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Un tipaccio minaccia un altro tipaccio « lo sporge dalla finestra................

Post n°162 pubblicato il 24 Gennaio 2012 da orgogliosammarinese
 

San Marino da protettore di Garibladi a protettore della mafia,.................Domenico Gasperoni ragiona dopo gli arresti dell'operazione "Criminal Minds"

Alcune sere fa ho seguito una puntata di una fiction storica sulla vita di Anita Garibaldi. Lo sceneggiato televisivo descrive l’aspetto più privato della vicenda garibaldina: il forte amore fra l’eroe e la moglie. Il racconto indulge sulla forza rivoluzionaria di Anita,la sua lotta per la libertà: una passionaria che sostiene fianco a fianco il marito nelle sue battaglie. Le vicende private si intrecciano necessariamente con le varie fasi della storia di Garibaldi. La seconda puntata ricostruisce la fuga di Garibaldi da Roma, dopo la sconfitta della Repubblica Romana. Steso sul mio divano, sprizzo energie patriottiche, pregustando la gioia di ritrovare nello sceneggiato qualche accenno al mio Paese. San Marino farà un figurone- pensavo- di fronte a milioni di spettatori italiani, che finalmente sapranno che noi abbiamo salvato il loro Eroe. In una scena della fiction, la mia aspettativa si carica: Garibaldi, cercando di dare morale alla sua truppa,dice: coraggio, San Marino è ormai vicino! Ma all’improvviso appare una carta geografica del Centro Italia. Una linea blu, come un serpentello, schizza sulla mappa verso un puntino nero: San Marino! Ma la biscia non rallenta, non si ferma da noi. Raggiunge la Romagna. Dove, in mezzo ad un anonimo canneto, Garibaldi scioglie il suo esercito. E lo “ scampo di Garibaldi”,di cui sono piene tutte le nostre celebrazioni e pubblicazioni, svanisce. Noi abbiamo dato ospitalità all’Eroe dei due mondi. Lo abbiamo protetto dagli eserciti inseguitori, anche con serio pericolo per la sopravvivenza Repubblica. Ma nessuno lo dice. Quei milioni di spettatori non lo hanno saputo. Adesso sparo una provocazione: non c’è nessun Dicastero che promuova la vera vicenda storica di San Marino? Anche nel mondo della cultura. Anche nel mondo degli sceneggiati storici! Mi assale un’amarezza: abbiamo perso un’ occasione per ricordare agli italiani che i sammarinesi sono un popolo di generosi e di galantuomini. Un popolo che sa accogliere chi cerca rifugio nella sua terra. I perseguitati. Chi merita accoglienza. Deluso dalla fiction,mi metto a sfogliare i giornali degli ultimi giorni. Un’altra overdose di delusione. E di rabbia. Le notizie dei giornali mi urlano all’orecchio che San Marino non è più così. Nella cronaca e nelle ordinanze delle procure italiane, non ho mai trovato situazioni tanto vergognose e parole così sconvolgenti. Ho rivisto tutto il dizionario che si usa per descrivere un paese mafioso. Al di là se sarà tutto confermato o meno,questo è il panorama lessicale riferito a San Marino. L’indagine è “ Criminal minds”, gli atti compiuti sono “strettamente connessi a fenomeni di estorsione in collegamento con la criminalità organizzata”; un tipaccio minaccia un altro tipaccio « lo sporge dalla finestra del palazzo del quarto piano, dicendogli che lo avrebbe buttato di sotto”; minacce di morte telefoniche; promesse di picchiare i figli; personaggi che si difendono assoldando esponenti di clan camorristici ancora più cattivi di quelli dell’altro clan,chiamati dall’avversario. Uno scenario terribile, mai visto in Repubblica. Che di furbate montanare ne ha pur fatte nella sua storia! Gli storici, fra qualche anno, chiameranno queste vicende: lo “ scampo della mafia a San Marino”! Ma non ci sarà nessun uomo politico saggio e coraggioso,degno di memoria, come il Reggente Belzoppi. Che in momenti di gravi difficoltà politiche e militari, ha saputo proteggere la Repubblica. Gli uomini d’oggi si sono dimostrati incapaci di tenere San Marino pulito dalla criminalità. Questi o non hanno visto, o se hanno visto, hanno rivolto lo sguardo dall’altra parte. Dio non voglia che siano stati anche conniventi.

