: frasi vocali di lunghezza irregolare che generalmente sfociano sul terzo maggiore di qualunque accordo il cantante si trova a suonare quando la frase finisce. Le parole e i disegni delle copertine di Cobain suggeriscono una pacificamente rassegnata accettazione del ciclo della vita, dalla nascita alla morte. Anche le più disturbate immagini dell’album di disagio e sofferenza sembrano appropriati elementi di quel ciclo.

Un simile umore di tranquillità un po’ soprannaturale pervase l’apparizione dei Nirvana il 18 novembre 1993 all’Unplugged di MTV e l’album che fu tratto da questo. La decorazione del palco, con i suoi pesanti tendaggi, candele, fiori e la luce mutata al blu, fu disegnata dallo stesso Cobain. Visto con il senno di poi, il disegno del set sembra presagire la morte di Cobain pochi mesi dopo l’apparizione all’Unplugged. “Kurt sembrava piacergli prendere le cose e internalizzarle,” dice al produttore dell’Unplugged Alex Coletti. “Avevo sentito che era tipo un artista visivo. Così oltre ad assicurare che fosse contento per il set del palco, poiché sembrò mostrare in questo, pensai che sarebbe stato buono se desse dell’input creativo. Fu abbastanza cooperativo. Specificò che voleva gigli di stelle, che sono quei grossi fiori bianchi. ‘Intendi come un funerale?’ chiesi. ‘Si,’ disse. Non voglio leggerci molto in questo, ma questo ricordo certamente mi spaventò un paio di mesi dopo.”

“Kurt voleva qualcosa che si allontanasse dal monotono, normale set televisivo,” dice il tour manager dei Nirvana Alex MacLeod. “Non voleva che sembrasse come un palco vuoto. Aveva visto molti Unplugged show prima e sentiva che non erano veramente unplugged. La sua sensazione era che molte delle band avevano solo usato gli strumenti semiacustici e suonato le loro canzoni esattamente allo stesso modo che avrebbero fatto se avessero fatto uno show intero. Volle rendere l’apparizione Unplugged dei Nirvana un po’ differente, una sorte di set a prima battuta. Veramente rilassato. Solo entrare e suonare qualche canzone e, fino ad un certo grado, fare cambiamenti agli arrangiamenti. Cercarono di attenersi agli strumenti acustici quanto più possibile. Kurt voleva renderlo qualcosa che sarebbe sembrato un lato molto differente della band.”

Essere chiamato a fare l’Unplugged era un attestato di stima per Cobain, una conferma del suo arrivo come un significativo compositore rock. Lo show è stato sempre un luogo di cambiamenti di tono, un’opportunità mettere da parte gli alti decibel e lasciare che le canzoni stessero nella loro melodica e lirica essenza. Resistendo alle considerevole pressione di MTV di concentrarsi maggiormente sui grandi successi dei Nirvana nella sua performance, Cobain compose un lista diversa che includeva sia più conosciute che meno conosciute canzoni sue, sia qualche cover.

“Era la prima volta da molto tempo che li vedevo così nervosi nel fare qualcosa,” dice Alex MacLeod. “Le cose erano arrivate al punto che uscivano e suonavano di fronte a 7,500 o 10,000 persone, come [molto disinvoltamente] ‘Okay, boom, facciamolo.’ Ma erano molto nervosi nel fare l’Unplugged. Perché si stavano abbandonando a se stessi apertamente.”

Lo spettacolo si rilevò essere uno stimolante successo. Fu completato da un incantevole versione di “Where Did You Sleep Last Night,” una canzone tradizionale registrata da uno degli eroi musicali di Cobain, l’archetipo del cantante folk americano, Leadbelly. Avendo causato dolore, gridando giustizia alla ballata ossessionata dalla morte, Cobain lasciò il palco, per non tornare mai.

Se solo la vita stessa Cobain fosse stata capace di ottenere un simile senso di trionfante completamento. La triste catena d’eventi che portarono alla sua morte probabilmente cominciò il 4 marzo 1994, a Roma, quando Cobain piombò in un coma quasi fatale dopo aver preso almeno 60 pillole di sedativi bagnate con lo champagne. Inizialmente descritto come un incidente,il Los Angeles Time dopo disse che l’overdose fu di fatto un tentativo di suicidio e che Cobain aveva lasciato anche una nota di suicidio. (Il giornale citò “fonti vicine alla situazione che hanno chiesto di non essere identificate” come base per questa dichiarazione.) Due settimane dopo, Courtney chiamò la polizia alla casa che lei e suo marito dividevano a Seattle. A seguito di una discussione con la Love, Cobain apparentemente si era chiuso in una stanza con tre o quattro fucili (le ricostruzioni variano) e 25 scatole di munizioni. La Love chiamò la polizia perché aveva paura che lui volesse uccidersi. Cobain negò questo, dicendo che semplicemente voleva rimanere per un po’ da solo. Gli ufficiali gli confiscarono le armi, tuttavia. Cobain aveva cominciato ad ammassare una collezione di fucili, a scopo protettivo, disse, quando lui e la Love vivevano a Los Angeles.

Il 28 marzo, Cobain e la Love tornarono a Los Angeles, lei per dare alcuni dettagli finali all’uscita del nuovo album degli Hole, lui per entrare in un centro di riabilitazione dalle droghe. Questo fu l’ultimo dei molti inutili tentativi di riabilitazione. Tre giorni dopo, Cobain all’improvviso lascio la clinica e apparentemente volò a Seattle. Spaventata per la sua sicurezza, Love ingaggiò un detective privato che provò invano a trovarlo. La mattina dell’8 aprile, il suo corpo fu trovato nella casa che aveva a Seattle. Un elettricista che era venuto a lavorare all’edificio fece la scoperta. Gli esperti di medicina determinarono che Cobain era morto da molti giorni.

Poco prima della morte, notizie che i Nirvana avevano deciso di separarsi vennero fuori. Nella sua lettera di suicidio, Cobain disse, “Non ho provato il piacere di sentire o di creare musica da molti anni ormai. Mi sento colpevole al di là delle parole su queste cose.” La lettera va avanti per ringraziare i fan dei Nirvana per le loro “lettere e comprensione durante gli ultimi anni.”

Oltre alle tante ironie associate alla breve, triste vita di questo artista brillante c’è che mentre lui fu incapace di vincere la sua intensa sofferenza, la sua musica ha aiutato milioni di fan ad affrontare le loro.

(continua nel successivo messagio...)

 
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