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Post N° 8

Post n°8 pubblicato il 19 Giugno 2006 da melvana

DOBBIAMO DECOLLARE

NEL 1987, KURT COBAIN ERA SOLO UN’ALTRA FACCIA NELLA FOLLA CON SOGNI DI NOTORIETA’ ROCK. DI LI’ AD UN ANNO, QUESTI SOGNI AVEVANO PRODOTTO IL PRIMO ALBUM DEI NIRVANA. IL BIOGRAFO DI COBAIN CHARLES R. CROSS RACCONTA LA STORIA INTORNO AL MAKING DI BLEACH E LA NASCITA DI UNA LEGGENDA.[2]


(Nella rivista c'è un errore di stampa ed stato duplicato il successivo articolo)

LA BAND CHE VENDETTE IL MONDO

L’EVOLUZIONE DEI NIRVANA, E COME ARRIVARONO A REGISTRARE NEVERMIND, IL GRANDE DISCO RADIO-FRIENDLY CHE DIVENNE IL MARCHIO DI SUCCESSO DELL’ERA DELL’ALTERNATIVE ROCK. [3] 

E’ difficile pensare che sono passati cinque anni [articolo del 1996 N.d.T.] dall’uscita di Nevermind dei Nirvana il 24 settembre 1991; il disco è presente ancora molto adesso nelle sensibilità del rock degli anni ’90. Nel momento in cui scrivo, Nevermind ha venduto più di sette milioni di copie [ad oggi più di 10 milioni di copie e continua a vendere 2,500 copie alla settimana N.d.T.]. Mentre lo shock iniziale del suicidio di Kurt Cobain nel 1994 si è ridotto, la sua musica e le sue parole stanche del mondo continuano a risuonare profondamente.

Ma sono cinque anni [15 oggi N.d.T.]. Tutti quei tra i tredici e i diciotto anni le cui vite sono cambiate con Nevermind ora sono immersi nella monotona realtà della vita dopo le superiori [ora sono genitori loro stessi N.d.T.]. Quelli di dieci anni che hanno comprato quando è uscito all’inizio ora sono nel pieno dell’adolescenza [oggi della maturità N.d.T.]. I più o meno ventenni che comprarono Nevermind hanno già passato la trentina [oggi la quarantina N.d.T.] o la stanno raggiungendo.

Quello che è da dire, Nevermind ha raggiunto la stato di classico. E’ uno di quei rari album che accompagneranno i suoi fan originali nel cammino della vita, mentre continueranno ad attrarre nuove generazioni di ascoltatori. Se Nevermind non sembra un disco vecchio, in parte è perché negli ultimi cinque anni [quindici anni N.d.T.], la scena rock è stata interamente rifatta a sua immagine. Ma il mondo in cui nacque Nevermind è uno che un adolescente di oggi difficilmente riuscirebbe a riconoscere. Alternative rock e heavy metal erano ancora molto distinti, generi ostili l’uno all’altro. I Nirvana hanno invaso entrambi i campi, convertendo le truppe d’entrambi i lati all’Esercito della Nuova Flanella. Il trio del duro nordovest alterò il mondo del pop tradizionale, spodestando Michael Jackson dal piedistallo del primo posto delle classifiche. Nel fare questo, hanno preparato il terreno per il successo del “mainstream alternativo” per band come Pearl Jam, Alanis Morissette, Bush, Stone Temple Pilots e Rage Against the Machine.

Come Frampton Comes Alive (1975) o Meet the Beatles (1964), Nevermind è uno di quei dischi che hanno avuto un successo incredibile in un modo che nessuno avrebbe potuto prevedere o che potesse spiegare. La sua esplosione nel firmamento della cultura di massa sorprese Kurt Cobain, Krist Novoselic e Dave Grohl proprio come fece con chiunque altro. “Vuoi sapere perché ci siamo tolti di mezzo?” Grohl disse a Circus magazine nel 1991. “Non ne abbiamo idea. Non avevamo idea che avrebbe portato questa follia.”

“Mi sto costantemente sentendo in colpa,” Cobain disse al giornalista Michael Deeds subito dopo l’uscita di Nevermind. “La nostra musica, specialmente su questo album, suona così liscio. Qualche anno fa, avrei odiato la nostra band, per dirti la verità.”

