Creato da paulget il 08/07/2010

OCEANO TERRA

Racconti della Terra sotto il Mare

 

 

Una piccola estiva speranza. »

Pioggia

Post n°1 pubblicato il 18 Luglio 2010 da paulget
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E alla fine è arrivata.

Ho sentito ieri alla radio che la temperatura "percepita" -una nuova invenzione moderna- era di 47 gradi. Pur essendo bollente sentivo il sole come un amico, ma sbagliando perchè la natura non è amica.

La natura va rispettata va amata se a uno piace amarla se a uno da una qualche sensazione. Ma la natura non ha pietà e può essere "cattiva". Si. Fra virgolette perchè non si tratta di cattiveria, appartenendo questa per natura e diritto naturale, agli esseri umani.

Basta vedere il glicine davanti a casa mia che si è avvinghiato, come un abbraccio eterno, alla vite e all' acero enorme, alto, che sembra non volersi mai fermare per quanto cresce.

La natura fa quello che deve fare. La natura non la fermi, oh si..la puoi usare, incanalare,sfruttare,ricavarne di cui vivere o semplicemente lasciarla fare e che faccia quello che deve fare.

Non è forse anche per noi umani così? Possiamo incanalare la nostra natura, sfruttarla, ricavarne di che vivere o semplicemente lasciarla fare fino anche a subirne le conseguenze.Fino a che l'edera o il glicine non si abbarbica e abbraccia il tronco del nostro platano, bello, grande retto e maestoso che forse potremmo paragonare ad una vita consona alle usanze e convenzioni.

Sono uscito sotto la pioggia vestito solo dei pantaloncini che avevo ieri a 47 gradi - rigorosamente "percepiti". Freddo,brividi? Forse all'inizio..Ma quando stavo passeggiando vicino alla vite, all'acero, al glicine, all'edera arrampicata sul melo tutti che risplendevano di vita nuova, dissetati e puliti da quella pioggia rinfrescante ho sentito come tutto faceva parte della stessa danza, della stessa vita. Come tutti insieme riuscivano a godere di questo nettare del cielo dopo giorni e giorni di caldo opprimente. Le foglie dell'acero quasi argentee si muovevano in una danza con il vento di bora che soffiava dall'est. Ed era bello tutto, anche le lotte fra i roseti, il noce, il pero, la vite, il glicine, il kiwi, il susino. Tutto in un qualche modo aveva trovato il suo posto ma nessuno aveva rinunciato alla sua natura. Mi son sentito bene, mi son sentito al cospetto di insegnamenti più grandi di tutti i libri e i maestri e i religiosi che nella mia vita si sono susseguiti.

Si, perchè alla fine dell'inverno vedi tutte le piante che erano morte in autunno rinascere a nuova vita. Le vedi crescere, seguire il ruolo assegnato dalla loro natura, senza sosta, senza soluzione di continuità, per arrivare a risplendere ora e avviarsi normalmente verso una nuova morte e una nuova rinascita. A questo punto che cosa è poi mai questa morte.. Se non la parte di un ciclo.

La natura non è buona, non è cattiva. La natura è, come noi, figlia di una madre. Di una madre che noi abbiamo dimenticato nel corso della nostra piccola esistenza.

Di una madre che ti da energia se sola la sapremmo ascoltare, che ti da vita e nutrimento che ti fa sentire e ti da un energia vitale che noi abbiamo dimenticato.

Una madre giusta, equilibrata ed obiettiva. La nostra madre terra.

Alla fine è arrivata, la pioggia che mi piace ancora pensare pulita, che nutre e da forza alla terra che porta la vita anche per il prossimo ciclo di foglie di fiori e di frutti..

Se solo riuscissi a vivere realmente per quello che è la mia natura. Se solo sapessi con certezza che gli anni passati non sono persi per il pensiero che avrei potuto fare di più.

Se solo bastasse, come mi succede spesso, appoggiare la mia mano sul vecchio noce che stava lì quando avevo 15 anni e li ancora oggi con il mio ritorno a 40, e sentire davvero come sia vivo e come l'energia e l'imponenza di questo veccho amico mi inumidisca gli occhi anche in un giorno torrido con 47 gradi "percepiti" e senza un filo di pioggia.

 

 

 

 

 
 
 
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