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Il dolore e la gioia.

Post n°194 pubblicato il 20 Settembre 2024 da Noneraunsogno

Meticolosamente, il dolore muta corpo senza sosta 

e si ostina incessantemente a scorrere la sua lista

piena di occhi e di pensieri che non hanno nome

che lui, ineluttabile mano, segna ad uno ad uno

 

con gesto tanto lento da sembrare volersi soffermare

su ognuno ancora per un interminabile momento.

Così il dolore accede alla nostra vita

senza mai bussare alla porta, senza chiedere permesso

 

e quando dentro si ritrova, ospite indesiderato,

non si cura di essere cortese o di mostrarsi cordiale

come ladro mette a soqquadro ogni nascondiglio

sapendo di offendere e di far male

 

a chi è solo e  non lo può affrontare.

E' nella solitudine degli uomini che lui fa breccia

nutrendosi della loro paura fino alla loro resa.

Chi ha provato a guardarlo in faccia con impavida sfida

 

aveva qualcosa da difendere oltremodo,

qualcosa che valesse tutte le lacrime del mondo:

una piccola gioia nascosta fra le pieghe della vita

apparentemente  fragile e leggera come  foglia

 

che in autunno se ne sta in bilico ingiallita.

Eppure ne vale la pena conservarla addosso,

sentirla respirare dentro il nostro silenzio  

quella gioia che non è stata  mai adulta.

 

E che sia brezza quel respiro lo rivela l'onda

che culla questa nave alla rada,

questo uomo immobile in una stanza

dentro cui non ci sono vele, nè timone né remi

 

che possano colmare  fra i giorni le distanze

e  tutti gli attimi di vita passati insieme,

scie non più spumeggianti che si spengono

divenendo nuovamente acqua e sale.

 

Rimane allora dietro ogni passo della fragorosa chiglia

quel lieve ricamo marino e il bisbiglioso silenzio

che cuce la ferita dopo il taglio e l'affondo

che ogni nave e ogni corpo fa alla propria vita,

 

rimane sempre dentro noi

la memoria di una gioia mai sfiorita.

 

 

 
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Letture riflesse

Post n°193 pubblicato il 24 Agosto 2024 da Noneraunsogno

“Certi cambiamenti del corpo mi fanno pensare a quelle vie che percorri da anni. Un bel giorno un negozio chiude, l’insegna è scomparsa, il locale è vuoto, c’è un cartello affittasi, e ti domandi cosa c’era prima, cioè la settimana scorsa.” (tratto da  Storia di un corpo di D. Pennac)

 
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Andata e ritorno.

Post n°192 pubblicato il 27 Giugno 2024 da Noneraunsogno

All'inizio del viaggio ogni relazione con l'altro sembrava improntata al riconoscimento dell'altro come un estraneo, un territorio da conquistare.

Si, perché in tutti viaggi di andata l'uomo tende subito a riconoscere l'estraneo per comprenderlo e trascinarlo a sé, poiché la cultura del viaggiatore è quella di sopravvivere al viaggio della conoscenza del mondo attraverso la trasparenza della relazione con gli altri, immaginati quasi sempre come territorio definito per i limiti che bisogna difendere o estendere.

Poi impari lontano dalle tue sicurezze che la relazione tra gli uomini è qualcosa di diverso e di meno trasparente.

La relazione, in effetti, è più opaca e ogni esistenza ha un fondo com­plesso e oscuro, che non può e non deve essere indagato a tutti i costi alla ricerca di una pretesa cono­scenza totale.

Impari piano il dettato che ti sussurra ogni esistenza. Ognuno ha diritto alla sua opacità.

Bisogna vivere con l'altro e amar­lo, accettando di non essere compreso totalmente e di non comprendere total­mente l'altro.

Così si torna indietro dopo tempo a casa e ci si accorge che, nel frattempo, si è diventati terra, prototipi di uomini trasformati dall'incontro di culture differenti.

Una terra da vivere senza alcun limite da difendere o da estendere.

 

 

 

 

 

 
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L'età adulta. (senza immagine di sostegno)

Post n°191 pubblicato il 12 Ottobre 2016 da Noneraunsogno

Disordinato.  Nulla ritorna al suo posto.

Nè il corpo, nè l'anima, nè gli occhiali maledetti.

Che poi l'anima è  una fetta immaginaria di millefoglie che mordi.... mordi in continuazione per il solo piacere di nutrire l'immaginazione.

Disordinato. Senza un nome nuovo addosso battezzato dalla ragione. Soli nomi di sogni... di sogni come contorno, sogni mai consumati o spenti.

Disordinato. Come se non esistessero più barriere e confini alle mie azioni.

Disordinato. Libero finalmente di non ricordare. Libero di confondermi  e di invecchiare senza dovere a tutti i costi giustificare la confusione dei miei ultimi racconti.

 

 

 
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Fate voi. (Noi ve l'avevamo detto!)

Post n°190 pubblicato il 02 Ottobre 2016 da Noneraunsogno

Fate Voi / Noi ve lo avevamo detto!

Scrivo una lettera come fosse una carezza data per la strada, ai piedi di un letto fatto di ricordi, lungo la linea disinibita di una sera senza nebbia e  senza alcool.

Scrivo una lettera come fosse una carezza data per la strada, ai piedi di un letto fatto di ricordi, lungo la linea disinibita di una sera senza nebbia.

Scrivo una lettera come fosse una carezza data per la strada, ai piedi di un letto fatto di ricordi, lungo la linea disinibita di una sera.

Scrivo una lettera come fosse una carezza data per la strada, ai piedi di un letto fatto di ricordi.

Scrivo una lettera come fosse una carezza data per la strada, ai piedi di un letto.

Scrivo una lettera come fosse una carezza data per la strada.

Scrivo una lettera come fosse una carezza.

Scrivo una carezza, per liberarmi di una lettera, forse di una strada o di un letto fatto di ricordi, o, ancora,  di una sera senza nebbia e senza alcool.

Scrivo con un ago nella pelle il tuo nome,  il torto e la ragione sui muri bianchi di una nuova confusione :" Siamo soli, per favore,  Arrendetevi!".

 

 
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