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UN UOMO TI LASCIA...

Post n°8 pubblicato il 12 Febbraio 2008 da eccitandomi

Un uomo ti lascia. Anzi, fa di tutto per essere lasciato. Tipo che sparisce per giorni, che ti risponde ti richiamo io dopo e poi non richiama più, che stacca il telefono e poi ti dice l’avevo perso ecc ecc ecc. Naturalmente spergiurando che va tutto bene che vuole stare con te e che non è affatto vero che sta avendo un comportamento strano.

Tu a un certo punto sbotti e ZAC!, te ne esci con la fatidica frase “Basta! E’ finita!”. Che nel linguaggio femminile ha un sottotitolo che recita più o meno così “Vediamo se facendo la dura ottengo qualcosa”.

Forse abbiamo letto troppe frasi sui cioccolatini , o forse ci solletica l’idea di provare quel fremito di onnipotenza da cui tutti noi siamo stati percorsi almeno una volta quando, con le froge al vento e il petto gonfio come quello di un piccione, abbiamo esclamato “Chi mi ama mi segua”.

Fatto sta che ci tiriamo la zappa sui piedi da sole perchè loro, i tapinastri, ben lungi dal seguirci, si mettono a ballare la tarantella dal sollievo e si imbarcano sul primo aereo per Cuba con una scorta di preservativi tale da far invidia alle più rosee aspettative di Rocco Siffredi.

Dunque NOI lo lasciamo. E LUI invece di scomporsi ci dice che è meglio così e ci augura buona fortuna. Ovviamente il tutto avviene tramite sms, perchè è buona norma (per LUI) evitare accuratamente il confronto e non ti risponderà mai al telefono neanche se resti col dito incollato alla tastiera per una settimana di fila. Anzi, nel 99% dei casi, alle prime avvisaglie di tempesta spengerà il cellulare rendendosi irreperibile, ovviamente soltanto a te, visto che il numero che ti aveva dato è solamente una scheda secondaria e potrà sempre usare le altre 5 in suo possesso per conversare allegramente con gli amici.


Trascorri i giorni successivi col naso a bagnomaria nel barattolo della Nutella, la sua foto sul cuscino e una scorta di Kleenex accanto al letto, poi, dopo una settimana, quando hai già praticamente assunto le sembianze di un ameba nel suo giorno più no, ecco che dal telefono si sprigiona una musichetta celestiale che ti sbaciucchia tutte le trombe di Eustachio e anche più giù: la suoneria personalizzata che hai scelto per i SUOI messaggi quando ancora ciò aveva un senso…Panico!!!

Guardi il cellulare come se si trattasse del tuo peggior nemico, gli plani intorno in cerchi concentrici di sempre minor raggio col sudorino freddo e infine con un gesto fulmineo lo ghermisci, apri il display e leggi……………ciao…tump un tuffo al cuore….lo so che ho sbagliato…tump tump…non volevo farti soffrire…tump tump tump…farti del male è l’ultima cosa che vorrei….tump tump tump tump. Ormai assomigli più ai tamburi di Tony Esposito che a un essere umano. E già si è scatenato quel pericolosissimo processo di demenza mentale che ti fa pensare oddio oddioooo oddioooooooo è luiiiiiiiiiii!!! E’ lui e mi sta chiedendo scusaaaaaaaaaaaa si è pentitooooooo gli mancooooo!!! Errore fatale! Perché, come ben dovresti aver appreso alla tua ormai veneranda età di 35 anni, nella vita c’è sempre un MA che prima o poi ti si piazza di traverso sullo stomaco. Dunque lui sa di aver sbagliato. Dunque non voleva farti soffrire. Dunque gli dispiace davvero tanto MA  in questo momento proprio non se la sentiva di portare avanti la storia ed è stato meglio chiudere ora per non farti soffrire ancora di più tra un mese o due. STUMP! Caschi col culo per terra e ci resti per un bel po’ elaborando farneticanti calcoli per capire se il passaggio dalle stelle alle stalle avvenga alla velocità della luce oppure a quella del suono…cmq sempre in modo talmente fulmineo e inaspettato da lasciarti inebetito e balbettante come un neonato in fase di lallazione.


Ne sentivamo forse il bisogno di quel messaggio? Forse non era abbastanza chiaro che non ne voleva più sapere di stare con noi? Insomma cosa cazzo vieni a rigirare il dito nella piaga dopo una settimana??? Ora ti esce il fumo fuori dalle orecchie e pure dal naso e raspi il suolo con lo zoccolo come un toro in attesa di caricare…RRROOOOAAARRRRRR!!! Tipo che se lo avessi davanti ci faresti le sottilette e le daresti da mangiare al gatto.

Nei 30 secondi successivi ti passa davanti agli occhi l’intero dizionario dei sinonimi e dei contrari ma per quanto ti sforzi non riesci a individuare l’epiteto più adeguato per esprimere quel che pensi di lui in quel momento…lì per lì ti uscirebbe un bel “ma vai a cacare te e tutti i tuoi conterroni di mmerda” ma forse non è proprio adatto a una signora e si sa, noblesse oblige.