Nevermind rappresentò un cambiamento radicale per i Nirvana, sia musicalmente che per l’intera carriera. Il loro primo album, Bleach, fu registrato in tre giorni e costò 606,17 dollari per farlo. Il loro budget iniziale per Nevermind era di 65,000 dollari – 100 volte maggiore del budget di Bleach. Finirono con spendere due volte quella somma. E mentre Bleach, che era l’album di debutto dei Nirvana, usciva dalla sconosciuta etichetta indie Sub Pop, Nevermind aveva il peso della Geffen Records etichetta major dietro di lui.

I due anni di tempo che separano Bleach da Nevermind furono un periodo di grande crescita e cambiamento per la band. Partirono per il loro primo tour nazionale e internazionale. Cobain cominciò e finì la relazione con Tobi Vail delle Bikini Kill. E i Nirvana fecero molti cambiamenti dei componenti. Il chitarrista Jason Everman, che si unì per poco dopo Bleach, uscì dalla band così velocemente a come era entrato, quando fu chiaro che i suoi gusti erano più hard rock/metal di quelli degli altri della band. Successivamente andò nei Soundgarden. Chad Channing, che suonò la batteria in Bleach, lasciò la band. Il batterista originale dei Nirvana, Dale Crover, si unì per sette date in un tour della West Cost. Dan Peters dei Mudhoney suonò la batteria nel singolo dei Nirvana chiamato “Sliver” e fece un concerto con loro, prima che Dave Grohl infine prese il posto di batterista permanente della band.

I cambiamenti frequenti dei componenti ed il continuo andare in tour sembravano aver affinato la composizione delle canzoni della band, così come l’esperienza spesso fa. Il processo sembra anche aver acuito la sensibilità pop della band, che è di grande evidenza su Nevermind che nelle fangose chitarre heavy di Bleach. Ma il biografo dei Nirvana Michael Azerrad suggerisce che questa sensibilità pop esistette sempre, e che Cobain deliberatamente la soppresse su Bleach con lo sforzo di conformarsi con il metal anni settanta all’ordine del giorno della Sub Pop.

“Metà delle canzoni di Nevermind sono state scritte nel periodo di Bleach, ma non furono messe nell’album, ” Cobain disse al giornalista Roy Trakin. “Perciò non è in realtà un evidente cambiamento. Siamo sempre stati fan della musica pop.”

Un pietra miliare lungo la strada per Nevermind venne nell’aprile del 1990, quando i Nirvana cominciarono a registrare con il produttore Butch Vig agli Smart Studios, nel suo studio di registrazione a Madison, Wisconsin. Ora forse meglio conosciuto come leader dei Garbage, Vig era prima un produttore indie di buone speranze con gli stimati dischi di Laughing Hyenas, Smashing Pumpkins, Firetown, Tad e Killdozer, oltre ad altri, tra i suoi meriti. Nella settimana che trascorsero agli Smart, registrarono sei canzoni che sarebbero finite su Nevermind: “In Bloom,” “Dive,” “Lithium,” “Breed” (originariamente con il titolo “Imodium”), “Stay Away” (originariamente con il titolo “Pay to Play”) e “Polly.” Fecero anche un inutile tentativo con un'altra canzone, “Sappy”, che avevano tentato di registrare in una data precedente, anche con risultati insoddisfacenti.

Le sessioni agli Smart erano originariamente intese per l’uscita del secondo album dei Nirvana con la Sub Pop. Ma una serie di eventi portarono la band a cambiare i suoi piani. Prima, Chad Channing lasciò la band nel maggio del 1990. E poi la prospettiva dell’interesse di una major cominciò a diventare più di una futile diceria.

“Perdemmo Chad e c’era incertezza per questo,” disse Novoselic ad una intervista radio australiana. “Non volevamo pubblicare [le sessioni agli Smart]. Se facevamo qualcosa, la volevamo fare con un nuovo batterista. [Anche] la Sub Pop stava facendo degli intrallazzi. Stavano firmando un contratto di licenza con una grossa etichetta e questo ci spaventò un po’. C’erano così tante variabili da considerare; non era saggio far uscire un disco comunque.”

“Polly” è l’unica canzone di Nevermind che è stata registrata agli Smart; tutte le altre tracce furono ri-registrate (anche se le versioni finali si dice fossero molto simili a quelle fatte agli Smart). Come per “Polly,” la band e il produttore realizzarono che c’era qualcosa di speciale nella versione solo acustica di Cobain di questo inquietante scenario di violenza, che si basava su un vero fatto di cronaca che aveva letto. Il colpo di scena drammatico era che il forte anti-violenza, a favore delle donne Cobain cantava la canzone dal punto di vista dell’aggressore.

