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RITORNIAMO ALL’ARENGO!!!!!!!!!

Post n°118 pubblicato il 24 Marzo 2011 da orgogliosammarinese
 
Foto di orgogliosammarinese

 di DOMENICO GASPERONI

 La scossa democratica

Quando ricorda gli eventi del suo passato,anche nobili, un popolo più che fermarsi a celebrazioni retoriche, dovrebbe saggiamente sentirsi discepolo della storia che, dice Cicerone, è maestra di vita. Di fronte alla prossima festa dell’Arengo del 25 marzo, ho fatto proprio così. Ho sfogliato alcuni testi che raccontano quell’avvenimento, cercandone gli insegnamenti. Con grande stupore, come in un vecchio film, ho ritrovato nella San Marino di 105 anni fa, alcune scene che sembrano girate nella San Marino di oggi. Riporto tre frasi, riprese da discorsi pronunciati da personaggi dell’epoca. Vi sembreranno pezzi  di giornali di oggi.
Sentite la prima: «… finché regna l'agiatezzaregna la pace e la concordia,ma non appena, qualunque sia stata la ragione, sono scemati i mezzi finanziari esi è affacciatoil bisogno, ecco l'armonia degli animi è cessa­ta e sono sorte le vicendevoli recriminazioni».Non è la stessa situazione socio-politica di oggi? Io ci ritrovo la crisi economico-finanziaria, che suscita uno stato di insicurezza, la paura del futuro e scatena la rabbia dei cittadini. E rileggo i giochi sterili dei partiti attuali, che si rimpallano le responsabilità del disastro.
Un altro personaggio di allora sosteneva l’esigenza di «un maggiorcontrollo, mosso alle pubbliche amministrazioni efacendo in modo che il popolo sia reso più consapevo­le di ciò che di bene o di male fa il Consiglio».E’ la stessa scena del distacco del popolo dalla politica, della sfiducia del cittadino mai percepita così vasta,  profonda e preoccupante, della domanda di partecipazione e di controllo sul Palazzo.  
Il terzo documento è di singolare attualità: «E’ neces­sario che tutte quante le sparse membra della de­mocrazia sammarinese si raccolgano, coordinino le pro­prie attività, s'intendano non sopraun programma ilcui difficile e lungo compimento potrebbe creare diver­genze ed urti a causa di diverse finalitàe tendenze,ma siaccordino sopra una sola rivendicazione, sopra unasola conquista principale semplice ed immediata: la re­staurazione, cioè dell'Arringo. Dopo ognuno riprenderàla propria via». 
E’ quanto oggi sostengono in molti. Ritrovare l’unità democratica per un solo obiettivo urgente: la salvaguardia del Paese,la riconquista della dignità che meritiamo, in Italia e in Europa,la ripresa in mano della guida del nostro futuro. E’ un invito che si trova anche nel nobile messaggio lasciato dai Capitani Reggenti alle forze politiche e ai sammarinesi. Nelle difficoltà del paese- si rammarica la Reggenza-invece della ricerca di unità e di atteggiamenti che portino a soluzioni condivise,sono prevalse posizioni di«contrapposizione, di difesa dei propri interessi particolari e di negazione di responsabilità».
Celebrare il 25 marzo, significa ritornare all’Arengo, come gridavano i fautori degli eventi del 1906. Significa ritornare- lo dico un po’ provocatoriamente- a una buona dose di democrazia diretta. Che abbiamo troppo frettolosamente abbandonato,perché non più capace di funzionare. Ci siamo illusi che la formale sovrastruttura della democrazia rappresentativa funzionasse perfettamente! Talvolta si inceppa. Lascia campo alla sopravvivenza di residui oligarchici, politici,partitici ed economici. La democrazia del Palazzo, di cui non  si può fare a meno, nei momenti di forte crisi ha bisogna di  una scossa democratica di popolo.  Oggi viviamo uno di quei passaggi storici nei quali ci vuole una botta di Arengo, una chiamata a raccolta delle  «sparse membra della de­mocrazia sammarinese». Se il primo tempo della democrazia diretta, quello delle scelte politiche, non è più praticabile,resta tuttora indispensabile il secondo tempo, quello del controllo  sulla qualità delle decisioni e dei decisori. Dalla loro nascita alla morte (in senso politico).  Per questo serve unpopolo  “reso più consapevo­le di ciò che di bene o di male fa il Consiglio”.
Buon Arengo, Repubblica!
 

 
 
 
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