Creato da leitraot il 27/10/2005

Nugae

Bisogna continuamente ricominciare dalla fine

 

 

Scripta manent

Post n°250 pubblicato il 09 Dicembre 2011 da leitraot
 

 

Somiglio all'Armando di Dumas: ho bisogno di tornare sulle parole, di consumarle con gli occhi per convincermi che non le ho immaginate, che sono esistite realmente. Perché più consolano, più ho paura di illudermi; di leggere ciò che il mio cuore desidera, distorcendo il reale significato delle frasi. Ho un oblio difettoso, ma coltivo una pericolosa mania per l'archivio. Conservo ogni sillaba per urgenza di testimonianza.

 

 
 
 

3 dicembre 2011

Post n°249 pubblicato il 05 Dicembre 2011 da leitraot
 

 



Insieme su un treno per stringere un nodo.
Torino natalizia ci regala due anime belle e una serata fatta di cose semplici che sanno scaldare il cuore.
Impariamo le voci, i gesti e la luce degli occhi.
E gioiamo della rispondenza perfetta con quelle righe che, da sole, hanno saputo creare ponte, permettendoci di raccontarci con la naturalezza di chi sa, che ha già scavato il pozzo dell'ascolto nell'anima dell'altro.
La precarietà del futuro si uncina ai pensieri con i suoi punti interrogativi senza risposte, ma sorridiamo davanti al nostro bicerin e alla gustosa farinata farcita.
Abbiamo saputo spezzare la routine per regalarci un momento tutto nostro.
E l'abbraccio sul binario 6 ha il sapore dell'arrivederci.
Arrivederci a presto.

 

 
 
 

Donne Moderne

Post n°248 pubblicato il 12 Novembre 2011 da leitraot
 

Le guardo da una distanza che mi sembra irreparabile.
Sono sexy e stranissime.
Parlano di voti, flirt, locali dove si balla la loro musica...
E vestono all'ultima moda: stivali pure col solleone, invece, d'inverno, profonde scollature fintamente coperte da sciarpe, che fanno della kefiah un accessorio di tendenza.
A volte hanno addirittura la metà dei miei anni. Ma io non ho mai avuto la loro età. E so che adesso è tardi per imparare quella stupenda leggerezza che le fa giovani e belle.

 

 
 
 

Il mio Halloween

Post n°247 pubblicato il 31 Ottobre 2011 da leitraot
 



Sto usando ancora il dentifricio comunista della nostra vacanza, sembra inesauribile. Intanto, mentre il tubo resiste e persiste, è cambiato qualche dettaglio: ho traslocato, tra qualche mese sarò zia e hanno pure riasfaltato la strada che porta a scuola.
Alcune cose durano, altre meno. Nulla resta identico a sé stesso. Ci sono mutamenti inevitabili ed altri che costituiscono faticose conquiste. In mezzo, il tempo che scorre inesorabile. Io non lo rimpiango. Per niente al mondo tornerei indietro. Nemmeno di un secondo. A volte lo fermerei per restare immobile nelle tue braccia. Lo desidero con la stessa intensità con cui esattamente due anni fa, pregavo l'orologio di correre e seppellire il gelo, l'abbandono e il sangue di quella notte interminabile, sotto una coltre di ricordi nuovi. E le ore hanno corso davvero, trascinandosi dietro i giorni, i mesi e gli anni. Non è più buio, quel dolore ha smesso di soffocarmi, guarito dal tuo amore che
"scintilla dentro, mi visita il vuoto e me lo illumina".
Ma capita ogni tanto che ancora mi domandi perché l'oblio degli altri funzioni così bene e il mio faccia difetto. Perché l'innocenza pesi e la colpa riesca ad essere così leggera.
Mi chiedo come faccia qualcuno a guardarsi allo specchio, senza avvampare di vergogna. Come sia riuscito a passeggiare per la Floridiana e non sentire addosso il peso del mio sguardo ferito e attonito. La sua coscienza deve dormire straordinari letarghi, sempre ammesso che ne abbia una. La mia, purtroppo, inciampa ancora in certi pensieri, ma oggi ha scelto di scriverne per rammentarmi che devo volermi bene.

 

 
 
 

Erri De Luca

Post n°246 pubblicato il 19 Ottobre 2011 da leitraot
 

 

 

Mio padre lo chiama “il vecchietto”, dimentico di esser nato due anni prima di lui.
Forse è gelosia, forse è semplicemente il suo modo di sminuire ciò che io idealizzo, nel tentativo di trovare un equilibrio, bilanciando col sarcasmo la dismisura del mio entusiasmo.
Perché ogni volta che, come ieri, le sue pagine diventano voce e gesti; ogni volta che ho la possibilità di stringergli la mano e ringraziarlo per quei libri che sanno salvare anche il mio tempo; ogni volta che incrocio l'intensità del suo sguardo azzurro...imparo la sublime leggerezza di qualche ora felice.

 

 
 
 


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