Domenico Gasperoni

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orgogliosammarinese
orgogliosammarinese il 24/01/12 alle 09:14 via WEB
Le dichiarazioni fatte al Siulp avevano rotto definitivamente il rapporto con il governo. Poi l’addio L’ex comandante: sul Titano “la libertà è di chi sta al potere, libertà di trasgredire le norme, mentre gli altri le devono rispettare” Si è parlato solo del paragone fra gli agenti della Guardia di rocca e i puffi di Gargamella. Ma le parole dette dall’ex comandante della Gendarmeria Achille Zechini al convegno del sindacato della polizia italiana (Siulp) di Forlì del 12 novembre scorso, per le quali è stato ammonito dal governo, vanno molto più a fondo. Ancora ignaro delle polemiche che sarebbero scoppiate sul Titano, del suo addio definitivo al comando di viale Kennedy e della comparsa del suo nome nei fasciocoli legati all’operazione Criminal minds della Guardia di finanza di Rimini (non come controllore ma come controllato), l’ex comandante prende la parola al Siulp per parlare, principalmente, dell’influenza della politica di Palazzo Pubblico sulle forze di polizia di San Marino. Voglio tornare a casa - L’esordio non è certo una dichiarazione di amore verso il Titano: «Sono tuttora in prestito nella speranza di tornare presto in Italia, quindi pensate come si possa essere messi a San Marino, se uno spera di tornare presto in polizia», ironizza Zechini. Che passa subito a descrivere la situazione delle forze dell’ordine. ‘Ammanettate’ dalla politica: «Arrivando a San Marino - spiega Zechini - c’è scritto bello grosso “benvenuti nell’antica terra della libertà”. La libertà è di chi sta al potere. Quindi libertà anche di trasgredire le norme, mentre gli altri le devono rispettare ». ‘Inganno’ nei comitati internazionali - Quindi il passaggio che tira in ballo la Guardia di rocca: «Noi abbiamo un corpo di polizia - prosegue l’ex comandante - che fa solo rappresentanza». Un corpo «che non è di cinque uomini, ma è esattamente la metà della Gendarmeria ». «Questa viene additata come polizia quando si va nei vari comitati scientifici contro la corruzione oppure nel Moneyval a dire che noi facciamo la lotta all’evasione ». Il governo dice: «“Abbiamo 40 persone che fanno questo». Ma la loro attività, in realtà, non è quella descritta: «Li vedete all’ingresso del territorio vestiti di verde e di rosso - dice Zechini - già il colore della divisa dovrebbe essere indicativo dei puffi sammarinesi, con tutto il rispetto, perché hanno 250 anni di storia». E’ «un corpo di persone che ci provano, a lavorare, ma se non gli viene consentito di farlo è difficile operare». Dietro il nero c’è la mafia - Zechini elogia i cittadini sammarinesi, o almeno quelli che definisce «puri», cioé caratterizzati da «orgoglio e senso d’appartenenza», e indica nei primi anni ‘70 la data critica della storia recente del Titano: «Sono arrivate le fatture false, sono arrivate le strutture edili grandissime e vuote. Ogni società - racconta l’ex numero uno di viale Kennedy - deve avere una stanza e un bagno. Non provate ad avere un bisogno fisiologico in quel bagno - ironizza riferendosi alle sedi ‘fittizie’ delle società - perché lo scarico non esiste, tanto è un’etichetta che serviva. E quindi c’è stata, purtroppo, una logorazione di questo territorio, perché è brava gente, è gente in gamba». A San Marino, secondo le parole di Zechini, c’erano traffici poco chiari. Movimenti di cui oltre confine erano al corrente: «All’Italia - dice - conveniva questa realtà, conveniva una forma di evasione, di nero, si pensava che comunque il nero facesse parte dell’economia in generale, e non si è avuta la lungimiranza di capire che dietro questo nero spesso c’era il riciclaggio, e ancor più le organizzazioni criminali ». Si vedano a proposito le operazioni Vulcano e Staffa, dove «guardacaso ci stanno dentro anche i cittadini sammarinesi». La politica e i legami con il malaffare - Nel riferimento fatto da Zechini di fronte ai colleghi del Siulp c’è anche spazio per una piccola frecciatina all’attuale coordinatore delle forze di polizia, Sabato Riccio: un persona assunta «a cinquemila euro al mese per debellare la piaga dei furti (28 in totale fra quelli andati in porto e quelli tentati nel 2011, escluso dicembre, ndr)». Poi un nuovo affondo sulle regole volute dai politici: «Essendo un piccolo territorio - analizza Zechini - è facile vedere chi entra e chi esce. Ma se poi la polizia vede troppo e magari ha anche uno strumento tecnologico, tipo le intercettazioni », oppure un «radiolocalizzatore o un Gps, per vedere dove va quel soggetto, forse scopre troppo i rapporti fra la politica e il malaffare, e quindi le forze di polizia devono avere dei poteri contenuti». Gli agenti sammarinesi, dalla Gendarmeria alla Polizia civile, senza dimenticare la Guardia di rocca, sanno fare il loro mestiere: c’è chi dice che «non ci sono professionalità e» quindi «le dobbiamo prendere dall’Italia. Qualcosa è vero, molto di più non è vero». C’è, invece, «lo sforzo delle forze di polizia di fare una proposta di riconoscimento delle proprie funzioni e capacità». Ma «la politica non l’accetta ». Jeffrey Zani
 
orgogliosammarinese
orgogliosammarinese il 24/01/12 alle 09:17 via WEB
San Marino. Bianchini un 'geniaccio' fra furbi, corrotti e mafiosi Vincenzo Tavano rispondendo a Stefano Elli di IlSole24Ore attraverso Patrizia Cupo di Corriere Romagna San Marino, non ha remore alla luce di quanto sta emergendo in Criminal Minds, a definire Marco Bianchini, un 'geniaccio'. Un 'geniaccio' in un Paese fatto per i furbi e vietato agli onesti (detto 'per gli imprenditori stranieri che aprono attività in Repubblica'!), in cui i politici sammarinesi per proteggere l'azienda dall'esterovestizione non ha trovato di meglio che proporre di dare la residenza ai suoi dirigenti. Un 'geniaccio' che aveva trovato il modo di pagare sugli utili d'azienda il 4,8% (di qui la proposta di questi giorni di una nuova legge sulla corruzione?), finendo per screditare tutto il Paese a livello nazionale italiano. Un 'geniaccio' che è finito lui stesso nelle spire dei malavitosi fino a mettere in pericolo la sua stessa persona e ancor peggio. Un 'geniaccio' che sta trascinando a fondo l'antica Repubblica di San Marino, nell'indifferenza dei suoi governanti.
 
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