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ORGOGLIO SAMMARINESE

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« LA NAVE FUORI ROTTA!!!!!!!!!L’idea dei beni comuni..... »

Marciam, marciam, marciamo!!!

Post n°171 pubblicato il 27 Aprile 2012 da orgogliosammarinese
 

LAVORO; MENO PAROLE E PIU' PROGETTI!!!

“Siamo all’ennesima promessa di riforma, ma l’occupazione

non solo non parte, ma va drammaticamente indietro"

In una celebre opera lirica il coro canta a lungo “marciam, marciam, marciamo” ma

i soldati non partono mai. Per quanto riguarda il mercato del lavoro siamo all’ennesima

promessa di riforma, ma l’occupazione non solo non parte, ma va drammaticamente indietro.

A me sembra che in merito ci siano molti equivoci e poche idee molto confuse. Mi permetto

di suggerire alcuni chiarimenti 1 ) nonostante qualche resistenza pudica e un po’ fuori tempo,

quello del lavoro si chiama “mercato” come qualsiasi rapporto in cui ci sia una domanda

ed un’offerta, ma nei progetti di tutti i Segretari che di Stato che si sono alternati

al Dicastero, si parla di mercato del lavoro solo come regole per il collocamento

dei lavoratori.

Però mentre si discute il lavoro si è squagliato, se ne è andato. 2) se si parla di

mercato ci si deve occupare dei suoi due versanti tipici: la domandae l’offerta.

Bisogna prima creare i posti di lavoro poi fare le regole per la sua distribuzione,

altrimenti cosa si distribuisce? Diventa la lotta fra poveri per litigarsi posti sempre

più scarsi. 3). fa parte di questa discussione in modo ossessionante il tema della flessibilità

e della precarietà: nessun tabù a condizione che lo si intenda in termini

corretti: il lavoro può non essere lo stesso per tutta la vita, ma comunque deve esserci

sempre in alternativa a quello perso altrimenti è un massacro senza pietà per i cittadini

e le famiglie. Possono esserci esigenze di periodi di precarietà ma questa deve sempre

essere temporanea e, come tutti i contratti anomali, deve costare non di meno, semmai

di più, del tempo indeterminato, compreso il ricorso ai frontalieri, (chi si opponeva

alla regolarizzazione dei frontalieri faceva un regalo ai datori di lavoro e puniva i lavoratori

residenti oltre che i frontalieri).

4). l’Europa. Siamo un Paese strutturalmente povero. I nostri nonni emigravano,

anche nelle miniere, o andavano a fare i “garzoni” a Ravenna.

Anche se usciamo dalla crisi, il Paese potrebbe anche non essere più in grado di dare

lavoro a tutti i suoi figli.

Allora l’integrazione nell’Europa diventa una necessità inderogabile:

invece di garzoni e minatori esporteremo giovani scolarizzati che ritorneranno

sprovincializzati: tutta grazia per questo Paese ottuso, ma non riusciremo

ad esportare extracomunitari. E’ mai possibile che questa classe politica voglia restare nella

storia con la responsabilità di avere permesso la distruzione del Paese, di avere bruciato

una generazione, di averla privata del suo futuro? Non ci si deve rassegnare, chi vuole

bene al Paese deve venire allo scoperto e mobilitarsi.

 

GIOVANNI GIARDI

Le disoccupate chiedono soldi

sulla Smac e bollette agevolate

Il neonato Comitato delle donne disoccupate si

è riunito per la prima volta il 19 aprile. Il Comitato,

assieme alla promotrice Dana Burgagni,

ha discusso alcune proposte ieri presentate alla

Reggenza: la priorità assoluta di trovare un

lavoro, lo stabilire un reddito minimo garantito

per le disoccupate che hanno già usufruito

degli esistenti ammortizzatori sociali, un accredito

settimanale/mensile sulla Smac per sostenere

le essenziali spese quotidiane di cibo e

carburante, che il Certificato di credito sociale,

ora erogato a 6 mesi dalla richiesta, venga invece

assegnato immediatamente, l’agevolazione

del pagamento delle bollette dei servizi, (Acqua,

Gas, Luce, Rette scolastiche ecc.) con sgravi

fiscali e rateizzandolo come avviene per alcune

aziende in difficoltà per l’intero periodo

in cui si è disoccupate o con reddito sulla soglia

della povertà, la possibilità a chi ha stipulato

un mutuo prima casa (statale o bancario)

o a chi deve far fronte mensilmente all’affitto

della propria abitazione di ottenere immediatamente

degli aiuti sociali. Si tenga presente

che sono molte le persone sole (per scelta o

a seguito di separazioni e divorzi) che nell’immediato

fanno affidamento sugli aiuti dei famigliari

che non potranno per sempre far fronte

a tale bisogno.

marco bollini

 

 

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