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« La Mia RabbiaCorrendo Con le Nuvole »

Presa in mezzo alle mie teorie...

Post n°62 pubblicato il 18 Giugno 2012 da non_muoverti

 

 

 

 

Ho una mia teoria sul genere umano. Ho il sospetto che qualcuno l'abbia già pensata prima: è difficile essere davvero i primi a pensare qualche cosa, in fondo, siamo sulla terra da così tanto tempo...
Il genere umano si distingue in tre grandi categorie: gli uomini che sono in quanto hanno deciso di essere, quelli che sono in quanto posseggono e in fine i più miseri, ovvero coloro che sono ciò che appaiono o che desiderano far apparire di sé.
I primi sono persone estremamente delineate, spesso prevedibili in alcuni loro atteggiamenti, poiché non nascondono la loro essenza ed anzi, ne fanno un loro punto di forza, finanche un vanto. Da una persona che è, puoi aspettarti esattamente ciò che è. Egli si impegna nei ruoli assumendosi le responsabilità richieste dagli stessi sino in fondo, siano essi ruoli positivi o negativi. Così, un padre che è, per intenderci, è perché ha compreso l'impegno di essere padre e accetta sino in fondo i doveri, godendosi i frutti e sacrificando la propria vita per i figli. Non si limita a dire che è padre perché ha un figlio, né si atteggia tale solamente di fronte alla gente dimenticandosi dei doveri una volta dentro nell'intimità della propria casa.  Le persone che hanno scelto di essere, sono a loro modo pericolose: esse hanno scelto la verità, e non ne hanno paura, non la temono ed anzi la brandiscono come arma e stendardo allo stesso tempo. Sono difficili da attaccare perché hanno la consapevolezza di ciò che sono. Sono per così dire, solide.
I secondi, ovvero coloro che sono in quanto hanno, giustificano invece la loro esistenza in base, appunto, a ciò che posseggono. Essi in genere non si accontentano mai, perché, per loro, migliorare significa esclusivamente possedere di più. Non per forza tali possedimenti debbono essere cose inanimate, cellulari dell'ultima generazione, automobili, ma possono essere anche persone (donne o uomini, dipendenti, figli). Sono esseri con pochi scrupoli, spesso incapaci di distinguere desiderio da sentimento, voglia da passione. Poiché sono finché hanno, se dovessero perdere ciò che posseggono, non è dato sapere ciò che potrebbero divenire, in quanto appunto non sono mai stati realmente qualcuno. Così una persona benevola poiché possidente e benestante, potrebbe, non appena dovesse trovarsi in difficoltà economiche, diventare una persona abbietta e inaffidabile, pronta a tradire per riottenere, cosi come divenire un derelitto, pronto a vendere l'anima per un tozzo di pane. Suo malgrado neppure lui come reagirà, perché ha per troppo tempo negato se stesso.
Degenerazione dei secondi ci sono poi coloro che sono in quanto appaiono. Essi non sono nulla e nascondono la propria nullità dietro a possedimenti e menzogne. Attraverso un muro di falsità si costruiscono una reputazione, sono in poche parole quelli che in genere definiamo con il suffisso "isti" ovvero, i buonisti, i perbenisti, gli animalisti, i garantisti e chi più ne ha più ne metta, tanto loro ne avranno comunque di più. Il sentimento che li guida è l'invidia. Loro vorrebbero sempre essere qualcosa di più, similmente agli appartenenti del secondo genere, tuttavia non ne posseggono le qualità o/e la dote (intesa come quantità di averi), quindi anziché continuare a lottare per ottenere, fingono di avere ciò che non hanno o peggio imbrogliano se stessi e gli altri per poterlo avere. La cosa grave infatti, che poi distingue davvero gli "Aventi" dai "Sembranti", è che questi ultimi finiscono per credere nelle loro stesse menzogne, e continuano a nutrirsi di esse al punto da negare l'evidenza. L'apparire diviene dunque una droga dalla quale è difficile sottrarsi, anzi, il terrore che qualcuno possa scoprire la menzogna viene appunto sedato con l'accettazione della propria illusione, assumendola a verità. Queste creature sono in genere violente, poiché dissennate, e reagiscono con violenza alla loro eventuale caduta. Violenza che scaricano sugli altri, arrivando a distruggere coloro che possono rappresentare un pericolo o, in alternativa, su se stessi, quando il castello di carte collassa e ogni menzogna denudata; quando, allo specchio, non rimane che l'enorme vuoto da spegnersi con la più triste delle sconfitte

 
 
 
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