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Ma chi ci pensa al bene della Patria?

Post n°166 pubblicato il 29 Febbraio 2012 da orgogliosammarinese
 
Foto di orgogliosammarinese

DI RENZO BONELLI

La scorsa settimana ho letto su questo giornale il commento ufficiale, in ordine al quale la “Tribuna” non ha preso posizione, circa l’iniziativa di un concittadino che, lamentando un comportamento illegittimo della Banca Centrale, ha predisposto un’azione legale contro la medesima.
Il commento riportato, che non mi sento di condividere, segnalava che tali critiche facevano male al Paese perché riflettevano l’impressione di scarsa credibilità per le istituzioni prese di mira.In tali valutazioni ho
sentito l’eco delle accuse di denigratori della Patria di tutto coloro che si permettevano di criticare comportamenti che potevano essere riferiti alla volontà di un governo. Un'eco che rifletteva una mentalità per fortuna giudicata dalla storia, ma a volte ancora raffiorante nelle difficoltà di
chi è oggetto della critica. Guai a chi offende la Patria. Questo il punto che più
mi ha preoccupato, mentre per il resto dell’articolo non ci si discosta troppo da vicende e procedure che tengono ben poco conto del bene comune.
La Banca Centrale nelle intenzioni degli artefici ha costituito uno strumento di gestione e governo del sistema bancario-finanziario della Repubblica al fine di controllarlo in ogni momento e condurlo in maniera da tenere sempre la
situazione sotto controllo, come potenzialità e autonomia degli istituti coinvolti, come gestione dei dirigenti e del personale , come, come, come.
La legge principale che regola il funzionamento della Banca Centrale stabilisce una serie di regole che vanno tutte nella direzione suindicata
e che in sostanza affidano al Governo ogni iniziativa circa la conduzione e l’amministrazione dell’istituto. In tema di verifica sulla gestione e sulla relativa emissione di provvedimenti economici, alcuni rilevanti e capaci di rovinare economicamente persone ed enti, la Banca Centrale non ha limiti di tempo nel pronunciare la pena; cioè può attendere all’infinito, dopo
la verifica, per stabilire o non stabilire l’entità della sanzione. Si può comprendere quale clima di pressione viene a costituirsi fra orga-
nismi operativi e organismi di controllo. Contro detti provvedimenti è ammesso ricorso, definito dalla Legge “giurisdizionale amministrativo”, cioè una valutazione di un Giudice indipendente, che nel caso è priva di appello, mentre per tutti gli altri ricorsi di tale tipo è previsto sia l’appello, sia un terzo grado di giudizio. Per cui l’affermato giudizio amministrativo resta monco alla prima formale valutazione, che in sostanza si ferma alla verifica della sussistenza di elementi di fatto a volte di nessun rilievo. Di recente la Banca Centrale ha sanzionato amministratori e sindaci della Cassa di Risparmio per aver affrontato la gestione di una attività finanziaria in un paese
estero, senza conoscerne a sufficienza la legislazione. Il provvedimento dell’organismo centrale presupporrebbe anche una indagine approfondita sul livello culturale e professionale specifico dei sanzionati , attività non svolta dagli ispettori , peraltro non autorizzati, pur sapendo e conoscendo che alcuni di costoro provenivano da esperienze italiane di lunghi anni, anche presso Banca d’Italia ed altri autorevoli enti. Sempre la legge dispone che all’atto della apertura della liquidazione coattiva di un ente bancario vengano interrotte tutte le cause esistenti contro l’ente riguardanti vicende e rivendicazioni di clienti. La definizione della causa in atto viene rimessa al Commissario Liquidatore e sottratta all’autorità giudiziaria che dovrebbe essere il Giudice naturale di ogni contrasto in essere. La Banca Centrale è altresì tenuta ad emanare periodicamente un apposito ruolo con l’indicazione di ogni tributo, imposta, rimborso, ammenda maturata nel corso dell’anno , con obbligo per il contribuente di corrispondere l’importo
dovuto entro breve termine dalla notifica, ovvero impugnare il ruolo in caso di errore o altra valida ragione. Risulta invece, anche a me personalmente, che la Banca Centrale con un passa parola per il quale non le è difficile trovare adesioni, senza neppure pensare di emettere un ruolo, abbia provveduto ad incassare con anticipo la somma non ancora maturata. E si può andare avanti nella considerazione di una normativa che aveva un obbiettivo specifico, non del tutto consono al bene comune, così come si potrebbe valutare il sistema di nomina del Presidente, per il quale c’è già stata una reprimenda equa , ma sicuramente indicativa, del Collegio dei Garanti .
Finiamola qui, altrimenti dicono che scrivo in danno del Paese e lasciamo
come al solito le parole al vento.

Renzo Bonelli

 

 
 
 
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