“Solo perché dico ‘io’ in una canzone non significa necessariamente che sono io,” commentò dopo Cobain. “Molte persone hanno un problema per questo. E’ solo il modo in cui scrivo, di solito prendendo la personalità o il carattere di qualcun altro. Ho solo usato l’esempio di qualcun altro, perché, non so, la mia vita è abbastanza noiosa. Così prendo storie dalla televisione, e cose che ho letto e sentito.”

“’Polly’ fu suonata con una chitarra acustica a cinque corde molto economica che Kurt aveva,” ricorda Vig. “Aveva questo suono metallico. Le corde originali erano ancora su. Non le ha mai cambiate, e non accordò mai nemmeno la chitarra. Era sotto almeno un tono e mezzo dal mi.”

Prima, i Nirvana avevano tentato di registrare una versione con tutta la band di “Polly” per il loro EP Blew. La versione acustica su Nevermind è senza dubbio più vicina nello spirito alla canzone che suonava quando Cobain la scrisse la prima volta. Inoltre fa luce sulla dinamica tra Cobain come compositore ed il resto del gruppo come interprete del suo materiale.

Di solito [la composizione] la faccio su una chitarra acustica, seduto in mutande, provando degli accordi, pezzi di canzoni,” disse Cobain ad una radio australiana. “Chris [Krist] e Dave hanno una grande parte nel decidere quanto una canzone dovrebbe essere lunga e quanti parti dovrebbe avere. Perciò non mi piace essere considerato come il completo compositore. Di solito arrivo con le parti basilari. Arrivo con lo stile del cantato e scrivo le parole, di solito qualche minuto prima che registriamo.”

Grohl divenne una membro dei Nirvana nel settembre del 1990, unendosi a loro dalla band hardcore di Washington D.C. gli Scream. In più la sua agilità muscolare nel suonare portò il potente suono del trio dei Nirvana ad una nuova dimensione. L’arrivo di Grohl accese anche una fresca scintilla nella composizione del gruppo. Nello spazio per le prove a Tacoma, Washington che dividevano con una band locale, i Nirvana si imbarcarono in un regime giornaliero, 15 ore di prove della band per un periodo di quattro o cinque mesi.

“Arrivammo con così tante cose dove andavamo, ‘Dio, questa è la migliore cosa che abbiamo mai fatto!’ Poi ci dimenticavamo come suonarla,” disse Grohl a Circus magazine. “Così tante canzoni furono perse, finché non dicemmo finalmente, ‘Forse le dovremmo incominciare a registrare sulle cassette.’ Così le registrammo, poi perdemmo le cassette.”

Due canzoni che non furono perse erano “Smells Like Teen Spirit” e “Come As You Are,” motivi che si sarebbero dimostrate essere pietre angolari di Nevermind. L’accattivante titolo di “Teen Spirit” era nato in una tipica serata di relax a casa di Cobain, come Kurt raccontò agli ascoltatori di una radio australiana:

“Un mio amico ed io stavamo gironzolando per la mia casa una notte. Eravamo abbastanza ubriachi, e stavamo scrivendo dei graffiti su tutte le pareti della mia casa. E lei scrisse, ‘Kurt smells like Teen Spirit.’ In precedenza, avevamo fatto un discorso sulla rivoluzione adolescenziale e cose così. E presi [quello che scrisse] come un complimento. Pensavo che stesse dicendo che fossi una persona a cui si ci potrebbe ispirare. Pensai solo che fosse una titolo simpatico. E venne fuori che volesse solo dire che odoravo come quel deodorante [chiamato Teen Spirit]. Non sapevo nemmeno che il deodorante esistesse veramente se non dopo che la canzone fu scritta.”

La Geffen Records stava prendendo un attivo interesse nei Nirvana sin dall’aprile del 1990, quando Gary Gersh – poi un uomo della Geffen e ora capo della Capitol Records – vide la band suonare al Pyramid club a New York. Gersh era stato portato al concerto da Kim Gordon e Thurston Moore dei Sonic Youth. Questo mise in moto una serie di eventi che avrebbero portato i Nirvana a firmare con la Geffen. L’accordo fu formalmente consumato il 30 aprile 1991. In maggio, la band arrivò a Los Angeles per cominciare a registrare quello che sarebbe diventato Nevermind.

