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Un blog creato da non_muoverti il 30/10/2011

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Messaggi di Settembre 2012

Sogni

Post n°85 pubblicato il 27 Settembre 2012 da non_muoverti

 

 

Che strano essere ancora me stessa. Avrei giurato di essere cambiata, ci speravo almeno. Di aver capito che certe emozioni per quanto belle e rigeneranti, sarebbe molto meglio non averle vissute. E non è un rimpianto bensì una mera constatazione di comodo. Perchè poi c'è sempre un conto da pagare, una situazione da sopportare, lacrime da giustificare

. E spesso il prezzo da corrispondere è maggiore della gioia ricevuta. Allora meglio non viverle, certe sensazioni, per non soffrire...semplicemente. Tanto la felicità non esiste- Vero?

Ma io sono ricaduta, sempre nello stesso sogno.

Sono figlia dei miei sogni ma anche la loro madre, molti non si realizzeranno mai e questo l'ho ben compreso, alcuni sono senza matrice, fatti solo per il gusto di sognare...e un sogno involontario che dondola tra un "se" e un "ma" è punto sospeso su una retta ancora da disegnare, un sogno che rischio di perdersi e sarebbe un peccato...è un sole che tiepido riscalda perché non ha altro da fare...un tramonto lungo il cammino che fa gioire per il solo fatto di esserci

Forse un giorno ti parlerò di me.

Forse un giorno imparerai a farmi una carezza.

E ti sembrerà strano che quella sotto la tua mano......sono io.

 
 
 

Stringi Stringi.....

Post n°84 pubblicato il 24 Settembre 2012 da non_muoverti

Tenuto in scarsa considerazione, il dono della sintesi è uno di quelli che apprezzo di più. Ridotte capacità di sintesi minano fortemente la resistenza della mia sopportazione e quella del mio sistema nervoso.
Esempio:
- Con chi esce Matilde questa sera?
- Ah, Matilde ... Non so se ricordi ancora quell'omino basso e calvo che abitava accanto a Luigina, tu ricordi, vero, Luigina? L'ex tata di tuo cugino Gianpi...
- ... Gianpi non è mio cugino e non ricordo Luigina, insomma esce con questo ometto basso...
- No, non esce con lui. Ma come, Gianpy non è tuo cugino?!
- ... Lo saprò se lo è, e lui non lo è!
E non ricordi Luigina ?
- Ma insomma! Con chi esce Matilde?
- Ah, Matilde, non lo so.
- Ma come, e l'omino basso che c'entrava?
- No niente, io non so con chi esce Matilde , ma io e l'amica della zia (conosci la zia, partecipo'  selezioni di miss nonna in gambissima e fu la più ammirata di tutte ma Mirigliani corruppe la giuria e quindi lei fu eliminata al primo turno...), io e la zia avremmo voluto che lui le presentasse il nipote del figlio, che è tanto bravo perchè...bla bla.. bla...bla ..ecc. ecc...
Ora, sono io str..... o sarebbe stato meglio che la conversazione si svolgesse invece così:


- Con chi esce Matilde?
- Non lo so.

Ok, adesso mi direte che che non sono poetica , che sono fredda e asociale, che manco di comunicativa ma un'altro dialogo del genere e sparo a qualcuno...

 

 
 
 

Quando Finisce Un Amore...

