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Prima di andare via... (Curriculum Vitae)

Post n°156 pubblicato il 29 Agosto 2012 da Noneraunsogno

curriculum vitae

Non ho mai pensato a questo attimo prima d'ora. Non ho mai creduto di poter finire, di scegliere io la fine.

Seppure in ritardo, senza più munizioni, mi affaccio per l'ultima volta su questo terrapieno oramai invaso da rovi e spine. La mia mente è terra che non produce.

Sul muro che ho di fronte capeggia il verso di una poesia... un solo verso che si ferma all'improvviso... che ferito sanguina finchè non muore.

Un verso che non va oltre il confine semantico dello stupore.
Piaceri e dolori che si sfidano a duello. Questo è quello che alla fine rimane.

Non ci sono ragioni per proseguire, ho sempre odiato attardarmi sui ricordi... non riescono a meravigliarmi come i sogni.

La ragazza rumena sta sfogliando una rivista. Anche lei attende il suo turno, ma lo fa con stile.

Lo sguardo con cui rovista dentro  le pagine di Vanity Fair è una lama sottile.
Affonda dentro questa attesa ferendo qualunque cosa gli si para di fronte.

Gli sguardi che camminano sono quelli che non si fermano mai.

Attendo che qualcosa arresti questa fuga. Io non lo avevo capito, Eppure, avrei dovuto baciarti quella volta. E dirti quello che provavo.

I muri degli addii si somigliano tutti. Sono enormi, bianchi e  tristi.

Sopra ci attaccano di tutto. Tranne la verità. Io ci scrivo la mia vita.

Un sasso mi rimane nella  mano.

L'ho raccolto quando ero bambino e adesso lo scaglierò dal quinto piano.

Chissà perchè la ragazza, adesso, sta ridendo.

Una signora con il camice bianco mi sta scrutando. Non so se dire il mio nome.
Non so se rispondere - presente-.

Certo, è un gran mal di denti, però Lei mi fa cenno di no con la testa.

- No, non  può prendersela con il prossimo - e solo ora mi accorgo che ha un crocifisso al collo.

Devo resistere. Resistere a lungo.
Così si diventa grandi!

E mentre mi risiedo al mio posto mi pare che una mano mi sta conducendo in un'altra  stanza.

Ho deciso la mia fine.  E neanche questa volta sarà un lieto fine.
C'è sempre un'arma nascosta nei nostri pensieri. Un coltello, un fucile, una lama, un silenzio, una prigione.

A noi, che viviamo ai margini, le cose appaiono e scompaiono senza ragione.

Ho bruciato tutte le parole amate, non voglio che soffrano per me.

Qualcuno verrà e chiuderà la porta. Magari con gli occhi arrossati.

Forse piangerà sapendo che io oggi parto.
Oppure, taglierà la mia foto con il suo sguardo.

 
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