Secondo Come As You Are (Doubleday, 1994), la biografia dei Nirvana di Michael Azerrad, fu per i suggerimenti di Gary Gersh che la band ri-registrò le loro sei canzoni delle Smart session per Nevermind. Ma fu la chiamata dei Nirvana per usare Vig come produttore. Scelsero lui tra molti nomi di produttori, incluso Scott Litt, Don Dixon e David Briggs. Evidentemente, il lavoro di Vig agli Smart session aveva impressionato la band.

“Fu facile lavorare con Butch,” disse Novoselic ad una radio australiana. “Indica e molto attento a che cosa succede. Lavora molto ma non fa lavorare la band molto.”

Butch Vig dice che la band, felice di essere nella solare Los Angeles fu in generale di buon umore per le sessioni di Nevermind. “Kurt si stava divertendo quando facemmo la registrazione. Che fu prima che diventassero veramente grandi, e avevano un atteggiamento normale nel fare il disco. Non c’era molta pressione – io sentivo più pressione nel fare la registrazione che loro, perché era proprio il primo disco per una major che avevo fatto.”

Con un budget iniziale di 65,000 dollari, la band poteva certamente avere un approccio più rilassato di quello che avevano avuto con Bleach. Cominciarono con tre giorni di pre-produzione, provando i motivi con Vig in una sala prove nel nord di Hollywood. Una delle prime cose che Vig notò è il grande impatto che l’arrivo di Grohl aveva dato sul suono della band.

“Kurt mi chiamò e disse, ‘ho il miglior batterista del mondo!’ pensai, ‘Si, bene. L’ho sentito già prima.’ Ma la prima volta che andammo in quello spazio prove e cominciammo a provare le canzoni, fu proprio bellissimo. Dave era molto potente e perfetto sulla battuta. Potevo dire da allora che Kurt e Chris mentre suonavano con lui avevano definitivamente alzato la loro musica di un altro gradino, in termini d’intensità.”

Il lavoro di pre-produzione fu molto poco leggero; i Nirvana avevano già registrato metà del materiale con Vig una volta. Ed erano ben allenati su molte delle nuove canzoni. “Francamente, non volevo solo provare le canzoni,” dice Vig. “Volevo solo ascoltare gli arrangiamenti e forse fissare un po’ le cose.”

Vig aveva già ascoltato una cassetta con la prova grezze di “Teen Spirit” ma fu spiazzato la prima volta che sentì i Nirvana suonarla dal vivo nella sala prove. “Spinsi per farla suonare più e più volte, perché era una figata! Stavo letteralmente camminando per la stanza, dicendo a me stesso, ‘E’ bellissima!’ Non c’era bisogno di fare molto altro con la canzone. Penso che facemmo poche correzioni. Alla fine di ogni ritornello, c’è una piccola parte ad libidum che Kurt faceva con la chitarra. Originariamente questa accadeva solo alla fine della canzone; la faceva molte volte. Suggerii di spostarla in ogni ritornello e tagliando un po’ i ritornelli. Solo qualche piccolo cambiamento agli arrangiamenti.”

Da lì, la band si spostò ai Sound City studio vicino Van Nuys. Un bel vecchio posto in una povera, per gran parte ispanica della San Fernando Valley, ai Sound City hanno registrato classiche canzoni rock e metal (Fleetwood Mac, Foreigner, Petty, Dio, Crazy Horse, Ratt). Molto importante, la studio ha quello che Vig e la band sentiva che era necessario in modo da avere il suono rock primario che avevano dopo: una larga sala di registrazione e una console vintage Neve. “In quel momento, non avevo mai fatto nessun lavoro a Los Angeles,” dice Vig. “Ma sapevo che era dove la band voleva lavorare, e conoscevo la reputazione dei Sound City. Trovai un accordo così fu conveniente per noi andare lì. Non lo vedemmo. Prenotammo solo e andammo.”