Post n°83 pubblicato il 22 Settembre 2012 da non_muoverti

Quando finisce un amore si soffre, si soffre sempre…
Anche quando sei dall’altra parte: lei ti ama ancora e tu non la ami più…
E tu glielo dici, glielo devi dire… In realtà hai fatto di tutto per non dirglielo, hai persino fatto di tutto perché fosse lei a dirtelo, hai fantasticato spesso su quella frase che ti avrebbe sollevato da un peso tremendo se pronunciata SPONTANEAMENTE da lei: "Sai, non ti amo più"… Ma lei non può dirtelo! Perché lei ti ama ancora! E siccome lo sente, l’ha capito, praticamente lo sa, insiste perché sia tu a dirglielo: "Devi dirmelo, se me lo devi dire, dimmelo!"… E tu glielo dici… Ma sei pessimo nel dirglielo: "Vedi, io non…non è che non ti amo…più…diciamo che ti ho amato all’inizio…cioè all’inizio anche tu…o meglio, nessuno dei due…voglio dire che io ti amerei se non fosse che…insomma, io ti ho amato, ma non abbastanza…o forse, ecco… Io non ti merito!"…E lei giustamente piange, urla, strepita: "Come: non mi meriti? Ma ti rendi conto della sproporzionata cazzata che hai detto?"… Sì, te ne rendi conto… Ora lei soffre sproporzionatamente… Ma attenzione, anche tu soffri! Soffri nel vedere quanto lei soffra più di te, è una sofferenza subdola, carica di sensi di colpa, forse è una sofferenza persino peggiore della sua… Sì, perché lei – che ti ha amato e ti ama ancora - può aggrapparsi a quell’amore, può farsene scudo, quell’amore seppur non più corrisposto è un punto fermo per lei… E invece tu sei allo sbando, sei disperato, perché capisci di non averla mai amata, o peggio di non essertela meritata… Insomma ti scopri immaturo, o forse insensibile, o forse incapace di amare, forse tutte e tre le cose insieme, un immaturo insensibile incapace di amare… Peccato non ci sia una parola per riassumere tutto questo… "C’è, c’è… E te la ricorda lei: "Sei uno stronzo!"…

 

 (monologo di Gioele Dix)

 
 
 

Fotografie

Post n°81 pubblicato il 21 Settembre 2012 da non_muoverti

 

 

 

L'uomo , che animale strano

Cerca i nobili e alti valori e nel farlo dimostra una foza sovrumanari e ha una forza incredibile. Può compiere azioni inimmaginabili, sovvertire le regole del mondo, migliorarlo. Ha potenzialità infinita. Può trasformare la sua vita in musica e strabiliare anche il pensiero ideale dell'uomo stesso.

Ma può lasciarsi cadere in basso e vendicarsi anche del più stupido torto subito, può discriminare se stesso, restare in vita con la forza della propria rabbia e governare la sua vita senza osservarla davvero, senza permettere alla sofferenza buona di sostituire la rabbia e di far seguire una serenità interiore. Senza permettersi di guarire. Senza perdonarsi, né perdonare mai.

Due estremi che si scambiano in continuazione, di persona in persona e che sbattono tra loro se non compresi nel modo giusto. Si incrociano, vanno paralleli, a volte seguono lo stesso tragitto.

 

Nero e bianco che si fondono in mille, migliaia, milioni di sfumature.

Seguiamo tutti sentieri diversi. A ragione. La rabbia c'è e va rispettata, c'è il dolore di una delusione e di una vita in cui non si vede né capo né coda, lo si sente, è palpabile, -. Ma ci sono dei momenti in cui camminare da soli non ha davvero senso: è sempre e comunque bello trovare una mano, un contatto, uno sguardo negli altri.

 

 

 
 
 

Cara Mamma

Post n°80 pubblicato il 18 Settembre 2012 da non_muoverti

Questo post è un tema eseguito in classe da mia figlia

voglio precisare che lei stessa

 mi ha dato il consenso di pubblicarlo.

 

 