Infine…l’illuminazione! Una vocetta interiore ti suggerisce il da farsi donandoti una perla di saggezza degna del manuale di Nonna Abelarda: “Ma perché, un sms del genere merita pure risposta???”. Ha ragione lei, non c’è dubbio, l’indifferenza è la moneta più sonante per pagare certi debitori. Scegli il silenzio. Che non sappia neanche quel che pensi di lui. Vedrai che gli rode, oh se gli rode! Rode a tutti essere ignorati, lui non farà eccezione.


Rincuorata da questa certezza passi alla fase B: parola d’ordine DISTRUZIONE. Cancellare dalla tua vita ogni sua più piccola traccia.

Novella Attila ti dedichi minuziosamente a radere al suolo ogni filo d’erba che Egli aveva seminato: punto primo cancellare il suo numero dalla rubrica ( tanto ce l’avrai appuntato da qualche altra parte per ogni evenienza, che non si sa mai…ma non averlo a portata di mano ti eviterà patetici ripensamenti). Punto secondo ridurre le sue foto in coriandoli ( chiaramente ti resta il file scaricato sul pc che ogni tanto aprirai furtivamente in vena di malinconie, ma si sa, nessuno è perfetto). Punto terzo sgonfiare il palloncino a forma di iniziale che ti aveva regalato prima di partire. Punto quarto buttare via la rosa che aveva comprato di nascosto per te dal venditore ambulante. Punto quinto sotterrare in fondo all’armadio la fascia per capelli che portava in testa al lavoro, e chi se ne frega se così facendo si perderanno pure quei due o tre preziosi riccioli neri che ci erano rimasti impigliati dentro. Al punto sesto decidi di rinunciare, perché buttare nell’immondizia il telefono che ti ha regalato due mesi fa ti sembra un po’ eccessivo.


Ecco fatto. Di nuovo vergine alla vita. Respirare a pieni polmoni. Che soddisfazione!

Ti butti a ritmo frenetico in tutto ciò che è altro-da-lui: lavoro, amiche, shopping, una scatola intera di biscotti spolverata nel giro di un pomeriggio, gare di “ a chi sgraffia di più “ col gatto, insomma tutto quello che si può desiderare per essere pienamente felici. Ma-ma-ma-ma…sempre quel MA che ti si piazza di traverso sullo stomaco: MA non ti passa. Eccoti lì, quando nessuno ti vede, aprire di soppiatto il file parcheggiato sul desktop, aumentare lo zoom al 200% in modo da poter ammirare il suo bel visetto a grandezza naturale e davanti a quegli occhi verdi  struggerti come una medusa lasciata evaporare sulla riva da un bagnino fancazzista. Ah che brutta cosa la nostalgia…sniff sniff…

Fino a che…in un giorno di dicembre che dirvi non so, magari dopo 20 giorni dai tragici eventi, ecco verificarsi un piccolo miracolo: EGLI si manifesta inaspettatamente a te con un messaggio che ti fa oscillare dalla luna agli inferi come uno yo-yo per diverse ore: “Ciao…come stai?”.

…gli rispondo…non gli rispondo…gli rispondo…non gli rispondo…cosa cappero gli rispondo??? Eccoti lì a ripassare mentalmente tutte le regole del Risiko per elaborare una strategia che ti faccia uscire dalla questione coronata di alloro comunque vadano le cose… non troppo scodinzolante né troppo fredda…non troppo malinconica né troppo allegra…che non pensi che stai pendendo dalle sue labbra ma neanche che lo hai già messo in naftalina…e soprattutto mordersi la lingua ed EVITARE di rispondere di getto la prima cosa che ti suggerirebbe l’istinto: “Come vuoi che stia brutto stronzo???”. Ecco, resta sul neutro…che ne so parla del tempo…”bbbbrrr che freddo che fa qui, lì come siete messi?Ah c’è un temporale tremendo? Bene speriamo che ti becchi un fulmine in testa!”…no no…non ci siamo proprio…


 

Decidi di rimandare al giorno dopo convocando d’urgenza una riunione di gabinetto tra le amiche più intime al termine della quale chiedi loro di procedere al voto con le seguenti possibilità:

FUMATA NERA= spezzargli le gambine via sms

FUMATA BIANCA= mantenerlo buono in attesa del suo ritorno e DOPO spezzargli le gambine sul serio…

Silenzio in aula...phatos...dopo ore e ore in camera di consiglio sgranocchiando fonzies e sorseggiando chinotto la giuria esprime il suo unanime ed utilissimo verdetto: 

"FAI QUELLO CHE TI SENTI FARE"...........

Strangolare una ad una le amiche più care, direi! E dopo...dopo...lasciare a voi il finale di questa storia...

 
 
 
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