Su un giorno normale, dice Vig, “eravamo in studio da circa mezzogiorno o l’una e ce ne andavamo verso mezzanotte o l’una del mattino.” La band si sistemò in una larga sala dei Sound City, Studio A, per registrare le basi delle canzoni. “Quando facemmo le basi, fu molto veloce,” ricorda Vig. “Penso che passarono cinque o sei giorni in tutto. Dave fu messo nel mezzo della sala. Costruimmo un grosso tunnel di fronte al basso della batteria, così lo potevamo collegare al microfono da lontano e isolarlo da ogni suono nel resto della sala. Chris aveva sistemato il suo basso SVT nel lato, ma poteva suonare nella stanza. Le sue cuffie furono messe affianco alla batteria. Gli amplificatori di Kurt erano in una piccola area isolata, ma era anche nella sala e poteva cantare nel microfono. Cominciammo a fare una canzone e di solito finivano la base in due o tre battute. Se c’era un accordo saltato o una nota del basso sbagliata, tornavamo indietro e inserivamo [la nota corretta].

“ ’Territorial Pissings’ fu praticamente in prima battuta. ‘Lithium’ fu un po’ più difficile. Fu l’unica volta in cui usammo la guida all’inizio della canzone. Perché, per un qualunque motivo, la band prendeva a spingere troppo velocemente. Decidemmo che volevamo farlo in modo reale anche nel tempo. Dave non aveva mai suonato con una guida prima, ma non fu per lui un gran problema. Dopo tre o quattro battute con la guida, lo fissammo.

“Dopo un paio di battute di ‘Territorial Pissings,’ è quando fecero quella canzone, ‘Endless Nameless’ [la traccia noise a sorpresa che inizia 13 minuti e 51 secondi dopo la fine della finta canzone finale dell’album, ‘Something in the Way’]. Kurt era molto frustrato perché la canzone prese a spingere e non stavano suonando particolarmente tirati. E si lanciarono in quella traccia bonus del CD ed esplosero totalmente. Nel mezzo della canzone, sfondò la chitarra in pezzettini. Così passammo la miglior parte del resto della giornata andando in giro per Los Angeles cercando di trovare una chitarra per mancini di sostituzione.”

Un’altra traccia problematica fu “Something in the Way.” “Inizialmente volevano registrarla con tutta la band,” dice Vig. “Ma ciò provocò delle difficoltà di registrazione. Non funzionava. Kurt non era molto contento. Infine venne da me e disse, ‘Bisogna che suoni con questa melodia. Quale ti piace di più?’ E suonò la canzone in un paio di versioni differenti e gli diedi qualche suggerimento.”

Dopo che le basi furono completate, i Nirvana andarono in un’altra, piccola sala dei Sound City, Studio B, per le doppie chitarre. “Cominciammo ad aggiungere la seconda chitarra ritmica alle canzoni,” dice Vig, “e Kurt cominciò a lavorare un po’ alle parti vocali. Dave fece degli accordi.”

Le sessioni per la parte vocale principale erano fatte generalmente in una battuta diretta, con solo Cobain ed il produttore presenti. Il microfono per la voce fu sistemato nell’area dello studio grande, “ma era praticamente un salotto,” dice Vig. “C’erano delle candele lì, e una grossa coperta sul pavimento. Un buona sensazione. Dave a Chris erano in giro, ma giocavano fuori a biliardo o a guardare la televisione. Entravano nella sala controllo e ascoltava per un po’, ma Kurt voleva essere lasciato solo quando stava facendo le sue parti vocali. Inoltre in realtà non gli piaceva usare le cuffie quando cantava, così preparammo un sistema abbastanza elaborato dove poteva usare gli altoparlanti.”

La leggendaria impazienza di Kurt per le molte battute venne alla ribalta a questo punto. “Voleva fare tutto alla prima o seconda battuta,” dice Vig. “Faceva un paio di battute, ‘E’ tutto. Non lo farò più.’ La parte complicata era cercare di trovare il modo di motivarlo per avere una buona performance. Qualche volta la prima e seconda battuta erano brillanti, ma delle volte avevano bisogno di lavoro. C’era bisogno di più attenzione. Quello che finì per fare fu di registrare tutto quello che cantava, anche il riscaldamento. Molte volte, io ero convinto di andare per la prima battuta, ma lui pensava che era solo un riscaldamento. Allora dovevo spostare su una nuova traccia e dicevo a Kurt, ‘Okay, sei pronto per la tua prima battuta,’ Se ne ero fortunato, potevo avere al massimo quattro tracce da lui. Allora prendevo le migliori parti di queste e facevo l’originale.”