Cara, carissima Mamma

ho deciso di scrivere a te questa lettera per dirti quanto sei importante per noi, cioè io e mio fratello. Ho usato la parola importante non perchè sei un personaggio famoso, o una diva del cinema, ma perchè a me IMPORTA di te, di come ti senti, di come stai, se sei felice o triste. Da quando papà è andato via la nostra vita è cambiata come se in casa nostra fosse arrivato un terremoto che ha buttato tutto per aria, che ha distrutto tutte le cose belle che avevamo. Ma tu sei rimasta, in piedi, salda come una roccia e ci hai sorretto, sei diventata la nostra mamma e il nostro papà, la nostra migliore amica, la persona, che più di ogni altra, ha cercato di proteggerci dal dolore. Sei anche diventata un pagliaccio, se questo serviva a farci ridere un po e dimenticare il nostro dolore. Ti inventavi di tutto, pur di vederci sereni e le tue famose crrepes alla nutella, erano il rimedio sicuro alla tristezza. Ti sei occupata di noi ogni momento, senza pensare a te. Hai sempre detto che se noi siamo felici, quella è la tua felicità. E quanti sacrifici hai fatto  per noi. Da quanto tempo, mamma, non prendi un vestito nuovo, o un profumo che ti piace tanto. Da quanto tempo non vai dal parrucchiere per pensare un po a te e quando te lo dico tu alzi le spalle ridendo, dicendo che non ne hai bisogno. Ed vero sai, perchè sei bellissima e quando sorridi sei ancora più bella. Hai pianto tanto mamma e anche se cercavi di nasconderli, io ti sentivo, di notte, quando in silenzio soffocavi le lacrime per paura che noi sentissimo. E io me ne stavo in silenzio, anche se avrei voluto abbracciarti e dirti: basta piangere mamma. Ma se l'avessi fatto, se mi fossi alzata per veniere da te, sono sicura che avresti fatto finta di dormire.  Piangevo anch'io di notte mamma e come te cercavo di piangere piano perchè tu non sentissi. Ci assomigliamo anche in questo vero mamma? Poi un giorno ti ho vista sorridere mentre cucinavi, la radio era accesa e tu canticchiavi, non capivo che stava succedendo ma ero felice di vederti cosi. Da quanto tempo mamma non ti vedevo così allegra e senera e portavi allegria e serenità amche a me e Alessandro. Ogni tanto ci guardavamo stupiti ma felici. Ho pensato che il peggio era passato che la nostra vita ritornava alla normalità. E poi quel giorno, quella piccola pazzia che hai fatto, quando ci hai chiamato tutti e due con aria seria e tono di voce leggermente in burrasca: ALEEEE FEDEEEE  hai urlato DI CORSA QUA CHE VI DEVO PARLARE....mio fratello come al solito, visto che ne combina sempre di tutti i colori comincia a dire: fede che cavolo avrò fatto ora??? Non mi ricordo di aver fatto niente giuro? Oddio mi sta passando tutta la vita davanti ma non vedo niente..... Arriviamo di corsa in salotto e tu con la faccia scura ci chiedi? Ragazzi dove andreste voi  con questo caldo? E noi due in coro AL MARE  e tu ci hai risposto E MARE SIAAAAAAAAAAAAAAAAAA  e noi stupefatti e felici ti siamo saltati addosso sul divano queso sommergenti di baci. Erano due anni che non facevamo una vancaza e io in quel momento ho capito a cosa servirono tutte le tue rinuncie: per permetterci di fare qualche giorno di vancaza.....Sei stata grande mamma, sei la più grande. E se ora ti scrivo questa lettera è per dirti che sono arcistufa di vederti piangere. Perchè da qualche settimana le lacrime sono ricomparse, io non ti ho chiesto perchè ma ho capito da sola. Tempo fa quando ti chiesi il motivo della tua allegria mi risposi: tu credi agli angeli?  Ma che ne so mamma, non lo se esistono io non ne ho mai visiti E mi dicesti: credici perchè io ne ho incontranto uno. Ed era vero perchè non ti vedevo così non so da quanto tempo...e per farti il verso mamma, ti dico che io sono felice se tu sei felice....E ora non lo sei più e ora le lacrime sono tornate di nuovo e sono stanca, stanca, stanca, di vederti sempre con gli occhi gonfi. Hai già pianto tanto per papà ora la devi smettere. Te lo ordino io. Perchè nessuno merita più le tue lacrime, credo che tu abbia sofferto abbastanza, è vero un angelo ha cambiato rotta , forse il suo compito era finito. O forse non era all'altezza di quel compito. Ma questo non ti devi far piangere, ricordi cosa ti dissi tempo fa: NOI NON SIAMO UNA FAMGLIA, SIAMO DI PIU' , SIAMO UNA SQUADRA. E ora termino questa lettera ricordandoti una cosa che spesso dimentichi: quanto grande e straordinaria sei, e quanto sei bella quando sorridi. Ti voglio un bene immenso e ricordati che non sono più una bambina e che ora anche tu puoi contare su di me.

Tua figlia Federica.

 

 

 
 
 
 
 
 
 

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