La sofferenza di Cobain, una condizione dello stomaco in diagnosticabile portava le sessioni ad una sosta, ricorda Vig. “Era molto sensibile ad alcuni cibi. Delle volte facevamo la cena e cominciava a fargli male un’ora e mezza dopo e finivamo col spendere 45 minuti nel bagno. Prendeva di continuo Pepto Bismol e cose per calmare il suo dolore.”

Ma oltre tutto, l’umore nello studio era generalmente allegro. “Kurt e Chris erano molto felici che Dave si fosse unito alla band,” dice Vig. “Erano a Los Angeles, avevano appena firmato un contratto discografico con la Geffen, avevano dei soldi liquidi, così uscivano fuori e facevano dei piccoli party. So che di solito andavano a Venice e stavano tutta la notte fuori. Dopo che finivamo di lavorare nello studio a mezzanotte o l’una, andavano e stavano fuori fino all’alba. Perciò delle volte tornavo nello studio all’una e loro non si facevano vedere fino alle tre perché dormivano. Ma in effetti, si facevano vedere quando c’era bisogno di vedersi. Non c’era nessun vero party che cominciava nello studio. Erano lì per lavorare.

Nel frattempo a Los Angeles, la band stava negli Oakwood Apartments vicino Universal City. “Un paio di volte andai a prenderli lì e avevano trasformato letteralmente il loro posto in una casa di single. C’erano contenitori di cibo che giacevano dappertutto e vestiti buttati intorno e chitarre acustiche che distese nella stanza. So che erano molto eccitati di stare lì perché gli Europe stavano affianco a loro. Che era la band che ebbe un grande successo negli anni ottanta con ‘The Final Countdown.’ I ragazzi degli Europe si andavano a sedere con le loro ragazze al biliardo ogni giorno. E ricordo Chris e Dave e Kurt prenderli in giro. Non erano grandi fan degli Europe.

Lavorando ai Sound City nello stesso periodo dei Nirvana c’erano i Sidewinders, una band dell’Arizona che Vig aveva registrato che ora stavano lavorando con David Briggs (il quale, abbastanza imbarazzante, i Nirvana avevano scartato come produttore per Nevermind). Vig ricorda che il ragazzi degli Sidewinders “venivano e chiedevano, ‘Wow, ci potresti far sentire delle cose che i Nirvana stanno facendo?’ Questo fu il primo sentore che ebbi che c’erano delle persone li fuori che erano veramente totalmente ossessionate con i Nirvana.”

La band arrivò fino al 16° giorno che avevano prenotato ai Sound City prima di finire le doppie chitarre. Prenotarono altri quattro o cinque giorni ai Devonshire Studios vicino Burbank, dove completarono i loro doppiaggi e fecero un mixaggio preliminare. Uno degli ultimi doppiaggi ad essere completati era la parte di violoncello in “Something In The Way,” la traccia che aveva dato loro difficoltà per tutto il tempo. La parte di violoncello fu suonata da Kirk Panning.

“Quella canzone non era realmente scritta fino ad una settimana prima che andassimo in studio,” Cobain disse ad una radio Australiana. “Sapevo che ci volevo un violoncello, ma alla fine la musica era stata registrata, ci eravamo dimenticati di inserirci un violoncello. Avevamo un altro giorno allo studio e decidemmo, ‘Oh accidenti, dovremmo ingaggiare un violoncellista, sai, e metterci qualcosa dentro.’ Eravamo ad un party e stavamo domandando a qualcuno dei nostri amici se conoscessero qualcuno che sapesse suonare un violoncello, e capitò proprio che uno dei nostri migliori amici a Los Angeles fosse un violoncellista. Così lo portammo allo studio nell’ultimo giorno e dicemmo, ‘Qui, suona qualcosa.’ E arrivò con una parte buona. E’ come un domino.”

Da un punto di vista tecnico, comunque, non fu tutto così facile. “Kirk è bravo a suonare il violoncello,” dice Vig, “ma fu difficile rendere i suoi strumenti in tono con la chitarra di Kurt. Quella vecchia acustica a cinque corde di Kurt era accordata alcuni toni sotto e non era accordata a nessuna tonalità standard. Ricordo che mi irritai per tutta la traccia. Fu difficoltoso anche rendere il basso di Chris in tono con la chitarra. Non potevi usare nessun tipo di accordatore normale.”

Durante al Devonshire, Vig e la band fecero un primo passo nel missaggio del disco. “Mixai tre o quattro tracce con la band,” dice il produttore, “ma nessuno di noi era molto contento su come erano venute fuori. Per me, suonavano troppo rozze. Kurt diceva, ‘Togli tutti gli alti dalle chitarre.’ E io dicevo, ‘Non voglio che suonino opachi.’ C’era anche una tendenza ad affondare le parti vocali. I mixaggi suonavano più punk rock in quel modo, ma le canzoni non suonavano messe a fuoco per me.”

Così decisero di chiamare qualcun altro per mixare l’album. Gary Gersh della Geffen mandò una lista di possibili nomi. “Scott Litt era in cima alla lista,” ricorda Vig, “ma Kurt disse, ‘No, non voglio suonare come i R.E.M.’ Ed Stasium era anche nella lista. A cui Kurt disse, ‘No, non voglio suonare come i Smithereens.’ Arrivò fino alla fine della lista ed Andy Wallace era lì. C’era ‘Slayer’ affianco al suo nome. E Kurt disse, ‘Prendiamo questo tipo.’ ”

I miraggi furono fatti allo Scream, un altro studio della valle di San Fernando. “Praticamente, lasciai andare Andy sulle tracce da sé per qualche ora,” ricorda Vig. “Quando finì, mi chiamò dentro, e portai la band e facemmo i pignoli. Mixammo una canzone o due al giorno. L’intero disco impiegò nove o dieci giorni per mixarlo.”

Oltre al fatto che Wallace era una scelta propria di Cobain, e che la band partecipò nel processo di mixaggio, Cobain successivamente si lamentò alla stampa che i mixaggi di Wallace resero il suono di Nevermind troppo pulito, e che era “più vicino ai Motley Crue che ad un disco punk rock.”

“Ma penso che parte di questo era solo una reazione di Kurt al successo che ebbe Nevermind,” dice Vig. Se avesse venduto solo 50,000 copie, probabilmente non avrebbe avuto nessun commento su quanto era o non era troppo pulito.”

Nel momento in cui i master finali furono dati all’etichetta, la band aveva speso 130,000 $ che, oltre ad essere il doppio del loro budget iniziale, è ancora una cifra relativamente esigua per un album multi-platino. Con la musica conclusa, l’attenzione si spostò sulla copertina.

“Un giorno Dave ed io eravamo seduti a guardare un documentario sui bambini che nascevano in acqua,” disse Cobain nella sua intervista alla radio Australiana. “Pensai che era una immagine proprio pura, così decidemmo, ‘Mettiamola sulla copertina dell’album.’  Così quando mettemmo una foto di un bambino sott’acqua, pensai che sarebbe stato bello [aggiungere] un amo con attaccato un dollaro. E così è nata la copertina.”

Il retro di Nevermind ritrae una fotografia di Cobain fatta qualche anno prima, con uno sfondo costituito da una collage fatto di foto di carne cruda, vagine (secondo quanto riportato da alcuni) e figure da un dipinto dell’Inferno di Dante. In primo piano c’è Chim Chim, la sua scimmia giocattolo che è apparsa nelle prime copertine dei Nirvana.

“Ero in una fase di fotografia bohémien, capisci?,” disse Cobain dopo. “Se guardi attentamente, c’è anche una foto dei Kiss, nel retro, che stanno su una fetta di manzo.”

Nevermind uscì il 24 settembre 1991. Come tutti gli album rock, documenta il mondo dell’artista nel periodo in cui la registrazione fu fatta. Questa importante registrazione portò i Nirvana ad un alto punto: nel mezzo di un ondata creativa, qualcosa a metà tra oscurità e celebrità. “Stavamo vivendo la tipica crisi punk rock della band-che-va-in-una-major,” Cobain disse nel 1991, appena dopo che Nevermind fu pubblicato. Ma comprendeva anche l’esistenza di qualcosa di più importante del passare le mode musicali e variabili percezioni di “credibilità” e “autenticità”. Su un livello oltre tutto questo, sembrava realizzare che le canzoni di Nevermind potessero restare nel tempo.

“La gente si è aperta ad un apprezzamento del hard rock nel punk, ed è bello che si sono fusi insieme,” Cobain disse al Monday Morning Replay nel dicembre 1991. “Ora è tempo di apprezzare il lato pop. L’opinione è una cosa. Ma una buona canzone è la cosa più importante. E’ l’unico modo per realmente toccare qualcuno.”

(continua...)

 
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